Intendiamoci, se è il nuovo che avanza non sarò certo io a cambiarlo. Chi è il migliore?


lavoroEbbene si, per decenni sono stato un capo, un quadro, un responsabile. Adesso potrei fare una sintesi dei miei 43 anni di lavoro, un pirla.
Mi sono testimoni i miei ex collaboratori, che non sono pochi, al mattino ero il primo ad arrivare, togliere l’antifurto ed aprire l’azienda.
Ogni sabato che il calendario proponeva facevo fare degli straordinari per questioni organizzative, incasellare i ricambi del bilico che scaricavamo ogni settimana.
Anche se non era dovuto ero presente e per diverse ragioni. La prima è che spendevo i soldi della ditta ed avevo il dovere di verificare che venissero spesi bene,  non per mancanza di fiducia rispetto ai miei collaboratori, ma per la certezza che l’occhio del “padrone” ingrassa il vitello.
Insomma non potevo spendere soldi dell’azienda per farli venire a cazzeggiare al sabato, dovevano darsi da fare.
Certamente non sono alla ricerca di medaglie, ognuno nel lavoro mette quello che ha e si comporta come ritiene opportuno.
Ci sono capi che utilizzano ed ampliano tutte le possibilità che il ruolo comporta, per fare un cazzo o comunque meno del dovuto mettendo in atto tutti i privilegi possibili e ci sono capi che si ritengono responsabili verzo l’azienda per la quale lavorano e verso i collaboratori che
hanno a disposizione.
Poi ci sono le nuove leve, che hanno già capito tutto.
Questo post è dovuto ad una piccola considerazione che mi è nata nel vedere all’opera la nuova direttrice della posta vicino a casa mia.
La direttrice precedente ha chiuso la sua carriera lavorativa nel dicembre 2013. Oltre 35 anni di onorevole carriera nella stessa sede e si è sempre comportata come piace a me, comunista obsoleto in un mondo che cambia e perde i diritti per incapacità manifesta.
Arrivava sempre  prima dei suoi impiegati, o in contemporanea, perchè era un esempio e certamente i suoi impiegati erano ligi senza piaggeria. Era normale dovere di dipendenti.
Ma sono concetti superati da nuovo che avanza. La nuova direttrice ha un concetto del capo riveduto e corretto, tipo armiamoci e partite vi raggiungo dopo. Prima arrivano gli impiegati poi arriva la capa, sperando che sia in orario,  le chiavi le ha lei.
Devono aspettare fuori ed è una novità.
Noi siamo facili alla critica degli altri, della politica, del vicino di casa, di quello che leggiamo sui giornali ma, appena si presenta l’occasione, la maggioranza di noi si comporta come e peggio degli altri.
Dalla sosta in seconda fila all’occupazione dello spazio per gli handicappati o davanti ai passi carrai. Appena il nostro ruolo lavorativo ha un privilegio, un diritto acquisito in più lo mettiamo in essere cercando di ampliarlo il più possibile.
Come fanno i politici ma noi vediamo l’esagerazione,l’opportunismo, il sopruso, altrui e dimentichiamo subito il nostro.
Anzi, il mio è un diritto, sono un “capo” e che capo sarei senza privilegi veri o inventati?
La nuova direttrice, ad esempio, ha parcheggiato nello spazio riservato ai furgoni postali, segnalato con le righe e con tanto di cartello.
Evidentemente, essendo Direttrice, avrà pensato che le Poste le abbiano dedicato un parcheggio personale.
Abbiamo i giovani che emigrano ma non tutto è perduto, abbiamo anche giovani che hanno, già, capito tutto.

 

Renzi dice che la nuova sinistra deve andare oltre e considerare l’imprenditore una opportunità per creare lavoro. Per questo sostengo che ci vuole riportare al 900′. Era pieno di bravi imprenditori.


novecento2Nel 900 erano quasi tutti proprietari terrieri che ospitavano fornendo l’alloggio i famosi mezzadri che oggi nessuno ricorda più ma, abbiate fede, ancora un decennio di capitalismo e tutti saprete chi erano.
Lo diventerete anche voi. Vorrei poter dire noi ma la mia data di nascita  me lo vieta, ma non è detto, magari ci arrivo anch’io. Con la differenza che ne sarò cosciente.
Il mezzadro curava la stalla, gli animali da cortile e coltivava i campi del proprietario terriero.
Faccio un preambolo, non sono uno storico sono solo uno che si è informato con qualche libro e con qualche film che ha trattato il problema, uno per tutti Novecento di Bertolucci.
Dico questo perchè probabilmente non sarò preciso nel particolare ma, certamente, nella sostanza del ragionamento.
Dicevo che i mezzadri, di solito erano famiglie imparentate e molto numerose, coltivavano le campagne dei bravi imprenditori, quelli con il calesse e le braghe bianche, ed al monento del raccolto dividevano al 50% con la proprietà.
Per chi volesse approfondire metto un link: Che cosa è la mezzadria.
Allora, ma quando toccherà a  noi forse non succederà, al momento della divisione la bilancia era quella del padrone, sembrava alla pari ma raramente lo era ed è in modo particolare nei calcoli matematici sul peso o il volume che avveniva la truffa, il padrone aveva studiato, mandato i figli all’università, i mezzadri erano analfabeti o quasi, pochissimi sapevano fare la loro firma.
Dovevano anche stare accorti perchè se il bravo proprietario terriero si irritava non rinnovava il contratto, perdevano casa, lavoro, galline, uova e sopravvivenza.
Di solito l’ 11 novembre segnava la fine dei contratti agricoli dei mezzadri e chi doveva abbandonare il lavoro ed i tuguri in cui vivevano, messi a loro disposizione dal buon cuore del padrone, faceva S. Martino, inteso come trasloco.
Io sono di origine veneta e nella bassa veronese quando uno traslocava non si diceva mai trasloca ma fa S. Martino, anche se non era l’11 di novenbre e la casa era di sua proprietà.
Questo per dire che l’obbligo di lasciare i loculi, non erano locali, che colpiva il mezzadro non accondiscendente o polemico era talmente frequente da chiamare il trasloco  S. Martino.
Spesso il S. Martino era senza una meta, era la disperazione di intere famiglie se non avevano trovato un altro padrone di buon cuore che li sfruttasse per un altro anno.
Non siamo molto lontani da ritornare a quei tempi, ovviamente tenendo presente i cambiamenti avvenuti in questi 200 anni.
L’unica cosa che non è cambiata è il capitalismo e se lo ha fatto è cambiato in peggio affinando la tecnica per mortificare, sfruttare, spremere il proletario con tecniche nuove, aggiornate, per aumentare il profitto, la rendita per ettaro o della speculazione.
I cinesi ci hanno preceduto, usano già il nuovo sistema di mezzadria, anche se non conoscono la nostra storia e quella delle nostre campagne se ne sono inventato uno tutto loro, in patria e fuori.
Ogni tanto viene fuori che in capannoni della Toscana, del nord est, nella ricca Lombardia ci sono decine di cinesi che lavorano 18 ore o più, dormono uno sull’altro in locali fatiscenti, luridi, messi a disposizione dal loro datore di lavoro, cinese ma anche no, che li spreme come limoni.
La stessa cosa avviene nell’edilizia, nei ristoranti, nell’agricoltura. Qualcuno di voi ricorda ancora la rivolta di Rosarno?
La raccolta degli agrumi, dei pomodori, dell’uva ecc.ecc. avviene ancora con lo sfruttamento di immigrati in nero, invisibili, ai quali non viene nemmeno messo a disposizione un tugurio, un tetto, devono arrangiarsi a vivere in baracche abbandonate senza luce, acqua e gas.
Non fanno più notizia ma esistono ancora.
Come ho già scritto più volte sono certo che esiste il bravo imprenditore, qualcuno l’ho pure conosciuto ma c’è un problema ed è che il bravo capitalismo non l’hanno ancora inventato e non lo inventeranno mai.
I più fortunati nel mondo sono quelli che hanno un governo socialista che condiziona il capitalismo, lo costringe a produrre ricchezza non solo per se ma anche per la collettività.
Nel sud America questa “rivoluzione” è già in atto ed è iniziata quando gli stati si sono liberati dalle multinazionali americane che li hanno depredati per decenni.
Per quanto riguarda l’Africa,depredata, non si tratta di decenni ma di secoli e poi ci meravigliamo se questi disperati africani sbarcano da noi nella speranza di un futuro migliore.
E’ da qualche giorno che ho la fissa di scrivere, far sapere, queste cose. Da quando ho sentito l’ex sindaco di Piacenza, quello che gestisce la campagna elettorale di Renzi, dire che la sinistra storica ha la fissa di combattere i ricchi chiedendo nuove tasse più alte e pretendendo il rispetto della Costituzione, mentre Renzi che è giovane ed intelligente considera la finanza, gli imprenditori una opportunità per creare nuovi posti di lavoro.
Dato che non specificano le condizioni, alludo a Renzi ed ai suoi, dato che constatiamo tutti i giorni che i nuovi posti di lavoro sono precari o a termine e sottopagati. Preso atto che Renzi ha un’ammirazione particolare per il più bravo manager di sempre Marchionne e ne stiamo vedendo i risultati, temo che Renzi non condivida il punto di vista della Cgil e men che meno quello della Fiom.
Oggi è il 30 novembre, 19 giorni dopo S. Martino, vorrei avvisare i nuovi mezzadri del futuro che avanza che se passa la politica di Renzi nel giro di un ventennio lavoreremo tutti nelle stesse condizioni in cui lavorano oggi i cinesi clandestini.
Il bravo imprenditore che ha simpatia per Renzi al punto da finanziare la sua campagna elettorale progetterà i nuovi stabilimenti, laboratori, officine, con dormitorio incorporato.
Compre le docce a schiera come quelle che c’erano in collegio o quando sono andato a militare.
Ovviamente ci sarà anche il refettorio, non la mensa dove bene o male si mangia, il refettorio dove si serviva la sboba.
Come la chiamavamo noi. La brodaglia.
Per me il nuovo che avanza è questo, mi auguro di aver preso un granchio colossale.

Rivendico con orgoglio di non avere mai fatto il parassita o l’opportunista, pur tenendo famiglia come tanti. Compagno ero, sono e sarò. Anche se non è di moda.


Questa storia ha 40 anni suonati ed è cominciata il giorno che il mio titolare mi disse: io ti darei 100.000 lire al mese in più, sei bravo e le meriteresti, ma darle a te significa darle anche all’altro per non fare discussioni.
Se è così, Sig. Piero, facciamo una cosa. Dia 50.000 a me e 50.000 a lui così siamo a posto tutti e due.
Questo fu l’inizio. Poi feci anche una discreta carriera sino a diventare responsabile di magazzino, piccolo e poi grazie all’aiuto di un vecchio collega responsabile di 21 persone, quasi un centinaio sul finire della mia vita lavorativa.
La mia etica, il fatto che fossi comunista, mi ha impedito di fare il paraculo o l’opportunista con i colleghi, prima, e con i collaboratori poi.
Tutto quello che avevo da dire nel bene o nel male l’ho detto sempre in faccia prendendomi le responsabilità ed i rischi del caso. Non ero molto tenero o diplomatico con i collaboratori parassiti o che facevano i furbi.
Molti mi rimpiangono ancora adesso, ero uno che riconosceva l’impegno dei collaboratori ed in modo particolare di quelli che avevano meno capacità tecniche o gestionali ma che davano l’anima per il lavoro.
Aiutavo gli “ultimi” e ci sono decine di persone che possono testimoniarlo, ma non scrivo questo post per darmi l’incenso da solo anzi avendo problemi momentanei con la vista correrei il rischio di darmi il turibolo sulla testa.
Sono pochissimi quelli che possono dire a ma non hai mai dato un aumento, o un aiuto quando serviva la liquidazione per comprare la casa. Chi non l’ha avuto ne conoesceva le ragioni meglio di me.
Per uno con la mia testa oggi, secondo l’etica e la morale corrente sono considerato un pirla, certe telefonate risultano umilianti, anzi no, offensive per quella che è stata la mia storia di persona.
Ricevere una telefonata a distanza di mesi per chiedere informazioni su di una persona a me cara, quando questa ha dovuto lasciare casa, città e Paese per andare all’estero in seguito ad una scelta, aziendale o del capo non mi interessa, che ha trovato più facile lasciare a casa una P.I. individuale che, magari, forse, probabilmente, un parassita assunto a tempo indeterminato che tiene famiglia.
Ecco, mi ha fatto incazzare. Mi sono sentito preso per il culo e questo mi ha fatto incazzare.
Mi incazzo facilmente e questa persona lo sa, infatti alla sua domanda  ho risposto: è meglio che non parli , lo sai come andrebbe a finire.
La telefonata è pelosa, avrebbe dovuto farla 8/9 mesi fa, adesso risulta falsa ed ipocrita.
Detto questo può darsi che tra qualche mese saremmo qui lieti di come vanno le cose a Londra e le miserie, etiche, passate dimenticate.
Se avesse pensato ad una telefonata di cortesia la paragono a quella di chi ha mandato uno al patibolo e poi chiama la famiglia per sapere se la lama era affilata o gli ha fatto male.
Mi è servito scrivere questo post per scaricarmi, sfogarmi. Rivendicare la mia diversità mi fa bene, mi rende orgoglioso e non mi interessa se oggi essere solidali, corretti, con colleghi e collaboratori è considerato un atteggiamento da povero pirla.
Io vado a testa alta, tutti hanno potuto voltarmi le spalle senza mai temere nulla da me.
Se avevo da dire qualcosa lo facevo guardando dritto negli occhi dell’interlocutore,  sia esso  un collaboratore o il grande capo, non ho mai mandato a dire niente a nessuno.
Forse è la prima volta con questo post, ma mi rivolgo a me stesso.
In tempi in cui per 10 euro si ammazza la madre non è poco avere dignità ed etica.

La Polverini non si dimette per non fermare i lavori. Stanno lavorando? Nel Pd ci sono quelli che invece di occuparsi di lavoro, crisi, diritti, si occupano dei figli di Vendola.


La Polverini è una donna responsabile, se si dimettesse si fermerebbero i lavori in Regione Lazio, verrebbe rimandata la festa del peperoncino con danni irreversibili al commercio ed ai trasporti con elicotteri. Verrebbero  annullate le feste in costume provocando disoccupazione tra le sarte. Meglio restare lì a far finta di essere sani. Moralmente. Togliere il brufolo e tenersi l’infezione.
Nel Pd invece una trentina di deputati sono indefessamente affaccendati a seguire le direttive del Vaticano in fatto di embrioni, staminali, coppie di fatto. Essere cattolici non è una religione, una fede, è una malattia che non riconosce i diritti e la democrazia.
Sinceramente ho altre priorità rispetto ai diritti di lesbiche ed omosessuali, la sessualità individuale la considero un problema secondario rispetto al diritto al lavoro, scuola, sanità, welfare, democrazia.
La parola democrazia ha già in se i diritti di tutti, nessuno escluso, non abbiamo una religione di Stato e non dovremmo essere condizionati dalle direttive del vaticano omofobo e pedofilo.
Detto questo ogni volta che sento parlare dei diritti degli omosessuali, ed affini, trovo assurdo che la sinistra si perda in questa battaglia, autolesionista, rispetto ad altre battaglie come quelle per il lavoro, l’equità fiscale, la lotta all’evasione alla malavita e la tassazione della prostituzione in generale, non solo femminile. Prima industria del Paese.
I grandi omosessuali italiani , i più ricchi e famosi salvo rare occasioni, sono tutti di destra a partire da Armani, Dolce e Gabbana, il povero Versace e ne dimentico sicuramente molti, persino Malgioglio ha la passione per Silvio.
Francamente la lotta la lascerei fare a loro, sanno qual’è la loro situazione in fatto di diritti, successioni e cose varie e se ne vanno senza nemmeno fare testamento, donazioni, coperture finanziarie per i loro compagni o compagne ed i poveretti, nel senso di popolino rispettoso dei diritti di tutti, gridano allo scandalo perchè i vedovi o le vedove vengono tagliati fuori dai milioni accumulati dai loro compagni, compagne.
Tra l’altro c’è discriminazione anche qui, le lesbiche sembra che non esistano e l’attenzione è tutta per i gay forse perchè sono più spudorati, in senso buono, si espongono di più.
Il Pd ha il problema Fioroni e della trentina di deputati omofobi, cattolici, integralisti.  Ogni volta che c’è di mezzo un voto che riguardi i diritti individuali, l’etica, l’accanimento terapeutico questi votano con i conservatori, le destra più forcaiola e talebana.
Penso che il Pd farebbe meglio a tirare una riga o di qua o di là, non è possibile che una trentina di Binetti possa, voglia, imporre la linea. Vadano in altri lidi, altri porti, altrimenti per il Pd è la fine.
Non possono portarsi in spalla questo pesantissimo zaino che in certe occasioni porta farina alla destra, vadano con Casini, Rutelli, come ha fatto la Binetti.
Noi abbiamo ben altri problemi immediati per sprecare forze e tempo per le menate derivanti dal cattolicesimo perchè, se non mangi, non hai nemmeno le forze per pregare o partecipare alle processioni.
Insomma lo dico chiaramente a costo di generare equivoci, per me viene prima il lavoro, la sanità, le pensioni, la scuola, la casa, i trasporti, la possibilità di farsi una famiglia di qualsiasi tipo.
Tutto il resto è noia, rottura di palle , Fioroni e tutti quelli come lui me le hanno proprio rotte.
Dobbiamo darci delle priorità e quello che io faccio alla sera è secondario rispetto al diritto al lavoro, al reddito.
Senza un lavoro non sei nemmeno libero di vivere la tua sessualità come ti pare.
Prima di preoccuparmi con chi esce mio figlio alla sera mi preoccupo che abbia un lavoro, che vada a lavorare.
Dovremmo preoccuparci che il puttanaio resti disoccupato?

Merkel contro i mercati, sono contro il popolo. Distruggono il lavoro. Tutti abboccano compreso il Manifesto che titola: Compagna Merkel.Solo io so perchè ha parlato così e ve lo dico.


Naturalmente il titolo del Manifesto è ironico, come questo post, ma la politica europea nel sentire la compagna Merkel ha avuto un brivido, specialmente i parassiti della finanza.
Lascio agli studiosi di economia, ai laureati, l’analisi sul cambiamento di rotta della Merkel anche se forse è più argomento da psicologia.
Nel mio piccolo credo di avere già intuito la causa che ha scatenato la trasformazione della Merkel da crisalide in farfalla, in senso economico politico, ed è molto più semplice delle analisi di mercato o di linea politica.
Credo che la frase della Merkel sia conseguenza di qualche pinta di birra, sappiamo tutti che quando si è leggermente ubriachi si sparano immediatamente delle cazzate che diventano grandi cazzate in rapporto alle pinte ingoiate.
Mi stupisce che nessuno della carta stampata o dei Tg privati e pubblici abbia colto la sfumatura, tanto evidente.
Nei servizi televisivi si vede la Merkel con un grosso boccale di birra che beve con altre due persone, quasi una anticipazione dell’ Oktoberfest, e se il risultato è quello di farla rinsavire mi propongo per offrirle una bevuta, a piacere, ogni fine settimana.
Tempo due mesi e la compagna Merkel guiderà la rivoluzione europea. Altro che Hollande, Renzi, Vendola o Bersani.
Il Capitale di Marx non è più rivoluzionario, è obsoleto, la vera rivoluzione la dovremo alle pinte di birra.
P.S. Cazzate, ovviamente, è riferito a quando la destra una parole di sinistra per infinocchiare il popolo.
Bugie opportuniste, non è una presa d’atto della realtà. La finanza è parassita.

Qualcuno si ricorda che a Sesto San Giovanni c’era la Società Anonima Acciaierie e Ferriere Lombarde, che noi chimamavamo semplicemente la Falck? Non è un elogio all’inquinamento, è una riflessione sul lavoro. Ilva e dintorni.


Dal 1967 al 1991 ho abitato a Sesto San Giovanni, mi sono sposato e ci è nato mio figlio.  Abitavo a 500 metri d’aria dalla Falck. Dal balcone di casa mia vedevo le nuvole di fumo marrone uscire dai forni T2, T3 e T4 ogni volta che c’era una colata.
Ho fatto anche parecchie fotografie che non riesco a trovare, ma le troverò.
Noi, comunisti, eravamo impegnati nella sicurezza, prima, e nella difesa della salute poi ma non abbiamo mai chiesto di chiudere la Falck.
Tra l’altro i dipendenti della Falck erano antifascisti e più volte i tedeschi fecero rastrellamenti nel Villaggio Falck quindi, per noi, Falck oltre che sinonimo di lavoro era simbolo di Resistenza.

Quei due operai antifascisti fucilati dalla Muti che avevano organizzato gli scioperi dei ’43 alla Falk di Sesto

Non voglio qui fare un discorso sulla salute, spesso ci abbiamo riflettuto su quelle colonne di fumo marrone che si alzavano dalla Falck, e non perchè sia secondario, tutt’altro, ma eravamo consapevoli che l’acciaieria dava lavoro a 16.000 persone che venivano anche dalla bergamasca.
Sapevamo che quel fumo si poteva abbattere e lottavamo per farlo abbattere, ma prima del fumo venivano le scarpe anti infortunistiche, la sicurezza di chi lavorava nell’altoforno.
Certo per chi, come noi, abitavamo a poche centinaia di metri dai forni e sentivamo il rumore delle scariche quando si dava inizio alla colata consapevoli che di lì a poco avremmo visto salire alte colonne di fumo marrone il problema della salute ce lo siamo posto anche se la convivenza con l’accierie ferriere lombarde si avviava al centenario e quindi un po’ di assuefazione ci stava. Intere generazioni sono nate e cresciute all’ombra della Falck, ci hanno anche comprato la casa o fatto la spesa.
Io lavoravo in un altro settore ma ho sempre tenuto presente le centinaia di persone che prendevano l’autobus o il treno una volta terminato il loro turno di lavoro, dietro quei 16.000 dipendenti, oltre all’indotto, c’erano famiglie che hanno fatto crescere e studiare i figli, lavorando alla Falck.
Ora la Falck non c’è più, non c’è più la Pirelli, la Marelli, l’ Ercole Marelli,la Garelli. Senza dimenticare le aziende  che ho scordato, Sesto è diventato un dormitorio succursale di Milano, oggi fabbrica di disoccupati.
Io non so che lavoro facciano gli ambientalisti, chiarisco subito che non è una critica ma una riflessione in generale, me lo domando spesso, conosco perfettamente le stragi dovute all’amianto ed all’inquinamento.
Mi chiedo solo se non ci siano altre strade per salvaguardare la salute ed il lavoro contemporaneamente.
Tempo fa, in merito all’inceneritore di Parma che i grillini vogliono chiudere senza se e senza ma, mi sono permesso di dire che l’inceneritore se da lavoro a 1000 persone può diventare una risorsa, gestendolo bene.
Apriti cielo, per poco non mi danno del delinquente assassino.
Rischiamo la vita per fare i pirla sulle strade in moto o in macchina, le statistiche vanno dai 5000 ai 7000 morti all’anno senza considerare chi rimane disabile, e non riusciamo a proporre, progettare, qualcosa di diverso per produrre e quindi dare lavoro rispettando l’ambiente, sappiamo solo chiudere senza tenere conto delle conseguenze.
Non accusatemi di difendere l’Ilva, non ci penso nemmeno
, ma uno Stato serio deve essere capace di imporre delle regole e di farle rispettare, non limitarsi ad imporre chiusure che sono la rovina di intere regioni e di migliaia di famiglie.
Possibile che non si riesca a produrre rispettando l’ambiente, gli animali e le persone?
E prima di prendere decisioni drastiche è possibile valutare e proporre delle alternative?
Esiste un depuratore, una acciaieria che produca senza assassinare qualcuno? Possibile che la tecnologia moderna non ci possa dare una mano?
Non possiamo andare a lavorare tutti in banca, in comune, nella scuola, nelle boutique del quadrilatero della moda, non dimentichiamo che l’alta moda in fatto di sfruttamento della persona non è seconda a nessuno.
Sesto san Giovanni, con quasi 100.000 abitanti, è diventata una città dormitorio, nelle aree ex industriali ci costruiscono solo palazzi (dormitorio) e centri commerciali con qualche vincolo per il verde pubblico.
La Breda aveva 20.000 dipendenti, la Falck 16.000, la Marelli non lo so e non voglio fare ricerche per non mettermi a piangere. Non esiste più niente, tabula rasa, ma se vogliamo passare la vita nei centri commerciali garantito che si può entrare a sei anni ed uscirne a settanta.
L’ecologia e la salvaguardia della salute sono una cosa importantissima, per quanto mi riguarda vorrei che la questione fosse un pochino più equilibrata, tenesse presente che dietro alle lotte ci sono delle famiglie da difendere.
Il post è difficile da mettere giù, non so se riesco a trasmettere i dubbi che mi assalgono quando sento parlare di chiusure, dismissioni. So che gli industriali sono dei banditi, chi più chi meno, ma sono sempre convinto che uno Stato, serio, debba essere in grado di condizionarli e con loro condizionare il capitalismo.
Oltre mille morti all’anno per infortuni sul lavoro sono insopportabili, dietro ci sono mille ragioni ma questo non deve impedirci di lottare per la sicurezza, magari scandalizzandoci per i 7000 morti per incidenti stradali, oltre agli infermi, dove vengono cinvolte persone innocenti che pagano la stupidità altrui.
Nessuna di queste vittime mantiene la sua famiglia, fa studiare i propri figli, rischiando la salute per tenersi un lavoro
, certe volte inconsapevolmente, come nel caso dell’amianto ed altre no.
Se il nemico lo conosciamo cerchiamo strumenti e soluzioni che siano compatibili con la civiltà ed il progresso salvaguardando la sopravvivenza di queste famiglie.
Sinchè il mondo è in mano al capitalismo produttivo, allo sfruttamento intensivo di cose e persone non risolveremo nulla. Nemmeno con il partito più ecologista che c’è.
Non parliamo poi del capitalismo finanziario e parassita, ancora più assassino delle acciaierie.
Resto della mia idea, il vero cancro del nostro secolo è il capitalismo, punto.
Abbattuto questo si può anche pensare di cambiare il mondo.
Per adesso ripariamoci con le scarpe infortunistiche, il casco, i guanti, le paratie protettive e quant’altro perchè, se non sopravviveremo ce lo possiamo scordare di cambiare il mondo.
Mezza Taranto lotta, giustamente, contro l’inquinamento. L’altra metà ci andava a lavorare.
E’ un bel rebus. Non pensatemi schierato, sono disorientato. Penso che uno che ha bisogno di lavorare sia disposto anche a prendersi qualche rischio, la vita è un rischio.
Se si abbatte il capitalismo si abbatte anche il rischio, solo la stupidità umana non è abbattibile. Non per niente il Gen. De Gaulle al suo fans che gridava: a morte i cretini! Rispoese: il suo programma è piuttosto ambizioso.
Buona fortuna a tutti i lavoratori del mondo, in particolare a quelli dell’Ilva.

La mafia capitalista italiana, Confindustria, burocrazia e categorie protette, impedisce ai giovani di fare impresa anche, individuale. La crisi aggrava ulteriormente la situazione italiana perchè abbiamo un capitalismo feudale.


Sembra che confindustria chieda meno burocrazia e balzelli per le imprese ma è un giochino delle tre carte per impedire ai giovani disoccupati o precari di inventarsi un lavoro una impresa, per mantenere il monopolio insieme alle categorie autoprotette come idraulici, elettricisti, dottori,dentisti , tassisti e così via che proteggono il loro orto, i loro privilegi.
A Milano un idraulico ti chiede 190 euro per ogni punto acqua, in un appartamento ce ne vogliono almeno 10, e nonostante la crisi l’importo non cambia perchè la categoria ha fatto cartello se il preventivo di pinco è troppo quello di pallino è uguale, al massimo giocano sulla differenza di 10 euro. Tutto certificato.
Chi ha un minimo di manualità se li può fare da solo i punti acqua ma non può farsi il certificato, per quello ci vuole l’esperto che faccia un sopraluogo di 10 minuti per chiederti 1.600 euro.
Ci salveranno solo gli immigrati che al di fuori delle categorie che fanno cartello lavorano a metà prezzo e meglio degli scienziati nostrani.
Non mi ricordo se in Veneto o in Friuli un ginecologo che, vista la crisi, ha dimezzato le sue tariffe per andare incontro ai suoi pazienti, concittadini, è stato aggredito come un delinquente perchè recava danno alla categoria. Controllare la passera ad una signora non può costare meno di 180 euro, ne va di mezzo l’onore e la professionalità della categoria.
Per aprire un baracchino di panini e bibite ci vogliono 6515 incartamenti, permessi, concessioni che non servono a nulla se non ad impedire che un giovane si inventi qualcosa per sopravvivere.
Fanno bene quelli che spacciano il fumo, per questo la licenza non ci vuole basta conoscere un grossista.
Un esempio dei più eclatanti in questo campo dei permessi burocratici, standard e delle categorie protette lo ha fornito la lega quando si è accanita in varie città contro i centri telefonici degli immigrati.
Tutti sappiamo che per fare questo servizio servono qualche cabina ed i collegamenti internet e telefonici ma le amministrazioni comunali di destra hanno imposto che in questi locali ci fossero tanti servizi quanti ce ne sono in una stazione ferroviaria come quella Centrale di Milano. Il tutto solo per tagliare le gambe a chi ha preso questa iniziativa.
Mentre le grandi aziende, le multinazionali, inquinano e fanno danni con tutti i documenti in regola, vedi Taranto ma lo stesso avviene in tutto il resto d’ Italia, i nostri giovani sono costretti ad immigrare per dare sfogo alla loro fantasia ed alle loro iniziative.
Già i capitalismo in se è una cosa aberrante, crea qualche migliaio di milionari contro centinaia di milioni di poveri,  se poi è un capitalismo feudale come quello italiano fa danni ancora maggiori.
In Italia, da sempre, si trasporta tutto su ruota gommata per dare un monopolio, praticamente un appalto occulto, alla Fiat e adesso che gira male, per colpa di dirigenti incapaci di condurre le aziende e di proporre qualcosa di nuovo come prodotto, come soluzione ai “loro” problemi di profitto propongono la chiusura degli stabilimenti.
Il governo non è incapace di reagire, di mettere dei paletti, è semplicemente complice di questo capitalismo feudale e non ci pensa nemmeno ad intervenire e, se lo farà, vedrete che lo farà mettendo degli incentivi all’azienda più protetta dallo stato che sia mai esistita, quella automobilistica.
Non che le categorie protette minori siano migliori, anzi, basti vedere cosa hanno fatto a Roma quando si è tentato non di liberalizzare i taxi ma di aumentare le licenze.
In due parole non sono i genitori o i nonni che rubano il futuro ai loro figli, come purtroppo pensano molti deficienti anche nel web, ma le categorie protette, le caste industriali ed artigianali, la Confindustria, ed il terziario protetto dei baroni di ogni disciplina lavorativa ed imprenditrice.
In poche parole al capitalismo feudale che impone 1o, 100, gabelle a chi non fa parte della categoria.
La nuova nobiltà parassita del capitalismo nostrano che non ha niente a che vedere con quello europeo che sempre capitalismo è ma non medioevale.
Ci salveranno gli immigrati, lavorando a metà costo o comunque molto al di sotto delle categorie protette nostrane, fregandosene delle imposizioni delle associazioni di categoria.
I sarti, idraulici, muratori, elettricisti, pizzaioli, i dentisti ed altri sono già partiti, presto ne vedremo i frutti.
Se venisse una rivoluzione che tagliasse le teste a questi nuovi nobili parassiti protetti delle categorie che impongono le tabelle dei costi, finalmente vedremo le ghigliottine in piazza e ci sarebbe una vera democrazia.
Anche se con il capitalismo la democrazia è un’ utopia.
Se la Fiat vuole chiudere renda prima tutto quello che ha avuto dallo Stato in oltre 60 anni, ed i giovani lascino questo paese che è governato e gestito dalla mafia capitalista parassita e medioevale.
Per un comunista arrivare a dire che in questo Paese è impossibile fare impresa significa che siamo al capolinea della democrazia, al regime capitalista feudale.
Ai giovani, compreso mio figlio, dico una cosa sola, andatevene. 

Le spazzole tergicristallo, l’Europa, l’ Italia, la Cina, l’economia, il delirio capitalista.


Sono in montagna, ospite, e mi si rompe la spazzola tergi posteriore della Musa. Se piove ed accendo il tergicristallo mettendo la retromarcia la spazzola tergi posteriore parte in automatico ed essendo senza gomma potrebbe rovinarmi il lunotto.
Per non smontare il braccio svitando il dado avvolgo uno straccio al braccio tergi per non fare danni, essendo io molto distratto.
Scendo al paesino vicino più grande e trovo un signore in tuta, gli chiedo dove potrei trovare delle spazzole di ricambio e lui mi dice: forse ho qualcosa io, ho l’officina qui a 200 metri sulla sinistra. Venga lì che vediamo.
Lo seguo, era in motoretta, ed entriamo in officina.
Esce dall’ufficio con un metro, prende le misure delle spazzole, visto che ci sono le cambio tutte hanno già qualche anno, prende nota delle misure e guarda nell’espositore. Non ci sono.
Aspetti che chiamo il fornitore, forse non è ancora partito il fattorino.
Mentre è al telefono vedo che scrive dei numeri, 18, 15, 13, più o meno, se non erano 50 euro erano 48.
Gli chiedo, mi scusi sono i prezzi? Mi fa un cenno di si con la testa, lasci perdere gli dico, non è il caso.
Chiude la telefonata ed io imbarazzato mi scuso per avergli fatto perdere tempo, sono mortificato, le ho fatto sprecare pure una telefonata.
Non è il caso, in settimana devo andare a Milano e le comprerò alla Brico.
Gentilmente mi risponde, non c’è problema, non si preoccupi, probabilmente in quei posti lì costano meno.
Lo ringrazio ancora, saluto e mi sento strano, non è nel mio modo di essere scomodare la gente per niente ma 50 euro mi sembravano una esagerazione.
Seconda parte. Sono a Milano e vado alla Brico di V.le Monza alla ricerca delle spazzole tergi per la Musa.
Non ci sono, ci sono delle gommine universali in coppia e le compero costo, se ricordo bene, 8 euro.
Le gommine universali nella Musa non vanno bene, ovviamente, e ripiego nel supermercato dei cinesi aperto da poco in Via padova al posto dell’Oviesse, a suo tempo ne avevo fatto un post.
Scaffale con kit spazzole tergi di tutti i tipi di auto complete, non solo la gommina: Kit spazzole anteriori Musa euro 3,90, spazzola posteriore euro 1,60. Sto scrivendo di spazzole tergi complete del supporto in metallo.
Ho ancora lo scontrino.
Vado nel mio cortile, scelgo tra i vari attacchi quelli della Musa e monto quelle anteriori. Per la posteriore c’è un problema, il braccio che mi hanno fornito non va bene ed allora smonto la gommina nuova e la monto al mio vecchio braccio. Totale euro 5,50.
Ora, può anche darsi che il cinese che lavora 10 ore al giorno nel macchinario che sforna spazzole tergi universali guadagni meno di un precario europeo, italiano, nostrano resta il fatto che lui  ci campa anche se è sfruttato.
Ora mi domando: noi europei, italiani, i padani stessi, non siamo sfruttati?
Ed uno al quale chiedono 50 euro per un prodotto che si trova a 5,50 euro non si sente sfruttato? Di più, si sente cornuto, mazziato e preso per il culo. Possiamo fare tutta la filosofia che vogliamo sui diritti, l’economia, lo spread, le banche ed i parassiti che manteniamo con le nostre tasse ma una domanda me la pongo ed ovviamente la pongo a tutti noi: i 44,50 di differenza nel costo chi se li prende?
Il fabbricante, che ha gli operai che costano tantissimo in quanto pieni di privilegi, anche se costano meno dei tedeschi, poi c’è il trasporto, il negozio di ricambi, il meccanico. Le spazzole tergi cinesi si sa che arrivano da sole, a nuoto.
Metteteci tutto quello che volete ma qualcosa non quadra ugualmente nel nostro modo di vivere, produrre, consumare.
Questo capitalismo è bacato, finanziariamente perchè siamo in mano ai parassiti e produttivamente perchè siamo in mano ai banditi.
La vecchietta che in gioventù faceva la sarta. che adesso è in pensione e per arrotondare fa gli orli ai pantaloni, alle gonne ecc.ecc.
Per trovarla devi smuovere tutte le conoscenze del quartiere, ti metti in fila perchè è sempre presa e dopo 4,5 giorni ritiri i tuoi pantaloni, 12 euro.
I cinesi fanno la stessa cosa a 2,3 euro. A me, in Via Padova, hanno cambiato il bottone dei jeans a 2 euro, bottone in metallo compreso.
Adesso facciamo tutta la filosofia che vogliamo, resta il fatto che qualcosa non va come dovrebbe, certamente non è in oriente ma in occidente.
So benissimo che alcuni prodotti cinesi sono scadenti, ma non sottovalutiamo il cinese, c’è da imparare.
Quando il supermercato cinese ti vende il detersivo prodotto in Europa a 2 euro in meno del supermercato più vicino non credo lo faccia per beneficenza, per attirare i clienti. Penso invece che i nostri produttori, Fiat in testa, abbiano una gola profonda ed uno stomaco insaziabile.
Certamente la devono smettere di dare la colpa agli operai che costano troppo, alla concorrenza insostenibile, sono gli stipendi dei nostri manager che sono insostenibili e fanno si che le spazzole tergi costino 50 euro invece di 5. Sono loro che prendono 400 volte lo stipendio di un operaio.  

Tutti i sinceri democratici devono scendere in piazza con i 390.000 esodati per chiedere le dimissioni della Fornero. Anche se Bersani avrebbe già dovuto muoversi.


390.000 riempiono una piazza grande, se ci uniamo anche noi democratici e di sinistra superiamo il milione, ma dobbiamo darci una mossa non possiamo restare apatici a lamentarci blocchiamo i treni, le navi, i trasporti.
La Fornero se ne deve andare, per il momento sono disposto a chiudere un occhio sul governo Monti, ma la Fornero deve sparire dal governo.
Da 6 mesi  la tipa era al corrente della quantità di esodati che la sua, indegna, riforma avrebbe creato ed ha continuato a negare attaccando la Camusso che un giorno si e l’altro anche le ripeteva che i conti erano sbagliati.
La tipa negava, screditava la Cgil come il capitalismo parassita e dei banditi fa da decenni e mi dispiace che molti giovani e non giovani sono caduti nella propaganda del regime capitalista al punto di considerare i sindacati una casta.
Ci sono sindacati che fiancheggiano il sistema e sappiamo tutti chi sono e ci sono sindacati che il sistema lo combattono in prima linea con i loro iscritti, chi è caduto nella disinformazione ne pagherà le conseguenze negli anni a venire.
Non mi interessa il caso individuale del sindacalista in combutta con il padrone, mi interessa il sindacato nel suo insieme e se qualcuno ha all’interno della sua azienda un sindacalista incapace o corrotto sappia che il sindacato non è il parlamento dei nominati ma elegge i suoi delegati con elezioni all’interno della fabbrica.
Può farli fuori in qualsiasi momento, ne ha la possibilità e gli strumenti, cerchi di non farsi lavare il cervello con la candeggina del sistema capitalista parassita e sfruttatore.
La Fornero, oltre ad una incapacità innata di dialogare manca totalmente del senso della democrazia e dell’equità quando si tratta di politica e di governare un Paese, è fascista dentro, viscerale. Un Paese non è una azienda dove la struttura manca di democrazia in quanto ci sono dei responsabili che devono garantire la produzione e la linea economica ed anche loro devono trattare con le rappresentanze dei lavoratori. Solo nelle cooperative la linea viene decisa con l’assemblea dei soci, nelle multinazionali questo non succede e ci si deve affidare alla rappresentanza, più forte sarà e migliori saranno i risultati per i lavoratori.
In un Paese normale un ministro che ha mentito, per sei mesi, ai lavoratori, ai pensionati, ai cittadini tutti avrebbe dovuto dimettersi immediatamente.
La Fornero è talmente spudorata che non solo non si è dimessa ma ha attaccato i vertici dell’Inps perchè hanno fatto il loro dovere, hanno calcolato quanti saranno gli esodati mandati in rovine da un ministro incapace e bugiardo. Non è una lotta tra la Fornero e la Camusso è una guerra tra la verità e la menzogna e noi non possiamo accettare che vinca la menzogna. Abbiamo già dato.
Grazie alla propaganda di regime capitalistico si è provveduto a screditare il sindacato come voleva Gelli e la sua P2. E’ con dispiacere che prendo atto che molti lavoratori, disoccupati, precari, esodati, giovani, sono caduti nel pozzo, nero, della propaganda di regime in merito alle pensioni ed ai contratti di lavoro, lasciando massacrare lo Statuto dei Lavoratori e l’art. 18.
E’ inutile prendersela con la Finocchiaro, come faccio io tutti i giorni perchè ne ho diritto, ho sputato sangue, sudore. Ho fatto sacrificare tutta la mia famiglia perdendo intere giornate di stipendio nella lotta per avere lo Statuto dei Lavoratori, lo stesso Statuto che voi vi fate scippare con la complicità della politica, Pd in testa, lamentandovi su internet senza riempire le piazze e bloccare tutto con uno sciopero generale.
In piazza ci vanno sempre quelli, i sindacati di base e la Cgil, la Fiom, mentre le nuove generazioni che hanno capito tutto si vanno a fare l’aperitivo. Salvo rare, encomiabili, eccezioni.
Abbiamo il governo che ci meritiamo, che hanno voluto la maggioranza degli italiani teledipendenti ed impegnati nel votare via sms i vari protagonisti ai Amici, Uomini e donne, Grande fratello invece di votare e nominare nei luoghi di lavoro i loro rappresentanti.
Questo è quello che abbiamo seminato e la crisi economica ha moltiplicato i problemi che la nostra indifferenza, più che decennale, ha fatto crescere e concimato.
Questo è il capitalismo, se si crede di cambiare le cose senza condizionare il capitalismo non andremo da nessuna parte. Sarà sempre peggio.
Io sono all’opposizione da tutta la vita ed il meglio che la sinistra ha saputo proporre è stato qualche anno di Prodi, il che è tutto dire, tra l’altro in estrema difficoltà per le divisioni all’interno della coalizione.
Sono superato, del secolo scorso, come qualche simpaticone che commenta i miei post mi ricorda costantemente ma una cosa è certa: in questo modo non andrete da nessuna parte.
Dico andrete perchè i cambiamenti epocali avvengono in decenni e non credo di averne molti davanti, il mio futuro è alle spalle e mi ha portato la sanità pubblica, lo Statuto dei lavoratori, l’art. 18, la pensione.
Fortunatamente alla Democrazia ed alla Costituzione avevano già provveduto gli antifascisti, poi ci siamo distratti ed abbiamo lasciato distruggere sia l’una che l’altra.
La Milano da bere ci ha, vi ha, rincoglioniti tutti, tra i giovani ci sono quelli che aspirano al modello americano, alle pensioni calcolate come le assicurazioni private senza nessun principio di solidarietà e di equità.
A quell’imbecille che tutte le volte mi ricorda che la mia pensione ha cancellato la sua ricordo che deve rivolgersi altrove, io ho versato 43 anni di contributi e, se avessi usato la sua testa senza metterli a disposizione degli altri ed avessi investito in una assicurazione privata prenderei molto di più, ma io sogno una società diversa da quella che sogna lui. Una società solidale, democratica, che sostenga i più deboli e non li emargini.
Una società totalmente diversa dal scimmiottaggio di quella americana che abita la sua testa.

Bersani, possiamo anche andare a rotoli ma non puoi sostenere la Erna Wallisch del governo Monti. Dimissioni immediate per la Fornero.


La famosa maglietta: la Fornero al cimitero, suscitò scandalo ed invece era premonitrice, ma sbagliata.
Al cimitero ci manda la Fornero, doveva essere la scritta giusta, infatti la Erna Wallisch  del governo Monti cerca di mandarne 325.000 in un colpo e senza neppure le camere a gas.
Non contenta delle menzogne che da mesi ci propina sugli esodati, puntualmente smentite dalla Camusso, oggi ritorna impunita sul luogo del delitto e se la prende con i dirigenti dell’Inps.

Esodati, ira Fornero contro l’Inps: “Se fosse istituto privato salterebbero i vertici”

Questa è una pazza criminale assetata di sangue e sostenere un governo del genere non è possibile per chiunque abbia un minimo di cervello, qui va sfiduciata immediatamente la Wallisch di Torino trasferitasi a Roma per attuare lo sterminio di massa.
Non bastasse la distruzione dell’art. 18 vuole passare alla distruzione, per fame di centinaia di migliaia di esodati.
Ve messa immediatamente nelle condizioni di non nuocere, nel caso venisse colta da una crisi di pianto la si ricoveri immediatamente in un ospedale psichiatrico a pane e acqua sperando che la cura le ripulisca il cervello.
Non si può affidare il Ministero del Lavoro e la Pari Opportunità ad una che è fuori di testa, che non si rende nemmeno conto di quello che dice.
L’alternativa è una sola, che la tipa in questione sia una perfetta nazista come ho lasciato intendere nel titolo ed in questo caso devono andarsene a casa tutti, compreso Monti e chi l’ha messo in quel posto.
Lo scandalo non è la scritta nella maglietta della Signora, lo scandalo è che una come la Fornero sia ministro nel governo della Repubblica Italiana nata dalla Resistenza.
La Fornero si deve dimettere o va licenziata in tronco.