Se l’informazione si limita a segnalare la “violenza”, gli scontri tra manifestanti e polizia senza spiegarne le ragioni fa solo un servizio al sistema.


imagesDa sempre il popolino  è infastidito per scioperi o manifestazioni che non lo toccassero direttamente, quante volte abbiamo sentito lamentele sui disagi di uno sciopero al grido di: io devo andare a lavorare ed i mezzi non vanno.
Ognuno pensa ai fatti suoi e non guarda oltre al metro davanti a se.
L’informazione ci sguazza, vengono messi in risalto gli scontri, enfatizzati, coltivando lo sdegno di chi osserva senza sapere, conoscere, toccare le motivazioni.
Si mette a fuoco, eufemismo, il cassonetto bruciato e non le ragioni che hanno spinto alla protesta migliaia di studenti, lavoratori, disoccupati, famiglie che hanno perso la casa.
Se non fosse per il fatto che, ogni tanto, nelle foto che riprendono gli scontri tra forse dell'”ordine” e manifestanti si intravvede uno striscione con la sintesi della protesta non sapremmo mai perchè e percome sono scesi in piazza.
Siamo scesi in piazza.
Se solo le forze dell’ordine conoscessero le ragioni dei manifestanti non escludo che manifesterebbero pure loro, certamente hanno dei familiari, parenti, amici che sono toccati dai temi che portano alla contestazione.
Per capire si attenderà la rivolta anche se è ancora presto, per la rivolta. La strategia del sistema per contenere la “pace sociale” è astuta e divide il popolino in fasce protette, o comunque non comunicanti, utili a fare da scudo alla borghesia parassita che ci ha ridotti in queste condizioni.
15% di dis0ccupati, 25% di precari, 25% di poveri presi dalla sopravvivenza
, 25% di occupati fanno da scudo e filtro al 10% di italiani che detengono il 47%, ed oltre, della ricchezza nazionale.
Nella scuola privata vicino a casa mia, che ha delle rette più alte dello stipendio di un precario, si parla solo di feste e di dove si andrà nel prossimo ponte e quando c’è uno sciopero che intralcia il loro muoversi con il Suv partono subito le lamentele, si indignano, tanto loro il problema della casa non l’avranno mai. Sono coperti e per la solidarietà con il povero bastano gli sms o la messa della domenica.
Hanno scelto la scuola privata, sostenuta dalle nostre tasse, per non avere problemi di sciopero. Le suore non scioperano ed una di quasi 80 anni può guardare 40 bambini senza che nessuno faccia una piega. Ma solo per un’ora, poco più. Se succedesse in una scuola pubblica sarebbe uno scandalo.
Negli ultimi anni la fascia di povertà si è ampliata, ha toccato anche quello che una volta era il “ceto medio” basti pensare ai bancari e non solo loro.
Ma finchè si saranno le fasce protettive, create ad arte, eliminando la lotta di classe che univa tutto o quasi il proletariato in genere, almeno quello illuminato, avranno la partita in pugno, è come se partissero con due rigori in favore.
L’importante è che si suoni la grancassa sugli scontri, sul cassonetto che brucia, sulla vetrina infranta e non si faccia sapere al cittadino medio e teledipendente le ragioni della protesta.
Un manifesto degli studenti diceva: Scuola pubblica fa paura come tutta la cultura.
E’ la sintesi che spiega la ragione per cui l’informazione non informa, indica il dito e non la luna.
Parliamo tanto degli scontri ma, attenti, a non spiegare le ragioni.
Dobbiamo affidarci al passaparola.
I sindacati sono più presi ad organizzare il servizio d’ordine che a far conoscere le motivazioni dello scipero, della manifestazione.
Il loro orgoglio è poter dire, dopo: avete visto quanto siamo stati bravi? Non abbiamo rotto nessuna vetrina di una banca, solo un po’ di spray.

Se la Repetto da lezioni di sindacato a Landini aspettiamoci di tutto. Il peggio della politica italiana è senza fine, come l’Araba Fenice risorge dalle proprie ceneri ogni volta più grande.


imagesNel dibattito, che ho visto in video sul Fatto Quotidiano, il concetto più alto l’ha espresso Andrea Scanzi: “Sentire la Ravetto che dà lezioni sindacali a Landini è come sentire Paola Binetti che dà lezioni porno a Cicciolina“.
Durante l’intervento di Landini la Repetto ha dato sfoggio a tutte le espressioni di rito che le donne del Pdl sfoggiano in tutti i talk show quando parla un avversario politico. Una specie di balletto espressivo facciale che un coreografo di partito ha insegnato, non senza difficoltà, a tutte le onorevoli del Pdl atto a distrarre il teledipendente dalla sostanza dei problemi in discussione.
Il top l’ha raggiunto dopo avere interrotto o parlato durante gli interventi altrui quando ha detto stizzita: I suoi iscritti vogliono sapere cosa propone per il lavoro non sentirla parlare dei processi altrui.
La spudoratezza di questa gentaglia non ha limiti. Dopo avere portato la disoccupazione in Italia a livelli mai raggiunti nella storia della repubblica vogliono dare lezioni al sindacato.
Nel corso della trasmissione, la parlamentare del Pdl sbuffa, polemizza con una donna del pubblico e mormora durante l’intervento del segretario della Fiom: “Eh, Madonna, è il Landini show”. ( Fatto Q.)
Toccate tutto alle donne del Pdl ma non toccatele lo show è la loro specializzazione, infatti ne hanno organizzato uno per oggi pomeriggio a Brescia mentre in serata la festa si trasferirà ad Arcore dove c’è il palo della lap dance.
Ha chiesto, l’esperta in sindacato del Pdl, di quanto sono aumentati gli iscritti al sindacato dimenticando del tutto che il suo partito al governo l’unica cosa che ha aumentato sono i disoccupati raddoppiandoli.
Per non parlare della disoccupazione giovanile.

Pdl, Ravetto a Landini: “Le dò io una lezione di sindacato”. E scoppia la polemica
Su quello che ha detto Cesare Damiano del Pd non dico niente per non infierire.

Dato che nel Pd non hanno capito una mazza mi sforzo di fare volontariato per i suoi dirigenti. Bersani, leggimi!


imagesDa anni blaterano di roduzione delle province, ridurre alla metà i parlamentari ed i loro stipendi, non candidare gli inquisiti e di una riforma elettorale che gli “altri” non hanno permesso, mentre hanno accettato tutti i ricatti interni che gli ex democristiani hanno messo in campo ogni volta che si parla di cose etiche, vaticane o comunque inerenti alla libertà individuale.
Mi sono stampato il programma del Movimento5 Stelle e me lo sono letto, bene ci sono cose che si possono fare in pochi mesi, diciamo prima che il governo cada sulle ginocchia.
Abolizione delle province. Ok, cominciamo a fare la legge e poi vedremo il problema organizzativo.
Abolizione dei rimborsi elettorali. Ok, in mezza giornata si può fare.
Accorpamento dei comuni sotto i 5000 abitanti. Ok.
Insegnamento della Costituzione ed esame obbligatorio per ogni rappresentante pubblico. Di mio aggiungo in modo particolare per fascisti, neo fascisti e leghisti.
Eliminazione di ogni privilegio particolare per i parlamentari, tra questi il diritto alla pensione dopo 2 anni e mezzo. Ok, il secondo giorno di lavoro parlametare si può fare.
Divieto dei parlamentari di esercitare un’altra professione durante il mandato. Perfetto niente incarichi manageriali e gli avvocati di Berlusconi se li paghi lui e si dimettano immediatamente. Faccio notare che tutti e tre sono stati rieletti.
Divieto di cumulo delle cariche per i parlamentari. Ad esempio: sindaco e deputato. Ok, per come la penso io per adesso siamo su cose di sinistra, se i dirigenti del Pd non le ritengono tali sono, evidentemente, fuori posto.
Non eleggibilità a cariche pubbliche per i cittadini condannati. Aggiungo di mio anche se in I° grado, smettiamola con il teatrino che sono tutti innocenti sino al giudizio finale che, grazie alle loro leggi, quelle della casta, non arriva mai. O post mortem.
Referendum senza quorum. Se uno si chiama fuori dai referendum o dalle elezioni è un problema suo, il risultato deve valere ugualmente. ( Mia osservazione)
Abolizione della legge Gasparri. Come non essere d’accordo?
Allineamento immediato delle tariffe di connessione a internet e telefoniche a quelle europee. L’unico paese che riesce a mangiare anche con il web. (mia):
Abolizione della legge Biagi. Cari ex compagni del Pci che vi siete allineati a Confindustria. (mia).
Vietare gli incroci azionari tra sistema bancario e sistema industriale. Cosa più difficile dato che il capitalismo finanziario parassita è a livello globale. (mia)
Allineamento delle tariffe di energia, connettività, telefonia, elettricità e trasporti agli altri Paesi europei. Qui farei una variazione. Per me luce, gas, sanità, trasporti, scuola, telefonia, acqua e tutto ciò che è basilare per la vita di tutti non può essere soggetto a profitti e deve essere gestito dallo Stato. E’ una vergogna che aziende come A2A possano speculare sui beni primari dei cittadini.
Sussidio di disoccupazione garantito. Come fanno i altri Paesi europei.
Separare le carriere dei medici pubblici e privati, non consentire ad un medico che lavora in strutture pubbliche di operare nel privato.
Abolizione della legge Gelmini, diffusione di internet nelle scuole con l’accesso agli studenti. Ok.
Insegnamento gratuito della lingua italiana per gli stranieri. Di mio aggiungo, immigrati. Cittadinanza automatica ai figli di immigrati nati in Italia.
Nel programma ci sono altre cose che al momento non ritengo prioritarie, queste si possono fare in pochi mesi e sono tutte condivisibili per chi si ritiene di sinistra anche se spesso va in confusione.
Il Movimento 5 Stelle ha detto che voterà solo quello che riterrà opportuno e dato che il programma è il loro non dovrebbero rifiutarsi.
Aggiungo che se il Pd avesse fatto la stessa cosa s non si fosse “sacrificato” per il bene nazionale non avrebbe fatto la fine che ha fatto in queste elezioni.
Faccio presente che il “bene nazionale” tanto sbandierato da Monti, Bersani e compagnia cantando non ha minimamente riguardato pensionati, precari, disoccupati, interinali,ricercatori e tutti quelli sotto ricatto di un contratto a termine.
I sindacati, nonostante quello che pensa Grillo di loro facendo confusione tra Csl, Uil e Cgil. io me li terrei.
Chi sputa sul sindacato in se, non sul sindacalista, non conosce la storia dei lavoratori italiani.
Non so se è una consulenza gratuita a Bersani e compagnia, non vorrei che fosse volontariato a perdere.
L’impressione mia è che i dirigenti del Pd non siano molto svegli, poggiano l’orecchio sulla rotaia per sentire l’arrivo del treno nemmeno dopo che è passato, salvandosi, ma quando il treno è già in arrivo e trancia le teste.
Io sono un orfano del Pci e la vedo così, non trovo che sia un pensiero superato, direi aggiornato all’evoluzione del capitalismo.

Non ci sono stati scontri, sarebbe stata l’occasione giusta per informare sulle ragioni dei manifestanti, ma l’informazione di regime non lo fa. Speravano negli scontri per specularci sopra. Ci sono due fantasmi, oggi, nell’informazione italiana.


Il primo fantasma è la Giornata contro la violenza delle donne, ne scrivono solo la Stampa ed il Corriere.
Il secondo fantasma, in realtà sono tre e sono le manifestazioni di ieri a Roma.
Per l’informazione di regime sarebbe stata l’occasione di spiegare come e perchè studenti, lavoratori e precari hanno manifestato ieri a Roma. Aggiungendo magari anche le ragioni della Cgil.
Sulla terza manifestazione avrebbero potuto dirci che, ancora una volta, la destra fascista ha potuto manifestare a Roma, per la gioia di Alemanno il sindaco fascista che la maggioranza dei romani ha voluto in Campidoglio.
C’è da dire che i neofascisti romani sono stati molto attenti a non scandire slogan fascisti per non compromettere la manifestazione tanto, nel 2012, hanno comunque a disposizione 365 per darci dentro con slogan e bastoni.
Ma sono le ragioni della scuola pubblica, della Cgil, che mancano dall’informazione di oggi ed ho la netta impressione che l’informazione di regime sappia intingere la penna solo ed esclusivamente nel sangue o nei tafferugli il più delle volte preparati ad arte per distogliere l’attenzione dai veri problemi dei giovani, del popolo, dei lavoratori.
Purtroppo, per loro, è mancato il morto, sarebbe stato il massimo ve li immaginate i titoloni a quattro colonne?
Oppure i feriti, nessuno dei maggiori quotidiani ci avrebbe risparmiato il pistolotto sul povero agente ferito e contro la violenza dei manifestanti. Avrebbero scomodato le penne migliori, i cavalli di razza, i fuoriclasse del qualunquismo informativo.
Invece no, sulle donne non ne vale la pena, sono fatti loro. Così imparano a pretendere rispetto, uguaglianza e dignità ed a considerare come altissima prova d’amore un cazzotto sul naso o qualche coltellata dettata da un impeto d’amore.
Penso che Monti gradirà l’offerta dell’informazione di regime, il gioco di prestigio che ha fatto scomparire dalla prime pagine di tutti, o quasi, i giornali il resoconto delle manifestazioni di ieri e le loro domande, le accuse al suo governo.
Se uno ieri fosse stato impegnato oggi non saprebbe perchè ieri a Roma migliaia di giovani e di lavoratori hanno manifestato e se per caso leggesse un trafiletto inerente alla manifestazione degli studenti commenterebbe: questi cazzi di studenti pur di perdere un giorno di scuola se ne inventano una alla settimana.
Ma pensassero a studiare invece di fare ironia e fanculeggiare la scuola ed i professori. Anche il governo.
Bene, è quello che vorrebbero fare ma gli viene impedito da un governo molto attento alle banche e distratto con scuola, sanità, lavoro e servizi.
Dicono che Monti ci ha portati in salvo adesso resta da capire chi si è salvato e chi no, studenti,precari, pensionati, lavoratori certamente non sono salvi.
Ma non pretendete che i giornali ci informino, tutto è filato liscio, le manifestazioni sono andate bene.
Domanda: le manifestazioni di che?

Susanna non è vero che Monti non sa più cosa fare, dice e fa quello che ha sempre fatto e detto. Economicamente è un fascista, è contro la concertazione, la Costituzione e vuole i servi della gleba.


Tutta la sua storia di economista capitalista e parassita ha portato acqua ad un fiume solo, quello dello sfruttamento capitalista. Nessuna concertazione, nessuna equità, nessuna eguaglianza e nessun diritto al lavoro, praticamente un anticostituzionalista della prima ora.
Forse non è nemmeno fascista è un cattolico che segue il vangelo non crede e non vuole la concertazione ma sogna il padrone che non c’è, quello della parabola di Gesù che vi riporto:

All’inizio della parabola vediamo il padrone della vigna che va in cerca di lavoratori; si porta in piazza, vede alcuni disoccupati e li manda a lavorare nella sua vigna, concordando con loro la paga: un denaro al giorno. Non cerchiamo di vedere se a quei tempi la paga di un denaro al giorno fosse giusta o ingiusta: qui la cifra ha solo un valore simbolico. Sta di fatto che gli operai accettano la paga e con piena tranquillità si mettono al lavoro.

Il padrone si reca poi di nuovo in piazza, a metà mattinata, a mezzogiorno, nel pomeriggio e persino verso sera, quando oramai resta solo più un’ora per lavorare. Trova ancora degli sfaccendati e li manda tutti nella vigna, assicurando di dare a tutti una giusta paga.
E qui si verifica il grande «scandalo»: il padrone della vigna – al termine della giornata – provvede a pagare gli operai, ma comincia non dai primi (quelli che hanno lavorato tutta la giornata), bensì dagli ultimi arrivati: e a ciascuno di essi dà la stessa paga che aveva pattuito al mattino, con i primi lavoratori.

Già il fatto che il padrone cominci dagli ultimi, appare strano. Che poi dia la medesima paga a tutti (non tenendo conto delle ore lavorative di ciascuno), appare anche ingiusto. Era logico che gli operai della prima ora pensassero – e sperassero – di ricevere una paga maggiore. Invece no! La prima reazione, non solo dei lavoratori della parabola, ma anche nostra, è evidente: quel padrone è stato ingiusto! Eppure Gesù, nel narrare questa parabola, ha voluto insegnarci un aspetto molto importante dell’atteggiamento del padrone della vigna.

Vi metto il link per chi volesse approfondire l’analisi della parabola fatta da Don Rodolfo Reviglio.
GLI OPERAI NELLA VIGNA

In sintesi si potrebbe dire che gli ultimi arrivati al lavoro, quelli che hanno lavorato di meno, sono i preferiti da Gesù in quanto ultimi.
Se Gesù fosse vissuto di questi tempi c’è il forte rischio che i suoi preferiti fossero gli statali, i parastatali e tutti gli imboscati del sottobosco clientelare. Tutti i parassiti che ci sono anche nelle aziende private, io ne ho conosciuto parecchi.
Monti deve essere un economista cresciuto ed istruito dalla scuola cattolica e capitalista e quindi è contro la concertazione democratica, gli piace il padrone buono che si presenta bene, come lui, ma che te lo mette in quel posto ugualmente.
La concertazione è democratica e di sinistra, prevede una certa eguaglianza etica ed è per questo suo rifiuto mentale che mi sembra un po’ fascista e non rispettoso dell’art. 1 della Costituzione.
La Fornero è uguale, se non peggio, un ministro che dice che il lavoro non è un diritto non dovrebbe fare il ministro in un Paese con la nostra Costituzione.
Colgo l’occasione per dire  che il lavativo, il paraculo, nell’ambiente di lavoro è strutturalmente necessario al padrone, al manager, al dirigente di qualsiasi azienda privata o pubblica.
Io conosco bene il privato, del pubblico so quello che ho sentito dire e penso che chi fa il suo dovere nell’azienda pubblica di qualsiasi tipo sia il più mortificato di tutti. E’ circondato da parassiti ed è considerato un nemico, un maniaco.
Nel privato, in modo particolare nelle piccole aziende, il paraculo è usato dal padrone per non riconoscere i diritti di chi si fa il mazzo, produce, rende.
Mi è capitato di un mio titolare, gran persona se paragonato ai figli, che in una trattativa nella quale gli chiedevo un aumento di stipendio mi rispondesse così: io te le darei 100.000 lire in più al mese, le meriti, ma darle a te significherebbe darle anche agli altri che non le meritano equindi non se ne fa niente.
Praticamente ha usato il paraculo per farsi da paravento.
Essendo giovane ma più paraculo dei paraculi ho cambiato strategia, ho fatto la trattativa per settore ed in questo caso si trattava del magazzino ricambi di una concessionaria auto.
Eravamo in due e fatturavamo in continua crescita, un anno abbiamo addirittura raddoppiato il fatturato, ed io mi sono presentato per discutere gli aumenti di stipendio.
Mi ha dato la stessa risposta della volta prima, io li darei a te ma darli a te significa darli anche a X, il mio collega e non posso.
Io mi ero presentato chiedendo 150, questa volta per prepararmi alla botta successiva, nel senso che di solito ci si incontra a metà.
La sua risposta mi accese una lampadina nella testa e gli risposi: allora facciamo così, 75 a testa e lei non aumenta la spesa.
Missione compiuta, obiettivo raggiunto.
L’anno dopo il mio collega, sentendosi mortificato dal fatto che i suoi aumenti di stipendio li doveva sempre a me mi disse: quest’anno vado io a parlare. Va bene, risposi.
Dopo circa un’ora tornò in magazzino mortificato, non aveva spuntato una lira ma ebbe la modestia di dirmi: è meglio che vai tu, mi ha detto un po’ di parole e mi ha messo nel sacco, non ho saputo rispondere.
Quindi la concertazione ci vuole, è vitale, e Monti lo sa per questo è contro ed anche per un’altra ragione che vi vado ad esporre.
I manager, adesso i padroni sono veramente pochi, sono dei grandi paraculi, hanno studiato e sono preparati per fottere il sottoposto in scuole speciali come la Bocconi.
Per trattare la controparte, i rappresentanti dei lavoratori, devono essere più paraculi di loro ed è per questo che spesso la base, i lavoratori non capiscono le strategie, i colpi di spada o di fioretto e pensano che il sindacato si venda, anche se in qualche caso è accaduto, loro considera solo il risultato finale in busta paga.
Molti lavoratori erano nel Pci per ideali di uguaglianza, diritti e libertà. Tantissimi erano nel Partito perchè era forte, nella Cgil perchè era forte e garantiva aumenti di stipendio e diritti.
Opportunisti della prima e dell’ultima ora quando è cambiato il vento hanno mollato tutto e sono andati altrove, alcuni persino nella lega.
Ma era solo un discorso di bottega, interesse, gli ideali non c’entrano e non li hanno lordati.
Chi li aveva li ha ancora, oggi più che mai.
Ho divagato, scusate, ma alla Susanna devo dire una cosa: Monti sa benissimo cosa deve fare da decenni, ha studiato ed ha insegnato la strategia e le procedure per eliminare i diritti dei lavoratori e darli in pasto al mercato.
E’il sindacato che deve studiare bene la strategia per coinvolgere i lavoratori, unirli nella lotta e rendere chiaro, visibile l’obiettivo finale che va ben oltre la conservazione del posto di lavoro.
Qui è in pericolo la Democrazia, si calpesta la Costituzione.
I ricchi sanno piangere così bene che spesso i poveri mollano loro qualcosa.
Pomigliano è l’arma più potente che ha in mano Marchionne e chi vuole intendere intenda.
E’ figlia dell’Alfa Sud, in centinaia si mettevano in malattia e facevano il doppio lavoro.

Il Premier sta riflettendo sul suo futuro. Beato lui, io non ce l’ho per via dell’anagrafe e milioni di giovani non l’avranno per il suo liberismo capitalista da parassita bancario.


Più che attaccare lavoratori, disoccupati, precari, pensionati  ed Art. 18 non sa fare. La rabbia mi fa sbagliare.
L’anagrafe mi toglie, giustamente, il futuro lui mi ha tolto una vecchiaia serena. Certamente non come la sua.
Sa fare benissimo quello che il sistema capitalistico in combutta con il sistema finanziario parassita gli hanno detto di fare, l’hanno messo lì apposta.
Berlusconi ci massacrava in proprio, Monti lo fa in conto terzi e con l’appoggio di tutta la politica italiana.
Si, lo so, che il momento è grave ed il Pd si è sacrificato per il Paese ma quello che non ha capito Bersani è che il Paese sacrificato sull’altare dello spread è sempre il solito: giovani, disoccupati, pensionati. Tra l’altro sono stati così astuti da mettere uno contro l’altro le nuove e le vecchie generazioni, nipoti contro i nonni e figli contro i genitori.
Non mi ha toccato solo la pensione, ridotto il suo valore con balzelli indiretti e diretti, sarebbe il meno, è che ha rubato il futuro a mio figlio.
Non ne faccio un caso personale per il quale indignarmi, ne faccio un caso nazionale ed è ora di finirla di prendere per il culo gli italiani esclusi il 10% di quelli che possiedono il 48% della ricchezza nazionale e non pagano mai, si arricchiscono speculando sulle nostre miserie.
Chi mi conosce personalmente sa che una vita lotto contro il capitalismo e le banche, i parassiti che speculano che i giornali chiamano gli investitori, dediti solamente al loro profitto privato e senza nemmeno produrre niente, solo speculando sui nostri debiti.
Chi non mi conosce personalmente ma ha letto i miei blog, prima su Splinder e poi qui, sa come la penso, per cosa ho combattuto e per cosa combatto. Ben prima che la crisi delle banche travolgesse tutto e quasi tutti, il 10% lo dobbiamo lasciare fuori, quelli di cui sopra, compreso mio figlio.
Io non darò mai interviste all’Washington Post, non sono un professore di economia alla Bocconi, ma mi deve rispettare lo stesso, non può prendere per il culo milioni di persone.
Auspico una nuova rivoluzione come quella francese, loro hanno fatto fuori e ghigliottinato la nobiltà parassita noi dobbiamo far fuori tutti i parassiti della finanza, gli speculatori globali degli Stati e tutti i paraculi che, a turno, ci governano.
Non c’è una via d’uscita ed insistere con l’Art. 18 dimostra solo una cosa è un incapace. Un borgese più carogna di tutta la borghesia, fascista e non, che l’ha preceduto.
Riesce andare persino oltre la P2 dimostrando che la finanza mondiale, le banche mondiali, sono ancora più forti della P2. Se ne sono serviti ma non sono asserviti alla P2.
la smetta almeno di prendere per il culo quei milioni di giovani e non giovani che un futuro non l’avranno mai perchè quelli come lui, al servizio delle banche e della finanza ne ha fatto tabula rasa.
E’ l’Attila del parassitismo globale, dei grandi parassiti di Walls Street, della grande finanza che è capace di fare solo due cose, profitti e miliardi di poveri sparsi in tutto il mondo.
Altro che crisi economica globale, questo è sterminio di massa che va ben oltre quello che ha fatto Hitler o Stalin.
Ne uccide più il soldo che la spada o il mitra.
Hai rotto i coglioni, quando ci vuole ci vuole. Fa pure la vittima degli italiani irriconoscenti, che non vogliono sacrificarsi per le Borsa, le banche.
Non è la destra il problema e non è la sinistra, è il Capitalismo e non mi pare che Grillo o qualche altro spenda qualche parola, mobiliti le masse contro questo autentico cancro del mondo.
Chiaro il concetto?

Giovani, rincitrulliti dalla propaganda di regime, non ditemi più che la vostra rovina è dovuta ai privilegi delle generazioni precedenti. Informatevi e smettetela di dire fesserie.


Qui vi metto un esempio del modo di ragionare dei giovani di oggi, non tutti per fortuna.
Dialogo in un sito, sotto la risposta scelta da chi ha fatto la domanda.

Secondo voi le generazioni nate negli anni 60/70 hanno rubato il futuro a noi giovani ?

Per me SI, hanno vissuto per decenni sopra le loro possibilità, la colpa io l’attribuisco alla società in generale, che ha continuato a spendere e pretendere più di quello che poteva permettersi e oggi noi giovani siamo senza speranze, senza futuro, i sacrifici oggi li dovrebbero far loro per permettere a noi giovani di vivere almeno una vita che si avvicini a quella vissuta da loro.

Miglior risposta – Scelta dal Richiedente

Perfettamente d’accordo con te, ma sbagli di qualche decennio: le generazioni che realmente hanno vissuto in maniera sconsideratamente consumistica ed abusando di tutto ciò che gli veniva dato sono quelle precedenti: quelle che hanno prolificato durante il boom economico, ovvero quelle nate tra gli anni 40 alla fine dei 50.
Quelli che citi tu sono le persone che adesso hanno dai 30 ai 45 anni circa, e ti garantisco che nella media sono quasi tutti messi male come le ultime generazioni.
Lo spreco, lo scempio è stato fatto dagli attuali 60/70enni!

Ora, è notorio che la mamma degli stupidi è sempre incinta ma qui, nonostante la pillola, i preservativi, le conquiste delle femministe sulla maternità consapevole c’è una epidemia di cretini da fare spavento.
Premetto che la colpa non è loro, è nostra, come genitori o nonni non abbiamo saputo trasmettere l’informazione e la storia dei fatti. Delle nostre conquiste.
Insomma gli imbecilli li abbiamo allevati noi, alcuni si fanno mantenere dai nonni o dai genitori sputandogli pure addosso.
Intanto il 90% dei giovani non sa nemmeno di che anno è lo Statuto dei Lavoratori, l’Art. 18 e non sanno nemmeno quanto sono costate ai loro genitori ed ai loro nonni le conquiste degli anni 60/70 che loro, oggi, si fanno scippare dal sistema.
Possono cercare nel web, invece di scrivere cazzate come quelle che ho pubblicato sopra, ci sono ampi documenti storici e fotografici che documentano il periodo delle lotte, delle conquiste.
Alle giovanette di oggi, la maggioranza perchè c’è anche una minoranza consapevole e documentata, fortunatamente.
Dicevo alle giovanette di oggi sempre pronte ad avanzare i loro diritti di libertà ed emancipazione, ovviamente sul piano sessuale e non sul diritto al lavoro, voglio raccontare loro quello che le loro nonne e le loro mamme non hanno raccontato per non rovinargli la vita con la cruda realtà dei fatti  e lasciarle eternamente nel mondo delle favole, del virtuale con tanto di cellulare collegato con internet per mandare sms e scrivere stronzate 24 ore su 24.
Le loro mamme, le loro nonne, le loro bisnonne, quando avevano la fortuna di avere un lavoro e rimanevano incinta per non perdere il posto si fasciavano la pancia per non essere licenziate immediatamente.
Così facendo rimandavano, tra una vomitata ed una nausea, di qualche mese il licenziamento e lo posso dire perchè c’è passata, insieme ad altre milioni di donne, pure mia moglie.
Ai giovanotti da aperitivo, da discoteca, che un giorno si e l’altro anche scoprono l’ambiente e l’ecologia dico solo che negli anni 50 il problema principale non erano i fumi degli altiforni, che respiravano, ma avere almeno un paio di scarpe anti infortunistica con la punta di ferro per non bruciarsi le dita con gli schizzi di acciaio rovente.
Il resto andatevelo a cercare nel web, chiedeto alle Camere del Lavoro che hanno archivi documetati sulle lotte operaie, il diritto alla sanità ed alla maternità.
Quindi, non rompete più i coglioni con sparate alla cazzo sui privilegi di chi con sudore, lacrime, sangue, lotte e scioperi che sono costati sacrifici anche alle famiglie si è conquistato una pensione, dei diritti, che adesso voi vi fate scippare.
Questo sarebbe il meno, se non si è forti e compatti si viene sconfitti dal capitalismo e dal regime economico e noi lo sappiamo bene perchè abbiamo lottato per anni riempiendo tutte le piazze, quello che è peggio è che vi siete fatti lavare il cervello. Soltanto un poveretto, un idiota, può scrivere una cosa del genere:
i sacrifici oggi li dovrebbero fare loro (riferito alle generazioni precedenti) per permettere a noi giovani di vivere almeno una vita che si avvicini a quella vissuta da loro.
Dimostra di avere una ignoranza abissale, non solo del passato ma anche del presente.
Come ho già detto le nostre conquiste hanno avuto un prezzo salatissimo, l’ho scritto sopra , e come se non bastasse oggi ci troviamo a fare welfare famigliare a figli e nipoti vittime della crisi, quando sarebbe il momento di goderci la vecchiaia ed i frutti dei nostri sacrifici.
Fortunatamente non siamo, noi anziani, non sono, i giovani, tutti così. Ma per la maggioranza gli anziani sono senza memoria e quindi non possono trasmettere niente. I giovani non hanno conoscenza, non sanno, il pc ed internet lo usano per chattare e per vedere i filmini porno, giustamente in un certo senso ma, se volessero, prima di scrivere cazzate sui privilegi delle generazioni precedenti dovrebbero documetarsi su come li hanno conquistati, ammesso che siano privilegi, e quanto sono costati.
A me sembrano polli d’allevamento alimentati con il mangime dell’ignoranza, allevati ed annebbiati dal sistema sino al punto che gli danno pure ragione.
Con questo ho detto quello che avevo da dire, se volete rimanere nell’ignoranza fate voi, aggiungo solo una cosa che ho letto, tanti anni fa, nella prefazione del Capitale di Carlo Marx:
Il sapere, anche senza speranza, è da anteporre all’ignoranza che si nutre di illusioni e falsità.
Io ho scelto il sapere, voi la seconda. Il sapere è conoscere le cose, i fatti, la storia. Anche se non si parla o si scrive in italiano perfetto. Conoscere la sostanza della vita.
Buona giornata, auguri per il vostro futuro.
Qui non stamo parlando di pensionati baby, alimentati dal regime clientelare e capitalista per conquistarsi voti e governare per 50 anni. Stiamo parlando di persone che si sono fatte 43 anni di lavoro, molti di fabbrica o in edilizia e sono arrivati alla pensione meritatamente e non per donazioni di qualche ente di carità.
Chiaro?

Tutti i sinceri democratici devono scendere in piazza con i 390.000 esodati per chiedere le dimissioni della Fornero. Anche se Bersani avrebbe già dovuto muoversi.


390.000 riempiono una piazza grande, se ci uniamo anche noi democratici e di sinistra superiamo il milione, ma dobbiamo darci una mossa non possiamo restare apatici a lamentarci blocchiamo i treni, le navi, i trasporti.
La Fornero se ne deve andare, per il momento sono disposto a chiudere un occhio sul governo Monti, ma la Fornero deve sparire dal governo.
Da 6 mesi  la tipa era al corrente della quantità di esodati che la sua, indegna, riforma avrebbe creato ed ha continuato a negare attaccando la Camusso che un giorno si e l’altro anche le ripeteva che i conti erano sbagliati.
La tipa negava, screditava la Cgil come il capitalismo parassita e dei banditi fa da decenni e mi dispiace che molti giovani e non giovani sono caduti nella propaganda del regime capitalista al punto di considerare i sindacati una casta.
Ci sono sindacati che fiancheggiano il sistema e sappiamo tutti chi sono e ci sono sindacati che il sistema lo combattono in prima linea con i loro iscritti, chi è caduto nella disinformazione ne pagherà le conseguenze negli anni a venire.
Non mi interessa il caso individuale del sindacalista in combutta con il padrone, mi interessa il sindacato nel suo insieme e se qualcuno ha all’interno della sua azienda un sindacalista incapace o corrotto sappia che il sindacato non è il parlamento dei nominati ma elegge i suoi delegati con elezioni all’interno della fabbrica.
Può farli fuori in qualsiasi momento, ne ha la possibilità e gli strumenti, cerchi di non farsi lavare il cervello con la candeggina del sistema capitalista parassita e sfruttatore.
La Fornero, oltre ad una incapacità innata di dialogare manca totalmente del senso della democrazia e dell’equità quando si tratta di politica e di governare un Paese, è fascista dentro, viscerale. Un Paese non è una azienda dove la struttura manca di democrazia in quanto ci sono dei responsabili che devono garantire la produzione e la linea economica ed anche loro devono trattare con le rappresentanze dei lavoratori. Solo nelle cooperative la linea viene decisa con l’assemblea dei soci, nelle multinazionali questo non succede e ci si deve affidare alla rappresentanza, più forte sarà e migliori saranno i risultati per i lavoratori.
In un Paese normale un ministro che ha mentito, per sei mesi, ai lavoratori, ai pensionati, ai cittadini tutti avrebbe dovuto dimettersi immediatamente.
La Fornero è talmente spudorata che non solo non si è dimessa ma ha attaccato i vertici dell’Inps perchè hanno fatto il loro dovere, hanno calcolato quanti saranno gli esodati mandati in rovine da un ministro incapace e bugiardo. Non è una lotta tra la Fornero e la Camusso è una guerra tra la verità e la menzogna e noi non possiamo accettare che vinca la menzogna. Abbiamo già dato.
Grazie alla propaganda di regime capitalistico si è provveduto a screditare il sindacato come voleva Gelli e la sua P2. E’ con dispiacere che prendo atto che molti lavoratori, disoccupati, precari, esodati, giovani, sono caduti nel pozzo, nero, della propaganda di regime in merito alle pensioni ed ai contratti di lavoro, lasciando massacrare lo Statuto dei Lavoratori e l’art. 18.
E’ inutile prendersela con la Finocchiaro, come faccio io tutti i giorni perchè ne ho diritto, ho sputato sangue, sudore. Ho fatto sacrificare tutta la mia famiglia perdendo intere giornate di stipendio nella lotta per avere lo Statuto dei Lavoratori, lo stesso Statuto che voi vi fate scippare con la complicità della politica, Pd in testa, lamentandovi su internet senza riempire le piazze e bloccare tutto con uno sciopero generale.
In piazza ci vanno sempre quelli, i sindacati di base e la Cgil, la Fiom, mentre le nuove generazioni che hanno capito tutto si vanno a fare l’aperitivo. Salvo rare, encomiabili, eccezioni.
Abbiamo il governo che ci meritiamo, che hanno voluto la maggioranza degli italiani teledipendenti ed impegnati nel votare via sms i vari protagonisti ai Amici, Uomini e donne, Grande fratello invece di votare e nominare nei luoghi di lavoro i loro rappresentanti.
Questo è quello che abbiamo seminato e la crisi economica ha moltiplicato i problemi che la nostra indifferenza, più che decennale, ha fatto crescere e concimato.
Questo è il capitalismo, se si crede di cambiare le cose senza condizionare il capitalismo non andremo da nessuna parte. Sarà sempre peggio.
Io sono all’opposizione da tutta la vita ed il meglio che la sinistra ha saputo proporre è stato qualche anno di Prodi, il che è tutto dire, tra l’altro in estrema difficoltà per le divisioni all’interno della coalizione.
Sono superato, del secolo scorso, come qualche simpaticone che commenta i miei post mi ricorda costantemente ma una cosa è certa: in questo modo non andrete da nessuna parte.
Dico andrete perchè i cambiamenti epocali avvengono in decenni e non credo di averne molti davanti, il mio futuro è alle spalle e mi ha portato la sanità pubblica, lo Statuto dei lavoratori, l’art. 18, la pensione.
Fortunatamente alla Democrazia ed alla Costituzione avevano già provveduto gli antifascisti, poi ci siamo distratti ed abbiamo lasciato distruggere sia l’una che l’altra.
La Milano da bere ci ha, vi ha, rincoglioniti tutti, tra i giovani ci sono quelli che aspirano al modello americano, alle pensioni calcolate come le assicurazioni private senza nessun principio di solidarietà e di equità.
A quell’imbecille che tutte le volte mi ricorda che la mia pensione ha cancellato la sua ricordo che deve rivolgersi altrove, io ho versato 43 anni di contributi e, se avessi usato la sua testa senza metterli a disposizione degli altri ed avessi investito in una assicurazione privata prenderei molto di più, ma io sogno una società diversa da quella che sogna lui. Una società solidale, democratica, che sostenga i più deboli e non li emargini.
Una società totalmente diversa dal scimmiottaggio di quella americana che abita la sua testa.

Molti di noi erano convinti che un ministro più incapace della Gelmini non esistesse, non avevamo ancora scoperto la Fornero.


Pensavamo di avere toccato il fondo della demenza con l’ex ministro dell’istruzione laureata in Calabria, con la parlata bresciana, quella che aveva detto: nessuna dietromarcia, ed invece scopriamo che una con un curriculum impressionante è più incapace di lei, poi ci chiediamo come mai l’Italia va male e l’Europa pure, Elsa Fornero è ancora più bolsa della Gelmini.
E pensare che ha un storia, un curriculum impressionante. Figuratevi gli altri.

Professore ordinario di Economia politica presso la Facoltà di Economia dell’Università di Torino, insegna Macroeconomia ed Economia del risparmio, della previdenza e dei fondi pensione (in inglese). Le sue ricerche scientifiche riguardano i sistemi previdenziali, pubblici e privati, le riforme previdenziali, l’invecchiamento della popolazione, le scelte di pensionamento, il risparmio delle famiglie e le assicurazioni sulla vita.

È Coordinatore Scientifico del CeRP (Centre for Research on Pensions and Welfare Policies, Collegio Carlo Alberto).

È Honorary Fellow del Collegio Carlo Alberto, Membro del Collegio Docenti del Dottorato in Scienze Economiche dell’Università di Torino e del dottorato in Social Protection Policy presso la Maastricht Graduate School of Governance (Università di Maastricht), di cui è anche docente, membro del Nucleo di Valutazione della Spesa Previdenziale, costituito presso il Ministero del Welfare, membro del Comitato Scientifico dell’Observatoire de l’Epargne Européenne (Parigi), membro del comitato editoriale della Rivista Italiana degli Economisti, editorialista del quotidiano economico e finanziario il Sole 24 ore.

Dal 1993 al 1998 è stata consigliere comunale al Comune di Torino, eletta con la lista “Alleanza per Torino” a sostegno del sindaco di centro-sinistra Valentino Castellani.

È stata Vice Presidente del Consiglio di Sorveglianza di Intesa Sanpaolo (2010-2011)[2][3][4], Vice Presidente della Compagnia di San Paolo (2008-2010)[5], membro del Consiglio direttivo della Società Italiana degli Economisti (2005-2007), membro del Comitato Scientifico di Confindustria (2005-2006), membro della commissione di esperti valutatori presso la World Bank (2003-2004), con l’incarico di valutare il ruolo di assistenza svolto dalla Banca nell’attuazione delle riforme previdenziali di paesi con economie di transizione, membro della commissione di esperti della Task Force su “Portability of Pension Rights and Taxation of Pension Schemes in the EU” costituita presso il CEPS (Center for European Policy Studies), Bruxelles (2001-2003), membro della Commissione Ministeriale di esperti indipendenti per la verifica previdenziale (2001), componente del Comitato Scientifico del Mefop (2000-2003).

Nel 2001 ha ricevuto (ex aequo con Ignazio Musu) il Premio Saint Vincent per l’Economia.

Nel 2003 ha ricevuto (ex aequo con Olivia Mitchell) il Premio INA-Accademia dei Lincei per gli studi in materia assicurativa.

È moglie dell’economista Mario Deaglio con cui ha una figlia di nome Silvia, Professore Associato presso la Facoltà di Medicina di Torino, e un figlio di nome Andrea, regista.

Ministro del Lavoro e delle politiche sociali

Ieri è uscita su tutti i giornali che gli esodati sono 390 mila e non 65 mila, come aveva scritto l’Unità il 16 aprile e come va dicendo la Camusso da mesi subendo gli attacchi di chi, giovane o vecchio che sia, accusa la Cgil di essere una casta in questo gioco al massacro che non risparmia più nessuno.
Ovvio che più confusione si crea e più aumenta la voglia dell’uomo forte al comando, il risolutore di tutte le crisi, colui che si spaccia per il nuovo, l’imprenditore antipolitico che diventa primo ministro come abbiamo vissuto nel 1994 con Berlusconi talmente incapace ed interessato ai suoi affari da farci incagliare come uno Schettino qualsiasi.
Non so chi abbia dato la laurea alla maestrina di San Carlo Canavese in economia politica ad una che sbaglia del 600%  i conti sugli esodati che lei stessa ha creato.
E’ talmente imbecille che invece di dimettersi e chiedere scusa se la prende con l’Inps in un tesissimo incontro che si è concluso con il ministro che ha accusato i vertici dell’Inps per la fuga di notizie e di aver creato “confusione”.
Questa è più deficiente della Gelmini, tra l’altro è uno spaccato della classe dirigente italiana che chiarisce come mai le nostre banche private siano ridotte così male nonostante abbiano la facoltà per legge di applicare tassi e costi da usura tali da far ritenere lo strozzinaggio più vantaggioso per chi ha bisogno di un prestito o di un mutuo.
Se questi sono i professori immaginiamo come saranno gli studenti, intesi come cittadini italiani esodati e non che devono subire le direttive di una imbecille del genere.
Il mio è, ovviamente, solo un giudizio politico. Sul piano personale noto una certa somiglianza negli atteggiamenti tra la Gelmini e la Fornero quando tentano di spiegare in tv quello che non sanno, gesticolando come fanno le maestre all’asilo per farsi capire dai bambini di tre anni.
Una così si deve dimettere prima di mezzogiorno, in alternativa le si faccia passare da un indice all’altro una scarica elettrica da 6000 volt.
Una volta c’era un re che diceva: i miei sudditi sono impazziti, ed il pazzo era lui.
La Fornero è uguale. Quando parla si esprime con gesti da maestrina convinta che chi l’ascolta, purtroppo noi italiani, non capisca una mazza e quindi rafforza i suoi concetti con una mimica da asilo infantile.
Alla prova dei fatti, chi non ha capito e che continua a non capire una mazza è la Fornero. Non sono nè l’Inps, nè gli esodati, nè gli italiani.
Se ne deve andare a zappare la terra non all’Univesità di Torino per evitare che cresca professori e laureati più imbecilli ed incapaci di lei.
Se questi sono gli esperti che ci devono tirare fuori dalla crisi mandiamoli a casa ed affidiamoci alla Concetta, la sorella di Di Pietro.
Quella, in sei mesi, ci porta in salvo.
Visto che il Pd è in maggioranza faccio un caloroso invito a Bersani, alla Finocchiaro no perchè non capirebbe, o la Fornero si dimette o il Pd ritiri la fiducia.
Facciamola finita una volta per tutte con questa gente, o sono banditi o sono incapaci. Uno normale non c’è.
Impariamo dal Consiglio Comunale di Desenzano che con una delibera della sua stessa maggioranza espulse la Gelmini per manifesta incapacità.
La Gelmini Tagliata: Nel mese di marzo dell’anno 2000 una signora, presidente del consiglio comunale del Comune di Desenzano sul Garda per Forza Italia, fu espulsa dal consiglio, su mozione del suo partito, l’unica cosa giusta che ha fatto il centrodestra negli ultimi vent’anni, con la seguente motivazione

[Delibera del consiglio comunale n. 33 del 31/03/2000]:

*”manifesta incapacità ed improduttività politica ed organizzativa“. * Questo consigliere comunale si chiamava

Maria Stella Gelmini

Quando sento parlare la Fornero di prospettiva mi viene in mente la professoressa di Amarcord, quella del biscotto.


Quella con la tazza in mano ed il biscotto che scandiva: la pro spet ti va ed al va inzuppava il biscotto.
Ecco la Fornero mi ricorda quella tipa lì, la seconda da sinistra della prima fila in basso.
Chi non ha avuto una professoressa che avrebbe scandito qualsiasi cosa con la prospettiva di inzuppare il biscotto a metà mattinata.
La Fornero è uguale, solo che più della professoressa ha della maestrina che non riuscendo a spiegarsi, farsi capire, con le parole accompagna tutto quello che dice con i gesti come se stesse parlando all’asilo o comunque ad elettori del Pdl, della lega ed anche qualcuno del Pd.
Rivendica pure il fatto di essere anche ministro della Pari Opportunità e questo è un vantaggio perchè può sparare cazzate stereofoniche sia come ministro del lavoro che delle apri opportunità.
C’è da dire che in pochi mesi ha fatto il callo, le emozioni della prima volta, accompagnate dalle lacrime, non le espone più sembra quasi che goda nel tagliare le teste a giudicare dai sorrisi e dagli abbracci che ha e ricevuto ed elargito in Senato quando hanno ammazzato l’art. 18.
Sembrava che avesse segnato il rigore decisivo nella finale della champion.
Devo dire, nonostante l’entusiasmo manifestato dalla ministra nell’occasione, che è arrivata seconda. Superata nello squallore dall’intervento della Finocchiaro che, oltre ad essere più carina di lei e vestire meglio, l’ha surclassata in aria fritta facendo rivoltare nella tomba i suoi vecchi compagni del Pci.
Va bene che il Pci non c’è più ma, qualche vecchio compagno è ancora vivo e vegeto, diciamo presente al sottoscritto, per esempio, è venuto un fastidio tale che ho dovuto cambiare canale.
Ad ogni modo con i dipendenti pubblici avrà vita facile, vittoria scontata, anche noi di sinistra siamo stati allevati a considerare i dipendenti pubblici dei paraculi, mantenuti a spese della collettività ma protetti e coccolati in quanto serbatoio di voti inesauribile per i democristiani prima, i socialisti poi. Berlusconi se li è giocati con la Gelmini, che ha massacrato la scuola pubblica, ma non importa l’importante era favorire le scuole private e cattoliche. Anche lì, come serbatoio, c’è una scorta niente male.
Non me ne vogliano i dipendenti pubblici che fanno il proprio dovere, si impegnano per la collettività , so che ce ne sono a migliaia, dovrebbero fare l’ultimo passo nell’interesse di tutti, denunciare i loro colleghi che timbrano il cartellino e vanno a fare la spesa.
Di tutte le crisi che ho vissuto questa è la prima volta che vengono toccati i bancari, dipendenti pubblici, impiegati, quadri e dirigenti.
Non è aumentata l’uguaglianza, quella era una nostra fissa della sinistra, hanno semplicemente alzato l’asticella dei protetti, siamo tutti più poveri.
E brava la ministra Fornero che ci invita a considerare la sua riforma del lavoro nella pro spet ti va.
Confindustria e governo ci hanno inzuppato il biscotto, Squinzi si è pure lamentato che era poco, ne voleva un altro e la Finocchiaro ha detto di avere difeso i lavoratori.
Infatti le vendite di Fissan sono aumentate.