Milano, titolo di Repubblica: Scatta la domenica senza auto “Ritrovare il piacere di camminare” Se non ti investono.Una delle più grandi prese in giro.


Alle 9,45 al semaforo di Via Padova c’era la coda, come al venerdì sera. Mi sono detto, il blocco scatta alle 10,00, abiteranno tutti in zona.
Adesso sono le 10,10 e le auto continuano a girare mi domando che senso hanno queste domeniche a piedi se poi ci sono sempre i soliti furbastri che se ne fregano.
Ammesso che qualcuno abbia dei motivi seri ed impellenti per trasgredire alla regole mi pare che siano decisamente in troppi quelli che disattendono l’ordinanza del comune.
L’aria di Milano è quella che è,  mi spiace per chi si impegna a rispettare il divieto e gira in bicicletta orgoglioso di fare qualcosa per tenere pulita l’aria.
Quelli che passano sotto casa mia  adesso sono un po’ come Gassman nel film Il Sorpasso, fanno delle corna virtuali a tutti quelli rispettosi dell’ordinanza, evidentemente siamo considerati dei poveri pirla e loro si sentono i furbastri di Milano.
Leggo che ci dovrebebro essere 95 pattuglie di Vigili Urbani a presidiare il rispetto dei divieti, mi auguro che come al solito non siano solo nella cerchia dei navigli, nei quartieri snob di Milano a presidiare perchè, in Via Padova, non ho mai avuto l’occasione di vedere un maleducato pagare una multa.
Perchè è un problema di educazione, non solo di sanzioni.
Sono andato a comprarmi le sigarette ed ho fatto una cosa che non faccio mai.
Sapendo del divieto di circolazione ho volutamente attraversato le strisce pedonali a passo lento, più lento del solito. Avevo visto una macchina che stava arrivando a velocità sostenuta, evidentemente aveva pure fretta, era un diesel non un’auto elettrica ed a momenti mi tirava pure sotto.
Doveva andare al Bancomat. Ora a Milano può mancare tutto, specialmente l’aria pulita, ma non può mancare e non mancherà mai il Bancomat, c’è una banca ogni 10 metri ed anche se non è la tua i soldi li puoi prelevare ugualmente.
E’ la prima volta che faccio un post sul tema ma le domeniche a piedi, sia quelle di Formigoni, la Moratti o di Pisapia le considero una presa per il culo se non le fanno rispettare a tutti, stranieri compresi che fanno sempre finta di non sapere un cazzo.
E’ una costante da anni e non saranno le 200 multe che riusciranno a rifilare a qualche furbastro che faranno cambiare le cose.
Se il Comune di Milano ha problemi economici questa sarebbe un’occasione per incassare. Nella mia zona non passa un minuto senza che almeno due, tre, auto non viaggino tranquillamente. Non sono a gas e non sono elettriche, sono auto nomali.
Scrive Repubblica: Otto ore di motori spenti quindi, a esclusione dei veicoli elettrici e ibridi che possono circolare liberamente senza incappare in 155 euro di multa.
Ne vedessi uno incappare nella multa.
E’ anche da queste piccole cose che si nota che siamo il paese dei furbi, ce ne freghiamo delle regole e cerchiamo di aggirarle in tutti i modi.
Tra l’altro il nostro modo di fare è quello che gli immigrati imparano subito, fare i furbi.
Basta salire in qualsiasi autobus e vedere quanti sono quelli che passano il biglietto o il tesserino nella macchina obliteratrice.
Martedì mattina ho preso l’autobus da casa mia a Niguarda, un bel tragitto ed ho contato meno di 10 persone che hanno inserito il biglietto nella macchinetta.
Forse hanno tutti l’abbonamento annuale e non è necessario inserirlo nella macchinetta?
Me lo auguro, vorrà dire che sono stato troppo malizioso.
Non ne faccio u discorso tecnico sull’utilità o meno di queste ‘domenicAspasso’ per al qualità dell’aria, ne faccio un discorso di educazione come i divieti di sosta.
Siamo italiani, una sottospecie del genere umano e poi ci meravigliamo dei politici.
Sono i campioni migliori che riusciamo ad esprimere, i nostri personalissimi premi Nobel della furbata tipicamente italiana. Un marchio come gli spaghetti e la pizza.
P.S. Adesso che ho scritto il post diventeranno tutti rispettosi, giusto per dare modo a qualcuno di contestarmi il fatto che mi lamento sempre dell’ineducazione civica dei miei, cari, compatrioti. Di nascita o acquisiti.

Stare qualche mese in montagna mi è servito da lezione. Una lezione vecchia come il mondo ma utile per riportarsi con i piedi per terra. La città ed i consumi, i vizi del consumismo.


Chi vive in città, in modo particolare gli storditi come me, sono portati al consumismo per mancanza di riflessione, di logica.
Il fatto di avere a portata di mano gas, acqua, elettricità in abbondanza a lungo andare ti inietta un modo di vivere che è un inno allo spreco e non è una giustificazione per chi, come me, non ha mai riflettuto sulla questione.
Qualche mese in montagna mi ha insegnato che c’è da millenni un modo di vivere diverso, più naturale, più logico ed intelligente. Mi ha imposto di riflettere e ne devo far tesoro.
Per due o tre volte è mancata l’acqua. Abbiamo imparato a fare la doccia con il bagno schiuma, la spugna e senza sprecare l’acqua ed il gas, basta chiuderla mentre ci si insapona. Elementare direi, specialmente per un coglione come me che quando si insapona sposta il getto della doccia senza chiudere l’acqua. Anche lavarsi i denti lasciando l’acqua a manetta per tutto il tempo era una mia specialità.
Ho imparato a lavare i piatti recuperando l’acqua bollente della pasta, tra l’altro pare che l’amido sgrassi, ed a risciacquare i piatti con l’acqua fredda.
Più passavo il tempo in montagna e più ero consapevole di essere schiavo della comodità e del consumismo. Anche delle manie, direi, quando si è convinti che sciacquare pentole e piatti con l’acqua calda sia meglio, sgrassi di più mentre le stoviglie sono già state sgrassate dal detersivo.
La casa dove abitavo aveva un contatore da un kW e forse è stato il problema più grosso, niente phon da 1800 watt, niente lavastoviglie ovviamente e niente lavatrice. Ho approffittato della cortesia di mia cognata per il phon della Mirè che è professionale e mangia come una nave. Anche la lavatrice era a disposizione mentre a lavare i piatti ho provveduto in prima persona.
Siamo tornati a casa ed, istintivamente, mi sono fatto la barba con l’acqua nel lavandino e non quella corrente, calda. Ho chiuso la doccia tra una spugnatura e l’altra, la stessa cosa ha fatto la Mirè lavandosi i capelli.
Ho sciacquato le stoviglie con l’acqua fredda risparmiando un quarto d’ora di gas a manetta e siamo sopravvissuti.
La montagna mi è servita, non ho fatto nessuna scoperta, anzi no una l’ho fatta: siamo stupidi, allevati e coltivati allo spreco. Sia chiaro che parlo solo per me e la mia famiglia, per decenni abbiamo ingrassato con luce e gas l’A2A che su quelli come noi ci fa i milioni.
E’ solo un post si sfogo, di autodenuncia della mia stupidità consumistica. Forse per voi non è di nessuna utilità nel senso che ci sarete arrivati ben prima di me a queste consderazioni.
Senza fare il profeta, sono certo che questo modo di vivere imparato in montagna mi farà risparmiare qualche centinaio di euro all’anno.
Recupero, obiettivamente senza nessun sacrificio, qualcosa di quello che mi hanno derubato dalla pensione.
Non credo di essere l’unico, anche se sarebbe meglio. Il fatto di avere il gas in continuazione, non avere a che fare con una bombola che nel momento più bello si esaurisce e quindi stai sempre all’erta anche se ne avevo installate due, ti porta comunque allo spreco, che non ha un senso.
Imparo dai contadini e dai montanari, ne faccio tesoro, noi siamo solo capaci di scialacquare e poi lamentarci dei costi.
Ovviamente vale solo per me ma, anche questo è Informare per Resistere.
Oltre che ad essere solidale con i palestinesi avrei dovuto informarmi come vivono con l’acqua contingentata dagli israeliani. Rifletterci e non ingrassare l’A2A, tanto la medaglia del miglior cliente non me la daranno mai, solo fatture.
Non è mai troppo tardi per rendersi conto di essere pigri, cretini, viziati, pur ritendosi dei compagni.
E’ il mio caso.

Noi non ci facciamo mancare niente, nemmeno il furbo della notte. Senza bisogno del parafulmine extracomunitario ci facciamo riconoscere lo stesso. Il Dorando della differenziata.


Noi siamo il Paese che ha una sola certezza, la colpa è sempre degli altri, siamo innocenti a priori e pronti alla critica.
La critica va a scalare, una volta era verso il forestiero che oggi si chiama il turista, generalmente accolto con diffidenza anche se porta un minimo di benessere.
Poi si è passati al terrone, tutto quello che avveniva di negativo era da addebitare al terrone.
Oggi è di moda l’extracomunitario, se un giardino è sporco, pieno di bottiglie e cartacce è sempre colpa dell’extracomunitario.
I più esperti, in base ai rifiuti, riconoscono la provenienza del colpevole:i vuoti della birra sono in carico ai sud americani, quelli della vodka agli ukraini, gli avanzi di pizza sono i più difficili da piazzare, la consumano in tutto il mondo.
A Milano conosco una che ha un cagnolino, viaggia con il sacchetto per la raccolta legato al guinzaglio, bene  in vista come dire, io la raccolgo.
Peccato che il sacchetto sia sempre lo stesso dal 1998 e le cose sono due: o il suo cane non caga mai oppure non la raccoglie. Ho la certezza che sia la seconda, specialmente al mattino presto.
E’ il Paese dei furbi che, notoriamente, scarseggiano di intelligenza e di rispetto. Abili al massimo a deviare le tracce pur lasciando le impronte.
C’è quello che porta il suo cane a defecare vicino alla casa di un altro cane, possibilmente quello che ha un padrone sempre con il sacchetto in tasca pronto a raccogliere gli autografi del proprio animale. Precisamente la mia casa di “villeggiatura”.
Il furbo la lascia lì, dando l’impresione che l’autografo è del cane dell’altro.
Questa mattina mi sono accorto che abbiamo anche i furbi della notte, il passator scortese della raccolta differenziata.
Imbecille  ogni immaginazione è arrivato con i suoi rifiuti sino ai bidoni della raccolta del vetro, a tre metri da quelli per la raccolta della plastica ed ha lasciato l’impronta: guardate quanto sono cretino, scaltro ed anonimo ovviamente, lascio una cassetta contenente bottiglie di birra e vuoti di plastica.
E’ il Dorando della differenziata, arriva a pochi centimetri dalla meta e crolla travolto dalla sua stupidità.
Dorando ha fatto una impresa che è diventata leggenda, passata alla storia.
L’anonimo in questione ha fatto una stronzata che non passerà nè alla storia, nè alla cronaca.
Se non fosse per me, che ne ho scritto un post, giusto per mettere in risalto il cretino del mese.
Tra l’altro non c’è nemmeno la possibilità, per i pensionati locali ed i villeggianti come me, di dare la colpa al solito extracomunitario.
Ancora una volta ci siamo fatti riconoscere, la solita furbata all’italiana.
Per il diploma di genio ci ho pensato io, non vorrei che rimanesse deluso dall’indifferenza dei villeggianti. Con tutto l’impegno che ci ha messo per arrivare al bidone del vetro,  mancando di fare centro, meritava almeno un elogio pubblico.
Più che il Dorando della differenziata sempra il pirla della Valsassina.

Qualcuno si ricorda che a Sesto San Giovanni c’era la Società Anonima Acciaierie e Ferriere Lombarde, che noi chimamavamo semplicemente la Falck? Non è un elogio all’inquinamento, è una riflessione sul lavoro. Ilva e dintorni.


Dal 1967 al 1991 ho abitato a Sesto San Giovanni, mi sono sposato e ci è nato mio figlio.  Abitavo a 500 metri d’aria dalla Falck. Dal balcone di casa mia vedevo le nuvole di fumo marrone uscire dai forni T2, T3 e T4 ogni volta che c’era una colata.
Ho fatto anche parecchie fotografie che non riesco a trovare, ma le troverò.
Noi, comunisti, eravamo impegnati nella sicurezza, prima, e nella difesa della salute poi ma non abbiamo mai chiesto di chiudere la Falck.
Tra l’altro i dipendenti della Falck erano antifascisti e più volte i tedeschi fecero rastrellamenti nel Villaggio Falck quindi, per noi, Falck oltre che sinonimo di lavoro era simbolo di Resistenza.

Quei due operai antifascisti fucilati dalla Muti che avevano organizzato gli scioperi dei ’43 alla Falk di Sesto

Non voglio qui fare un discorso sulla salute, spesso ci abbiamo riflettuto su quelle colonne di fumo marrone che si alzavano dalla Falck, e non perchè sia secondario, tutt’altro, ma eravamo consapevoli che l’acciaieria dava lavoro a 16.000 persone che venivano anche dalla bergamasca.
Sapevamo che quel fumo si poteva abbattere e lottavamo per farlo abbattere, ma prima del fumo venivano le scarpe anti infortunistiche, la sicurezza di chi lavorava nell’altoforno.
Certo per chi, come noi, abitavamo a poche centinaia di metri dai forni e sentivamo il rumore delle scariche quando si dava inizio alla colata consapevoli che di lì a poco avremmo visto salire alte colonne di fumo marrone il problema della salute ce lo siamo posto anche se la convivenza con l’accierie ferriere lombarde si avviava al centenario e quindi un po’ di assuefazione ci stava. Intere generazioni sono nate e cresciute all’ombra della Falck, ci hanno anche comprato la casa o fatto la spesa.
Io lavoravo in un altro settore ma ho sempre tenuto presente le centinaia di persone che prendevano l’autobus o il treno una volta terminato il loro turno di lavoro, dietro quei 16.000 dipendenti, oltre all’indotto, c’erano famiglie che hanno fatto crescere e studiare i figli, lavorando alla Falck.
Ora la Falck non c’è più, non c’è più la Pirelli, la Marelli, l’ Ercole Marelli,la Garelli. Senza dimenticare le aziende  che ho scordato, Sesto è diventato un dormitorio succursale di Milano, oggi fabbrica di disoccupati.
Io non so che lavoro facciano gli ambientalisti, chiarisco subito che non è una critica ma una riflessione in generale, me lo domando spesso, conosco perfettamente le stragi dovute all’amianto ed all’inquinamento.
Mi chiedo solo se non ci siano altre strade per salvaguardare la salute ed il lavoro contemporaneamente.
Tempo fa, in merito all’inceneritore di Parma che i grillini vogliono chiudere senza se e senza ma, mi sono permesso di dire che l’inceneritore se da lavoro a 1000 persone può diventare una risorsa, gestendolo bene.
Apriti cielo, per poco non mi danno del delinquente assassino.
Rischiamo la vita per fare i pirla sulle strade in moto o in macchina, le statistiche vanno dai 5000 ai 7000 morti all’anno senza considerare chi rimane disabile, e non riusciamo a proporre, progettare, qualcosa di diverso per produrre e quindi dare lavoro rispettando l’ambiente, sappiamo solo chiudere senza tenere conto delle conseguenze.
Non accusatemi di difendere l’Ilva, non ci penso nemmeno
, ma uno Stato serio deve essere capace di imporre delle regole e di farle rispettare, non limitarsi ad imporre chiusure che sono la rovina di intere regioni e di migliaia di famiglie.
Possibile che non si riesca a produrre rispettando l’ambiente, gli animali e le persone?
E prima di prendere decisioni drastiche è possibile valutare e proporre delle alternative?
Esiste un depuratore, una acciaieria che produca senza assassinare qualcuno? Possibile che la tecnologia moderna non ci possa dare una mano?
Non possiamo andare a lavorare tutti in banca, in comune, nella scuola, nelle boutique del quadrilatero della moda, non dimentichiamo che l’alta moda in fatto di sfruttamento della persona non è seconda a nessuno.
Sesto san Giovanni, con quasi 100.000 abitanti, è diventata una città dormitorio, nelle aree ex industriali ci costruiscono solo palazzi (dormitorio) e centri commerciali con qualche vincolo per il verde pubblico.
La Breda aveva 20.000 dipendenti, la Falck 16.000, la Marelli non lo so e non voglio fare ricerche per non mettermi a piangere. Non esiste più niente, tabula rasa, ma se vogliamo passare la vita nei centri commerciali garantito che si può entrare a sei anni ed uscirne a settanta.
L’ecologia e la salvaguardia della salute sono una cosa importantissima, per quanto mi riguarda vorrei che la questione fosse un pochino più equilibrata, tenesse presente che dietro alle lotte ci sono delle famiglie da difendere.
Il post è difficile da mettere giù, non so se riesco a trasmettere i dubbi che mi assalgono quando sento parlare di chiusure, dismissioni. So che gli industriali sono dei banditi, chi più chi meno, ma sono sempre convinto che uno Stato, serio, debba essere in grado di condizionarli e con loro condizionare il capitalismo.
Oltre mille morti all’anno per infortuni sul lavoro sono insopportabili, dietro ci sono mille ragioni ma questo non deve impedirci di lottare per la sicurezza, magari scandalizzandoci per i 7000 morti per incidenti stradali, oltre agli infermi, dove vengono cinvolte persone innocenti che pagano la stupidità altrui.
Nessuna di queste vittime mantiene la sua famiglia, fa studiare i propri figli, rischiando la salute per tenersi un lavoro
, certe volte inconsapevolmente, come nel caso dell’amianto ed altre no.
Se il nemico lo conosciamo cerchiamo strumenti e soluzioni che siano compatibili con la civiltà ed il progresso salvaguardando la sopravvivenza di queste famiglie.
Sinchè il mondo è in mano al capitalismo produttivo, allo sfruttamento intensivo di cose e persone non risolveremo nulla. Nemmeno con il partito più ecologista che c’è.
Non parliamo poi del capitalismo finanziario e parassita, ancora più assassino delle acciaierie.
Resto della mia idea, il vero cancro del nostro secolo è il capitalismo, punto.
Abbattuto questo si può anche pensare di cambiare il mondo.
Per adesso ripariamoci con le scarpe infortunistiche, il casco, i guanti, le paratie protettive e quant’altro perchè, se non sopravviveremo ce lo possiamo scordare di cambiare il mondo.
Mezza Taranto lotta, giustamente, contro l’inquinamento. L’altra metà ci andava a lavorare.
E’ un bel rebus. Non pensatemi schierato, sono disorientato. Penso che uno che ha bisogno di lavorare sia disposto anche a prendersi qualche rischio, la vita è un rischio.
Se si abbatte il capitalismo si abbatte anche il rischio, solo la stupidità umana non è abbattibile. Non per niente il Gen. De Gaulle al suo fans che gridava: a morte i cretini! Rispoese: il suo programma è piuttosto ambizioso.
Buona fortuna a tutti i lavoratori del mondo, in particolare a quelli dell’Ilva.

Oggi è di moda essere contro, si pensa che per essere protagonisti basta essere contro. Oggi tocca alla No Tem.


Chi non è di Milano deve sapere che tutto il traffico proveniente dal sud Italia, se non tutto l’80%, arriva a Melegnano e tutto il traffico destinato a Bergamo, Brescia, Verona, Vicenza, Venezia ecc. ecc. si immette nella tangenziale est.
Una lunga carovana di tir, autocarri ed automobili che paralizza perennemente la tangenziale est.
Ben venga la nuova tangenziale che baypassa la est e collega l’A1 con l’A4, liberando la tangenziale esistente che oramai fa parte integrante della città.
Si può evitare di costruire altre autostrade? Certo, se cambiamo modo di vita, se la smettiamo con il capitalismo ed il movimento delle merci su gomma. Prima però delle proteste dobbiamo trovare quelli disposti a cambiare modo di vivere, sapere rinunciare allo stile di vita che il capitalismo ci ha imposto.
Non si può fare la battaglia contro l’inquinamento e poi accettare che migliaia e migliaia di tir, autocarri ed automobili viaggino, inutilmente, in una tangenziale che nel 1973 era praticamente all’esterno della città oggi ne è parte integrante.
E’ un discorso di logica e le merci che viaggiano in questa tangenziale non ci viaggiano solo per i milanesi, anzi per il 60% viaggia per tutto il nord est, compresi i paesi che si oppongono alla nuova tangenziale che hanno un sacco di aziende interessate.
Cambiamo stile di vita e potremmo dire di no, non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca.
Abbiamo voluto il capitalismo? Ci si prende anche gli annessi e connessi, cercando il male minore.
Lo so che essere contro paga, come immagine e come propaganda, io sono contro il male minore in attesa che tutti insieme si sia contro il male peggiore, l’unico. Il capitalismo economico finanziario parassita dedito solo al profitto e non agli interessi ed alla salute del popolo.
Quando tutti avremo capito questo saremo sulla strada giusta, aspetto da 55 anni, posso aspettare ancora.

Quando sento parlare la Fornero di prospettiva mi viene in mente la professoressa di Amarcord, quella del biscotto.


Quella con la tazza in mano ed il biscotto che scandiva: la pro spet ti va ed al va inzuppava il biscotto.
Ecco la Fornero mi ricorda quella tipa lì, la seconda da sinistra della prima fila in basso.
Chi non ha avuto una professoressa che avrebbe scandito qualsiasi cosa con la prospettiva di inzuppare il biscotto a metà mattinata.
La Fornero è uguale, solo che più della professoressa ha della maestrina che non riuscendo a spiegarsi, farsi capire, con le parole accompagna tutto quello che dice con i gesti come se stesse parlando all’asilo o comunque ad elettori del Pdl, della lega ed anche qualcuno del Pd.
Rivendica pure il fatto di essere anche ministro della Pari Opportunità e questo è un vantaggio perchè può sparare cazzate stereofoniche sia come ministro del lavoro che delle apri opportunità.
C’è da dire che in pochi mesi ha fatto il callo, le emozioni della prima volta, accompagnate dalle lacrime, non le espone più sembra quasi che goda nel tagliare le teste a giudicare dai sorrisi e dagli abbracci che ha e ricevuto ed elargito in Senato quando hanno ammazzato l’art. 18.
Sembrava che avesse segnato il rigore decisivo nella finale della champion.
Devo dire, nonostante l’entusiasmo manifestato dalla ministra nell’occasione, che è arrivata seconda. Superata nello squallore dall’intervento della Finocchiaro che, oltre ad essere più carina di lei e vestire meglio, l’ha surclassata in aria fritta facendo rivoltare nella tomba i suoi vecchi compagni del Pci.
Va bene che il Pci non c’è più ma, qualche vecchio compagno è ancora vivo e vegeto, diciamo presente al sottoscritto, per esempio, è venuto un fastidio tale che ho dovuto cambiare canale.
Ad ogni modo con i dipendenti pubblici avrà vita facile, vittoria scontata, anche noi di sinistra siamo stati allevati a considerare i dipendenti pubblici dei paraculi, mantenuti a spese della collettività ma protetti e coccolati in quanto serbatoio di voti inesauribile per i democristiani prima, i socialisti poi. Berlusconi se li è giocati con la Gelmini, che ha massacrato la scuola pubblica, ma non importa l’importante era favorire le scuole private e cattoliche. Anche lì, come serbatoio, c’è una scorta niente male.
Non me ne vogliano i dipendenti pubblici che fanno il proprio dovere, si impegnano per la collettività , so che ce ne sono a migliaia, dovrebbero fare l’ultimo passo nell’interesse di tutti, denunciare i loro colleghi che timbrano il cartellino e vanno a fare la spesa.
Di tutte le crisi che ho vissuto questa è la prima volta che vengono toccati i bancari, dipendenti pubblici, impiegati, quadri e dirigenti.
Non è aumentata l’uguaglianza, quella era una nostra fissa della sinistra, hanno semplicemente alzato l’asticella dei protetti, siamo tutti più poveri.
E brava la ministra Fornero che ci invita a considerare la sua riforma del lavoro nella pro spet ti va.
Confindustria e governo ci hanno inzuppato il biscotto, Squinzi si è pure lamentato che era poco, ne voleva un altro e la Finocchiaro ha detto di avere difeso i lavoratori.
Infatti le vendite di Fissan sono aumentate.

Contrariamente a Grillo io credo che destra e sinistra esistano ancora. Forse avranno qualche problema i partiti che la rappresentano ,di certo, è morto il centro.


Casini, che è scaltro politicamente altrimenti non sarebbe ancora  a galla, l’ha capito al volo ed infatti ha liquidato il Terzo Polo al volo, in attesa di collocarsi da qualche parte.
Gli elettori di destra che non sono andati a votare, se torneranno a farlo, non voteranno il Terzo Polo si schiereranno a destra con qualunque partito ne difenderà gli interessi sia esso di Montezemolo o del redivivo caimano.
In giro, nella vita reale e nel web, vedo un sacco di gente di sinistra e di destra, conservatori diciamo e checchè ne dica Grillo ed i suoi seguaci destra e sinistra esistono ancora con le loro idee, i loro ideali e le loro aspirazioni.
Terminata la fase dell’insulto e della satira divertente, che tanto piace all’informazione televisiva e stampata che gli tira la volata, non c’è il traguardo, forse c’è un traguardo volante ma il bello viene adesso quando si comincia a governare sulle macerie lasciate dalla politica precedente. Insomma continuando con il linguaggio ciclistico adesso arrivano le montagne e per scalarle si deve cambiare la moltiplica ed il rapporto.
Tradotto in parole povere non esiste una politica avanti, oltre, nuova, superiore alla destra ed alla sinistra, le scelte che faranno ed il modo di gestirle ci diranno se la politica del Movimento 5 Stelle è di destra o di sinistra, progressista o conservatrice, perchè non è da una raccolta differenziata o da un inceneritore che si capisce se il governo sarà positivo o negativo, ma dalla politica che metteranno in campo sul problema del lavoro, delle prospettive per il futuro.
Ho abitato per decenni vicino agli stabilimenti Falck di Sesto San Giovanni, ad ogni colata vedevo dal balcone di casa mia il fumo marrone che saliva al cielo dal T3, dal T4, gli altoforni, e sapevamo benissimo che non era una bella cosa ed infatti cercavamo di migliorare tecnicamente gli interventi per filtrare i fumi.
Ho conosciuto anche l’Aramis un compagno che ha fatto la resistenza dentro la Falck e ci ha lavorato sino alla pensione.
Mi raccontava delle lotte per avere le scarpe anti infortunistiche in ferriera, quelle con la punta di ferro per salvarsi i piedi quando schizzava la colata o cadeva un ferro incandescente.
La Falck è morta, non come Bersani, proprio morta del tutto compresi 16000 posti di lavoro, più o meno perchè vado a memoria dato che il punto non è questo ma quello che vado a dire, l’aria di Sesto è più pulita e nei capannoni abbandonati della Falck ci crescono i funghi.
Non abbastanza per sfamare migliaia di famiglie.
Altrettanto è successo alla Magneti Marelli, sempre a Sesto ed alla Pirelli.
Non sto dicendo che pur di avere un lavoro si deve accettare di avere un altoforno in casa, sto semplicemente dicendo che per lottare per un futuro migliore minimo bisogna essere vivi, mangiare mezzogiorno e sera ed avere le forze per dare vita alla lotta.
Quindi mi va benissimo il mondo che verrà, quello oltre la destra e la sinistra, oltre gli steccati bolscevichi
nei quali è rinchiuso il mio cervello, ma prima vorrei delle risposte serie in merito al lavoro perchè sono convinto che, con le dovute accortezze e la dovuta tecnologia, i cittadini siano disposti anche ad avere un inceneritore vicino a casa se porta un migliaio di posti di lavoro.
Fermo restando che più differenziata facciamo e meglio è.
Vedi, caro Grillo, prima di pensare all’ automobile a idrogeno, che non inquina o una macchina ibrida come la tua, bisogna avere i soldi per comprarla e mantenerla.
Ovviamente dopo aver pagato l’affitto, il mutuo, la scuola dei figli, la mensa e tutto quello che serve ad una persona o una famiglia.

Il punto è questo, per me, non ho sentito una parola sul lavoro, tutti possiamo ravvederci nella vita, cambiare idea, pensa che c’è qualcuno che dalla Ferrari che fa tre chilometri con un litro si è convertito all’automobile ibrida che non inquina e consuma poco, era un invasato che anni fa prendeva a calci i computer nei suoi spettacoli e adesso, sul computer, con il computer, è diventato un fenomeno politico nè di destra nè di sinistra, ma oltre l’immaginabile. Un politico del futuro.
Che sia geniale è fuori discussione, è l’unico politico che si è fatto pagare per ascoltare i suoi comizi, poi ne ha concessi anche gratuitamente, sin troppi e senza andare in televisione tanto, nelle Tv, ha chi li trasmette per lui in Rai e su Sky.
Ben venga il nuovo, l’oltre il comunismo conservatore becero e retrogrado, ma ci faccia sapere dove andremo a lavorare e cosa intende fare con il capitalismo.
C’ è gente talmente disperata che accetterebbe anche una acciaieria nel cortile di casa sua.
Detto questo è ovvio che sono per l’ecologia e la salvaguardia dell’ambiente, ma prima salvaguardiamo le persone, il lavoro, altrimenti avremo un ambiente pulito ma deserto.
E’ singolare che un dipendente di banca, diventato sindaco, proponga una nuova moneta per salvare il comune. Ma dove ha preso lo stipendio sino adesso?
Chiudo con Bersani, se pensa di allargare il progetto politico al terzo polo è meglio che vada in pensione. Lasci perdere.
Bersani, in un articolo di Diego Novelli, ex compagno del Pci, ho letto una riflessione in merito alle elezioni di Giancarlo Pajetta, altro comunista come me, scrive Novelli:

Quando negli anni della giovinezza commentavamo con Giancarlo Pajetta l’esito di una votazione il “vecchio ragazzo rosso”, piuttosto esperto in materia di elezioni, ci invitava a guardare, più che le percentuali, il numero dei voti raccolti. «È importante vincere – ci diceva – però se hai vinto anche con il 60 per cento dei voti espressi ma rispetto alle elezioni precedenti in cifra assoluta hai perso alcune decine di migliaia di voti ti devi preoccupare. Vuol dire che una parte dei tuoi elettori ti hanno abbandonato, non credono più nella tua politica e preferiscono, nella migliore delle ipotesi, scegliere l’astensione».
Prima di cantare vittoria, senza se e senza ma, dai una occhiata ai numeri, come facevano i vecchi compagni.

Dopo che il liberismo di Reagan ha permesso alla finanza la distruzione del mondo tocca alla politica portarci in salvo. Alla sinistra.


Quasi mezzo secolo di liberismo, di mercato, di parassitismo finanziario ci hanno portato in una situazione peggiore di quella del 1929, dalla grande depressione alla depressione globale e questo grazie alle politiche di destra imperialiste nelle quali nemmeno più gli americani si riconoscono.
Quasi un secolo dominato dalle speculazioni finanziarie, da un capitalismo cieco e sordo che ha solo aumentato il divario tra i ricchi potenti e le masse sfruttate alle quali è stato messo in carico il debito della speculazione globale attraverso il debito degli Stati.
La Merkel ed il rigore da lei rappresentato hanno strangolato l’Europa che tenta una reazione con le elezioni in Francia e la sconfitta della cancelliera in Germania.
Non saranno certamente le banche a salvarci da questo disastro e nemmeno il populismo dell’antipolitica che imputa a tutta la politica le colpe che sono della destra e della finanza parassita.
Se mai la colpa più grande l’hanno gli elettori che hanno votato, in tutta Europa, la destra conservatrice ed alleata della finanza parassita, noi paghiamo ancora di più per aver mandato al potere il peggiore di tutti, Berlusconi, 20 ani di berlusconismo ci hanno ridotti allo sfascio.
Certo, molte colpe le ha anche la sinistra, ma ancora di più è colpevole chi ha creduto al populismo della lega, alla propaganda dell’antipolitica portata portata avanti dal bravo imprenditore, piduista, e dalle sue armi di sterminio di massa, la propaganda televisiva e dell’informazione dominata dall’imprenditore prestato alla politica con 7.000 miliardi di lire di debiti.
Purtroppo la maggioranza degli italiani ha ceduto alle sirene, al flauto magico e per non finire nel burrone abbiamo dovuto affidarci ai professori della finanza che sono al servizio delle banche e degli investitori parassiti, ci hanno evitato il fallimento facendolo pagare a noi e per salvare i loro interessi, è solo una questione di priorità, per salvare i loro profitti sono costretti a salvare anche noi. Sono come le zanzare che per vivere hanno bisogno del nostro sangue.
L’unico modo di uscire da questo sfascio è riportare la politica al suo vero ruolo di governo della finanza e delle banche, è la politica che deve dettare le regole e la linea e non il liberismo ed il mercato che sono quelli che hanno arricchito i pochi ed impoverito miliardi di persone in tutto il mondo.
Io non dico che Hollande o la Kraft saranno i salvatori dell’ Europa ma una che dice: io i soldi li spendo per garantire l’equità esprime già un’idea rivoluzionaria.
Questa idea può venire solo da sinistra perchè, altrove, non ha mai visto nascita e non è mai stata coltivata.
Piaccia o no è l’unica strada e spero che anche nel Pd se ne rendano conto al più presto, che vadano oltre le analisi che hanno proposto sino adesso, auspico anche che al sinistra che al momento è esclusa dal parlamento riesca a fare l’esatto contrario di quello che ha fatto dal 1989 in poi, unirsi e fare una sintesi.
Non basta chiamarsi fuori e lanciare anatemi per avere ragione, in linea di principio, perchè questo non cambierà una virgola nell’assetto capitalista e parassita dell’economia globale.
Obama voleva mettere le briglie a Wall Street e la destra americana gliel’ha impedito, la lezione della Jp Morgan  dovrebbe avere suonato, l’ennesima, sveglia se non la colgono è la loro rovina.
Vanno bene i movimenti, vanno bene gli indignados, va bene tutto ma non l’antipolitica, va bene una pulizia della politica magari anche con l’acido o il viakal , ma l’antipolitica è un suicidio.
Non solo, non basta una politica di destra all’interno del capitalismo ci vuole una politica di sinistra che vada oltre il socialismo reale e la socialdemocrazia, è qui che si gioca la vera innovazione, nel nuovo socialismo da aggiornare e rivedere anche con i movimenti, ci mancherebbe altro, ma se non suoniamo lo spartito della sinistra non porteremo alla fine l’opera.
Io la vedo così, sia chiaro che noi in Italia abbiamo anche altro problemi, clientelismo, corruzione, ruberie, privilegi e quant’altro da abbattere ma non sarà con una class action che riusciremo nell’impresa.
Ci vuole un nuovo socialismo e, per partire, basterebbe affidarsi alle parole d’ordine di  Hannelore Kraft: Io i soldi li spendo per garantire l’equità.
Ci voleva una donna per scoprire che c’è ancora in giro qualche politico che oltre al cervello ed il cuore ha anche le palle.
E’ un complimento, è l’ammissione che noi maschi siamo ammalati di protagonismo ma non abbiamo gli attributi, ai nostri leader, compresi quelli dei movimenti, piace di più fare la prima donna che la politica vera.
Mi viene una battuta maschilista ed omofoba ma è l’unica che rende l’idea di quello che ho nella testa, come quando si usa stronzata per definire una schifezza che solo definendola  stronzata si può renderne l’idea.
I nostri leader sono come checche isteriche prese solo dal loro apparire, prime donne senza essere donne.
Persino il governo dei professori della finanza studia un giro di vite per i redditi più alti, si è reso conto anche Monti che o cambia la linea o sarà una rivolta.
L’esame lo sosterremo a settembre, sarà un settembre caldo, molto caldo.

Welfare, le misure del governo
giro di vite per i redditi più alti

Monti è per il rigore, ci ha detto che lo spread dei suicidi rispetto alla Grecia è a nostro favore, ma se nella delega fiscale spunta il favore agli evasori che rigore è? A senso unico?


Non è possibile che il cittadino comune per capire come si muove un governo debba avere tre lauree, almeno due delle quali in Bocconi.
Fine matematico ci ha fatto notare che lo spread dei suicidi da disperazione, rispetto alla Grecia, è a nostro favore. Andiamo meglio.
Già arriviamo da un ventennio di leggi ad personam e non solo per la prostituzione, la corruzione di testimoni e magistrati ma anche per la depenalizzazione del falso in bilancio, passatempo preferito, subito dopo le minorenni ed  il Milan, del piduista che ha fatto il presidente del consiglio.
Si pensava che Monti rappresentasse una destra diversa, etica, rispettosa della Costituzione e della democrazia ed invece siamo sempre nella stessa palude, protezione della speculazione, banche, parassiti vari, scudati ed evasori e mazzate ai lavoratori.
Nella manovra fiscale spunta il favore ai grandi evasori.

Mentre la Guardia di finanza fa i sui bliz nei negozietti e nelle boutique Monti, il rigoroso, depenalizza l’abuso di diritto con il quale banche, grandi investitori, multinazionali mettono in atto operazioni raffinate al solo scopo di eludere il fisco.
Lo scrive Oreste Sacconi sulla rivista Fiscoequo.
Scrive Sacconi, Avendo a disposizione schiere di fiscalisti e analisti finanziari, sono loro che mettono in atto operazioni, spesso molto raffinate, al solo scopo di eludere il fisco.
Spesso si tratta di triangolazioni con l’estero, o di cessioni di azioni in usufrutto per l’incasso di dividendi con relativi sgravi fiscali o crediti di imposta. Insomma, ingegnerie finanziarie che non hanno obiettivi economici ma esclusivamente vantaggi fiscali sui quali l’Agenzia delle Entrate ha acceso da tempo i riflettori.
Nel solo 2011 ai grandi contribuenti sono stati accertati 5,5 miliardi e ne sono stati incassati 1,7 con una crescita dell’ 800% rispetto al 2007.
Adesso viene il bello:
Molto di quel salto è dovuto alla giurisprudenza in fatto di abuso di diritto.
Tema ribattuto da tempo al quale nel 2008 la Corte di Cassazione ha messo un punto fermo con tre sentenze, definitive, nelle quali si afferma un principio generale antielusivo che ha fondamento nella stessa Costituzione.
Anche senza una legge specifica in merito che ne faccia divieto il divieto di abuso di diritto è intrinseco alle normi fiscali italiane.
Tra l’altro, in questo modo, l’Italia si è inserita nel solco già indicato dai giudici comunitari che nel 2006 avevano considerato l’abuso di diritto, in poche parole, illegale.
Usare il linguaggio tecnico dell’articolo non  rende l’idea.
In parole povere se Monti depenalizza l’abuso di diritto va contro la Costituzione e considera il rigore fiscale solo per i lavoratori ed i cittadini onesti, governa esclusivamente nell’interesse degli elusori, banche, parassiti, investitori, grandi imprenditori e multinazionali. E’ un dubbio che ho da tempo e che si è trasformato in certezza.
Basti vedere, o meglio, non abbiamo visto nessuna equità e velocità nel bastonare i grandi patrimoni, quel famoso 10% di italiani che hanno il 44% della ricchezza nazionale, mentre per bastonare sulla prima casa, intervenire sul’Art. 18, tagliare le pensioni ed aumentare le imposte indirette tagliando i servizi non ci ha messo mezza giornata.
Per accorgersi che nella manovra fiscale ci siano degli articoli che, di fatto, agevolano i grandi evasori ci vuole una capacità superiore alla media, anche per il linguaggio e di termini che i tecnici usano nell’esporre le loro proposte e questo non è democrazia, è regime.
Mi ricordano tanto i preti che per secoli si sono espressi in latino mentre il popolino parlava solo il dialetto e quindi non era in grado di comprendere ma solo di ubbidire terrorizzati dal diavolo che ti fa andare all’inferno a bruciare nelle fiamme per secoli e secoli al punto che qualcuno ne è ancora convinto.
Insomma Monti predica bene e razzola male mentre la Fornero ci invita a non lamentarci.
Il culo è il nostro, mica il suo.
La mia impressione è che Monti sia un grande paraculo, come tutto il suo esecutivo. Siamo passati dai nani e ballerine ai paraculi ma tutto gira come prima.

Inquinamento, polveri sottili.E se bagnassimo le strade come si faceva una volta per evitare i polveroni?


Ricordo che quando ero piccolo e andavo dai miei nonni in campagna passava un camion che innaffiava la strada, sterrata, per evitare che i mezzi che passavano sollevassero un polverone che ti entrava anche negli orecchi.
Non sono uno scienziato ma sono convinto che il problema delle polveri sottili finchè le auto avranno le ruote non lo risolveremo mai, nemmeno con le auto elettriche.
Secondo me il rotolamento stesso delle ruote fa da ventilatore  che espande nell’aria ed ovunque le polveri sottili, a parte ovviamente gli altri tipi di inquinamento, ed è sintomatico che quando piove si abbassa notevolmente il livello delle polveri.
Da qui l’idea di bagnare le strade come facevano una volta, chiunque di noi abbia viaggiato in vacanza in qualche strada non asfaltata sa che al nostro passaggio si sollevano nuvole di polvere alle nostre spalle, probabilmente non sono inquinanti come la polveri della città ma ti si infilano ovunque, negli occhi e negli orecchi.
Non sarebbe un costo eccessivo e si potrebbero fare degli esperimenti, la butto lì, non si sa mai.
Magari è una idea cretina, lascia il tempo che trova ma allora mi dovrebbero spiegare i ricercatori come mai con la pioggia il livello selle polveri sottili si abbassa notevolmente.
Forse dovrei mandare una email a Pisapia proporre la mia idea e farmi ridere dietro da tutta Milano.
Non basterà per togliermi dalla mente il tarlo sulle conseguenze della pioggia.
Potremmo montare degli spruzzatori come quelli dei giardini sui tetti dei condomini ed abbattere con la pioggia artificiale anche i fumi delle caldaie.
Questa mattina mi si è accesa la lampada di Archimede, cosa ci volete fare.