Compagno. Da quasi 25 anni è una parola che non ha più senso, ci si vergogna a pronunciarla. Ma quando la pronunciava Lui ti saliva l’emozione dal cuore e si inumidivano gli occhi, Don Gallo.


indexC’è stato un periodo in cui persino i radicali venivano chiamati compagni, un partito più capitalista degli americani.
Noi ci chiamavamo compagni ed aveva un senso che andava oltre all’amicizia ed alla fratellanza naturale.
I fratelli te li trovi e spesso non li capisci nemmeno o si è troppo diversi pur avendo gli stessi genitori e lo stesso cognome.
Gli amici te li scegli, è diverso. capita pure che un’amicizia duri tutta la vita o che vada a scemare perchè si prendono strade diverse, quanti perdono gli amici aolo perchè si sposano o convivono commettendo l’errore di isolarsi dagli amici di una vita.
Non tutti ma la maggioranza si isola, le priorità diventano altre.
La parola compagno va oltre nel suo valore vuole dire tutto, fratello, amico, solidarietà, lotta, altruismo, partecipazione.
Compagno è colui che ha una casa, un lavoro, certezze e lotta insieme a chi non ha casa, lavoro e certezze.
Compagno è colui che lotta per i diritti di tutti e non si chiede se li meriti o no.
Compagno era Don Gallo che insieme all’amore infinito per gli ultimi aveva una dote che io non avrà mai, la tolleranza.
Io sono un compagno a metà, ho dei limiti oltre i quali ti mando affanculo, lui no era di una tolleranza infinita ed io lo invidio.
Molti si chiedino perchè il Pd faccia così schifo e cercano le motivazioni nelle debolezze umane, rubano tutti, o pensano che passino la notte ad inciuciare con gli altri, gli innominabili.
Io penso che il Pd abbia perso tutti i valori che avrebbe dovuto ereditare dal Pci. Molti del Pci votano Pd e riempiono i loro circoli, perchè chiamarle sezioni fa troppo comunista, e nemmeno nei circoli si chiamano ancora compagni e se lo fanno lo fanno sottovoce come carbonari.
Come può andar bene un partito che in un comizio comincia, nemmeno sempre, con parole come queste: care amiche, cari amici, care compagne, cari compagni. Tra l’altro con timidezza come se ci si vergognasse della propria storia. Amici e compagni sono valori diversi, cose diverse.
Una parola che non mi emozionava più salvo quando la diceva Don Gallo perchè lui aveva il diritto di pronunciarla senza deteriorarla, anzi, le dava un valore compiuto.
Sono ateo ma ciò non mi impedisce di emozionarmi quando ascolto i discorsi di Don Gallo pieni di logica, buonsenso, passione, tolleranza, amore.
Amore in senso universale, compagno degl ultimi e degli emarginati.
Ieri ci ha lasciato, ho visto decine di video ed ascoltato ancora una volta le sue parole. Mi sono emozionato mentre in un video diceva: finalmente un posto dove ci si può chiamare compagni.
E’ il mondo che ho sognato io, un grande posto dove tutti sono compagni e solidali, dove il bene di tutti viene prima del bene individuale o particolare dove il compagno non ti tradisce nemmeno sotto tortura.
Ma questo lo possono fare solo i migliori come i Partigiani e Don Gallo.
Non fare il fenomeno ha detto Don Gallo a Grillo e mi diverte il fatto che il M5S abbia scelto per i suoi militanti l’appellativo di cittadino. Cittadino portavoce, cittadino rappresentante, mi sembra una multinazionale del diritto ma senza anima e cuore.
Il cittadino rivendica dei diritti, giustamente. Il compagno lotta per difenderli ed estenderli a tutti senza preoccuparsi se sei bianco, nero, omosessuale o transessuale, maschio o femmina perchè tutti siamo persone e la mia libertà finisce dove inizia la tua.
Ciao Don Gallo
, non finirà mai di ringraziarti per le tue parole, per aver cantato in chiesa Bella ciao, per l’esempio di tolleranza che hai cercato di trasmettermi ma che per me è inarrivabile, quando vedo o sento un leghista non riesco a trattenermi dal mandarlo affanculo. Spesso vado anche oltre ma so che posso contare sulla tua tolleranza.
Un abbraccio.
P.S. Destra e sinistra esistono ancora come esiste la scelta di campo, di parte. I nuovi partigiani.
Chi non è di parte non ha parte.

Nelle nostre città, nei paesi,nei vicoli e nelle piazze ci sono le lapidi dei Partigiani. Se oggi ci capita di passare davanti fermiamoci un attimo e chiediamo scusa, sono morti per niente. Non meritiamo il loro sacrificio.


resistenza-italiaPer colpa di tutti, nessuno si senta escluso anche se si è impegnato, abbiamo perso il senso dello Stato, della Democrazia e non abbiamo fatto rispettare la Costituzione nata dalla Resistenza.
Grazie alla P2 abbiamo avuto, ed abbiamo ancora come protagonisti delle politica, fascisti e neo fascisti, impresentabili che mostrano il dito medio a cittadini democratici che manifestano con diritto.
La sinistra è finita nelle sabbie mobili perdendo la memoria ed oltraggiando i martiri che si sono sacrificati per renderci la libertà che non sappiamo usare.
Noi, cittadini elettori italiani, sappiamo solo litigare favorendo così un sistema di potere dove non si sa più chi sia la destra e chi sia la sinistra.
Prima di criticare i nostri rappresentanti eletti dobbiamo fare autocritica noi che in 68 anni di democrazia abbiamo saputo solo correre in soccorso del vincitore di turno.
Abbiamo costretto le nostre Istituzioni, a qualsiasi livello, a ricevere capi di partito impresentabili in tutti i sensi e quello che è ancora più grave dichiaratamente iscritti ad una associazione segrete che ha attentato, riuscendoci, allo Stato, alla Democrazia ed alla Costituzione.
La P2.
Non dimentichiamo mai che sono stati eletti da cittadini italiani con diritto di voto e per quanto possa fare schifo questa situazione li continuano ad eleggere da un ventennio.
Abbiamo, temo che avremo ancora, neo fascisti eletti a ministri. Un autentico oltraggio alla nostra Carta Costituzionale.
Per assurdo che possa sembrare non un’occupazione dello Stato da parte di una casta politica impresentabile perchè questi nemici della Democrazia e della Costituzione da un ventennio vengono votati da milioni di italiani, un terzo degli elettori ha votato questi banditi corrotti, corruttori e fascisti.
Abbiamo, ed avremo ancora, governatori di regione, sindaci, amministratori che  nei loro comizi fanno il saluto fascista.
Nonostante ciò lo schifo è diventato normale non ci si indigna più, come si dice non ci si fa più caso.
Ovviamente e per fortuna il discorso non riguarda tutti gli italiani. Sinceri democratici di destra, sinistra, di centro si ostinano a festeggiare il 25 aprile, si indignano nel vedere i banditi occupare le istituzioni e siamo talmente immersi in questo fango da accettare questa indecenza come se fosse un fatto di democrazia.
Le trasmissioni televisive invitano i neo fascisti in nome della par condicio, basti pensare alla collana di presenze che la Polverini, per dirne una, ha collezionato a Ballarò, e le più alte cariche dello Stato ricevono senza nessun imbarazzo neo fascisti insieme ai portavoce, burattini, di un piduista per discutere di un governo di unità nazionale o come cazzo lo vogliono chiamare.
Certo le istituzioni hanno le loro colpe ma non dobbiamo mai dimenticare che lì a rappresentarci li hanno mandati gli italiani, non tutti li italiani certamente, ma la maggioranza di chi è andato a votare.
Questo è avvenuto anche grazie agli astenuti perchè la libertà si difende con la partecipazione e loro si sono rifiutati di partecipare ma non di criticare.
Io mi sento di dovere delle scuse a tutti i Partigiani DI QUALSIASI COLORE E DI QUALSIASI IDEA POLITICA che hanno dato la vita per renderci liberi e regalarci al Democrazia.
Che noi non sappiamo usare, apprezzare, difendere.
Devo delle scuse anche se mi sento assolto perchè sono comunque coinvolto e nonostante i miei sforzi, la mia partecipazione, il mio impegno non sono riuscito a salvare i VALORI per i quali si sono immolati.
Dico sempre che l’hanno fatto anche per me che sono nato dopo la guerra, si sono sacrificati per il futuro e per tutti noi e noi non siamo all’altezza di cogliere la loro eredità, anzi la calpestiamo.
Quindi, se ci è rimasto un briciolo di cervello e di dignità, oggi dobbiamo chiedere scusa ai nostri martiri dimenticando, per un giorno, le miserie di cui siamo tutti responsabili.
Oggi non voglio fare polemica con nessuno, oggi non mi divido anzi, mi unisco in un abbraccio virtuale, in attesa di quello reale oggi pomeriggio, con tutti quelli che condividono i valori della resistenza ed hanno a cuore la nostra Democrazia. Anche, direi ancora di più, con chi non la pensa come me.
Il sangue dei nostri martiri non merita le nostre miserie.
Buon 25 aprile. W il 25 aprile, W i Fratelli Cervi.
Il piduista ex presidente del consiglio, che si è spacciato per partigiano, voleva incontrare Papà Cervi la prima volta che gli italiani l’hanno eletto. Fortunatamente, e qualcuno l’ha pure avvisato, Papà Cervi era morto da tempo e non ha subito questo affronto da un bandito che è la vergogna nazionale nel mondo.

Voglio essere alla moda e vedere inciuci ovunque. Quando li hai nella testa li proietti su tutto quello che succede. Ieri ho detto alla Mirè: sai che sono quasi 42 anni che abbiamo fatto l’inciucio?


indexSiamo arrivati al punto che se dai la precedenza ad uno che arriva da destra dicono che inciuci con la destra, che sei un comunista venduto ed il codice della strada non c’entra niente: è un inciucio.
I primi ad andare in crisi sono stati il cappuccino e la pasta e fagioli. Il latte si rifiuta di fare un inciucio con i chicchi neri del caffè, ha emesso un comunicato sul sito ufficiale delle quote latte di poche parole: basta inciuci con il caffè. Ognuno vada per la sua strada.
I fagioli si sono accodati immediatamente: basta compromessi con la pasta.
Oggi se non scrivi inciucio non sei nessuno, se un ospite televisivo non dice almeno tre volte la parola inciucio non se lo fila nessuno.
Non parliamo poi dei post di Grillo che vede, e fa vedere, inciuci ovunque.
Persino io ne sono stato coinvolto, è come una nebbia che avvolge tutti e non ti fa vedere e capire più niente credevi di essere in Via Padova ed invece sei in V.le Monza.
Ieri ho detto alla Mirè: sai che sono passati quasi 42 anni da quando abbiamo fatto l’inciucio? E nonostante tutto siamo ancora vivi.
Se Bersani incontra il Berlusconi è inciucio, se la Bindi beve un caffè in parlamento con un grillino fa un inciucio ed il grillino rischia l’espulsione dal movimento.
Su Facebook ci sono quelli che si sono impegnati a scrivere la parola inciucio almeno 10 volte al giorno, persino il derby Roma-Lazio finito 1 a 1 ha generato sospetti di inciucio oltre a 8 feriti e diversi arresti.
Ormai l’inciucio  è entrato sottopelle persino quando mi accendo una sigaretta non so più se è più giusto accenderla con un fiammifero o con l’accendino e per superare l’impasse faccio l’estrazione con due bigliettini, uno con scritto accendino e l’altro fiammifero.
Napolitano rievoca le larghe intese del 1976, purtroppo non furono il compromesso storico di Berlinguer che tanti non hanno capito ancora adesso. Il compromesso storico era rivolto alle masse, al popolo diviso in rossi e bianchi cattolici per risolvere i problemi reali terrorismo in testa.
Subito qualche sveltone su Facebook ha scritto che le larghe intese del 1976 furono l’inciucio tra la Dc ed il Pci, esulando del tutto dal contesto storico del terrorismo che culminò con l’assassinio di Moro.
Quando la massa, i cittadini, i lavoratori, gli osservatori, i grillini e chi ne ha più ne metta sono ridotti così è inutile discutere di politica e di blaterare che si vuole
risolvere i problemi, la crisi economica e ridare alla politica il ruolo che le compete: l’arte del compromesso al più alto livello possibile che per forza di cose non è la perfezione.
Anche perchè, per me, la perfezione non esiste altri invece sono convinti di “essere l’essenza stessa della perfezione” e con questi presupposti non è possibile fare niente.
Adesso i grullini, stando a quello che dicono i capigruppo non ancora smentiti da Grillo, dicono che le elezioni a giugno sarebbero una sciagura. Repubblica: Lombardi: “Le elezioni a giugno sarebbero una sciagura”.
Ho sempre sostenuto che il M5S avrebbe dovuto fare un governo con il Pd e per due ragioni pragmatiche che non hanno niente a che vedere con gli inciuci. La prima è che il M5S terrebbe il Pd per le palle, lo so che non è fine quello che scrivo ma rende al meglio la situazione, lo capisce anche un leghista.
La seconda è che ci sarebbero i voti per una stabilità che farebbe solo del bene al Paese.
Oggi apro una terza opportunità, il M5S faccia un governo con il Pdl, non ho controllato i numeri ma penso che ci siano, il tutto nell’interesse del Paese così la smetterebbero TUTTI di blaterare di interesse del Paese alludendo esclusivamente al proprio.
Dimostrerebbero di esse dei veri politici e non dei saltinbanchi in grado di compromessi possibili per salvare il paese.
Ho letto che il M5S ha, finalmente, presentato le prime proposte di legge su omofobia e coppie di fatto. Ancora Repubblica, il Fatto ecc.ecc.
Noto, con piacere, che hanno centrato subito il problema, le priorità del Paese. Ci hanno messo un po’ di tempo a presentare le prime proposte di legge ma valeva la pena di aspettare, questa è alta politica come non si è mai vista nella prima Repubblica, nella seconda e nella terza era dai tempi della Resistenza che non avevano proposte così illuminate e propositive.
Le coppie di fatto disoccupate, precarie, esodate, licenziate non aspettavano altro che venisse riconosciuto il loro stato di famiglia di fatto.
Non parlamo della legge sull’omofobia, la aspettavamo da oltre 3000 anni e sono convinto che dove hanno fallito tutti ci riuscirà il M5S, cambiare la testa degli italiani.
Da quando i greci hanno inventato la politica, in assenza di una maggioranza assoluta, le persone intelligenti hanno fatto alleanze condivisibili o no in ogni caso nell’interesse della gente e di governare comuni, province, regioni e stati.
Nessuno si è mai sognato di chiamarli inciuci anzi, chi ha inventato la politica l’ha sempre considerata l’arte del compromesso nell’interesse di tutti, possibilmente.
Altrimenti facciamo la rivoluzione ma, per evitare inciuci, è meglio che ognuno di noi si dipinga il proprio simbolo in fronte, i grullini le 5 stelle, i pidiellini la P2, i piddini il simbolo del vaticano e la bandiera italiana ed i fascisti un bel fascio in fronte.
Il resto lo racconteranno i sopravvissuti, senza inciuci, non vorrei che commettessero l’errore della Resistenza che è nata con la più alta politica che il nostro Paese abbia mai espresso, l’unione tra bianchi, rossi, liberali, cattolici e laici che li ha portati alla vittoria e che ci ha regalato libertà e democrazia che noi non sappiamo usare.
Oggi il M5S, i giornali, gli iscritti di Facebook definirebbero la Resistenza il più grande INCIUCIO che sia mai esistito sulla faccia della terra.
Io mi sono rotto le palle, p inutile discutere e poi non vorrei essere accusato di essere un fautore dell’inciucio tra la Bindi e Gasparri.
Bersani l’ha detto: Non faccio il governissimo. Mi auguro che tenga duro, che i piddini fautori dell’inciucio se ne vadano in altri partiti.
Io, in attesa della rivoluzione, mi disegno il mio marchietto in fronte: falce e martello.
Ognuno deve credere in ciò in cui crede ed io ci credo ancora, c’è chi crede in Dio e chi crede nel socialismo in attesa che tutti e due si manifestino.
Buona giornata e non baciate la vostra ragazza o il vostro compagno, non sono sessuofobico, è il primo inciucio che la storia umana ha generato, il sesso.
Astenetevi altrimenti l’informazione ed il M5S vi accusano immediatamente di inciucio.
Masturbatevi la mente politicamente, sempre che non scendiate a compromessi con voi stessi, è una spirale che non si ferma più. L’inciucio è diventato un dogna: Dogma, dal greco dogmatos (“parere”). Il dogma è la verità non dimostrata che viene imposta arbitrariamente agli uomini senza possibilità di essere criticata.

Per noi e’ veramente tutto marcio; per questo siamo arrabbiati. Vorremmo consegnare ai nostri figli un’Italia diversa, ove regni l’onestà. Almeno, con il nostro non venire a patti, ci stiamo provando.


imagesE’ un commento che ho letto sul Fatto Quotidiano. Oltre a cercare di capire tanto pessimismo mi chiedo se dentro il marcio globale ci siano anche loro o dove siano stati sino adesso mentre il marcio invadeva il Paese.
Questo, forse, è il meno nel senso che gli esseri umani non sono mai stati perfetti e per quanti sforzi faranno non riusciranno a lasciare ai loro figli un’Italia dove regni l’onestà. Io mi accontenterei di lasciare un’Italia dove regni la giustizia, dove chi sbaglia paga ed abbia la certezza della pena senza confessioni e relative assoluzioni.
Non esiste Paese al mondo, non è mai esistito, dove regni l’onestà esistono Paesi dove si rispettano le regole più che da noi.
Detto questo la cosa che mi preoccupa di più del loro atteggiamento è l’assoluta mancanza del dubbio. Una certezza dell’essere superiori, migliori degli altri oltre, ovviamente, ad essere più intelligenti che rasenta la superiorità della razza ariana. Questa volta la superiorità è allargata, non è un problema di razza ma di intelligenza superiore.
Devi capire, devi sapere, devi informarti, devi riflettere, nemmeno un dovresti, solo certezze.
E se la tua riflessione non collima con la loro ecco che sei un servo del Pd-L, un poveretto di spirito, obsoleto e superato dalla rivoluzione del M5S, dopo, alla fine, qualcuno inserisce anche il Pdl , il nemico primario è il Pd-L.
Sono certo che qualcuno di loro nel passato ha votato il Pdl, sono certo perchè almeno in tre l’hanno confessato a me, uno in montagna e due a Milano. Escludo dalla conta i simpatici destroidi che secondo Grillo passeggiano mano nella mano con gli ex sinistroidi nel M5S. Faranno due cortei in occasione del 25 aprile?
Tutti gli anni scendo in piazza a Milano in occasione del 25 aprile, faccio delle foto, non ricordo di avere mai visto il M5S, eppure non mi sono perso nemmeno il Pdl del 1996.
Nel mio blog in alto a destra ho scritto una frase, una frase che frequento da quando ero inscritto al Pci e che mi accompagna da più della metà della mia vita. Una frase che invita a non prendersi troppo sul serio, a tenere i piedi per terra a non prendere niente per oro colato chiunque sia a prendere la parole.
Tenersi sempre uno spazio per il dubbio cercando di essere ottimisti e non disfattisti.
Se tutto è marcio lo è diventato in loro presenza e mi chiedo dove abbiano passato l’ultimo ventennio.
La frase che ho scritto è questa: NON PRENDETEMI TROPPO SUL SERIO, NON LO FACCIO NEMMENO IO.
Sottinteso, ho stima di me stesso, sono un mio fan, un follower di me stesso.
Per tenermi con i piedi per terra, troppa stima di me stesso, mia moglie anni fa mi ha regalato un elfo che regge un cartello con scritto: Non dimenticare mai di essere unico. Come tutti gli altri.
Tradotto: non essere presuntuoso, anche se è difficile.
Ho scritto tempo fa, il Fatto Quotidiano sta al M5S come l’Unità sta al Pd.
Ma per sembrare informazione libera al di là delle parti si deve far suonare le diverse campane sulle stesse pagine, non stiamo a sottilizzare se la campana del M5S è grande come quella del duomo e le altre sono campanelle da chiese di campagna, l’importante è che suonino per poter dire i fatti come nessuno li ha mai raccontati.
Oggi ho letto questo articolo:

Cari grillini, in voi non compare traccia del dubbio, di Piero Valesio.
L’ ho letto non perchè da ragione a me ma perchè la penso come lui, dentro di me ho fatto la stessa considerazione da tempo, abbinandola al pensiero unico talmente compatto da mettere paura.
Se consideramo ogni essere umano come un bicchiere, uno vale uno, ci arrivamo tutti a capire che ad un bicchiere pieno, di certezze, non puoi aggiungere altro perchè andrebbe perso se il bicchiere non è pieno si può aggiungere qualcosa che dia valore aggiunto.
Avete presente il Campari con il bianco? Il barista riempie i due terzi del bicchiere con il vino bianco, poi aggiunge il Campari che aggiunge colore e sapore. Se riempisse il bicchiere sino all’orlo aggiungendo il Campari significherebbe buttarlo via.
Vorrei che tutti noi, nel confrontarci, lasciassimo quei due , tre centimetri liberi nel nostro bicchiere per dar spazio alle teorie degli altri, coltivare qualche dubbio e magari trarne vantaggio per tutti.
Se tutti abbiamo solo certezze ci sarà qualcuno che ci marcerà sopra, detterà le regole e quello che è triste è che gli daremo ragione. In base alle nostre certezze.
Domanda: dove le abbiamo prese?
La certezza non fa crescere, la convinzione di avere sempre ragione impedisce di parlare con gli altri e confrontarsi. La certezza di essere superiori impedisce qualsiasi punto d’incontro, non dico di alleanza, in attesa che tutti abbiano il bicchiere colmo di certezze. Le mie.
Voi pensate che i fascisti, nazisti, stalinisti, abbiano avuto qualche dubbio durante le loro marce?
Vi ricordate come marciavano compatti? Una moltitudine di corpi che diventavano un corpo unico, un pensiero unico. Quello del comandante.
Per mettermi al sicuro dalle certezze quando mi sono iscritto al Pci ed ho ritirato la tessera ho commentato con queste parole: appena saremo al potere passerò all’opposizione. Diventerò anarchico.
Il massimo della mia aspirazione politica, del libero pensiero.
Ce ne sono troppi in giro che traboccano di certezze, Berlusconi, Travaglio, Grillo, Cicchitto, Biancofiore, ecc.ecc.
Potete aggiungere i vostri.
Travaglio direbbe che le certezze nascono dai fatti, dimentica che i fatti sono interpretati dalla nostra logica.
Quale certezza abbiamo che sia quella giusta, senza confronto?

 

Certo che per un mondo convinto da oltre 2000 anni che la vita è un dono di Dio, e quindi Eluana va tenuta in vita con qualsiasi mezzo, le scelte di Wojtyla prima e di Ratzinger adesso sono una bella botta.


indexPremesso che sono un battezzato, a mia insaputa, che ha studiato dalle suore e dai preti, e non l’ho deciso io,  non credo in Dio e nemmeno negli dei.
Detto questo è certo che non ho mai provato simpatia per coloro che hanno tentato di infilarsi nel mio letto, nella mia coscienza e che hanno tentato, e tentano, in tutti i modi di condizionare la mia coscienza di essere umano e quindi non ho mai provato simpatia per Giovanni Paolo II° e per Benedetto XVI° mentre da ateo ho stimato e stimo ancora Giovanni XXIII° per la sua umanità e lungimiranza.
Penso di essere l’unico ateo che è andato al suo paese, Sotto il Monte, per vedere la sua casa natale e rendere omaggio ad una persona che ha segnato il secolo scorso come pochi.
Non mi interessano, in questo momento, i segreti e le miserie vaticane. Le colpe, le menzogne, le beghe di potere dei palazzi vaticani ed il miserabile atteggiamento del clero in merito alla pedofilia. Oggi mi interessa dire il mio punto di vista sulla persona, sull’uomo  inteso come animale facente parte della natura umana in tutte le sue componenti. Specifico per i leghisti, persona intesa come cromosomi di tutti i tipi.
Si dice che Wojtyla ad un certo punto abbia rifiutato le cure, sappiamo che non è stato il primo e nemmeno l’ultimo, ed è questo il punto che mi ha toccato di più per il fatto che il capo stesso della chiesa che ci racconta da oltre 2000 anni che la vita è un dono di Dio si è preso il suo destino nelle proprie mani. Ovvio che il clero, il sistema, abbia fatto passare la scelta di Wojtyla in secondo piano altrimenti si sarebbero contraddetti con l’atteggiamento assunto con Eluana e con tutti quelli che hanno chiesto di mettere fine all’accanimento terapeutico.
I cattolici hanno bisogno di un martire che faccia da parafulmine a tutti i loro peccati, che giustifichi le loro miserie. Miserie che fanno parte del genere umano in modo particolare quando è ammalato o anziano e quindi più debole come la natura impone ed esige quando si percorre l’ultimo viale della vita.
Noi, umani, non abbiamo nemmeno la dignità dell’elefante. La medicina ci aiuta, viviamo molto di più rispetto a 200 anni fa ed è migliorata la qualità della vita e qualcuno di noi gioca a fare l’eterno ragazzino tingendosi i capelli, truccandosi come una battona ed aiutandosi con la chimica per contrastare il declino naturale, insomma siamo incapaci di essere uomini con scadenza a termine.
Qualcuno punta all’infinito drogandosi come un cavallo da corsa e non per migliorare la qualità della vita ma per allungare a dismisura una giovinezza che non c’è più, diventando patetici.
Penso che la forza di un uomo sia nel riconoscere le proprie debolezze non nel nasconderle o eluderle con la chimica, solo un megalomane con delirio di onnipotenza può ridursi a macchietta del genere umano per sembrare giovane a tutti i costi.
Per essere chiari, fa impressione in fotografia figuriamoci vederlo da vicino o appena sveglio, prima del trucco.
Mi faceva una pena immensa Wojtyla come uomo, perchè come Papa o guida spirituale non l’ho mai preso in considerazione, quando si sosteneva con la croce e faticava a mettere insieme due parole, mi chiedevo perchè non lo fermassero, non mettessero fine a questa agonia esibita al mondo come un trofeo.
La stessa pena che ho provato per Berlinguer nell’ultimo discorso di Padova mentre la gente gridava fermatelo.
Certamente la scelta di Berlinguer è stata sua, voleva finire il suo compito, testimoniare i suoi ideali sino all’ultimo come fanno tutti gli eroi che vivono la vita normale.
Sul fatto che Wojtyla decidesse da solo di esibire le sue debolezze, la sua malattia, le sue difficoltà di uomo malato ho qualche dubbio in più.
Se è vero, ed io non ne dubito avendo letto qualcosa nel merito che riguarda anche il card. Martini del quale ho il massimo rispetto, che ad un certo punto ha rifiutato l’accanimento terapeutico come aveva già fatto Giovanni XXIII° ovviamente usando parole da Papa: sia fatta la volontà del Signore, oppure lasciatemi raggiungere Dio, ciò rimette in discussione tutta la speculazione che il clero, la chiesa, il cattolicesimo fanno intorno alle scelte individuali di chi vuole mettere fine alle proprie sofferenze.
Le persone normali, impedite o ammalate, chiedono che venga staccata la spina, Il Papa chiede sia fatta la volontà di Dio ma il concetto è lo stesso, essere padroni del proprio destino.
Ratzinger  è andato oltre, ha voluto fermarsi prima in un gesto che per me è di una grandissima dignità umana in un mondo che considera la debolezza della persona, dovuta al tempo passato, una vergogna da nascondere e non una naturale parte della vita, delle stagioni della vita, che troppi si rifiutano di accettare rendendosi ridicoli e patetici.
C’è più forza nell’ammettere la propria debolezza che passare ore al trucco, farsi fare il botulino, trapiantarsi e tingersi i capelli, prendere pastiglie, iniettarsi non so che per fingersi giovanotti.
Trovo che la scelta di Ratzinger sia epocale per la chiesa cattolica, in prospettiva.
Dopo che da oltre 2000 anni ci ripetono che la vita è un dono di Dio e quindi inviolabile al punto di considerare il suicidio un peccato, c’è addirittura chi lo considera un omicidio e quindi peccato grave, dell’eutanasia non ne parliamo  per non aggiungere ulteriori polemiche, abbiamo due papi che sia pure con modalità diverse smettono di essere simboli e ridiventano uomini riprendendo nelle loro mani e nel loro cervello il diritto di decidere del loro destino.
Smettono di essere icone di una cosa che non ha senso, non ha logica, non ha spessore e cioè che la vita e la morte sono un dono di Dio e non parte della stessa natura.
Ognuno è padrone della propria vita, almeno quella direi.
Ultima considerazione, penso che con un Papa italiano o comunque del sud del mondo una scelta del genere non sarebbe stata possibile.
Ho sentito di un cardinale polacco che ha commentato: dalla croce non si scende, confermando che i talebani integralisti ci sono anche tra i cattolici. Ho sentito interviste in Pazza S. Pietro a gioveni di paese diversi, ebbene quelli del sud dell’Europa dicevano che non avrebeb dovuto dimettersi, insomma la pensano come il cardinale polacco, quelli del nord Europa apprezzano il gesto di Benedetto XVI°, confermando un mio dubbio. Solo chi ha un pragmatismo, chiamiamolo così, protestante può avere la forza di riconoscre la propria debolezza e renderla grande facendo una scelta del genere.
Il cattolico ha bisogno del martire per fargli espiare le proprie colpe e lavarsi la coscienza.
Per me ha fatto un grandissimo gesto e gli rendo onore.
Per uno che ha rischiato una denuncia per vilipendio ad un Capo di Stato, lui, non è poco.
Certo che se facessero papa Scola sarebbe un bel salto indietro nel tempo. Problemi loro comunque. 

Adesso a Scola, il cardinale di Milano, non va bene nemmeno la Costituzione. Vuole dettare le regole lui. Lo Stato laico mette a rischio la libertà religiosa. Da quando sono al mondo ho sempre visto la religione, cattolica, invadere il campo senza mai essere espulsa. Comunione e occupazione.


192723663-c61abd55-5c67-4d1c-99bd-41247179211aQuando i tempi si fanno duri tutti diventiamo più integralisti, a difesa delle proprie idee, ed i più integralisti di tutti alzano la voce, i talebani cattolici.
Non basta più pretendere di dettare la linea in parlamento ed in, quasi, tutti i partiti adesso attaccano direttamente la Costituzione.
E’ una costante più il mondo evolve e più loro diventano conservatori, ciò non ha impedito che dagli anni 50 in poi la chiesa ha perso molto del suo gregge. Le file domenicali per la S. Messa si sono assottigliate ed il 40%, se non di più,
di chi si avvicina ai vari sacramenti lo fa per abitudine vanno a messa per la comunione dei figli poi passano direttamente alla messa per la cresima, matrimonio ed ovviamente funerali o battesimi.
La maggior parte di loro non si ricorda nemmeno più le preghiere fanno prendere aria alla bocca fingendo di pregare o cantare.
Così, il card. Scola ieri ci ha fatto capite perchè il Papa l’ha nominato capo a Milano dopo quei bolscevichi di Martini e Tettamanzi con il compito di rimettere in pista sul piano religioso Comunione e Occupazione, sul piano politico-economico hanno già il monopolio.
La città di Milano ha appena varato il registro delle coppie e si prepara a discutere sul testamento biologico, figuratevi se il talebano di Comunione e Occupazione si lasciava scappare l’occasione di fare un discorso integralista davanti alle tutte le autorità.
Ha usato queste parole:
Il «modello francese di laicité che è parso ai più una risposta adeguata a garantire una piena libertà religiosa, specie per i gruppi minoritari», ha detto Scola davanti a tutte le autorità, «si presenta a prima vista idoneo a costruire un ambito favorevole alla libertà religiosa di tutti». Ma, sostiene il cardinale, la laicità «ha finito per diventare un modello maldisposto verso il fenomeno religioso». E «la giusta e necessaria aconfessionalità dello Stato ha finito per dissimulare, sotto l’idea di neutralità, il sostegno a una visione del mondo che poggia sull’idea secolare e senza
Dio».
E’ già stato furbo a nominare i gruppi minoritari, dei quali non gliene frega niente, lo scopo era far sapere a Pisapia ed a tutti i laici che sono nelle istituzioni della Repubblica che a lui della laicità dello Stato non gliene può fregare di meno, lui vuole lo Stato confessionale. Quello che perdona tutti i peccati e le malefatte di Comunione e Occupazione.
L’aria contrita l’espressione di dolore del cardinale è la stessa che usano in tutte le occasioni per dare l’impressione che l’occupazione è  un atto d’amore verso le pecorelle che, ultimamente, non riesce a tenere a bada nemmeno il cane pastore.
Troppi matrimoni civili, troppe unioni tra lo stesso sesso, troppi bambini che non vanno più all’oratorio o se ci vanno sono istruiti per bene dai genitori, che magari convivono senza il matrimonio, sul come comportarsi nel caso di un approccio del terzo tipo da parte di qualche prete con la passione dei bimbi o delle bimbe.
Dopo anni di convivenza laico religiosa a Milano si torna alle crociate e, permettetemi di dirlo, l’avevo detto subito quando ho saputo che Scola avrebbe sostituito Tettamanzi che aveva seguito il sentiero illuminato di Martini. Colui che ha rifiutato l’accanimento terapeutico.
Per un po’ Scola è stato calmo, appena il Card. Martini ci ha lasciato ha tirato fuori il bazoka di Comunione e Occupazione ed ha sparato ad altezza d’uomo alle autorità pubbliche non abbastanza allineate con il suo pensiero.
Molte religioni credono in un solo dio, Scola è convinto che sia il suo, l’ha occupato come hanno occupato ospedali e tutto quello che ci gira intorno che renda un fatturato.
Giuliano Pisapia l’estare scorsa avera rivendicato l’autonomia d’azione delle istituzioni pubbliche un rospo che Scola non è riuscito ad ingoiare ed ha preparato il discorso in occasione della festa del patrono che rimettesse in riga le istituzioni.
Loro possono bestemmiare in Comune, noi non possiamo e non vogliamo bestemmiare in chiesa.
Sono sempre stati così, invasivi e tendenti al pensiero unico, al regime religioso che per forza di cose diventa anche politico, ne più ne meno di quello che succede ai mussulmani quando al potere ci sono gli integralisti.
Molti anni fa nel consiglio di quartiere nel quale ero consigliere del Pci c’erano due ragazzi della Dc che facevano parte di Comunione e Occupazione, non ci pensavano nemmeno di seguire la linea del loro partito, loro seguivano esclusivamente la linea di Don Giussani e di Formigoni, che a quei tempi aveva fatto pure il voto di castità.
Sotto le feste di Natale i due in questione proposero una mozione d’ ordine urgente, ci facemmo esporre quale fosse il problema e la mettemmo in coda all’assemblea del Consiglio di Quartiere.
Sembrarono morsi dalla tarantola e vi dico il perchè.
La mozione d’ordine urgente consisteva nel fatto che chiedevano, in occasione delle feste natalizie, che fossero benedetti i locali del Consiglio di Quartiere e, già che c’erano, tutti i consiglieri per illuminarli nel loro compito pubblico.
Insomma una benedizione per tutti sostenendo che certamente non avrebbe fatto male ai consiglieri un po’ agnostici o atei.
Naturalmente come capogruppo della maggioranza rifiutai, votammo contro e diedi questa spiegazione: se facciamo una cosa del genere per la religione cattolica altrettanto dovremmo fare con i mussulmani, i buddisti, gli ortodossi ecc.ecc. Il consiglio di quartiere, dissi, rappresenta tutti e quindi la stessa cosa dovrebbe essere permessa a tutte le religioni. E’ democrazia, o tutti o nessuno.
Uno dei due volle mettermi al corrente che, nella loro infinità bontà, pregavano anche per me. Pregavano Dio che mi illuminasse e che mi facesse vedere la luce, scoprire la bellezza della fede.
Li misi al corrente che avevo studiato dalle suore, prima e dai salesiano dopo, avevo fatto il chierichetto e verso i 10 anni volevo pure farmi prete. Progetto che fallì miseramente quando mi innamorai a 11 anni della figlia del pasticciere del paese che mi regalava i ritagli delle torte.
Di luce ne avevo vista abbastanza ed il fatto che pregassero per me era un’intrusione nella mia vita, un’imposizione da regime fascista ed essendomi incazzato ho perso per un attimo il controllo dicendo: fatevi i cazzi vostri, se e quando sarà il caso me la vedrò io, quello che avete detto è la prova che la religione cattolica è totalitaristica come qualsiasi altro regime che c’è al mondo.
Ad ogni modo aggiunsi che non c’erano problemi dato che a 100 metri da noi c’era una chiesa. Avrebbero potuto assentarsi per una mezz’ora per andare a farsi benedire direttamente dal prete confidando nel fatto che ce li avrebbe restituiti più illuminati di prima. Un beneficio anche per noi.
Scola è rimasto agli anni 70 e pretenderebbe che ci restassimo anche noi.
Scrive Repubblica: Parole forti, quelle del successore di Dionigi Tettamanzi e soprattutto di Carlo Maria Martini, che aveva fatto di Milano la capitale del dialogo con i non credenti.
Ecco parole forti, parole da regime, da dittatura di una fede sulle altre da imporre pure agli atei o agnostici.
Parole da fascista, in pratica.
Per chi volesse saperne di più metto il link:

Il cardinale Scola: “Lo Stato laico
mette a rischio la libertà religiosa”

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Pur di essere fuori dal coro si fanno critiche assurde, a sinistra. Se poi è di moda il moralismo qualunquista sui soldi della politica ecco che si fa confusione credendo di avere individuato il problema. I 2 euro.


Sono stato più di vent’anni nel Pci e non sono iscritto al Pd ma sono andato a votare per le primarie con un, mio, imperativo: fermare Renzi.
Ognuno vede la partecipazione alla politica a modo suo, molti pensano che rifiutarsi di partecipare per non sentirsi frustrati o presi in giro, altri pensano di difendersi cercando il male minore.
La sinistra come la intendo io è morta, sono rimasti i militanti e gli idealisti che riescono pure a litigare sul capello tagliato in due.
Io sono un anticapitalista e non c’è un partito che mi rappresenti ma devo vivere in questo mondo che dal 1989 in poi ha demonizzato il comunismo anche per suoi errori, e prendo atto che quasi tutto il mondo conosciuto accetta, sopporta, il capitalismo.
Le nuove leve non sanno nemmeno che cosa sia la sinistra però dicono di essere il nuovo che avanza, tipo Renzi che dichiara di non credere ad un Pci.2, nemmeno io ci credo ma da qui al suo modo di intendere la sinistra ce ne corre, anche se oggi si difende dall’accusa di essere di destra vantando di aver vinto nelle regioni “rosse”.
Mancava solo che ci mettesse un po’ di ribrezzo mentre lo diceva.
Qualcuno fa delle battute sul fatto dei due euro che chi ha votato ha dpvuto versare, non credo nemmeno obbligatoriamente, e goiù a fare del moralismo come se Renzie Bersani si dividessero il “malloppo”.
Intanto è una mancanza di rispetto per gli altri tre concorrenti, se vogliamo fare delle battute cerchiamo di farle in modo intelligente senza portare acqua ad un populismo che ha già massacrato il paese e milioni di cervelli.
Secondo sono fermamente convinto che questi ipercritici di “sinistra” non abbiano frequentato, conosciuto, il Pci dove l’autofinanziamento ed il volontariato era una norma. Dal tesseramento in poi era tutto un lavorare per il partito, volantini, manifesti, moduli, affitti o mutui delle sezioni, luce, gas, riscaldamento insomma tutte le sezioni si davano da fare con iniziative epr essere autonome economicamente.
Ovvio che chi non ci riusciva veniva aiutato dal partito, dalle altre sezioni.
Se mi trovate una sinistra come molti di noi auspicano fatemelo sapere perchè io non l’ho individuata, non riesco a vederla e può anche darsi che sia un mio limite. Illuminatemi, sarò felice di seguire i vostri suggerimenti.
Detto questo vivo in questo mondo e devo cercare di difendermi scegliendo il male minore, ieri era Prodi oggi è Bersani, certamente non è Renzi.
I due euro sono per le spese e se non si è d’accordo di sborsarle si può benissimo evitare di partecipare, io pur non essendo del Pd ho dato 5 euro per dare una speranza aad una piccola sezione, che ancora resiste e che tra dieci anni potrebbe non esserci più.
Tutti su internet ma non è la soluzione, su internet ha vinto Renzi, più sgamato, più moderno di Bersani ma non rappresenta il mio modo di vedere ed ho cercato, a modo mio, di fermarlo partecipando.
Non è detto che mi vada bene, ma ci ho provato come sempre nella mia vita.
Non voglio, in questo post, commentare il lato politico in se, flussi, dati e quant’altro. L’ho scritto solo perchè mi Hanno infastidito certi commenti sui due euro che hanno versato i partecipanti, “volontariamente”, è evidente che non hanno la minima idea di quanto costi la struttura, l’organizzazione e la politica per difendere gli ultimi, specialmente se non ci sono imprenditori con i quali andare a cena.
Ricordiamoci che il risultato della difesa degli ultimi  è direttamente proporzionale alla forza che gli elettori mettono in campo, non dell’ironia o delle battute di spirito che lascerei all’antipolitica.
E’ una mancanza di rispetto per i volontari, per chi ha votato, per chi ha voluto partecipare.
Anche dei leghisti o quelli del Pdl  che hanno votato per Renzi.
In democrazia ognuno deve poter fare quello che ritiene opportuno per scegliere la strada nella quale intende avviarsi e se è quella del capitalismo, che io trovo opprimente per le masse, facciano pure ma io mi chiamo fuori.
Mi chiamo fuori anche difendendomi in qualche modo, ad esempio cercando di fermare Renzi, è solo il mio punto di vista ma se dovessi votare Renzi avrei votato, da tempo, per l’originale.
Troppi, anche a sinistra, confondono il liberismo con la libertà. Non alludo ai dirigenti, alludo agli elettori.
Qualcuno critica Bersani per il fatto che cerca alleanze con Casini, Renzi invece va direttamente alla fonte.
Chiedete ai vecchi compagni del Pci quante volte hanno, dovuto, allearsi con i socialisti. Non avremmo mai governato da nessuna parte se fossimo andati da soli, il pasto si fa con quello che c’è nel frigo, non con le chiacchiere.
Anche la Resistenza fu una somma di persone diverse, ideali diversi, che hanno saputo tenere conto del bene comune, la libertà.
La partecipazione di Tabacci, che molti non hanno capito, aveva questo senso: fare una scelta di campo.
Sapeva che avrebbe perso ma ha voluto mandare un segnale. Tabacci non è Casini.
Dimenticavo, nel web è pieno di gente che ha laverità in tasca, chi non è con me è contro di me e non ha capito niente. Faccio solo notare che dalla liberazione in poi al potere, non al governo al potere, ci sono sempre i soliti o i figli e nipoti dei soliti.
Il 10% di italiani che hanno il 48% della ricchezza nazionale.
Scanniamoci pure tra di noi, arriveranno ad everne il 60%. Le loro tasse andremo avanti a pagarle noi, come sempre. Saliremo ancora, dall’87% di imposte che versano pensionati , lavoratori dipendentie precari arriveremo al 93%.

Il contributo di solidarietà, l’ulteriore 3% per i redditi oltre 150000 euro, è iniqua. Sono gli unici che spendono e cambiano il suv ogni due anni, anche meno. Riparte Santoro, eravamo in pensiero.


Come se garantendo un reddito agli esodati questi li spendessero alle corse dei cavalli o li investissero in Btp e non a fare la spesa, pagare le bollette o comprare i libri ai figli.
Il problema è che cazzate del genere, come quella che ha detto il vicepresidente di Confindustria, non fanno più notizia manca solo il pistolotto sulla reggia di Ibrahimovic, 40.000 euro al mese, come segnale della rioresa dei consumi e siamo a posto. La crisi è alle spalle. Meglio, la crisi è sulle spalle dei soliti, non disturbiamo i ricchi che vanno in depressione.
Cicchitto, tessera P2 N° 2232, ha detto: non condividiamo il ricorso a forme di finanza straordinaria per una copertura delle risorse necessarie sul tema”.
Peccato che quando mi hanno tagliato la pensione non abbia trovato nulla da dire.
E’ vero che sotto ad un certo aspetto sono un privilegiato ma, se oltre al taglio della pensione maturata con 43 anni di contributi versati devo fare welfare familiare per sopperire alla perdita del lavoro da parte di qualche componente della famiglia ecco che i tagli, i sacrifici diventano pesanti e si raschia il fondo del barile.
La legge di stabilità non va bene a nessuno e diventa una lotta di classe. Temo, anzi ho la certezza, che finirà come al solito bastoneranno sempre gli stessi, precari, lavoratori e pensionati sia con i tagli delle detrazioni, delle retribuzioni  con l’aumento dell’Iva e delle spese sanitarie, scuola, servizi, alimentazione, che colpirà tutti indistintamente generando ulteriore riduzione del reddito delle famiglie.
La fascia che spende, e spande, potrà continuare tranquillamente la bella vita, chi può continuerà ad evadere il fisco, dare e prendere mazzette, e fregarsane altamente di chi fatica a tirare la fine del mese.
L’economia sarà salva grazie a loro, la vendita delle utilitarie cala del 25% ma quella delle Audi è in aumento, seppur leggero e questo da ragione al vicepresidente di Confindustria: sono gli unici che spendono, gli altri tagliano pure sul pane la pasta e le sigarette.
Ma il centrosinistra ha l’arma segreta, Renzi, dal mio punto di vista ho l’impressione che sia considerato come il salvatore della Patria, un po’ quello che è successo con Marchionne quando è arrivato alla Fiat.
Adesso ne vediamo i risultati.
Se si entra nella logica capitalista in economia se ne esce solo con lo smantellamento dei diritti, l’abbattimento dei salari, costringendo la maggioranza degli italiani alla fame per fare concorrenza ai costi di produzione cinesi o del quarto mondo.
Non si capisce poi che fine farà tutta questa produzione a prezzi competitivi se nessuno può spendere un euro per consumare, l’unica cosa che potremo consumare saranno le nostre scorte di grasso per sopperire alla fame.
Ieri sera ho visto Santoro e mi sono reso conto che è dal 1982, quando è entrato in Rai, che i suoi ospiti dicono sempre le stesse cioè: faremo, vedremo, proponiamo. Il tutto nei primi 100 giorni della prossima legislatura, tra poco festeggeremo il 50° anniversario della prossima legislatura senza che sia cambiato niente.
Io stimo Santoro ma ho l’impressione che Servizio Pubblico sia diventato autoreferenziale, Bertazzoni che insegue i politici che svicolano, i servizi di Giulia Innocenzi che ci ha fatto ridere con Giarda il ministro per i rapporti con il Parlamento, che ha dato l’impressione di non sapere nemmeno dove fosse.
L’unica che ha messo un po’ di pepe è stata la Costamagna. Poi il solito pistolotto di Travaglio, perfetto, l’esposizione dei dati di Dragone sempre preciso e puntuale, la Giulia alle prese con Facebook ed il televoto via sms come la Marcuzzi ma senza mostrare le gambe o le tette.
Infine Vauro, in serata non particolarmente felice ma sempre pungente.
Ho avuto la sensazione di aver perso qualche ora, se mi guardavo qualche partita o un documentario avrei passato una serata migliore.
Sembra che si vada sulla fiducia, sul sicuro, perchè tutti professionalmente sono sopra la media: Santoro, Travaglio, Costamagna, Bertazzoni, Innocenzi, Vauro.
Quando tocca a Vauro la gente ride prima ancora di vedere le vignette, ho visto delle signore ridere gioiosamente per una vignetta scarsa, Vauro è un po’ come Del Piero basta la presenza. Prima o poi la mette ma aspetterei per esultare che la metta.
Tutte cose giuste che Santoro ripete da trent’anni,  e meno male che insiste, però la mia impressione che Vauro sia il segnale della fine dell’autoreferenzialità settimanale, domani è tutto come prima, come sempre.
Nelle Tv regionali lombarde ci sono dei giornalisti che da decenni campano parlando di calcio, divisi in tifosi di Milan, Inter, Juve e così via vanno avanti per tutta la settimana commentando l’ultima partita e la prossima.
Cambiano i nomi dei protagonisti ma i concetti, le parole, sono sempre le stesse, ridono o si incazzano come se facessero parte di un altro mondo. Sono veramente nel pallone.
Deve essere un problema mio ma ho la stessa impressione per quanto riguarda la politica, la nostra vita. Fazio, Floris, Santoro, Gabanelli, che è il Messi della situazione, e gli altri che non guardo, alludo ai servi di Mediaset, fanno la stessa cosa hanno un ruolo e lo svolgono bene ma i risultati li decidono sempre gli altri.
Repetita iuvant, dicevano gli antichi, io invece dopo trent’anni mi annoio. Nel calcio almeno cambiano i protagonisti qui nemmeno quelli ed il nuovo che avanza ha un che di dèjà vu. Già visto, fritto e rifritto.
Che altro si potrebbe inventare per dare la sveglia agli italiani?
Francamente non ne ho idea, se il nuovo è Renzi io ho perso le speranze.
Il 3% per i redditi oltre 150.000 euro all’anno non vanno bene, i privilegi della chiesa cattolica sono sacri, le retribuzioni dei politici sono intoccabili e così via.
Prepariamoci perchè ci chiederanno altri sacrifici, altro sangue.

Yoani Sanchez, se ce la vuole raccontare, ce la racconti giusta. Su twitter dice: Mi sono rifiutata di mangiare o bere. Ai giornalisti dice: : «Siamo stati tenuti senza acqua né cibo. Il primo bicchiere d’acqua che ho bevuto, a casa, è stato come fuoco nell’esofago».


Si metta almeno d’accordo con i suoi amici di Miami sulla linea da tenere con la propaganda planetaria contro il regime di Fidel, inaccettabile, per il capitalismo globale che ha piegato tutto il mondo non essere riuscito a far morire Cuba con l’embargo come sta facendo con la Grecia con la moneta.
Narrano di migliaia di dissidenti che attraversano il mare finendo tra la braccia, accoglienti, degli anticastristi di Miami e non si capisce come un regime così ferreo ed attento se li faccia scappare come bisce.
Si sa che il regime cubano è durissimo con i dissidenti, twittano, rilasciano interviste che poi vengono trasmesse da Rai News e finiscono su tutti i quotidiani con leggere differenze, non da poco.
Ha rifiutato cibo ed acqua o le sono stati negati?
Non vorrei che la pasionaria anticastrista diventasse la Sallusti di Cuba o che le trenta ore passate in carcere facciano la fine dell’attentato a Belpietro.
Lo dico per lei e per quelli che la pompano da Hollywood o da Miami.

Yoani Sanchez libera, versione uno.

Cuba, liberata dopo 30 ore
la blogger Yoani Sanchez

Si mettano almeno d’accordo Repubblica e Pubblico, non pretendo lo facciano il giornale o libero.
O forse lei è solo una vittima, strumentalizzata, dall’informazione globale al servizio del capitale.
Mi sa che la C.I.A. perde i colpi, sono finiti i tempi dei collaboratori infiltrati di spicco, come Giuliano Ferrara.
Rifacciamo un po’ dalla disinformazione di massa capitalista:

Gianni Minà: le dimenticanze della bloggera di moda, Yoani Sanchez


 

Vauro lascia il Manifesto per il Fatto Quotidiano. Sono dispiaciuto, ma essendo pure un inguaribile romantico ed ottimista spero che sia lui ad influenzare Travaglio e non viceversa. E’ la vita.


Anch’io, nel mio piccolo, quando mi hanno offerto di fare il capo in azienda ho accettato pur essendo iscritto al sindacato ed al Pci.
Un passo avanti sul piano economico è sempre da tenere presente, specialmente se si ha una famiglia.
Non conosco le ragioni per le quali Vauro lascia il Manifesto, si vocifera che il giornale abbia solo due mesi di vita, ed è giusto che Vauro faccia le sue scelte ma ad una condizione, che rimanga sempre con le sue idee.
Nel Fatto c’è una corrente antipolitica e grillina talmente esagerata che alla fine, per me, fa un favore al sistema.
Mettere tutti nella stessa cesta non è informazione. Troppo facile dire che sono tutti uguali per creare disaffezione ed allontanamento dall’impegno politico e per un comunista come Vauro, che saluta a pugno chiuso, credo che valga ancora il mio principio di comunista: Libertà è partecipazione.
Partecipazione non ad un sito, al mi piace, all’incensare un santone che vuole buttare via il bambino con l’acqua sporca.
Partecipazione individuale ad un movimento di massa in cui riconoscersi democraticamente, senza affidarsi al salvatore della Patria di turno o di moda.
Quando fui nominato capo sapevano perfettamente come la pensavo ed hanno corso il rischio, dalla mia parte avevo il fatturato e per un padrone il fatturato è tutto anche se è prodotto da un comunista.
Posso dire alcune cose della mia esperienza, intanto i miei sottoposti si trovarono meglio, quelli che si impegnavano nel lavoro hanno avuto riconoscimenti. La mia filosofia di comunista sindacalista era questa: prima i doveri, tutti i doveri e poi i diritti, tutti i diritti.
Non puoi pretendere diritti se non hai adempiuto a tutti i tuoi doveri. Non puoi lamentarti dei politici se non hai la forza, non riesci a superare la nausea e trovare il coraggio di fare una scelta votando.
Se non ritieni nessuno degno o all’altezza di rappresentarti entra in gioco tu, scegliti un partito, un movimento che tenga alta la bandiera della partecipazione e della democrazia e datti da fare.
Non venitemi a dire che non è possibile, se nel Pd ci fosse la partecipazione che c’era nel Pci sarebbe già oggi un partito di sinistra.
Auspico che Vauro rimanga con le sue idee anche all’interno della redazione del Fatto, che io ritengo non sia un giornale di sinistra, spazia da una parte all’altra in nome dell’informazione ed il problema è che, per me, l’informazione deve essere di parte, partigiana.
Scriveva Gramsci:


“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.

L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?

Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.

Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”.

11 febbraio 1917

Vorrei una informazione di parte che faccia una analisi del capitalismo socialista, egualitaria, democratica.
Non mi interessa una informazione corretta che rimane nell’alveo del capitalismo senza proporre un sistema diverso, alternativo. Ci deve pur essere un sistema che superi le distorsioni del capitalismo sfruttatore e parassita capace solo di produrre miliardi di poveri.
Si può rimanere se stessi anche in terreno “nemico”. Ricordo ancora quando sono andato alle riunioni con casa madre con l’Unità in tasca ed all’entrata il manager di turno mi disse: ma lei viene alle riunioni della Fiat con l’Unità in tasca?
A casa mia ognuno legge il giornale che vuole, risposi, non necessariamente Il Notiziario dell’Autoriparatore, mi pare si chiamasse così, un quindicinale della Fiat dedicato agli addetti ai lavori.
Ecco, mi auguro che Vauro rimanga se stesso e, se proprio qualcuno debba cambiare, che sia Travaglio,
anche se ne dubito. Travaglio è un bicchiere pieno di se stesso non c’è spazio per aggiungere uno spruzzino di rosso. Il Campari con il bianco si può fare se il vino non raggiunge l’orlo del bicchiere.
Il saluto di Vauro ai compagni del Manifesto.
CARI COMPAGNI, SARO’ SEMPRE IN DEBITO