Renzi, nel suo piccolo e con la sua presunzione, serve a qualcosa. Ha svegliato le mamme di Cosenza.


088befe76c8682e32ebc2509d1a45297-kKAF-U1030268080049AoB-568x320@LaStampa.itRenzi aveva promesso: se sarò nominato premier, eletto non poteva dirlo, visiterò una scuola alla settimana.
Forse è l’unica promessa che riuscirà a mantenere, anche se non me lo auguro per lui e per noi, ma se non altro si è reso utile perchè ha svegliato le mamme di Cosenza che ne hanno visto di tutti i colori ma hanno dovuto aspettare Renzi per accorgersi che i loro figli vivono nel degrado.
Non finirò mai di ringraziarlo, sia mai che sia la svolta definitiva per una coscienza civile che, per adesso, ha toccato le mamme ma si spera che nel futuro tocchi anche i padri ed i figli.
Protesta legittima, ci mancherebbe, ma non posso evitare di chiedermi organizzata da chi e come e perchè.
Sono zone, alludo al meridione in genere, dove hanno accolto di tutto e dove ad un pregiudicato hanno organizzato la festa ogni volta che ha messo un piede da Napoli in giù. Lo dico con dispiacere anche perchè non apprezzo la lega che discrimina e specula sul nostro meridione ogni volta che si presenta il caso, spesso se non si presenta se lo inventa, mettendo in risalto solo il marcio che c’è ovunque specialmente a Milano e nel mitico nord est dei referendum.
Prima di indire un referendum per staccarsi dall’Italia dovrebbero staccarsi da proprio cervello e dalle proprie deviazioni, non ci sarebbe nemmeno bisogno di un referendum.
Comunque la notizia mi ha infastidito. Purtroppo conferma quello che penso da sempre, siamo un popolo di coglioni e quando un governo, qualsiasi, mette un ticket sulla sanità siamo solo capaci di lamentarci con il farmacista che fa solo il suo dovere applicandolo.
Questo abbiamo e questo meritiamo perchè la maggioranza è questa: protesta solo quando qualcuno stimola, insomma siamo un popolo che per la maggioranza delle volte protesta in conto terzi.
Una volta è l’uno, una volta è l’altro, ma la protesta è sempre in conto terzi.
Non penso che il degrado delle scuole di Cosenza sia colpa di Renzi. Personalmente penso che Renzi abbia fatto dei casini ed altri ne farà ma lasciamo stare il degrado delle scuole di Cosenza, le mamme si devono rivolgere altrove.
Se hanno abboccato è l’amo sbagliato, magari sono stete spinte alla protesta proprio da chi ha causato il degrado.
Ad ogni modo benvenute, non aspettavo altro che rialzassero la testa.

Da anni scrivo che la protesta sarebbe esposa pericolosamente in quanto dominata dalla pancia e non dagli ideali. Ciò non toglie che le ragioni ci siano.


Primi_corteiHo vissuto gli anni della contestazione, tutti dal 1968 al 1977, ricordo perfettamente le battaglie metropolitane e non tra dimostranti e polizia ma ricordo pure che c’era un progetto, un obiettivo, sapevamo chi erano i nemici.
Preciso che tutto ciò dal nostro punto di vista, ovviamente.
Ad ogni modo la nostra era una battaglia ideale contro la borghesia, parassita, ed il capitalismo che non era ancora globale ma sfruttava i lavoratori come e più di adesso.
Abbiamo fatto delle conquiste ed abbiamo subito sconfitte e per tutti questi decenni mi sono posto una domanda alla quale non ho ancora risposta: se gli sfruttati sono più degli sfruttatori, i poveri più dei ricchi, come mai non siamo mai diventati vera maggioranza nelle gabine elettorali?
Perchè lo sfruttato vota per gli sfruttatori per paura di perdere le briciole che gli consentono la sopravvivenza, la lotta la lascia fare agli altri, ai sindacalizzati.
I sindacati sono attaccati da sempre, messi in cattiva luce, ed è ovvio che in mezzo a migliaia di problemi ci sia sempre un cavillo per il quale il proletario si senta in diritto di criticare senza tenere in considerazione le conquiste ottenute.
Non ho mai visto nessuno, di quelli assenti dalla lotta, rinunciare ad una conquista del sindacato. Dal diritto alla maternità quando le donne hanno smesso di fasciarsi la pancia per non essere licenziate alla giusta causa per il licenziamento da rappresaglia.
Sia chiaro per tutti che il dipendente disonesto, fannullone, parassita si è sempre potuto licenziare ma non l’hanno fatto perchè faceva comodo ai padroni per attaccare i lavoratori. Con qualche parassita in fabbrica veniva più facile attaccare i lavoratori, i diritti.
Ma quelli erano gli anni dell’ideologia, noi aspiravamo al sol dell’avvenire ed eravamo anche disposti a rinunciare qualcosa dei nostri “privilegi” purchè andasse nell’interesse della massa proletaria non protetta.
Concetti superati, obsoleti, come la solidarità tra lavoratori, precari e senza diritti.
L’impressione mia, potrei sbagliarmi ma ho il diritto di opinione, è che la rivolta, la protesta, la ribellione, non diventeranno mai rivoluzione finchè sarà affidata alla pancia e  non alla ragione, all’ideale.
La ribellione affidata alla pancia è ad alto rischio di populismo utile solo a preparare la strada ad un regime. Aggiungo che siamo in una situazione nella quale non possiamo nemmeno scegliere il colore del regime prossimo futuro nel senso che quando il manifestante dice di non essere di destra e nemmeno di sinistra è automatico, da sempre come insegna la storia, che il regime sarà di destra.
Tutti hanno le loro ragioni, se li ascolti uno per uno ti viene spontaneo dargli ragione, ma se non conosci la storia del manifestante e consideri che è senza ideali capisci che di sociale, di solidarietà di classe, questa rivolata non ha niente farà solo gli interessi del sistema di potere camaleontico che, prima ricula sotto ai colpi della rivolta, poi ne prende la guida e la porta dove vuole.
Persino Brunetta cavalca l’onda come Berlusconi e Grillo.
Le rivolte andrebbero preparate a freddo, con un progetto, un obiettivo, cercando consensi tra chi vorrebbe farla. Il resto è terrorismo ideologico, come fu quello di destra o di sinistra. La rivolta dovrebbe essere in primis culturale se invece l’affidiamo alla pancia si spegnerà appena avranno, avremo, un piatto di pasta.
Dopo un ventennio di dominio culturale che ha distrutto, direi mimetizzato la destra e distrutto la sinistra, non ci va più bene niente ed a prima vista hanno pure ragione. Ragionando a caldo nessuno della classe dirigente o politica è difendibile e questo perchè abbiamo “sposato” in toto il capitalismo dimenticando, calpestando la Costituzione ed i suoi principi.
Tutto ciò prepara la strada alla destra. Il disfattismo nel quale sguazziamo dove tutti sono disonesti, io escluso, ci porta al tanto peggio tanto meglio, al diffidare del vicino, del compagno di strada ed alla speranza di risolvere i problemi individuali e non della massa.
Molti, troppi, soffiano sul fuoco e la prossima marcia su Roma sarà peggiore della precedente perchè mentre la prima era guidata dai fascisti, che ovviamente non apprezzo tutt’altro, questa è affidata alla pancia e non alla ragione seppure sbagliata, sconfitta dalla storia.
Di impresentabile, tra quelli che dovrebbero “andare a casa” non c’è solo la casta politica c’è la classe dirigente italiana, la Confindustria, la mafia, la camorra, l’ndrangheta e buona parte degli italiani che hanno sostenuto questo sistema per decenni e decenni senza rendersi conto che mentre il pregiudicato è diventato sempre più ricco noi siamo diventati più poveri.
Inutile prendersela con L’Europa, che ha i suoi limiti e deve migliorare molto, con l’euro perchè come ha detto Rampini la mafia, la camorra, l’ndrangheta ed una amministrazione corrotta l’abbiamo da un centinaio d’anni prima che arrivasse l’Europa unita.
Anche gli italiani li abbiamo da prima, quelli che hanno votato e sostenuto questa situazione, purtroppo tedeschi, inglesi, francesi o chi per esso non votano al nostro posto ed i farabutti li abbiamo votati noi.
Credevo nell’Europa unita perchè speravo che l’etica del nord Europa ci avrebbe aiutato nel combattere l’etica brancaleonistica che ci contraddistingue da centinaia di anni.
Ci credo ancora perchè se uscissimo dall’Europa saremmo in balia di mafia, camorra, ‘ndrangheta, un’amministrazione corrotta ed un popolo al quale è sempre andato tutto bene, anche il fascismo, pur di avere una scodella di farina e qualche orticello da coltivare.
Se il potere molla qualche euro alle lobbies, ai rivoltosi dominati dalla pancia, la rivolta si spegne e non diventerà mai una RIVOLUZIONE perchè la rivoluzione è di idee  non di pancia.
Sono vecchio, superato, nostalgico e chiudo con la lettera del Che alle sue figlie, il suo testamento.

«Ai miei bambini

Cari Hildita, Aleidita, Camilo, Celia ed Ernesto

Se mai leggerete questa lettera, sarà perché non sono più con voi. Non vi ricorderete quasi più di me, e i più piccoli non mi ricorderanno affatto.

Vostro padre è stato un uomo che si è comportato secondo il suo credo, ed è stato pienamente fedele alle sue convinzioni.

Crescete da bravi rivoluzionari. Studiate tanto e imparate a usare la tecnologia, che ci permette di dominare la natura. Ricordatevi che la rivoluzione è quello che conta, e che ognuno di noi, da solo, non conta niente.

Ma più di ogni cosa, imparate a sentire profondamente tutte le ingiustizie compiute contro chiunque, in qualunque posto al mondo. Questa è la qualità più importante di un rivoluzionario.

Per sempre, bambini miei. Spero comunque di rivedervi.

Un grosso bacio e un grande abbraccio,

Papà
P.S. la foto l’ho messa in onore ai ragazzi della Sapienza. Oggi come ieri.

 

Se l’informazione si limita a segnalare la “violenza”, gli scontri tra manifestanti e polizia senza spiegarne le ragioni fa solo un servizio al sistema.


imagesDa sempre il popolino  è infastidito per scioperi o manifestazioni che non lo toccassero direttamente, quante volte abbiamo sentito lamentele sui disagi di uno sciopero al grido di: io devo andare a lavorare ed i mezzi non vanno.
Ognuno pensa ai fatti suoi e non guarda oltre al metro davanti a se.
L’informazione ci sguazza, vengono messi in risalto gli scontri, enfatizzati, coltivando lo sdegno di chi osserva senza sapere, conoscere, toccare le motivazioni.
Si mette a fuoco, eufemismo, il cassonetto bruciato e non le ragioni che hanno spinto alla protesta migliaia di studenti, lavoratori, disoccupati, famiglie che hanno perso la casa.
Se non fosse per il fatto che, ogni tanto, nelle foto che riprendono gli scontri tra forse dell'”ordine” e manifestanti si intravvede uno striscione con la sintesi della protesta non sapremmo mai perchè e percome sono scesi in piazza.
Siamo scesi in piazza.
Se solo le forze dell’ordine conoscessero le ragioni dei manifestanti non escludo che manifesterebbero pure loro, certamente hanno dei familiari, parenti, amici che sono toccati dai temi che portano alla contestazione.
Per capire si attenderà la rivolta anche se è ancora presto, per la rivolta. La strategia del sistema per contenere la “pace sociale” è astuta e divide il popolino in fasce protette, o comunque non comunicanti, utili a fare da scudo alla borghesia parassita che ci ha ridotti in queste condizioni.
15% di dis0ccupati, 25% di precari, 25% di poveri presi dalla sopravvivenza
, 25% di occupati fanno da scudo e filtro al 10% di italiani che detengono il 47%, ed oltre, della ricchezza nazionale.
Nella scuola privata vicino a casa mia, che ha delle rette più alte dello stipendio di un precario, si parla solo di feste e di dove si andrà nel prossimo ponte e quando c’è uno sciopero che intralcia il loro muoversi con il Suv partono subito le lamentele, si indignano, tanto loro il problema della casa non l’avranno mai. Sono coperti e per la solidarietà con il povero bastano gli sms o la messa della domenica.
Hanno scelto la scuola privata, sostenuta dalle nostre tasse, per non avere problemi di sciopero. Le suore non scioperano ed una di quasi 80 anni può guardare 40 bambini senza che nessuno faccia una piega. Ma solo per un’ora, poco più. Se succedesse in una scuola pubblica sarebbe uno scandalo.
Negli ultimi anni la fascia di povertà si è ampliata, ha toccato anche quello che una volta era il “ceto medio” basti pensare ai bancari e non solo loro.
Ma finchè si saranno le fasce protettive, create ad arte, eliminando la lotta di classe che univa tutto o quasi il proletariato in genere, almeno quello illuminato, avranno la partita in pugno, è come se partissero con due rigori in favore.
L’importante è che si suoni la grancassa sugli scontri, sul cassonetto che brucia, sulla vetrina infranta e non si faccia sapere al cittadino medio e teledipendente le ragioni della protesta.
Un manifesto degli studenti diceva: Scuola pubblica fa paura come tutta la cultura.
E’ la sintesi che spiega la ragione per cui l’informazione non informa, indica il dito e non la luna.
Parliamo tanto degli scontri ma, attenti, a non spiegare le ragioni.
Dobbiamo affidarci al passaparola.
I sindacati sono più presi ad organizzare il servizio d’ordine che a far conoscere le motivazioni dello scipero, della manifestazione.
Il loro orgoglio è poter dire, dopo: avete visto quanto siamo stati bravi? Non abbiamo rotto nessuna vetrina di una banca, solo un po’ di spray.

Tra i 196 parlamentari del Pdl che hanno invaso il tribunale di Milano in 38 hanno rischiato grosso. 34 indagati e 4 pregiudicati, ma rischiamo ancora di più noi se aspettiamo che il Pd difenda le istituzioni.


PROTESTA E MARCIA DEL PARLAMENTARI DEL PDL AL TRIBUNALE DI MILANOSe dobbiamo aspettarci di tutto manca solo una mega manifestazione della malavita organizzata, camorra, ‘ndrangheta e mafia, contro il 41 bis con dichiarazioni alla stampa in cui confermano: è vero, abbiamo rubato ed ucciso ma ci siamo confessati ed abbiamo fatto pure la comunione.
Quello che è successo ieri nel Palazzo di Giustizia di Milano è di una gravità inaudita ed è ancora più grave che il Pd non abbia preso una posizione chiara e netta che condanni la sceneggiata.
E’ un attentato alla Costituzione ed alla democrazia pretendere di sospendere i processi a caico del piduista è un colpo di stato al diritto, all’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge.
Chissà che avranno pensato Falcone e Borsellino mentre guardavano dall’alto l’indegna gazzarra messa in scena dai 196 parlamentari del Pdl compresi i 34 indagati ed 4 pregiudicati.
Sono morti inutilmente come sono morti inutilmente le migliaia di Partigiani che hanno dato la vita per garantire la Democrazia ad un Paese che non sa cosa farne dato che cerca, sempre  e comunque, un uomo forte che decida e pensi per lui.
L’Unità di oggi titola: La marcia eversiva del Pdl.  Non si capisce se è una notizia per i lettori o un avviso per Bersani che preso dal confronto con Grillo non si accorge che degli attacchi concentrici contro la democrazia e la rappresentanza parlamentare.
In questo gioco al massacro di interessi particolari passa in secondo piano l’attacco alla Repubblica democratica ed ai pilastri che la sostengono, la separazione dei poteri.

La separazione (o divisione) dei poteri è uno dei principi fondamentali dello stato di diritto. Consiste nell’individuazione di tre funzioni pubblichelegislazione, amministrazione e giurisdizione – e nell’attribuzione delle stesse a tre distinti poteri dello stato, intesi come organi o complessi di organi dello Stato indipendenti dagli altri poteri: il potere legislativo, il potere esecutivo e il potere giudiziario (gli stessi termini vengono usati anche per indicare la funzione a ciascuno attribuita).

In particolare nelle moderne democrazie:

  • la funzione legislativa è attribuita al parlamento, nonché eventualmente ai parlamenti degli stati federati o agli analoghi organi di altri enti territoriali dotati di autonomia legislativa, che costituiscono il potere legislativo;

  • la funzione amministrativa è attribuita agli organi che compongono il governo e, alle dipendenze di questo, la pubblica amministrazione, i quali costituiscono il potere esecutivo;

  • la funzione giurisdizionale è attribuita ai giudici, che costituiscono il potere giudiziario.

E’ evidente che l’attacco ai cardini della Costituzione è concentrico.  L’attacco all’autonomia del parlamentare eletto, il quale dovrebbe rispondere del suo operato esclusivamente agli elettori, da parte del M5S è destabilizzante e toglie l’autonomia ai rappresentanti e li fa diventare esecutori di ordini caduti, o imposti, dall’alto. In ogni caso dall’esterno del Parlamento.
A questo si aggiunge l’attacco al potere giudiziario da parte del Pdl che la spudoratezza di chiedere la sospensione dei processi a carico del piduista corruttore di senatori e deputati oltre che di testimoni e giudici.
Un attacco concentrico alla Democrazia ed alla nostra Costituzione del quale si rende complice anche il Pd, il silenzio assordante nel quale è stata accolta la gazzarra di ieri è un segnale di complicità, di incapacità, di debolezza e di confusione strategica che ci mette in pericolo tutti.
Spero che Bersani e tutto il Pd leggano l’Unità e si rendano conto di quello che è successo ieri perchè se la parte cattolica del Pd legge ancora L’Avvenire, come temo, leggerebbero solo questo: Ultime ore poi l’extra omnes
La prima “fumata” già domani sera.

 

Io penso che nel Pd la prima fumata l’abbiano fatta già da tempo, è da parecchio che si sono fumati il cervello.

La sfida di Berlusconi a Napolitano
“Stop ai processi o sarà il caos”

E’ tollerabile tutto questo?
Uno vale uno, ma io sono io e voi non siete un cazzo.

Donato alla città di Milano il monumento dedicato a Roberto Franceschi. Il bocconiano al servizio dei lavoratori, l’esatto contrario di Monti, vittima della polizia che sparava, o spara, ad altezza d’uomo.


indexDi famiglia borghese ed antifascista Roberto era uno studente della Bocconi con ottimi risultati e sin dai tempi del liceo aveva aderito al Movimento studentesco.
Erano i tempi in cui il capitalismo si dedicava alla produzione per muovere l’economia, più tardi si dedicò alla speculazione, e Roberto ebbe la geniale idea di far partecipare i lavoratori, motore dell’economia, alle assemblee studentesche dato che ne erano coinvolti direttamente.
Ovviamente l’idea non piacque al rettore che, dopo aver autorizzato diverse assemblee aperte, decise di dare un taglio al connubio tra produzione ed economia, l’unione tra studenti e lavoratori diventava un pericolo come sempre quando la mente collabora con il braccio.
Roberto aveva 21 anni ma idee forti e precise che riporto dal sito della Fondazione Roberto Franceschi:
Dopo la maturità, conseguita con il massimo dei voti, si iscrive alla facoltà di Economia politica presso l’Università “Luigi Bocconi” facendosi subito notare per la vastità del sapere, per la serietà e l’impegno non solo in campo culturale ma anche in quello sociale e politico. All’Università Bocconi è uno dei leader del movimento studentesco che cerca di arginare l’insorgere di quella mentalità che voleva l’attività politica prioritaria rispetto all’impegno culturale e la ricerca della via facile nello studio, convinto che l’essere dalla parte degli sfruttati significa mettere a loro disposizione il meglio della ricerca scientifica.

Convinto che essere dalla parte degli sfruttati significa mettere a loro disposizione il meglio della ricerca scientifica.
Si deve avere un Dna predisposto, una intelligenza superiore, ma l’ Università Bocconi non produce solo tipi alla Monti votati alla finanza parassita ed alle banche, ma anche altissime figure etiche e morali che anche a 21 anni possono essere d’esempio ed insegnare agli adulti.
Dice la cronaca, io dico la Storia:

La sera del 23 gennaio 1973 era in programma un’assemblea del Movimento Studentesco presso l’Università Bocconi. Assemblee di questo tipo erano state fino ad allora autorizzate normalmente e non avevano mai dato adito a nessun incidente e, nel caso specifico, si trattava dell’aggiornamento di una assemblea già iniziata alcuni giorni prima; ma l’allora Rettore dell’Università quella sera ordinò che potessero accedere solo studenti della Bocconi con il libretto universitario di riconoscimento, escludendo lavoratori o studenti di altre scuole o università. Ciò significava vietare l’assemblea e il Rettore informò la polizia, che intervenne, con un reparto della celere, intenzionata a far rispettare il divieto con la forza.
Fonte: Fondazione Roberto Franceschi Onlus.

Ne nacque un breve scontro con gli studenti e i lavoratori e, mentre questi si allontanavano, poliziotti e funzionari spararono vari colpi d’arma da fuoco ad altezza d’uomo.
Lo studente Roberto Franceschi fu raggiunto al capo, l’operaio Roberto Piacentini alla schiena. Entrambi caddero colpiti alle spalle.
Come a Reggio Emilia il 7 luglio del 1960.
Per anni l’ informazione  di regime capitalista ci ha raccontato che la polizia sparava in aria per dispergere i manifestanti, come disse dario Fo erano loro che saltavano in aria per essere colpiti.
Ieri la Fondazione Roberto Franceschi ha donato alla Città di Milano il monumento commissionato dal Movimento Studentesco in memoria di Roberto.
L’opera, un enorme maglio d’acciaio commissionato dal Movimento Studentesco, nacque da un confronto tra diversi artisti, coordinati dal designer Enzo Mari, e venne posto sul luogo dell’uccisione nel 1977.
Molto interessante, per chi è un sincero democratico, leggere interviste e storia di Roberto Franceschi in questo link, da aprire con adobe.
Per non dimenticare. Destra e sinistra esistono ancora, eccome se esistono.

Non ci sono stati scontri, sarebbe stata l’occasione giusta per informare sulle ragioni dei manifestanti, ma l’informazione di regime non lo fa. Speravano negli scontri per specularci sopra. Ci sono due fantasmi, oggi, nell’informazione italiana.


Il primo fantasma è la Giornata contro la violenza delle donne, ne scrivono solo la Stampa ed il Corriere.
Il secondo fantasma, in realtà sono tre e sono le manifestazioni di ieri a Roma.
Per l’informazione di regime sarebbe stata l’occasione di spiegare come e perchè studenti, lavoratori e precari hanno manifestato ieri a Roma. Aggiungendo magari anche le ragioni della Cgil.
Sulla terza manifestazione avrebbero potuto dirci che, ancora una volta, la destra fascista ha potuto manifestare a Roma, per la gioia di Alemanno il sindaco fascista che la maggioranza dei romani ha voluto in Campidoglio.
C’è da dire che i neofascisti romani sono stati molto attenti a non scandire slogan fascisti per non compromettere la manifestazione tanto, nel 2012, hanno comunque a disposizione 365 per darci dentro con slogan e bastoni.
Ma sono le ragioni della scuola pubblica, della Cgil, che mancano dall’informazione di oggi ed ho la netta impressione che l’informazione di regime sappia intingere la penna solo ed esclusivamente nel sangue o nei tafferugli il più delle volte preparati ad arte per distogliere l’attenzione dai veri problemi dei giovani, del popolo, dei lavoratori.
Purtroppo, per loro, è mancato il morto, sarebbe stato il massimo ve li immaginate i titoloni a quattro colonne?
Oppure i feriti, nessuno dei maggiori quotidiani ci avrebbe risparmiato il pistolotto sul povero agente ferito e contro la violenza dei manifestanti. Avrebbero scomodato le penne migliori, i cavalli di razza, i fuoriclasse del qualunquismo informativo.
Invece no, sulle donne non ne vale la pena, sono fatti loro. Così imparano a pretendere rispetto, uguaglianza e dignità ed a considerare come altissima prova d’amore un cazzotto sul naso o qualche coltellata dettata da un impeto d’amore.
Penso che Monti gradirà l’offerta dell’informazione di regime, il gioco di prestigio che ha fatto scomparire dalla prime pagine di tutti, o quasi, i giornali il resoconto delle manifestazioni di ieri e le loro domande, le accuse al suo governo.
Se uno ieri fosse stato impegnato oggi non saprebbe perchè ieri a Roma migliaia di giovani e di lavoratori hanno manifestato e se per caso leggesse un trafiletto inerente alla manifestazione degli studenti commenterebbe: questi cazzi di studenti pur di perdere un giorno di scuola se ne inventano una alla settimana.
Ma pensassero a studiare invece di fare ironia e fanculeggiare la scuola ed i professori. Anche il governo.
Bene, è quello che vorrebbero fare ma gli viene impedito da un governo molto attento alle banche e distratto con scuola, sanità, lavoro e servizi.
Dicono che Monti ci ha portati in salvo adesso resta da capire chi si è salvato e chi no, studenti,precari, pensionati, lavoratori certamente non sono salvi.
Ma non pretendete che i giornali ci informino, tutto è filato liscio, le manifestazioni sono andate bene.
Domanda: le manifestazioni di che?

Renzi non crede ad un Partito Comunista Italiano.2, non è il solo, ma il problema è un altro. Il capitalismo non ha nessun punto di aggiornamento, usa sempre la prima release. Che sia speculazione o produzione rende sempre.


I partiti comunisti le hanno sbagliate tutte o quasi, d’altronde ha poco più di 100 anni e sul piano ideoligico è ancora neonato, figuriamoci sul piano pratico, non si può pretendere di mandarlo subito alle elementari.
Però qualcosa ci ha insegnato, combattere lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, dare una dignità umana ai poveri e gli oppressi, insieme a strumenti di lotta per liberarsi dal giogo della schiavitù.
Alcuni fondamentali, alcune analisi sono più attuali che mai e non dimentichiamo che il capitalismo ha più esperienza, il potere ed una schiera di difensori divisi in classi che lo protegge per bene.
E’ furo di dubbio che esistono dei bravi capitalisti, onesti, corretti e democratici e per fortuna mia ne ho incontrati alcuni durante la mia vita lavorativa. Ci siamo combattuti ma rispettati.
Quello che non esiste di sicuro è il capitalismo buono, quello nonl’hanno ancora inventato.
Se proprio vogliamo fare un distinguo potremmo dire che il capitalismo produttivo, che sfrutta l’uomo o la donna in catena, è quello buono quello cattivo è il capitalismo finanziario, speculatore e parassita che non sfrutta più l’uomo, magari per 10/14 ore al giorno e sottopagato, ma sfrutta direttamente gli Stati ammazzando l’welfare,  sanità, scuola, diritti e nel caso nostro la Costituzione.
Nel punto dove dice: ognuno deve dare in base alle proprie capacità. Insomma chi guadagna di più dovrebbe aiutare lo Stato, noi, più degli altri.
Ma il capitalismo, oltre alle varie classi che lo protegge, ha pure i commercialisti che studiano le pieghe e le storture della legge per fare in modo che paghino sempre meno, altrimenti non si spiegherebbe perchè il 10% degli italiani che possiede il 50% della ricchezza nazionale non paghi anche il 50% delle imposte che tutti dovremmo allo Stato. Noi.
In prima fila tra i contribuenti ci troviamo i lavoratori, pensionati, piccoli imprenditori ed artigiani ed è da questi che arriva l’87,1% del totale, se ne deduce che il famoso 10% di italiani, forse poco più, paga il 12,9% che rimane in cassa.
Secondo me qualcosa non quadra, non gira per il verso giusto ed equo.
Perchè ho scritto che le classi create dal capitalismo proteggono i capitalisti?
I nobili francesi avevano i soldati per difendersi ma ad un certo punto il popolo ha tagliato loro la testa ed hanno smesso di mangiare brioche, i capitalisti hanno le classi che le difendono.
Chi guadagna, per farla breve, 35.000 euro all’anno in su ha tutto l’interesse a mantenere il capitalismo a meno che il famoso ceto medio che fa da cuscinetto con i grandi capitalisti non arrivi alla soglia della povertà. IN questo caso il problema interesserebbe anche a loro.
Non è il padrone che ti opprime è il suo manager, il politico che lavora per lui, il capo che ti taglia gli straordinari.
Se hai un contatto diretto con il padrone automaticamente il rapporto diventa più umano, ti ascolta, puoi arrivare ad un compromesso se non all’amicizia. Certamente al rispettto.
Con le multinazionali non si può, con le banche non si può, con il potere politico che si appoggia ed appoggia il capitalismo come Monti e tanti altri da destra e da sinistra, non puoi fare nessuna contrattazione, sono tutti contro e da quella parte.
Ecco perchè non mi piace Renzi, non perchè non ha nostalgia del Pci, ma perchè lui è convinto che un altro sistema non sia possibile perchè i partiti comunisti hanno sbagliato e non meritano un’altra possibilità partendo proprio dagli errori che tutti conosciamo.
Renzi non ci crede ma il sud America si, mi pare che vadano meglio loro.
Se dovessimo considerare tutti gli errori e gli orrori che ha partorito il capitalismo avremmo fatto la rivoluzione da un pezzo ed in tutto il mondo, senza aspettare nessun esempio.
Se la rivoluzione francese ha cancellato la nobiltà parassita e nullafacente ci vorrebbe una rivoluzione.2 che cancelli la nuova nobiltà globale rappresentata dai capitalisti, quelli delle nbanche e delle multinazionali.
L’alternativa è andare avanti di mezzo secolo alla volta facendo un passo in avanti e due indietro sul piano dell’uguaglianza, dell’equità e della dignità umana.
Adesso hanno paura, alludo al governo dei tecnici al servizio delle banche e dei parassiti, che la protesta sia solo all’inizio, che la pace sociale si allontanbi sempre di più e diventi un pericolo per la classe dirigente.
Io non aspetto altro, se ti mettono mun cappio al collo dovrà pur esserci una reazione.
Ognuno faccia la sua scelta, non mi piacciono i sondaggi e le proiezioni, il risultato lo vedremo dopo, ci vorranno magari anni, ma io resto dell’idea che se non risolviamo il problema del capitalismo, dell’evasione e delle mafie non ne verremo mai a capo.
Poi fate voi, è la maggioranza che decide in democrazia.

Da oltre mezzo secolo la Polizia di Stato manganella i manifestanti. Tutti, dico tutti, i ministri degli interni che si sono succeduti hanno sempre giustificato e protetto una Polizia, di fatto, fascista. I famigerati celerini come gli squadristi del duce, senza cervello si affidano al manganello.


Non hanno ancora capito che le bugie, le fandonie di Stato non funzionano più. Oggi ci sono telefonini con telecamera non solo macchine fotografiche ed i manifestanti possono documentare tutto, metterlo nel web in modo che tutti vidano, si rendano conto, che i celerini sono sempre gli stessi addrestrati a manganellare gli inermi.
Passate le prime 24 ore di propaganda di regime sui giornali o sul web, facinorosi, provocatori, infiltrati e quant’altro, si cominciano a vedere le prime testimonianze reali di quello che è successo e qualche giornale è costretto a prendere le distanze, documentare altrimenti il loro lavoro diventa inutile, una farsa.
Ogni anno, in occasione del 25 Aprile, ci aspettiamo che succeda qualcosa e non perchè manifestano con noi i gruppi sociali ma perchè ci aspettiamo sempre che la polizia isoli i più rumorosi per creare il caso, bastonarli per bene e poi venirci a raccontare che erano violenti. E’ vero, diventano violenti, quasi sempre per reazione. Anche un padre di famiglia diventa violento se lo manganelli sulla testa.
Ogni anno vado nei bastioni di Porta Venezia e, grazie al mio aspetto di pensionato al di sopra di ogni sospetto, cammino con l’aria svagata in mezzo ai poliziotti in divisa, quelli che si notano subito. Quelli che invece si notano meno sono i capi in borghese o, io le chiamo così, le squadre speciali, quelli scelti, i migliori del cesto, che sono in borghese pronti ad inserirsi nel corteo non so se per fare confusione o provocazione.
Ho il forte dubbio che sia successo anche a Genova altrimenti non mi spiego perchè invece di bastonare i black blok hanno bastonato ragazzi inermi e famiglie.
Quasi che tra di loro ci fosse una intesa. Io non ho le prove ho solo dei forti dubbi che mi durano da oltre 40 anni.
Il brutto in questa situazione è che chi si informa sui giornali o con le televisioni finiscono per giustificare uno Stato di Polizia fascista in nome della quiete.
Non si rendono conto che le vittime di questa situazione sono i loro fratelli, figli, nipoti, semplicemente persone che reclamano i loro diritti e ne hanno tutte le ragioni.
Non possimao pensare che milioni di studenti italiani aspettino di essere invitati da Vespa per esporre, educatamente, le loro lamentele al solito ministro di turno che li piglia per il culo.
Devono scendere in piazza, dobbiamo scendere in piazza.
La Cancellieri, attuale ministro uguale agli altri, ha detto: le foto facciamole vedere tutte, anche quelle del poliziotto ferito.
E’ quello che noi chiediamo dal 1950, personalmente lo chiedo dal 1972, ne avremmo solo da guadagnare sul piano dei fatti, della realtà, della storia e della propaganda.
Pochissime sono le foto delle cariche di quegli anni, bastonavano anche i fotografi, ed è grazie alla tecnologia moderna che oggi possiamo documentarci, vedere in diretta i lanci di lacrimogini e le bastonate su  su ragazzi in fuga o inermi.
Picchiare in due o tre un ragazzo a terra, bloccandogli i polsi con i loro scarponi d’assalto è da polizia fascista non da Stato democratico.
C’è da dire che l’unico luogo dove è stata raggiunta la parità dei sessi sono le manifestazioni di protesta e debbo riconoscere che i celerini non sono maschilisti bastonano tutti indistintamente maschi o femmine che siano.
Se non è parità questa, direi che è una avanguardia della democrazia, del manganello.
A questa gente, ai celerini, figli di proletari come li ha definiti Pasolini ai tempi che erano aggrediti dai figli dei borghesi in quanto studenti, hanno tolto le stellette e se avessero un minimo di cervello potrebbero rifiutarsi di eseguire ordini impartiti da qualche gerarca rimasto al ventennio. A meno che non siano fascisti anche loro, non vengano scelti proprio per questo.
C’è da dire che qualunque governo ci sia al comando, intendo di destra o di sinistra, la streategia, gli ordini ed il modo di intervenire è sempre lo stesso: prima bastona, spacca le teste e poi si ragiona.
Sotto a questo aspetto sono super partes.
Oggi non c’è più il servizio d’ordine che avevano i partiti una volta, eufemismo perchè l’aveva solo il Pci, che controllava chiunque volesse infiltrarsi per fare casino, provocare ed è facilissimo per la polizia in borghese infiltrarsi, disperdere, isolare alcune parti del corteo per poi scatenarsi con i loro manganelli o i lacrimogeni.
Quando subivo qualche ferita per farci coraggio ci ridavamo su, è tutta esperienza che entra nella carne e quando sono stato agredito dai camerati, rischiando di perdere l’unico occhio sano che ho, mi sono rifiutato di andare a denunciare il fatto dai Carabinieri, ho voluto andare dalla Polizia.
Mi fidavo, mi fido, più di loro che dei Carabinieri ed il motivo c’è. I carabinieri sono militari, hanno le stellette.
Ma la Polizia di Stato è una cosa i celerini sono un’altra. Sono reparti speciali, in tutti i sensi, hanno subito il lavaggio del cervello e sono stati addestrati al manganello, non ragionano, non si fanno domande altrimenti come ha detto provocatoriamente Grillo, sarebbero dall’altra parte come hanno fatto in Spagna.
Non è la prima volta che penso che siano dalla parte sbagliata, anche quando Pasolini li ha definiti proletari ci siamo chiesti come mai erano dall’altra parte, quindi niente di nuovo.
Vorrei dire a questi giovani che manifestano che li ammiro, avete tutti i diritti di manifestare, abbiamo tutti i diritti di scendere in piazza e di andare sotto ai palazzi del potere, è la democrazia, ma organizzatevi bene, imparate le strategie e come muovervi, imparate le ritirate strategiche e documentate tutto.
E’ l’unico modo per testimoniare che oggi come allora sempre di regime si tratta.

Lacrimogeni dal ministero
Interrogazione Pd: aprire indagine
Ieri la Cancellieri, che evidentemente non è mai andata in piazza a manifestare pur avendo 5 anni più di me, ha difeso i poliziotti oggi, dopo averli ripresi con le mani nel sacco ragiona così:

Sciopero europeo, scontri a Roma, Cancellieri: “Punirò i poliziotti violenti”
Non so dove vuole arrivare, forse ad insabbiare come sempre.
La foto è in bianco e nero, la situazione è la stessa, come se mezzo secolo non fosse passato.

 

I violenti contro lo sciopero, titola l’Unità di oggi. A Genova dissero che i black bloc seminarono violenza ma la polizia bastonò, a sangue, ragazzi inermi, famiglie. Preparano il terreno per tornare al 7 luglio 1960, il Tambroni di turno darà la libertà di aprire il fuoco alla polizia. Cercano lo scontro.


Le provocazioni del governo tecnico sono nelle prime pagine di tutti i giornali, tutti i giorni festivi compresi. Eppure nessun giornalista si è azzardato a scrivere, denunciare, che da parte del governo e del sistema è in atto un terrorismo di Stato contro i giovani e la povera gente, i lavoratori disoccupati.
Il problema è qualche ragazzo sanguinante per le bastonate che spacca una vetrina o lancia dei sassi contro la Polizia.
Per capire cosa stà diventando l’Italia non ci vuole uno storico, uno scienziato, uno studioso, basta confrontare la prima pagina dell’Unità do oggi con quella dell’8 luglio 1960.
Mi auguro di sbagliare ma la strategia in atto, per come la vedo io, è di farci tornare a quei tempi, quando Tambroni a capo di un governo con l’appoggio esterno dei fascisti diede la libertà di aprire il fuoco, come fossimo stati in guerra, alla polizia. Che non aspettava altro.
Ci furono 5 morti e fu un boomerang per il potere, la repressione divenne rivoluzione.
Adesso ci vanno cauti, ovunque, in Spagna hanno imposto un blocco delle comunicazioni per impedire ai manifestanti di comunicare tra di loro, ma i telefonini riprendono tutto e devono andarci cauti perchè i documenti visivi serviranno nei processi se e quando ci saranno.
Abbiamo visto a Genova cosa è successo, condanne marginali ed assoluzioni mirate.
Ammesso che ci sia qualche testa calda, i violenti come titola l’Unità, cosa si aspettano dagli studenti, dai disoccupati, dagli esodati, dagli sfrattati, che si limitino a guardare le trasmissioni televisive nella speranza di essere invitati per spiegare le loro ragioni con a domanda risponde nei tempi televisivi?
Nel frattempo chi paga l’affitto, da da mangiare ai loro figli, paga le bollette e compra le scarpe per l’inverno ai loro bambini?
Tutto ma la violenza no, non è accettabile. Come non è accettabile lo sciopero dei servizi pubblici perchè la gente deve andare a lavorare, gli utanti stessi dicono che non è possibile scioperare nei trasporti proprio nel giorno che dovevano partire per un viaggio di piacere.
E’ accettabile, secondo il pensiero corrente nell’informazione italiana, bastonare a sangue uno studente che regge un cartello di schiuma per imballaggi con qualche slogan e manifestare immediatamente solidarietà con le forze dell’ordine, neanche avessero fatto irruzione in un covo di mafiosi.
I ragazzi sono violenti, si sa che i giovani si accendono subito e perdono la testa, Monti no, la Fornero non è violenta quando li invita ad essere meno choosy, praticamente li prende per il culo.
Non è violenza quando permettono agli investitori di chiudere le aziende dopo che per decenni hanno sfruttato i lavoratori, evaso il fisco o ricevuto contributi dallo Stato.
Non è violenza quando il Pdl si riunisce a Palazzo Grazioli ed esce con una dichiarazione ricatto: o si va all’election day o facciamo cadere il governo.
Non che io tenga a questo governo, non è questo il punto. Il punto è la violenza intrinseca che c’è in una affermazione del genere, il ricatto, solo perchè non sono pronti per le elezioni e non hanno nessuno presentabile da candidare.
Non è violenza quando un politico qualsiasi si ruba milioni, un Formigoni va in viaggio premio con chi ha favorito, si inventano stipendi e rimborsi scandalosi con accumuli di cariche inutili solo per arraffare sempre di più. Non è violenza quando la Fornero dice che non ci sono soldi per  gli esodati, devono vivere qualche anno in attesa della pensione, ridotta, con i loro risparmi e se non ne hanno morire e togliere il disturbo.
Suicidandosi magari, un problema in meno.
Non è violenza quando i sindacati venduti fanno un accordo con Marchionne per togliere diritti e stipendio ai lavoratori aumentando lo sfruttamento in nome di un progetto che non vedrà mai la luce, fallito miseramente nemmeno un anno dopo la sua presentazione.
Nemmeno Lulù, la mia cagnolina, prende sul serio Marchionne, Bonanni e Angeletti ed il rottamatore l’hanno preso sul serio. Hanno vantato le sue capacità manageriali. I risultati sono davanti agli occhi di tutti, non sa nemmeno rispettare la legge che gli impone la riassunzione dei licenziati Fiom e per rappresaglia vuole licenziarne altrettanti, il manager che invece di fare automobili, il suo mestiere, ripropone il fascismo come ripropone la Duna. I nuovi modelli promessi sono solo nella sua testa, la Nuova 500 la fa in Serbia ed anche lì, ed era ora, gli operai si rivoltano.
Non è violenza quando l’informazione di regime, tutta l’informazione di regime da sinistra all’estrema destra, Grillo compreso, fanno propaganda contro i diritti maturati dai pensionati e li spacciano agli occhi dei giovani come privilegiati che tolgono il futuro ai loro figli e nipoti.
La maggior parte dei pensionati fanno welfare famigliare, aiutano figli e nipoti che il sistema ha buttato in mezzo alla strada o non ha offerto un lavoro qualsiasi.
Non è violenza quando aumentano l’iva, la benzina, i ticket sanitari,tolgono l’assistenza ai malati colpendo odiosamente le classi più deboli, indifese che già hanno problemi di sopravvivenza.
Non è violenza quando tassano le transizioni finanziarie parassite e speculatrici ad un terzo delle imposte che paga un operaio da 1200 euro al mese.
I violenti, secondo l’informazione di regime, sono quelli che sporcano o rompono le vetrine delle banche, non quando le banche ti chiedono interessi da usura perchè sei in rosso e ti telefonano 10 volte al giorno per qualche migliaio di euro di scoperto di qualche piccolo commerciante.
I giovani, per avere un mutuo, devono prtarsi dietro il nonno o il padre che garantisce per loro. Gli fanno pure l’assicurazione così, se schiatta, sono coperti.
Questa non è violenza, gli stipendi dei manaer pubblici e privati non sono violenza sono libero mercato.
I violenti sono i ragazzi con i cartelli che manifestano contro un manipolo di bancari alleati con i politici alla Merkel che riducono alla disperazione e senza prospettive intere generazioni.
Ce lo chiede l’Europa, il mercato, le banche, i parassiti della finanza.
Qualcuno ha pure la pretesa di darci l’olio di ricino, l’austerità, e vuole pure i complimenti.
L’austerità, i sacrifici, per i poveri ed i ricchi sempre più ricchi ed intonsi per il fisco.
Chiudo con la notizia che il piduista ha in mente di mandare avanti sua figlia Marina, l’avevo scritto prima che lui ci pensasse. L’unica che può dare continuità al suo progetto perchè è peggio di lui.
Non c’entra niente ma dovevo dirlo.
Ieri ho scritto che non so se usciremo da questa situazione da destra o da sinistra, la differenza non è da poco, ma ho la certezza che ci vogliono riportare al 7 luglio del 1960 in quel di Reggio Emilia quando la polizia sparò agli operai in sciopero.
Attenzione ai moralisti dell’informazione, leggete attentamente i resoconti e capirete dove ci vogliono portare.
Niente, negli ultimi decenni, è stato più violento, crudele, assassino, del linguaggio del capitalismo finanziario e parassita e dei loro portavoce. La politica complice, asservita, che fa da gendarme alla massa. La opprime.

Notizie di scontri ovunque, in Italia ed in Europa con feriti ed è solo l’inizio. Non sono meravigliato, mi chiedevo perchè ci mettessero tanto. Hanno avuto troppa pazienza.


Lo vivo come un appuntemanto fissato da tempo, da quando ho sentito l’esigenza di aprire un blog per riflettere su dove ci stavano portando.
Sono pochi i politici attenti alla pace sociale, mimetizzati tra i falchi e le colombe del parlamento, ed il governo dei tecnici, addetti alle cifre, hanno sottovalutato il problema.
Ce lo chiede l’Europa ripete incessantemente Monti, ce lo chiedono le banche rispondo io, ce lo chiede il capitalismo finanziario parassita.
Contrariamente alle aspettative generali di chi gestisce la politica e l’economia in Europa, ci siamo dentro tutti, io spero che sia solo l’inizio e mi auguro che la rivolta abbia la stessa spinta di quella che visto e vissuto io negli anni 60/70.
Ce lo chiede l’Europa, ripetono Casini, Monti, Alfano, Bersani ed il presidente della Banca d’Italia, la Confindustria e tutto il sistema di potere che ci ha portati alla rovina.
C’è un piccolo particolare che tutti sottovalutano: a me hanno chiesto qualcosa? Cosa ne penso? No, mi hanno semplicemente tagliato la pensione, aumentato le imposte dirette ed indirette, buttato in strada un figlio, mentre la finanza parassita paga un terzo delle mie trattenute.
Hanno chiesto qualcosa ai lavoratori che sono scesi in piazza? Hanno chiesto qualcosa agli studenti ai quali stanno scippando il futuro, la suola ed il diritto ad avere una istruzione?
Siamo tutti choosy, che non so che cazzo vuol dire, ma mi sono sentito offeso solo perchè l’ha detto la Fornero.
Allora sono andato a vedere su Google traduttore che significa choosy: schizzinoso.
Solo per guardare la Fornero in fotografia, non con le calze a rete di Vauro, non si può essere schizzioni, tutt’altro.
Tutto si può dire degli italiani ma certamente non schizzinosi anzi, sono di bocca buona, da decenni sopportano La Russa, Gasparri, Cicchitto una idiota, politicamente, come la Gelmini a ministro dell’istruzione.
Come può essere schizzinoso un popolo che ha avuto come ministro della Giustizia Mastella. E’ un controsenso, cara Fornero.
Sono di bocca buona i miei ex compagni del Pci che sopportano una sinistra talmente sbiadita da non sembrare nemmeno più socialdemocratica. Ed il nuovo che avanza , dalle mie parti, è Renzi uno che viene dall’oratorio.
Non siamo schizzinosi, almeno la maggioranza degli italiani non lo è perchè ha votato per quasi un ventennio un piduista a capo del governo, un bandito, un corruttore, un evasore fiscale.
Sia chiaro che il mio è un giudizio politico, quello morale,etico, personale non lo scriverò mai perchè non ho avvocati e finirei a S. Vittore prima di sera.
Questa classe dirigente, quasi tutta, capace solo di essere forte con i deboli e debole con i forti cosa si aspettava che andassero in piazza a battere le mani ai poliziotti del regime che li controllano e bastonano?
Che non sporcassero le vetrine delle banche?
Hanno seminato vento e raccolgono tempesta ed è solo l’inizio, la rivoluzione che arriverà con il voto, qualunque esito si avrà, sarà la botta finale.
Non so se ne usciremo da destra o da sinistra so solo che niente sarà come prima.
La mia proposta è ancora e sempre quella che scrivo da tempo nel blog, non ci vuole la magistratura per questi banditi della politica e della finanza, ci vuole la ghigliottina.
Una per ogni piazza italiana, di fianco al monumento di Garibaldi.
Dove ci sono altri tipi di monumenti, ad esempio il monumento a Graziani o a quello di Craxi, due ghigliottine al prezzo di una.
Precari, esodati, pensionati alla minima, licenziati e disoccupati, ce nè abbastanza per formare un esercito e la loro fortuna, alludo alla casta della finanza e del potere, è una sola che i comandi sono divisi.
La spinta però, in tutta Europa, è una sola. E’ ora di finirla.
Noi abbiamo già dato, adesso tocca a voi.
Come mai in tre secondi Monti ha tagliato la mia pensione ed il vaticano non ha pagato ancora l’Imu?
Come mai non ha ancora fatto una patrimoniale, aumentato le imposte sui proffitti della finanza, abolito tutti i privilegi di una classe dirigente impresentabile se non addirittura ladra e corrotta?
Non potete pretendere la pace sociale, siamonoi che dobbiamo avanzare delle pretese.
E’ ora potere a chi lavora, urlavamo una volta.
La metto solo per me, un ripasso.

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