Voglio essere alla moda e vedere inciuci ovunque. Quando li hai nella testa li proietti su tutto quello che succede. Ieri ho detto alla Mirè: sai che sono quasi 42 anni che abbiamo fatto l’inciucio?


indexSiamo arrivati al punto che se dai la precedenza ad uno che arriva da destra dicono che inciuci con la destra, che sei un comunista venduto ed il codice della strada non c’entra niente: è un inciucio.
I primi ad andare in crisi sono stati il cappuccino e la pasta e fagioli. Il latte si rifiuta di fare un inciucio con i chicchi neri del caffè, ha emesso un comunicato sul sito ufficiale delle quote latte di poche parole: basta inciuci con il caffè. Ognuno vada per la sua strada.
I fagioli si sono accodati immediatamente: basta compromessi con la pasta.
Oggi se non scrivi inciucio non sei nessuno, se un ospite televisivo non dice almeno tre volte la parola inciucio non se lo fila nessuno.
Non parliamo poi dei post di Grillo che vede, e fa vedere, inciuci ovunque.
Persino io ne sono stato coinvolto, è come una nebbia che avvolge tutti e non ti fa vedere e capire più niente credevi di essere in Via Padova ed invece sei in V.le Monza.
Ieri ho detto alla Mirè: sai che sono passati quasi 42 anni da quando abbiamo fatto l’inciucio? E nonostante tutto siamo ancora vivi.
Se Bersani incontra il Berlusconi è inciucio, se la Bindi beve un caffè in parlamento con un grillino fa un inciucio ed il grillino rischia l’espulsione dal movimento.
Su Facebook ci sono quelli che si sono impegnati a scrivere la parola inciucio almeno 10 volte al giorno, persino il derby Roma-Lazio finito 1 a 1 ha generato sospetti di inciucio oltre a 8 feriti e diversi arresti.
Ormai l’inciucio  è entrato sottopelle persino quando mi accendo una sigaretta non so più se è più giusto accenderla con un fiammifero o con l’accendino e per superare l’impasse faccio l’estrazione con due bigliettini, uno con scritto accendino e l’altro fiammifero.
Napolitano rievoca le larghe intese del 1976, purtroppo non furono il compromesso storico di Berlinguer che tanti non hanno capito ancora adesso. Il compromesso storico era rivolto alle masse, al popolo diviso in rossi e bianchi cattolici per risolvere i problemi reali terrorismo in testa.
Subito qualche sveltone su Facebook ha scritto che le larghe intese del 1976 furono l’inciucio tra la Dc ed il Pci, esulando del tutto dal contesto storico del terrorismo che culminò con l’assassinio di Moro.
Quando la massa, i cittadini, i lavoratori, gli osservatori, i grillini e chi ne ha più ne metta sono ridotti così è inutile discutere di politica e di blaterare che si vuole
risolvere i problemi, la crisi economica e ridare alla politica il ruolo che le compete: l’arte del compromesso al più alto livello possibile che per forza di cose non è la perfezione.
Anche perchè, per me, la perfezione non esiste altri invece sono convinti di “essere l’essenza stessa della perfezione” e con questi presupposti non è possibile fare niente.
Adesso i grullini, stando a quello che dicono i capigruppo non ancora smentiti da Grillo, dicono che le elezioni a giugno sarebbero una sciagura. Repubblica: Lombardi: “Le elezioni a giugno sarebbero una sciagura”.
Ho sempre sostenuto che il M5S avrebbe dovuto fare un governo con il Pd e per due ragioni pragmatiche che non hanno niente a che vedere con gli inciuci. La prima è che il M5S terrebbe il Pd per le palle, lo so che non è fine quello che scrivo ma rende al meglio la situazione, lo capisce anche un leghista.
La seconda è che ci sarebbero i voti per una stabilità che farebbe solo del bene al Paese.
Oggi apro una terza opportunità, il M5S faccia un governo con il Pdl, non ho controllato i numeri ma penso che ci siano, il tutto nell’interesse del Paese così la smetterebbero TUTTI di blaterare di interesse del Paese alludendo esclusivamente al proprio.
Dimostrerebbero di esse dei veri politici e non dei saltinbanchi in grado di compromessi possibili per salvare il paese.
Ho letto che il M5S ha, finalmente, presentato le prime proposte di legge su omofobia e coppie di fatto. Ancora Repubblica, il Fatto ecc.ecc.
Noto, con piacere, che hanno centrato subito il problema, le priorità del Paese. Ci hanno messo un po’ di tempo a presentare le prime proposte di legge ma valeva la pena di aspettare, questa è alta politica come non si è mai vista nella prima Repubblica, nella seconda e nella terza era dai tempi della Resistenza che non avevano proposte così illuminate e propositive.
Le coppie di fatto disoccupate, precarie, esodate, licenziate non aspettavano altro che venisse riconosciuto il loro stato di famiglia di fatto.
Non parlamo della legge sull’omofobia, la aspettavamo da oltre 3000 anni e sono convinto che dove hanno fallito tutti ci riuscirà il M5S, cambiare la testa degli italiani.
Da quando i greci hanno inventato la politica, in assenza di una maggioranza assoluta, le persone intelligenti hanno fatto alleanze condivisibili o no in ogni caso nell’interesse della gente e di governare comuni, province, regioni e stati.
Nessuno si è mai sognato di chiamarli inciuci anzi, chi ha inventato la politica l’ha sempre considerata l’arte del compromesso nell’interesse di tutti, possibilmente.
Altrimenti facciamo la rivoluzione ma, per evitare inciuci, è meglio che ognuno di noi si dipinga il proprio simbolo in fronte, i grullini le 5 stelle, i pidiellini la P2, i piddini il simbolo del vaticano e la bandiera italiana ed i fascisti un bel fascio in fronte.
Il resto lo racconteranno i sopravvissuti, senza inciuci, non vorrei che commettessero l’errore della Resistenza che è nata con la più alta politica che il nostro Paese abbia mai espresso, l’unione tra bianchi, rossi, liberali, cattolici e laici che li ha portati alla vittoria e che ci ha regalato libertà e democrazia che noi non sappiamo usare.
Oggi il M5S, i giornali, gli iscritti di Facebook definirebbero la Resistenza il più grande INCIUCIO che sia mai esistito sulla faccia della terra.
Io mi sono rotto le palle, p inutile discutere e poi non vorrei essere accusato di essere un fautore dell’inciucio tra la Bindi e Gasparri.
Bersani l’ha detto: Non faccio il governissimo. Mi auguro che tenga duro, che i piddini fautori dell’inciucio se ne vadano in altri partiti.
Io, in attesa della rivoluzione, mi disegno il mio marchietto in fronte: falce e martello.
Ognuno deve credere in ciò in cui crede ed io ci credo ancora, c’è chi crede in Dio e chi crede nel socialismo in attesa che tutti e due si manifestino.
Buona giornata e non baciate la vostra ragazza o il vostro compagno, non sono sessuofobico, è il primo inciucio che la storia umana ha generato, il sesso.
Astenetevi altrimenti l’informazione ed il M5S vi accusano immediatamente di inciucio.
Masturbatevi la mente politicamente, sempre che non scendiate a compromessi con voi stessi, è una spirale che non si ferma più. L’inciucio è diventato un dogna: Dogma, dal greco dogmatos (“parere”). Il dogma è la verità non dimostrata che viene imposta arbitrariamente agli uomini senza possibilità di essere criticata.

Navigando nel web si ha l’impressione che in Italia ci siano milioni di persone alla sinistra del Pd. In effetti mi sentivo felicemente meno solo poi sono andato a vedere i risultati delle elezioni e per l’ennesima volta nessuno di sinistra è entrato in parlamento. Che siano sempre quelli che girano nel web?


imagesVedo falci e martello,  decine di partiti che si richiamano a sinistra, libertà, rifondazioni varie e partiti comunisti italiani con tanto di falce e martello.
Convinto assertore che il popolo italiano è conservatore ogni volta, si fa per dire, mi illudo che sia la volta buona e che si riesca ad eleggere qualcuno di sinistra ma dal finire degli anni 70 in poi questo non è mai successo.
Prendiamo Rivoluzione Civile, che ho votato anch’io, non ha raggiunto nemmeno il quorum ma se tu guardi su Facebook vedi il simbolo di Ingroia ovunque.
Ancora una volta è stato un fallimento, come ai tempi di Bertinotti.
Quando ero giovane e militavo nel Pci volevo tutto e subito e chiunque si opponesse al mio pensiero lo consideravo un venduto, un conservatore, uno che abbandonava la lotta.
Semplicemente vedevano più lontano di me e, soprattutto, sapevano di avere a che fare con soggetti particolari.
Gli italiani. In maggioranza nostalgici passati alla Dc, socialisti opportunisti, sempre e comunque conservatori ed amanti dell’uomo solo al comando che togliesse loro la responsabilità di una scelta consapevole.
Se il salvatore della Patria non esiste garantito che l’italiano se lo inventa, fa catenaccio e spera che un Paolo Rossi qualsiasi faccia sei gol per vincere il mondiale.
L’unica cosa dove l’italiano da il meglio di se è quando si tratta di partecipare alla festa in soccorso al vincitore.
E’ successo anche in Spagna nel 1982, prima tutti contro la nazionale e Bearzot, poi tutti in piazza a suonare il claxon.
Che c’entra il calcio con la politica, direte voi. C’entra eccome perchè noi viviamo la politica come viviamo il calcio, siamo un paese di tifosi e non di sportivi.
Tutti sappiamo che si nasce incendiari e si finisce pompieri. Io purtroppo sono nella fase in cui giro con il secchio a spegnere fuochi, a raffreddare animi, cercando di ragionare su strategie possibili per cambiare le cose almeno gradualmente. Insomma guadagnare un metro cercando di non perderne due per la reazione contraria.
Mi accusano di essere del Pd e non è vero. Sono un orfano del Pci che ha tanti ex compagni che sono nel Pd con i quali discuto e adesso veniamo al dunque.
Io credo che il Pd sia un partito “inquinato” e condizionato dagli ex democristiani che però ha una sua struttura che nessuno ha, intendo dire consolidata, anche se non la sa usare e l’unico modo dal mio punto di vista per cambiare le cose sarebbe farlo dall’interno.
Se tutti quelli come me che criticano il Pd o Bersani entrassero nel partito, votassero il partito ogni volta che si presenta l’occasione in due elezioni lo sposterebbe a sinistra senza litigare e senza disperdere un voto.
Faccio un esempio semplice ma chiaro.
Fatto 100 i deputati del Pd 40 sono ex democristiani o rivoluzionari come Veltroni, provate ad immaginare un partito dove i 40 sono di sinistra. Anche uno come Bresani si sentirebbe meno condizionato.
Non si tratta di condividere tutto il programma, del Pd per forza di cose nato da compromessi dovuti alla composizione interna, si tratta di spostarne l’asse a sinistra dall’interno.
Non ci sta bene? Il risultato è che la sinistra italiana non ha più rappresentanza in Parlamento, milioni di italiani sono senza rappresentanti nelle istituzioni.
Senza unità non riusciamo ad eleggere un consigliere nemmeno in Lombardia e quando ci siamo uniti, senza spaccarci le balle tra di noi, il Pd ha fatto un passo indietro ed abbiamo eletto Pisapia.
Domanda: è meglio Pisapia o la Moratti? E’ meglio Maroni o Ambrosoli?
Cosa cazzo serve inventarsi liste e listine giusto per far sapere al vicino che voglio distinguermi da lui per una virgola?
A perdere. Se non siamo uniti si perde.
Questo post è rivolto, naturalmente, a chi crede che esista una politica di destra ed una di sinistra.
Per chi ritiene che il tutto sia superato insieme alle ideologie sarà la storia ed i fatti a dare la rispsosta.
Io sono un ex incendiario diventato pompiere, un superato, uno all’antica. Talmente all’antica che ancora oggi se penso a Berlinguer ed alla sua fine mi emoziono ancora.
Prendo le parole del grande Giorgio Gaber per dare un’idea del mio modo di essere:
Qualcuno era comunista perchè pensava di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri.
Sembra una cosa da poco ma moralmente ed eticamente è l’essenza della democrazia e della solidarietà.
Giorgio Gaber, con la sua canzone, ci ha anche detto dove abbiamo sbagliato ed è sintetizzato in questa strofa:
Qualcuno era comunista perchè era convinto d’avere dietro di se la classe operaia.
Quello che ha sbagliato più di tutti, senza pentimenti, sono io che ero un quadro e credevo di avere dietro la classe operaia.
Io ho sempre votato a sinistra i miei collaboratori prima democristiano e poi Berlusconi.
Hanno vinto loro, ma io non ho ideali per vincere, ho ideali per cambiare le cose, questo mondo di merda.
Ovvio che vadano aggiornati al cambiamento del capitalismo globale parassita ma sempre nell’interesse degli ultimi.
Lasciatemi almeno la libertà delle mie idee.

Le truppe berlusconate sono talmente stordite da gridare: basta con la politica. Non si rendono nemmeno conto che sono vent’anni che in Italia non si fa politica.


imagesMi stavo godendo Celtic-Juventus e mia moglie dall’altra stanza mi dice: non fanno parlare Crozza, lo contestano al grido di basta con la politica.
Me lo aspettavo, i bonifici del piduista arrivano ovunque, anche ai testimoni per il processo Ruby figuriamoci se non arrivano a Sanremo.
Il prossimo impegno per le truppe berlusconate sarà a marzo nel Tribunale di Milano, fuori e dentro ovviamente, e lo slogan è già pronto:
basta con la politica! Qui si deve fare giustizia e non politica, assolvete l’utilizzatore finale.
Maestro del coro l’avv. Mavalà, il coro è fornito da Uomini e Donne anziani, panini e bibira dalla sezione del Pdl Vittorio Mangano.
Non ho nemmeno cambiato canale, Sanremo non lo guardo dal 1987 escluse le performance di Benigni e di Grillo quando faceva ancora il comico e non il santone.
Preso dalla tensione, splendida, della partita sono andato a prendermi una sigaretta ed ho visto Crozza mentre imitava Bersani. Niente fischi questa volta ma applausi perchè in Italia puoi fare satira su tutti escluso il piduista, evasore, corruttore, puttaniere e pedofilo.
Le sue truppe presidiano ogni manifestazione dove si parla di lui per guadagnarsi la pagnotta.
Non si sono nemmeno resi conto che anche fare satira su Bersani è politica non solo quando si parla di Berlusconi.
Anzi no, la satira è satira e basta concetto inconcepibile dai cerebrolesi ammiratori del piduista.
Le vecchiette di Uomini e Donne anziani hanno presidiato il Tribunale di Milano per settimane, le portavano con il pulmino con ambulanza al seguito e si accontentavano di un panino ed una bibita, anche se l’avrebbero fatto a gratis.
Depravato lo è senza dubbio, ne abbiamo avuto prova ulteriore con l’impiegata della Green Power alla quale ha chiesto, insistentemente, se viene, quante volte ed in quanto tempo tra le risate dei rincoglioniti come lui avvezzi ad anadare a puttane.
Sono ancora convinti che le puttane abbiano l’orgasmo, lui ne è certo perchè tutte quelle che gli hanno spillato soldi hanno detto che a letto è il migliore. Ovviamente il tutto direttamente proporzionale alla busta in contanti o al bonifico.
Dicevo che un conto è essere depravati ed un altro stupidi e lui tutto è ma non uno stupido. Infatti alle vecchiette di Uomini e Donne che manifestavano al gazebo di fronte al Tribunale di Milano ha offerto panino e bibita mentre alle orgettine che hanno testimoniato in suo favore con testimonianze fantasiose ed incredibili il bonifico mensile.
Alle giovanette che hanno fatto la lap dance con il palo della sua discoteca privata buste in contanti, carte prepagate, Mini Cabriolet e bonifici generosi.
Per me è talmente abituato a pagare le donne da pagare anche le sue mogli ma non come ha fatto con Veronica dopo la separazione a 100.000 euro al giorno, intendo pagare lasciando i soldi sul comodino prima della prestazione, lui se non paga non si eccita.
L’ultima è la consigliera regionale Antonia Ruggiero e le prove le ha fornite il marito stesso.
Comunque non sarà l’ultima, ne verranno fuori ancora, il tipo ha 75 anni ed è da una vita che paga per avere l’amore a ore, è l’unico amore che lui conosce.
La sua educazione sessuale è prettamente fascio-cattolica, basti vedere come tratta le donne, la sua educazione sessuale si è compiuta nei casini di stato, quello è il suo modo di concepire l’amore, la marchetta.
Ogni giorno che passa diventa sempre più depravato, stupido ed insistente e purtroppo troppe donne ridono ed apprezzano i suoi bavosi approcci da osteria/bordello da porto di mare.
Consiglierei al suo architetto di inserire nelle sue ville, oltre al palo per la lap dance dove far ballare le orgettine vestite da suora, un bancone per la mamascia come c’erano nei casini di stato con tanto di ricevute per le marchette.
Alla cassa andrebbero bene le organizzatrici di festini come Sabina Began o la Minetti.
Ad istruire le minorenni quelle che, avendo fatto carriera altrove,  non intendono più dare cattivo esempio ma buoni consigli.
Quelle che si offendono per qualche battuta maschilista ma sono orgogliose dei loro calendari esposti nei tir.
Le amorali che vogliono fare la morale.
Comunque per un festival di Sanremo che ogni anno perde ammiratori è una grande occasione per tirare il fiato, nei giornali non si parla d’altro.
Questa sera Crozza non ci sarà e sarà un problema per l’auditel.
Buon divertimento.

Io non ho bisogno della Giornata della Memoria, ricordo tutti i giorni. Per me la festa della Repubblica Italiana è il 25 aprile perchè è lì che è nata veramente l’Italia. Dovrebbero ricordarsene di più gli ebrei quando parlano con i palestinesi.


imagesRicordare l’olocausto è doveroso, come dovrebbe essere doveroso non rendersi protagonisti di un olocausto senza fine verso il popolo palestinese.
Mio padre, l’ho già scritto, era fascista ma ciò non mi ha impedito di informarmi, di leggere, di documentarmi sull’orrore che il fascismo ha procurato all’Italia dalla mancanza di libertà alla tragedia della guerra.
Rigurgiti del fascismo ce ne sono ancora in episodi di squadrismo e nelle liste di un certo tipo che seppur mimetizzate si presentano alle elezioni nell’Italia repubblicana ed antifascista.
I nostalgici, i fascisti, ci sono sempre stati ma l’antifascismo era più forte e riempiva le piazze in modo particolare il 25 aprile di ogni anno quando migliaia di bandiere di ogni colore sventolavano nelle nostre piazze contro il fascismo.
Poi scese in politica il piduista, colui che ha portato l’Italia alla rovina economica e morale.
Se la crisi economica che colpisce il mondo non è imputabile del tutto, nel caso italiano, all’impresentabile di Arcore c’è una responsabilità che è tutta sua e sotto un certo aspetto ancora più grave della crisi economica etica e morale nella quale è precipitata l’Italia ed è il fatto di aver riesumato i fascisti ed averli portati al governo.
Alludo allo sdoganamento di Fini, Gasparri, La Russa, Alemanno e compagnia con tutto quello che ne è seguito, compresa l’elezione a sindaco di Roma di un fascista.

Vedere la governatrice del Lazio fare il saluto fascista è un insulto alla Repubblica Italiana nata dalla Costituzione.
Tutto ciò è stato possibile perchè il piduista di Arcore li ha rimessi in pista e come se non bastasse si è alleato con i nuovi fascisti in camicia verde, i nazileghisti. Quelli che tolgono il mangiare ai bambini che non possono pagare.
Le pelose discussioni dell’ultimo ventennio dove il regime mediatico dominante ha denunciato la Festa del 25 aprile come una festa di parte hanno potuto avvenire perchè il premier piduista che avevamo al comando era il primo a mancare di rispetto alla ricorrenza del 25 aprile ed alla nostra Costituzione nata dalla Resistenza.
Il 25 aprile era sempre impegnato, per lui era, è, il giorno delle puttane.
Ho partecipato a tutte le manifestazioni del 25 aprile dai primi anni settanta in poi, sia a Sesto San Giovanni che a Milano, ed ho sempre visto le bandiere con lo scudo crociato della Dc partecipare insieme a noi.
Ognuno con la propria bandiera, il proprio gonfalone, ma tutti insieme contro il fascismo e ricordando tutti i partigiani di qualsiasi colore o ideologia. Tenuti  tutti insieme dal collante della memoria e dell’antifascismo.
Non mi serve una giornata particolare, servirà di più a chi ha scordato di essere stato vittima dello sterminio, e quando andranno a depositare corone di fiori in memoria dei loro martiri, che sono diventati anche “nostri” in quanto antifascisti si ricordino dei bambini palestinesi, della striscia di Gaza che non sarà ridotta a campo di sterminio ma gli va milto vicino.
Non diamo voce a chi divide ma diamo voce a chi vuole la pace, la convivenza, cogliamo questa speranza senza chiederci da che parte viene.
Cogliamo l’occasione e basta per fare in modo che certe cose non accadano più.

Se facciamo la rivoluzione ognuno si sentirà in diritto di eliminare quelli che ritiene deleteri per la comunità. Se vogliamo la democrazia si dovrà scegliere il meno peggio.


indexC’è chi crede di chiamarsi fuori non votando perchè la politica gli fa schifo il problema è che la politica non ha schifo di niente ed anche se ti chiamerai fuori ti coinvolgerà comunque.
Il partito perfetto non esiste, come non esiste il cittadino elettore perfetto e quindi o scegli tra il meno peggio, quello che ti somiglia di più partendo da valori ai quali non intendi rinunciare come l’antifascismo, l’antirazzismo, l’uguaglianza dei diritti, l’equità fiscale ecc.ecc. Oppure fai la rivoluzione.
Sappi però che se facciamo la rivoluzione ognuno vorrà fare la sua. Ognuno avrà la sua bella lista di banditi da mandare alla ghigliottina e non è detto che le liste coincidano, io stesso potrei far parte di una lista di pericolosi sovversivi comunisti da far fuori.
Il nemico, spesso, dipende dai punti di vista e se pretendo che venga accettato il mio è ovvio che altri pretenderanno che venga accettato il loro.
Terminata la pulizia resteranno in poche migliaia e non so quanti di noi saranno ancora davanti ad un pc a scrivere che abbiamo sbagliato tutto perchè il prezzo della perfezione non solo è stato immenso ma non l’avremo nemmeno raggiunta.
Ci resta solo la democrazia che per forza di cose costringere a scegliere il meno peggio, come consigliava anche Machiavelli.
Machiavelli aveva un senso dell’ironia spiccato ma sulle cose serie era intransigente come, quasi, tutti noi ma essendo intelligente sapeva anche che la perfezione non è di questo mondo e quindi invitava a scegliere senza spaccare il capello in due.
Tra le liste che si presenteranno alle elezioni ce ne sono parecchie che credono di avere la verità in tasca, la soluzione migliore, il metodo per cambiare tutto ed il più in fretta possibile per rendere il nostro Paese il più civile possibile.
A parte il fatto che un Paese si misura dalla civiltà dei suoi cittadini e non mi pare che il nostro sia in classifica
nè in Europa nè nel resto del mondo e se ci distinguiamo è per le nostre debolezze, mancanze, schifezze, chiamatele come volete.
Dicevo, di tutte le liste che propongono le loro soluzioni nessuno sarà abbastanza forte da governare da sola.
Noi dobbiamo ringraziare i Padri Fondatori di averci dato una Costituzione che ci mette al riparo dai colpi di mano della politica a meno che non ci sia un colpo di stato affidato alle armi.
Nessun partito sarà in grado di governare da solo ed è una fortuna perchè se vincesse il Pdl, cosa che non credo nel modo più assoluto, il piduista blatera di cambiare la costituzione in nome della governabilità, di fatto vorrebbe un regime guidato dal più intelligente, lui. Il piduista per eccellenza.
E’ talmente perso nei suoi deliri da ritenere di cambiare la costituzione con i vari Scilipoti che riuscirà a fare eleggere in Parlamento, a maggioranza semplice, in 19 anni di frequentazione dei luoghi istituzionali non conosce ancora la Costituzione sulla quale ha giurato più volte.
Se gli avessero consegnato una copia della costituzione illustrata con le foto di qualche sgarruppata, in mutande, di quelle che ha mandato in parlamento si sarebbe reso conto che per cambiare la Costituzione ci vogliono i due terzi del parlamento, cosa impossibile anche con il porcellum costruito per fare un colpo di stato in tono minore.
Adesso sono tutti agitati, qualcuno si illude che votando questo o quello si risolverà la situazione avremo un Paese migliore ma non è così avremo solamente una paralisi ed anche chi non avrà scelto verrà diretto e condizionato come prima, più di prima.
Purtroppo io non ho le certezze che ha la Carfagna, non credo che il piduista puttaniere pedofilo evasore corruttore e corrotto sia stato il più bravo di tutti, come non ho la certezza che la lista per la quale voterò io sia per forza perfetta o la migliore, mi basterebbe che riuscisse a mettere in atto due o tre punti base del suo programma.
Voterò Ingroia, la rivoluzione civile, con un occhio di riguardo per il Senato nel senso che piuttosto di rischiare di non arrivare all’8% di sbarramento posso votare Pd al senato e Rivoluzione civile alla camera.
Perchè questo voto disgiunto?
Perchè sono un pragmatico, se alla camera ci fosse una bella presenza di Sel e Rivoluzione civile anche Bersani avrebbe le mani più libere e potrebbe non avere bisogno di alleanze di piombo che gli impedirebbero di muoversi.
Tanto Bersani non ha bisogno dei due terzi del parlamento, non ci pensa nemmeno a cambiare la Costituzione nei suoi capisaldi.
Ieri sera a Servizio Pubblico c’erano una concubina ed una leva nuova del Pdl, la Comi, che ha due lauree una delle quali presa in Bocconi.
Due lauree buttate via perchè si è comportata come un Sallusti qualunque, cercando di infangare un candidato nella lista di Ingroia.
Certo si presenta meglio di Sallusti, esteticamente, ma in quanto a falsità e spudoratezza non ha niente da invidiargli.

Donato alla città di Milano il monumento dedicato a Roberto Franceschi. Il bocconiano al servizio dei lavoratori, l’esatto contrario di Monti, vittima della polizia che sparava, o spara, ad altezza d’uomo.


indexDi famiglia borghese ed antifascista Roberto era uno studente della Bocconi con ottimi risultati e sin dai tempi del liceo aveva aderito al Movimento studentesco.
Erano i tempi in cui il capitalismo si dedicava alla produzione per muovere l’economia, più tardi si dedicò alla speculazione, e Roberto ebbe la geniale idea di far partecipare i lavoratori, motore dell’economia, alle assemblee studentesche dato che ne erano coinvolti direttamente.
Ovviamente l’idea non piacque al rettore che, dopo aver autorizzato diverse assemblee aperte, decise di dare un taglio al connubio tra produzione ed economia, l’unione tra studenti e lavoratori diventava un pericolo come sempre quando la mente collabora con il braccio.
Roberto aveva 21 anni ma idee forti e precise che riporto dal sito della Fondazione Roberto Franceschi:
Dopo la maturità, conseguita con il massimo dei voti, si iscrive alla facoltà di Economia politica presso l’Università “Luigi Bocconi” facendosi subito notare per la vastità del sapere, per la serietà e l’impegno non solo in campo culturale ma anche in quello sociale e politico. All’Università Bocconi è uno dei leader del movimento studentesco che cerca di arginare l’insorgere di quella mentalità che voleva l’attività politica prioritaria rispetto all’impegno culturale e la ricerca della via facile nello studio, convinto che l’essere dalla parte degli sfruttati significa mettere a loro disposizione il meglio della ricerca scientifica.

Convinto che essere dalla parte degli sfruttati significa mettere a loro disposizione il meglio della ricerca scientifica.
Si deve avere un Dna predisposto, una intelligenza superiore, ma l’ Università Bocconi non produce solo tipi alla Monti votati alla finanza parassita ed alle banche, ma anche altissime figure etiche e morali che anche a 21 anni possono essere d’esempio ed insegnare agli adulti.
Dice la cronaca, io dico la Storia:

La sera del 23 gennaio 1973 era in programma un’assemblea del Movimento Studentesco presso l’Università Bocconi. Assemblee di questo tipo erano state fino ad allora autorizzate normalmente e non avevano mai dato adito a nessun incidente e, nel caso specifico, si trattava dell’aggiornamento di una assemblea già iniziata alcuni giorni prima; ma l’allora Rettore dell’Università quella sera ordinò che potessero accedere solo studenti della Bocconi con il libretto universitario di riconoscimento, escludendo lavoratori o studenti di altre scuole o università. Ciò significava vietare l’assemblea e il Rettore informò la polizia, che intervenne, con un reparto della celere, intenzionata a far rispettare il divieto con la forza.
Fonte: Fondazione Roberto Franceschi Onlus.

Ne nacque un breve scontro con gli studenti e i lavoratori e, mentre questi si allontanavano, poliziotti e funzionari spararono vari colpi d’arma da fuoco ad altezza d’uomo.
Lo studente Roberto Franceschi fu raggiunto al capo, l’operaio Roberto Piacentini alla schiena. Entrambi caddero colpiti alle spalle.
Come a Reggio Emilia il 7 luglio del 1960.
Per anni l’ informazione  di regime capitalista ci ha raccontato che la polizia sparava in aria per dispergere i manifestanti, come disse dario Fo erano loro che saltavano in aria per essere colpiti.
Ieri la Fondazione Roberto Franceschi ha donato alla Città di Milano il monumento commissionato dal Movimento Studentesco in memoria di Roberto.
L’opera, un enorme maglio d’acciaio commissionato dal Movimento Studentesco, nacque da un confronto tra diversi artisti, coordinati dal designer Enzo Mari, e venne posto sul luogo dell’uccisione nel 1977.
Molto interessante, per chi è un sincero democratico, leggere interviste e storia di Roberto Franceschi in questo link, da aprire con adobe.
Per non dimenticare. Destra e sinistra esistono ancora, eccome se esistono.

Santoro, per recuperare un po’ la faccia, domani sera dovrà invitare Scilipoti almeno andrà sul sicuro e risulterà più bravo. Sarà come prendere una medicina omeopatica.


imagesNon conosco lo stato d’animo di chi ha versato 10 euro nella speranza di vedere in onda una trasmissione libera, indipendente e non succube del sultano per poi trovarsi Santoro che serve al piduista la domanda giusta per fare bella figura o svicolare come una anguilla.
Diciamo che per i due euro chiesti alla primarie del Pd si sono fatte molte polemiche anche se, tutto sommato, non erano obbligatori e qualcuno ha pure versato di più.
Non ho le fregole per l’audience che ha Santoro, non mi interessa quanti investitori sono attratti da Servizio Pubblico e quanto rendano a Santoro ed alla 7 ma sono curioso di vedere se ci daranno notizia delle migliaia di follower che hanno nel web che si sono lamentati per la divertente parodia di Gianni e Pinotto che il duo Santoro-Piduista ci hanno offerto.
Ci sono momenti in cui per sembrare grandi si sceglie un avversario più piccolo o ci si mette i cuscini sotto al culo per sembrare più grandi almeno da seduti, per Santoro è il momento di invitare una nullità per dare l’impressione di essere, ancora, un giornalista e non una macchina da soldi.
Direi che Scilipoti andrebbe bene, farebbero un figurone senza il rischio che correrebbero nell’invitare Cosentino o Dell’Utri, molto più sgamati.
Vauro, con Scilipoti, avrebbe tanti spunti per le vignette da farne un libro da sottoporre al voto dei follower di Servizio Pubblico in diretta tramite sms, aumentando così le entrate.
Una specie di cura omeopatica per Santoro, Scilipoti è un fautore dell’omeopatia, per guarire dalla figura miserevole, vorrei scrivere di merda, che ha fatto con il piduista.
Bersaglio facile, predestinato, uno che si rovina da solo è quello che ci vuole per dare l’impressione ai follower di essere un grande giornalista indipendente.
Ci mancano Montanelli, Biagi, abbiamo bisogno di giornalisti dalla schiena dritta che sappiano dirci come stanno le cose, pensavamo potesse essere Santoro l’erede dei grandi, poi abbiamo scoperto che persino Giletti ha fatto una figura più bella, tosta. E’ riuscito a fargli perdere il controllo sino al punto di minacciare di andarsene.
La migliore di tutti, per adesso, è stata Ilaria D’Amico impeccabile e bravissima.
Forse c’è da dire che il puttaniere pedofilo è stato tradito dal tavolo in cristallo, ha passato più tempo ad ammirare le ginocchia di Ilaria che a sentire le domande.
Per fortuna Ilaria è stata sobria e non ha messo la minigonna altrimenti dopo dieci minuti avrebbe tirato fuori la lingua come Fantozzi, le avrebbe offerto un seggio in parlamento o un bonico mensile da oscurare tutte le orgettine che vanno a testimoniare in tribunale.
Quanto Veronica no, ma ci sarebbe andato vicino.
L’importante è che Santoro, pur sacrificando l’audience e gli sponsor, non inviti mai come giornalista Ilaria D’Amico.
Da un incontro ravvicinato con Lei farebbe una figura ancora più barbina di quella che ha fatto con il piduista.
Faccio notare che Ilaria non ha fatto nessun accordo sulle domande da fare e si è visto.
Non basta usare come foglia di fico le vignette di Vauro per sembrare feroci, caro Santoro, basterebbe avere la metà delle palle che ha la D’Amico.
Metaforiche si intende, oltre che intelligente e preparata è pure una bellissima donna.   

Non sono ottimista come la Stampa che titola: Il partito (ri)scopre la lezione di Berlinguer: non si governa con il 51%. Dovrebbero capirlo anche gli elettori e non meravigliarsi se, dopo il voto, cercheranno delle intese per superare la paralisi. Il sistema bipolare, che secondo destra e sinistra sarebbe la situazione ideale, blocca gli Usa. Dove è nato.


indexSia chiaro che cercare intese dopo le elezioni è un segno di democrazia, può piacere o no ma è l’unica strada per cercare di superare la paralisi alla quale arriveremo con il risultato del voto e chiamarsi fuori dalle responsabilità non accettandole sarà solo deleterio per tutti.
L’ha capito anche Berlusconi che sarà anche impresentabile ma non è uno stupido. Il problema è che l’ uscita che il piduista offre al paese per uscire dall’ingovernabilità è praticamente una legge truffa, anticostituzionale, con premi assurdi al partito che ha più voti da permettere ad un partito con il 25% dei voti di governare con la maggioranza assoluta dei parlamentari.
Blatera da decenni ci cambiare la Costituzione, progetto primario della P2, in nome della governabilità con più poteri al primo ministro.
Nella sostanza un regime, di destra o di sinistra a secondo dei risultati elettorali, dove con il 25% dei voti, meno degli astenuti, si avrebbe una maggioranza assoluta utile a demolire la Costituzione.
La cosa assurda è che fior di giornalisti o intellettuali appena sentono parlare di accordi tra forze politiche diverse gridano all’inciucio, altri con la verità in tasca dichiarano che non accetteranno alleanze mettendosi in una posizione di attesa critica che è solo utile al sistema che ha reso ingovernabile il nostro paese, la frammentazione.
Se chi ha fatto la resistenza non avesse cercato i punti comuni ma le diversità tra gli schieramenti antifascisti avremmo ancora il duce, sua nipote ovviamente, che ci parlerebbe dal balcone di Piazza Venezia.
Anche la nostra bellissima costituzione è frutto di convergenze e di garanzie per tutti i partecipanti all’Assemblea Costituente ed ancora oggi, pur essedno tra le migliori, la nostra Costituzione è inapplicata.
250 simboli, una marea di liste, un tutti contro tutti dove non si capisce più niente, destra che fa la guerra alla destra e sinistra che fa la guerra alla sinistra e mi sorge una domanda: voi credete che cambierà qualcosa?
Intendo dire che dopo, per forza di cose, ci vorrà una coalizione e più saranno distanti i partiti, i componenti della colazione e più il caos sarà dominante.
Prendiamo il Pd, che ha accolto i “sinceri democratici” dell’ex Pci e della Dc, da anni è paralizzato intorno a questioni di principio che hanno a che fare più con la religione individuale che con la politica e dove non si fanno mancare niente, nemmeno i montiani del Pd.
E’ chiaro che il mio voto andrà a sinistra, Sel o Ingroia, e non mi viene la puzza al naso se Sel ha cercato un accordo con il Pd partecipando alle primarie perchè è l’unica strada che ci permette di cambiare le cose, la ricerca dell’unità.
Non mi meraviglierò e non griderò all’inciucio se “vincesse” il Pd ed in mancanza di una sinistra forte e rappresentata dovesse cercare alleanze con Casini-Monti ed i centristi.
Mi meraviglierei, mi incazzerei tantissimo se cercasse alleanze con il Pdl, la lega o la destra di Storace.
Il Movimento 5 stelle non vuole allearsi con nessuno, farà il controllore del parlamento come a suo tempo l’ha fatto la lega e ne abbiamo visto i risultati.
Il mio punto di vista è che se uno accetta di sporcarsi le mani con Casa Pound, in senso lato, dovrebbe essere in grado di sporcarsele anche per governare oppure c’è qualcosa che non quadra in tutta questa situazione.
Mi accuseranno di essere opportunista, di accontentarmi degli intrallazzi. Io cerco di spostare, per quello che posso, l’asse della politica il più a sinistra possibile ma sono anche consapevole che nessuno sarà in grado di governare da solo e non perchè lo disse pure Berlinguer ma perchè è nei fatti, nei numeri. Se devo cercarmi un coinquilino farò il possibile perchè sia il più “vicino”  a me come filosofia di vita.
Certo posso anche astenermi o votare un movimento, un partito, che già in partenza si chiama fuori. Potrò così avere sempre ragione, essere nel giusto ma, intanto dovrò vivere ed accettare regole, decreti e  balzelli imposti dal sistema e dalla sua maggioranza.
Se qualcuno crede di cambiare le cose con il 15% dei voti e per di più chiamandosi fuori è un  illuso, fa solo un favore al sistema, al regime economico che domina l’Europa e buona parte del mondo adesso  come prima.
Anche gli Usa, patria del bipolarismo è paralizzata da maggioranze diverse tra camera e senato, nonostante il presidente degli Stati Uniti sia anche il capo del governo e abbia più poteri rispetto a quello che prevede la nostra Costituzione nel merito.
Se non ci sta bene la democrazia, se non ci va di accettarne gli squilibri imposti dalla matematica dei risultati che noi determiniamo con il voto possiamo pure scegliere la strada della rivoluzione tenendo presente però che solo dopo sapremo se saremo finiti a sinistra o a destra, un un golpe o nella libertà.
L’unica cosa che conta è la questione morale, chi ruba deve essere certo della pena, non condanniamoli prima del tempo ma una volta che sono condannati devono pagare e si deve sequestrare tutti i loro beni come si fa con la mafia.
Se imporremo queste certezze ruberanno certamente di meno, per fare questo basta solo un movimento di popolo trasversale di tutti quelli che pretendono la legalità.
Leggo nel web critiche, ironia, satira, condanne, verso questo o quello. Esami finestra alla ricerca di macchie invisibili o marginali, illazioni che diventano prove, prove che vengono diluite o minimizzate, io tengo presente che la classe dirigente non è formata da marziani, ha dentro di se tutti i vizi e le inconguernze del genere umano e che con il 51% non si governa, se vogliamo gestire lo Stato per forza di cose ci vorranno degli accordi.
Possibilmente al più alto livello posssibile, teniamo presente che la finanza parassita e speculatrice i suoi accordi li fa tutti i giorni e sono più saldi di quelli della politica.
Penso che, per il momento, il mondo non offra niente di meglio siamo in un periodo di decadenza e non alludo certamente all’economia.
Decadenza etica, morale di costumi e di giustizia.
Per decenni si sono esaltati i furbi e gli ipocriti e adesso fanno parte del dna globale.
Io spero nella rivoluzione civile, ci provo.
Che vogliamo fare? Accetto consigli ma concreti, senza utopie.
Sono anni che vado a votare pensando piuttosto che niente è meglio piuttosto.
Non è il massimo, non è la soluzione, ma non ci sono vie d’uscita. Qualcuno mi chiede: se non ci credi cosa vai a votare a fare?
Do sempre la stessa risposta: per quelle migliaia di persone che hanno dato la vita per permettermi di farlo, che mi hanno offerto la democrazia su di un piatto d’argento pagando con il prezzo della loro vita.
Sono nato nel dopoguerra e se noi non abbiamo saputo farne buon uso, della democrazia, dobbiamo solo ritenerci responsabili.
Nessuno escluso, la libertà è partecipazione.

Consumi a picco, mai così male dal dopoguerra. Con una crisi del genere come mai non succede niente? Ci salva il nero, non tutti ovviamente, ma parecchi.


indexPiccole formichine, alcune provviste di ville inimmaginabili, si muovono in continuazione da Bolzano a Lampedusa senza l’ombra di una ricevuta e se la miseria di certe zone giustifica la piccola evasione da sopravvivenza non  è giustificabile per la ricca Lombardia o le multinazionali del pomodoro.
Ieri sono stato in valle, in montagna, il mercato immobiliare è fermo, i negozi in crisi, le fabbriche di mobili pure ma, fortunatamente quasi tutti hanno l’orto e magari qualche gallina. Non solo questo ovviamente.
Elettricisti, idraulici, muratori sono in cassa integrazione nelle grandi aziende del settore, per il momento non mi riferisco a piccoli artigiani, ma lavorano in nero per la manutenzione, spesso nella stessa azienda, che si fa senza ricevuta, brevi mano.
Quindi la crisi che morde le grandi città dove la gente non ha i soldi per l’affitto  il mutuo
o per fare la spesa non tocca le oasi dei piccoli paesini dove da sempre l’economia è esente da ricevuta.
Hai bisogno di una scala di legno? Prendiamo il disegno da internet e te la faccio, invece di costarti 2000 euro ne costa 1200 ma entrambi chiudiamo gli occhi e li capisco.
Il problema sorge quando per un impianto idraulico, elettrico o del gas ci vuole una certificazione e lì, dato che è alal luce del sole, i costi aumentano una tantum perchè tanto la manutenzione o le riparazioni eventuali saranno in nero.
Così capita che un idraulico, e non solo lui, abbia una villa che un attore di Hollywood se la sogna e dato che non sono più isolati dal resto del mondo grazie a internet è pure ecosostenibile ai massimi livelli.
Intendiamoci bene, se una villa del genere a MIlano vale 2 milioni, a Montecarlo 6, a New York 10 ciò non significa che in valle valga 200 mila euro, la roba buona costa anche lì anche se i costi sono inferiori.
Ma il fisco non sa come fare si inventa il Redditest ma brancola nel buio. Ora che i soldi, i gioielli, l’oro sia al buio dei caveau  è fuori discussione, spesso sono all’estero, tra poco credo li metteranno sotto le piastrelle o il parquet come succedeva una volta, non è una novità ma un elettricista, un idraulico, un muratore, che ha un Suv, una villa hollywodiana non la puoi fare se fatturi poche decine di migliaia di euro all’anno, se hai dei dipendenti che guadagnano più di te e nemmeno se sei ricorso al fai da te perchè solo il cemento, i mattoni, il parquet, gli elettrodomestici, le ceramiche  e quant’altro è stato usato per costruirla vale molto di più di quanto denunci al fisco.
Non tutti vincono al superenalotto una volta all’anno, non tutti ereditano immobili da parenti defunti, spesso si ereditano dei problemi e devi stare molto attento ad accettare l’eredità potresti avre solo rogne o trovarti un’Imua da pagare che non è alla tua portata.
Come le vedove delle quali parlavano ieri sera a Ballarò.
A Milano ci si mimetizza più facilmente, rispetto agli abitanti del tuo quartiere, puoi avere un appartamento da 450 mq senza che nessuno se ne renda conto se non nel condominio, specialmente se magari non paghi pure le spese, ti inventi ogni storia possibile per contestare ed essere in polemica continua, ma un suv da 100.000 euro, una villa di 400 mq a due piani non la puoi portare in banca e metterla nel caveau senza che nessuno ne sappia niente.
Poi ti spieghi come mai nonostante la situazione non scoppia la rivoluzione.
La crisi tocca la  minoranza impotente, il resto se la cava in un modo o nell’altro.
Molti ne scrivono sui giornali, altri ne dissertano in televisione, alcuni esprimono solidarietà ma tutti cercano di non cacciare una lira.
fanno la morale alla politica, al governo, agli operai ma nessuno racconta le cose come sono, da decenni.
L’Italia non sta in piedi per la Fiat o le multinazionali, l’Italia si regge sul nero e quando fallirà a morire di fame saranno solo i proletari, quelli che a Milano per sopravvivere necessitato di 80 euro al giorno e nei paesini ci riescono con 30, 40.
Tutto il resto è nero, invisibile come i grandi patrimoni del 10% di italiani che pèosseggono il 50% della ricchezza mazionale.
Intendiamoci, quelli che fanno parte del 90% di italiani che versano l’87% delle tasse allo stato, alludo a pensionati, lavoratori e piccoli imprenditori, io li giustifico se pagano l’idraulico in nero. Fanno bene.
Quando risulterà al fisco che il 10% di italiani che posseggono il 50% della ricchezza nazionale versano il 50% di imposte allo stato allora mi metterò a controllare il mio salumiere, il mio barbiere, il mio calzolaio, il mio idraulico che mi fa un lavoro in nero per sopravvivere lui e fare risparmiare me.
Finchè chi possiede il 50% della ricchezza nazionale versa il 13% delle imposte totali io sarò un fiancheggiatore del piccolo evasore, anzi sarò un piccolo evasore anch’io.
E’ un ragionamento eticamente orrendo ma ha una sua logica, la sopravvivenza. Sequestrino tutti i loro beni, mobili ed immobili, a chi ruba dal mattino alla sera, manager, politici, grandi evasori abituali con schiere di commercialisti, subito dopo io chiederò la ricevuta al mio barbiere. Che è messo peggio di me.
Con la riforma delle pensioni hanno aaumentato i nuovi poveri, che lo erano già. Nella foto ne vediamo uno che fa la spesa e poi ci meravigliamo che calano i consumi, siamo in piena guerra non è ancora il dopoguerra.

Consumi a picco nel 2012,
mai così male dal dopoguerra

   

Ho visto Don Gallo da Augias, presentava l’ultimo libro: Come un cane in chiesa. Mi ha emozionato, vado a comprarlo.


indexLe mie parole non servono a niente ed è per questo che mi servirò delle sue. Ho  studiato dai preti le parole di Gesù mi toccano anche se non credo in Dio.
Per me Gesù era il Don Gallo di 2000 anni fa e dato che io sono un contemporaneo di Don Gallo mi toccano di più le sue parole, come quelle di Don Milani, Card. Martini, Don Rigoldi, Don Vittorino e di tutti i preti come loro.
Certo mi piace Don gallo per quello che fa, quello che dice e perchè si fa chiamare “compagno” senza arrossire.
Compagno è una parola che mi manca, come i compagni ed i valori della sinistra. Dei comunisti.
Questo è un estratto del libro di Don Gallo.

Quelli che si credono “a posto” hanno un gran brutto vizio: quello di guardare sempre in casa degli altri. Dicono: «I peccatori sono gli altri», e non si sentono mai toccati dal discorso di Gesù. Che ipocrisia!
Io mi sento, ancora oggi a 84 anni, un peccatore. Mi sento sempre inadeguato, perché sono un garantito. È vero: lavoro per i poveri, i precari, i senza-casa, i rom, gli emarginati, i migranti, però sono un garantito rispetto all’umanità dolente che bussa ogni giorno alla mia porta e cerca aiuto. Sono un garantito rispetto a loro. Sono un peccatore-garantito, perché, se esco di casa e incontro un povero, allora gli do l’elemosina e con ciò, forse, credo di salvare la mia anima, di mettere a tacere la mia coscienza.

Vorrei che ogni mia azione caritatevole, tradotta in solidarietà, potesse produrre dei diritti, ma non a lunghissimo termine! Riconosco gli aspetti positivi della solidarietà assistenziale, ma mi sento peccatore per non essere riuscito, in tanti anni, a cambiare davvero le cose.
Ho visto che tante persone negli anni passati hanno lottato per i diritti – per ottenere lo Statuto dei lavoratori, per la parità uomo-donna –, ma ho notato che in questi ultimi tempi la nostra democrazia è entrata in una sorta di eutanasia. Che fine ha fatto l’articolo 3 della Costituzione, che sostiene che la Repubblica deve rimuovere qualunque ostacolo per favorire l’uguaglianza di tutti i cittadini? Lo voglio riportare per intero: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese».

In questo senso mi sento inadeguato e iper-garantito. Svolgo il mio servizio con i miei ragazzi della Comunità San Benedetto e da anni lavoriamo notte e giorno per la mia città, Genova, e credo che la generosità e l’onestà del nostro agire si vedano, e abbia anche la comprensione e l’apprezzamento di gran parte della popolazione.
Se scorressi l’elenco telefonico, non solo a Genova, ma in qualunque parte d’Italia ormai, e dicessi: «Pronto, sono don Gallo, mi invitate a cena stasera?», avrei una marea di inviti. Ecco perché, nonostante tutto, provo un senso di vergogna quando incontro i poveri e i peccatori. Recentemente ho rifiutato una sera di andare in un ristorante, un grande ristorante, perché già si sapeva in giro che arrivava don Gallo. E io, in quel momento, mi sono sentito un peccatore. Uno che va a cena dai garantiti per vanità. Mi sono sentito un peccatore addirittura duplice: infatti, pur non avendo nessun merito e nessuna carica, mi ritrovo sia iper-garantito sia un po’ famoso per effetto dei mass media e dell’opinione pubblica. E come faccio a non vergognarmi di fronte a questi miei fratelli che, a fatica, la sera riescono a rimediare una tazza di brodo caldo? Cosa dico a un ragazzo precario, a un disoccupato?

Sì, in molte situazioni siamo riusciti a evitare lo sfratto e la perdita di un appartamento pagato con il mutuo a chi aveva perso il lavoro, ma posso essere felice per così poco? Vivo queste situazioni come un peso enorme, ecco perché vado volentieri a cena con i peccatori, perché sono loro che mi fanno capire dove sta l’altra faccia della verità.
Don Lorenzo Milani ricordava spesso che lui aveva sì insegnato a leggere e a scrivere ai suoi alunni di Barbiana, ma loro, figli di contadini, gli avevano insegnato a vivere. Al giovedì sera abbiamo la cena con tutti i poveri che vogliono venire in comunità. Apriamo la porta a tutti, senza distinzioni. Lì, mi sento finalmente a mio agio, nel senso che condividiamo “qualcosa” con loro, ecco perché mi chiamano spesso “compagno”. So che alcuni, specialmente in ambito ecclesiale, non sopportano che mi faccia chiamare “compagno”. Io sono da sempre contro ogni dittatura, ogni dispotismo rosso, verde o bianco. Eppure lì, a tavola con i peccatori, finalmente mi sento un povero prete che spezza il pane.

So di essere un personaggio conosciuto, e qualche volta le lusinghe del successo e del potere arrivano anche nei meandri più sconosciuti e lontani della mia coscienza. Arrivano anche a me: «Guarda questo,» potrebbe giustamente dire qualcuno «sta con i poveri e, a causa loro, va in tv, scrive libri e lo intervistano in continuazione». So che è un rischio. Ne ho anche il terrore, e mi sento male al pensiero che la mia notorietà potrebbe ferire la sensibilità anche di un solo povero. Tuttavia corro il rischio, perché non posso tacere. Anche e soprattutto nella mia chiesa. Io non taccio, parlo per i miei poveri, per l’umanità sofferente dimenticata dall’indifferenza.

Approfitto di alcuni strumenti per dire apertamente ai potenti di turno che dobbiamo reagire a questa “delinquenza legale” che sta ammorbando la nostra Europa. Tra l’altro, i contratti di tutti i libri che firmo sono intestati alla Comunità San Benedetto e tutti i diritti d’autore sono a favore della comunità, che ovviamente ha molte spese, perché le iniziative contro la povertà e l’emarginazione necessitano di risorse.
Le conferenze, i libri e le trasmissioni televisive mi danno la possibilità di parlare, di far capire alcune cose e, a volte, è più importante far passare alcuni concetti di legalità e giustizia che non dare l’elemosina al primo mendicante che si incontra per strada. Mi trovo a casa nella mia chiesa, e quindi brontolo quando c’è da brontolare. E provoco, se c’è da provocare. Poi arriva il momento in cui spezzo il pane con i miei “randagi” di strada. È il momento più bello, che mi fa capire quanto la Chiesa sia davvero santa nei suoi testimoni sconosciuti e nascosti agli occhi del mondo.

Don Andrea Gallo

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