Si torna a casa?

Visto che Facebook vuole soldi forse è il caso di tornate all’inizio.
Quando si scriveva solo nel blog.


Anomalia dalla Shoah in poi.

La cosa che trovo anomala, nella denuncia della Segre verso Rubio e lo dico con il massimo rispetto della senatrice, è che nessuno si sia accorto nella stampa o altrove che della Palestina non se ne può parlare.

Le vittime sono sempre e solo gli ebrei.

Hanno avuto l’olocausto e non lo negherò mai, ma loro con i palestinesi si comportano come i nazisti.

Con questo vi saluto perchè verrò bloccato.
Riferito a Facebook.


Si torna a casa.
Dopo oltre un mese sono riuscito a rientrare nel mio blog.
Ci vediamo presto.


Volevo cambiare l’indirizzo email dell’amministratore.
Qualcuno può darmi istruzioni?
Grazie


Recuperato il mio account del blog.
Tra una traduzione e l’altra sono riuscito a recuperare l’account.


Se Facebook censura è meglio tornare al blog.

Facebook e la censura pelosa.


Oggi Facebook mi ha bloccato per 24 ore. Per aver pubblicato foto di nudo.
Il post era il seguente.
Se Berlusconi diventerà presidente della Repubblica, e sottolineo se, il futuro dell’ Italia sarà questo:


C’è chi festeggia il 25 Aprile perchè il nonno, lo zio, il padre…


Resistenza
Io festeggio il 25 aprile da 50 anni nonostante mio padre fosse fascista. Sono diventato comunista a 21 anni e non mi ricordo di averne parlato con mio padre, con i miei zii/zie si.
Tra l’altro i miei sono morti che io non avevo ancora 30 anni e mi sarebbe piaciuto discuterne con loro, ma non abbiamo fatto in tempo.
Detto questo non stimavo molto mio padre sotto laspetto politico, ma i genitori non te li scegli e, spesso, nemmeno loro ti scelgono.
Con gli anni, forse per farmene una ragione, ho cominciato a chiedermi come mai mio padre, persona sveglia ed intelligente, fosse rimasto fascista.
Ricordo che quando era un ragazzo mi disse che votava msi e ridendo aggiunse: Madonna santissima immacolata.
Ai tempi non sapevo nemmeno cosa fosse, mi interessava solo il pallone.
Mio padre, ventenne,  è stato in guerra in Libia con le forze “dell’impero” fu fatto prigioniero dagli inglesi e mandato in Scozia, ad Aberdeen presso una famiglia di agricoltori.
Per anni non ebbe contatti con la famiglia e di quello che succedeva in Italia non sapeva niente, dubito che gli inglesi gli facessero ascoltare la radio. Questa non è una giustificazione, o almeno vale solo per me perchè le cose, dopo si sono sapute.
Era prigioniero in una tenuta, ma poteva uscire la sera. Suonava la chitarra e tra una romanza ed una canzone si scopò pure le figlie del fattore.
Quindi è stato fortunato, l’avessero preso i nazisti e l’avessero mandato in un campo di sterminio gli sarebbe passata la nostalgia del fascismo ed io non sarei nemmeno nato.
Salvo se fosse stato uno dei pochi ad uscirne vivo.
Molti anni dopo andò in Scozia con la Juventus, viaggiò nell’aereo con i calciatori.
Fui io a spingere mio padre e mia madre ad approffittare dell’occasione perchè mio padre non era interessato al calcio ma, dato che ci raccontava spesso della sua prigionia in Scozia lo spinsi a cogliere l’occasione ad un prezzo ragionevole.
Ad Aberdeen finì sui giornali, incontrò i figli del fattore, ho delle foto da qualche parte che cercherò.
L’entusiamo con cui le figlie del fattore accolsero mio padre fece mangiare la foglia a mia madre. Riuscì a rintracciare la famiglia scozzese grazie ad una vecchietta del luogo perchè l’aeroporto non c’era più ed i riferimenti che aveva mio padre erano spariti.
Comunque fu una bella rimpatriata.
Detto questo mi domando come si possa essere nostalgici del fascismo con tutti i danni che ha provocato.
Quindi mio padre può mettersi l’ animo in pace, sono e sarò antifascista sempre.

Gente comune.


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E’ lui che ci osserva.
Camminando lungo la Martesana si incontra varia umanità. C’è il gruppo di pensionati che camminano e non si fermano nemmeno con 5° sotto zero, ci si saluta e si fa la conta di chi c’è , stato di salute e così via.
C’è la mamma con figlia ed il cane, ci vediamo da anni e qualche volta scambiamo qualche parola.
L’ultima volta che abbiamo parlato abbiamo toccato il tema immigrati.
Dice la figlia: noi abbiamo paura con tutti questi immigrati ti vengono in casa e ti violentano.
Vi hanno molestato? Siete state aggredite verbalmente o fisicamente?
No, ma se ne sentono troppe in giro.
Sono anni che venite al parco alle sei del mattino, con il buio ed avete paura?
Pensavo vi facesse piacere nel vedere tanti colori umani che corrono nel parco, che portano le bestiole.
Noi abbiamo paura perché questi ti violentano.
Se succedesse dovreste accendere un cero alla Madonna.
C’è l’abbronzato perenne che corre tutte le mattine per km, per me abita alle Maldive e viene qui tutte le mattine per correre lungo il naviglio.
C’è l’operatore ecologico che inneggia al duce, che maledice gli immigrati ma ogni volta che vede la ragazzina nera che porta a spasso il cane fa lo spiritoso ed attacca bottone.
Lei è una ragazza gentile, forse le fa piacere che un italiano le rivolga la parola, ma io l’ho avvisata: guarda che questo è un fascista, odia gli immigrati, ma ci prova conte perché sei carina.
Poi c’è la signora che ho incontrato vicino ai ponti della ferrovia.
Mi ferma e dice: lei viene da lì? Alludendo ai sottopassi dove, ogni tanto, dormono degli immigrati.
Si signora, è tutto ok.
Allora io non vado, ho paura di passare lì sotto con quelli lì.
Signora ci passo da anni e non è mai successo niente…
Si ma io ho paura.
Signora lei guarda troppa televisione è per questo che ha paura. Proprio perché  guarda tanta televisione dovrebbe sapere che dovrebbe avere paura quando è in casa, non quando è fuori in mezzo alla gente. Lo dicono le statistiche.
C’è la ragazza con i suoi due cani, carina, educata, sempre sorridente. Saluta appena ti vede ed ha gli occhi allegri, sempre positiva. Tra l’altro ha anche un’amica orientale con la quale parla l’inglese.
Abbiamo cominciato a salutarci d’inverno ed era come il sole, con il suo sorriso.
Quando è arrivata l’estate pensavo indossasse una tuta colorata, vista da lontano, invece avvicinandomi e scambiandoci i saluti ho realizzato che sono tatuaggi.
E’ tutta tatuata, ma ciò non ha tolto nulla alla sua gentilezza.
C’è l’amico, anziano, che un giorno ha avuto un problema al cuore e l’hanno ricoverato.
E’ uno capace di fare 30 km di corsa, una cosa fuori dal normale. Quando l’abbiamo rivisto l’abbiamo invitato a darsi una regolata, non correre così tanto, cammina come noi senza esagerare.
Adesso corre “solo” tre volte alla settimana, sino a Cernusco.
C’è quel signore anziano e gentile, l’ho visto più di una volta raccogliere carta buttata da altri e metterla nei cestini. E’ accompagnato da un badante indiano o pakistano che lo segue a vista.
Ci salutiamo sempre e ricordo ancora il giorno che ho incontrato il badante da solo, seguiva il suo uomo ad un centinaio di metri, e l’ho salutato.
Gli si è illuminato il viso, mi ha detto buon giorno tre volte e da allora è diventato un rito salutarci. Non siamo tutti carogne.
C’è quello che quando perde il Milan è incazzato con tutto il mondo e tutti lo prendono per il culo, ma non se ne accorge.
Votava Berlusconi, per via del Milan, e sono anni che non gliene va bene una.
Ci sono le cinesi che fanno quella ginnastica che sembra una danza con tanto di musica.
Il mondo è bello perché è vario e qualche volta la varietà viene a casa tua rendendola più bella.

3 giorni splendidi. Non ci crederete ma durante la cerimonia non abbiamo bevuto.


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Il matrimonio tra la spendida Maia Chiara Rossi e Davide Grigolato non era una supercazzola di Davide, è successo veramente.
Alcune conserazioni, sparse.
Appena arrivato a Londra mi è caduta la macchina fotografica, sono maniaco di foto, l’ho tenuta insieme con un elastico per capelli, ma non rispondeva ai comandi.
Non avevo ancora bevuto, nè io nè lei.
La prima cosa che ho chiesto a Davide: vengono gli amici?
Tranquillo, arrivano in ordine sparso.
Non erano tutti, ma erano tanti. Io li ho visti crescere, hanno fatto figli, sono diventati uomini e da oltre trent’anni aspetto che maturino senza fretta, appena finiscono la birra.
Cazzo, vai al matrimonio di tuo figlio e parli degli amici?
Si perchè parlo della nostra vita, del fatto che ho 70 anni e li conosco da tanto, mi hanno fatto divertire e la continuità di questa amicizia è una delle cose più belle che la vita possa offrire.
La cerimonia all’ Hackney Town Hall è stata divertente bella splendida sala consigliare in legno.
Mi chiedevano se fossi emozionato ed io rispondevo di no, ma Andrea Cremasco non naveva ancora parlato, perchè è lì che mi sono emozionato, non vedevo più niente ed ho dovuto asciugarmi gli occhi.
Colpo basso Andrea Cremasco il discorso sull’amicizia, il veloce riepilogo della vostra vita e ti sono grato del fatto che non hai raccontato quello che avete combinato altrimenti avremmo dovuto fermarci a Londra per una settimana. Le cazzate che avete fatto da ragazzini ad oggi basterebbero per una decina di film da surclassare la saga di Amici miei e di Rocky Balboa.
Ne ricordo solo una per far capire a chi non vi conosce che siete e chi era tua mamma, l’atmosfera in cui vivevamo noi genitori di questa banda di matti.
Andavate al liceo e tua mamma, l’ Adriana, telefonò direttamente al bar dove andavate a giocare al biliardo, che non era una materia di approfondimento ma la usavate per rallegrare ravvivare le noiose giornate di studio.
Andrea, c’è tua mamma al telefono.
Panico totale, sgamato in pieno. Ti avvicini agitato alla cornetta del telefono senza nemmeno il tempo di prepararti una scusa, pronto?
E’ l’ Adriana sfodera il genio, la battuta che è passata alla storia: Andrea, mentre torni prendi il pane ed il latte.
Lo so che in mezzo a voi sembro un coglione, la Mirè me lo dice da sempre, sin dalla prima partita che abbiamo visto insieme e mi ripeteva: ma perchè stai in mezzo ai ragazzi che dai solo fastidio?
Oggi vi dico il perchè. Perchè sto bene in mezzo a voi, perchè spariamo cazzate a raffica, ci facciamo una birra e ridiamo come matti.
In quei momenti non ho 70 anni ho la vosta età, forse anche meno.
 
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