Il Giornale: Marina per il riscatto di noi donne. Già pronto il kit per il riscatto. Una statuetta di Priapo, un calippo ed un palo della lap dance per ogni donna. Del Pdl o forza Italia 2.


imagesCredo che il titolo l’abbia suggerito la signora Garnero al suo compagno, previa autorizzazione della Biancofiore, anche se il riscatto delle donne del Pdl è già avvenuto da tempo in tribunale e fuori dal tribunale.
Bonifici garantiti per le testimoni a discarico del pedofilo confessati tranquillamente ai giudici mentre fuori dal tribunale c’erano le pasionarie della De Filippi, rigorosamente over 70/75 anni.
Il riscatto delle donne dell’esercito di Silvio è miseramente fallito alla notizia della sentenza, ci hanno messo mezz’ora per rendersi conto che non era il caso di cantare vittoria.
E che dire delle orgettine che hanno affidato il loro riscatto di donne al palo della lap dance, usurato, della villa di Arcore?
Oggi a Roma ci sarà la manifestazione dei fedelissimi della tessera P2 N° 1816.
Non è dato di sapere se ci sarà anche Gelli ma sono certo che se sarà impossibilitato manderà un cappuccio di solidarietà.
Silvio, ce l’abbiamo fatta, l’Italia è in mano alla P2 o sotto ricatto, la sostanza non cambia.
Tutti in piazza con la bandiera ed il calippo per il riscatto delle “nostre” donne.
Buona giornata.

Chissà quante volte l’avrà chiesto a Veronica. Sei venuta? Quante volte? Obiettivamente non mi è dato sapere quante volte però so quanto gli sono costate.


indexCon le orgettine non aveva nemmeno bisogno di chiedere, come l’uomo dei profumi, appena vedevano la busta dei contanti o la conferma del bonifico era una cascata di ahhhhh, uhhhhh, oh mio ddiooo, sei il migliore, mi fai morireee.
Qualcuna temeva pure di morire a causa dello sforzo per farlo venire, nonostante l’aiutino.
E’ talmente bavoso e depravato che non escludo l’abbia chiesto anche a mamma Rosa, santa donna, alla quale l’immenso Benigni dedicò questa poesia, non sua:
Se quella notte, per divin consiglio,

la donna Rosa, concependo Silvio,

avesse dato ad un uomo di Milano

invece della topa il deretano

l’avrebbe preso in culo quella sera

sol Donna Rosa e non l’Italia intera.


Ancora oggi mi commuovo, raramente una poesia raggiunge l’altezza delle battute del puttaniere, il Dante dei bordelli e dei pali della lap dance.
Le donne del Pdl sono scese in strada per difenderlo. Ho scritto in strada perchè di solito non scendono in campo, al massimo nei campi.
Santanchè e Gelmini in prima fila a difendere il pedofilo puttaniere che ha sempre rispettato le donne con lo slogan, azzeccatissimo:
Siamo donne non siamo bambole.
Confermo perchè le bambole non pretendono il bonifico, la carta di credito prepagata o la busta in contanti.
Le bambole che piacciono al cavaliere hanno la bocca preformata come quella di Daniela.
Al giornalista che le ha chiesto: Lei viene? Quante volte? La Santanchè, quella che anni fa disse che il puttaniere le vede solo orizzontali le donne, non ha fatto nemmeno in tempo a rispondere perchè una donna del pubblico ha risposto immediatamente: “Sicuramente più di lei” E per una che riesce a venire con uno come Sallusti direi che tutto è possibile, per una donna normale Sallusti al massimo può farle venire il vomito, i brividi.
Comunque Daniela ha potuto rispondere, così: “Anche a lei sarà capitato di fare delle battute, ma lei le sue battute le fa a quelle donne che sono disponibili sul mercato”.
Non risulta che il giornalista in questione abbia un ragioniere addetto ai bonifici mentre è accertato che dalle parti di Via Olgettina e nelle ville del puttaniere ci sia un fiorente mercato delle vacche.
Forse Daniela si riferiva a lui, quello che considera le donne solo se sono in orizzontale.
Poi ha parlato l’ex ministro dell’istruzione, la Gelmini.
L’uomo è uomo. Se poi si chiama Berlusconi e, come ricorda l’ex ministro Gelmini, “ha il gusto della battuta”, non possiamo fargliene una colpa.
Parole sante, specialmente se non vengono capite. La Gelmini è stata a fianco del premier puttaniere tre anni ed ancora non ha capito quando sparava cazzate, faceva battute o raccontava barzellette.
Per lei è sempre vangelo.
Adesso sono tutti a massacrare la povera vittima del vecchio bavoso alla quale non ha ancora fatto le scuse, stanno facendo l’autopsia della sua vita per trovare qualcosa che possa metterla in cattiva luce.
Io non sono certamente un esempio di femminismo. Vivo da oltre 40 anni con la stessa donna e sono ancora convinto che in casa comando io solo perchè ogni tanto tiro una riga per terra, immaginaria, e le dico di non respirami l’ossigeno.
Ho vissuto con lei l’esperienza del femminismo e della liberazione della donna ripetendole in continuazione: l’emancipazione femminile e la liberazione della donna non si fa contro l’uomo, il maschio, ma insieme.
Anche perchè per un maschio abituato da milioni di anni a dire l’ultima parola ci saranno molti problemi di identità, di ruolo, di riadattamento alla nuova realtà.
Per questo dicevo insieme e non contro, per fargli capire meglio che le cose stavano cambiando.
Quanto siano cambiate non lo so, a giudicare dalle vittime di morosi, mariti, amanti, ecc. ecc. non direi molto, ma di una cosa sono sicuro che certe donne, come le fanatiche di Berlusconi, quelle che fanno politica nel Pdl difendendo l’indifendibile, andrebbero prese a calci nel culo.
Sono loro le prime nemiche delle donne.
Chissà se anche a Barbara, che vive una bellissima storia d’amore con Pato, avrà chiesto se viene e quante volte viene.
Ho sempre pensato che esistano sia le donne che le femmine, sono due cose diverse. La donna è un essere completo di tutti gli accessori che è pure femmina, la femmina non ha accessori, alludo a cervello, cuore, dignità, emozioni, specifico per i leghisti.
Anche la mia Lulù è femmina e pur amandola intensamente non ho mai pensato che fosse anche una donna.
Anche se rispetto a certe femmine qualche volta mi viene il dubbio.
Lo stesso ragionamento vale per gli uomini e per i maschi, troppi maschi si credono uomini ma non lo sono.
Non sanno nemmeno cosa sia essere uomini.

Ho letto da qualche parte che la crisi ha fatto riscoprire lavori che avevamo dimenticato, la domestica, la badante, il domestico. Ho conosciuto i tempi in cui le famiglie, borghesi, avevano la domestica in casa con vitto ed alloggio.


imagesAnche le situazioni più tragiche o forse proprio perchè tragiche hanno sempre un lato divertente.
Come il villano di Ho visto un re, noi ridiamo, che il nostro piangere fa male al re.
Tolte le grandi famiglie borghesi e gli arricchiti, rigorosamente anonimi, i domestici in casa erano praticamente scomparsi, al massimo c’era la donna a ore o per stirare.
Fare assistenza o la domestica negli ultimi due decenni era diventata una prerogativa degli immigrati ma la crisi degli ultimi anni hanno fatto riscoprire questo lavoro anche agli italiani, un salto indietro di 40/50 anni. Quasi come le vendite delle automobili.
Di solito erano tagazze che venivano dalla campagna, dalla montagna, molte di loro facevano questo lavoro con vitto ed alloggio per farsi la dote o mettere qualcosa da parte per il matrimonio.
Lo stipendio non sarà stato il massimo ma vitto ed alloggio garantito aiutavano a risparmiare parecchio e c’era pure un giorno libero alla settimana.
Sempre meglio, lasciatemelo dire, della disoccupazione.
Leggere di questo ritorno all’antico mi ha fatto tornare in mente che anche il mio datore di lavoro, anni 60,70,80 perchè era sempre lo stesso, aveva la donna di servizio in casa.
Ne avevano due, una per i genitori ed un’altra per la figlia più grande che era sposata. Abitavano tutti nello stesso palazzo che tra uffici della ditta ed appartamenti di famiglia praticamente era tutto occupato.
Una volta il mio titolare mi chiese un favore, dovevo andare alla stazione centrale a prendere la nuova domestica in arrivo dalla Valtellina, mi disse il binario e mi diede una veloce descrizione, ragazza giovane, bionda con due valige.
Insieme all’amico Gino, collega inseparabile, che viveva da solo e quindi un po’ il factotum della famiglia del titolare prendemmo la 850 familiare ed andammo alla stazione.
Non so se per pigrizia, per comodità o perchè anche allora i parcheggi erano pochi, parcheggiammo l’850 vicino alla rotaie del tram.
Andammo al binario e ci mettemmo in attesa. Appena i passeggeri iniziarono a scendere dal treno giocammo ad indovinare chi fosse la ragazza in questione, sinceramente ci aspettavamo una montanara, nel senso buono del termine o una ciofeca.
Ad un certo punto vediamo una bionda con due valige, molto giovane e molto carina, sbruffoni come eravamo ci lanciammo incontro a lei facendo la domanda concordata.
Sono io, rispose la fanciulla ed è lì che il nostro becero gallismo diede il meglio di se. Però eravamo giovani.
Cominciò un balletto, te le porto io le valige disse il Gino, no dammene una anche a me risposi di rimando. La ragazza era imbarazzata per tanta cortesia, le avevano detto che sarebbe finita in mezzo ai lupi e si trovò immersa nella gentilezza, avrebbe potuto annegare.
Arrivati all’850 caricammo le valige, l’ 850 familiare aveva 7 posti, e la ragazza, modestamente,  voleva salire dietro.
Ma figurati, altra manfrina, tu siedi davanti è lui che va dietro dissi rivolto al Gino.
Accettò ed in questo modo potemmo darle una occhiata tutti e due, se si fosse seduta dietro l’impresa era più difficile.
Certamente non eravamo nel pieno delle nostre facoltà mentali, la ragazza era ben oltre il nostro immaginario e la prova più evidente fu quando misi in moto l’850 e partii.
Sentimmo un rumore tremendo di lamiera, avevamo lasciato il portellone laterale aperto a bandiera, praticamente, ed il tram l’aveva quasi  divelto. Forse, presi dalla situazione, ci dimenticammo che il pulmino aveva le porte laterali.
Constatato che il tram non aveva subito danni chiudemmo  il portellone in qualche modo e ci avviammo verso Sesto San Giovanni.
Ovviamente ci demmo una calmata, ma non abbastanza credo.
Quando arrivammo in ditta, era una concessionaria Fiat, scaricammo le valige e la bionda. Il Gino partì in tutta fretta per parcheggiare il pulmino, come lo chiamavamo noi, per tornare prima possibile a disposizione della bionda ed accompagnarla personalmente all’appartamento del titolare.
Aveva talmente fretta che si dimenticò che il pulmino aveva il portapacchi sul tetto e, fatto ancora più importante, che non passava dalla rampa di accesso al garage inferiore.
Infatti si incastrò a metà della rampa.
Potenza della lirica dove ogni dramma è un falso, cantava Lucio, io mi domando come si senta una donna quando vive queste sensazioni di onnipotenza. Quando si rende conto che con un sorriso distrugge una porta, un portapacchi
e fa incastrare un pulmino al punto che per tirarlo fuori c’è voluto un carro attrezzi.
Forse eravamo più poveri di oggi, ma eravamo allegri, sapevamo cogliere la bellezza ed apprezzarla.
Certo non con le parole dei poeti o dei cantanti ma, nei fatti, certamente.
Svelti, furbi ed organizzati come i Soliti ignoti.
Qui vediamo Er pantera, Vittorio Gassman, che corteggia Nicoletta, Carla Gravina, la domestica dell’appartamento a fianco dell’obiettivo della rapina.

Se questo ventennio fosse passato invano potremmo correre il rischio di avere come premier Borghezio. La rinuncia è un’offerta alla lega ed io mi sono riletto il Che.


MARONI A CAV,POLTRONE? NO,CONDIZIONI LEGA O AMICI COME PRIMANon è dai raduni di fine anno con panettone e spumante che si può valutare lo stato di un partito ed anche se Maroni ha invaso you tube con i suoi spot sulla Lombardia non è detto che la lega sia in salute, potrebbe darsi che i due leader facciano un passo indietro, quelli nella foto, e rispunti Borghezio.
Se poi per la valutazione si prendono in considerazione le sparate di Salvini mi sa che siamo al livello dei bus per immigrati, nessuno li ha visti.
Ovvio che il collante della destra siano le poltrone di Lombardia, Veneto e Piemonte ma i finti follower su Twitter non votano, costano meno di Scilipoti ma non sono in parlamento. La maggior parte di essi sono extracomunitari e non credo che la lega apprezzi.
Ci sono più liste che elettori e gli unici che parlano di lavoro, di equità, di sviluppo, sono il Pd, Sel e l’Idv. Certo c’è chi lo fa strumentalmente e per fini elettorali e chi lo fa per progetto, sta a noi identificare il latte fresco da quello in scadenza.
Certamente non è credibile Monti che dopo averci ridotti in fin di vita ci propone il brodino: crescita e meno tasse, peccato che nel frattempo proprio lui abbia aumentato a dismisura quelle dirette e le indirette, tra taglio delle pensioni e gli aumenti delle tariffe ci vorrà un decennio per recuperare. Molti pensionati, per questioni anagrafiche, non faranno in tempo anche se ovviamente me lo auguro.
Di sicuro c’è solo una cosa il capitale sta bene, molto bene. Gli investitori guadagnano ed i ricchi sono sempre più ricchi.
E’ vero che lo spread è diminuito, dicono che il risparmio per lo Stato sarà di 50 miliardi di euro, ma le famiglie in difficoltà non se ne sono accorte e temo non se ne accorgeranno nemmeno in futuro. Un modo per specularci sopra lo troveranno sicuramente.
Monti una cosa giusta dal suo punto di vista l’ha detta e, guarda caso, è la stessa che dicono i grillini: destra e sinistra sono distinzioni superate sono le parole di Monti. Grillo lo dice a modo suo, più ficcante, destra e sinistra sono morte, è politica vecchia sostituendo gli interessi della destra e gli ideali della sinistra con quelli di Casaleggio.
Entrambi dimenticano di affermare quello che noi sappiamo dal 1989 con la caduta del muro di Berlino e cioè che nel mondo domina una sola filosofia che di politico, di ideale, non ha niente ma che porta tanto profitto, nuovi poveri, sfruttamento e che i ricchi sono sempre più ricchi ed i manager alla Marchionne trovano ammiratori pure nel centrosinistra che, purtroppo, non è nemmeno socialdemocratico.
I socialdemocratici, i socialisti tedeschi rispetto al nostro centrosinistra sono dei marxisti estremisti.
Eppure anche per le banche, gli investitori, Monti, Grillo, Casini e compagnia un problema c’è ed è questo.
Mancano i leader di livello, anche se io sono ottimista perchè vedo in giro molti giovani di qualità e con ideali giusti che si stanno facendo spazio, ma i proletari, i comunisti, i sinceri democratici ci sono eccome ed il web ne è pieno.
Il capitalismo avrà anche cercato in tutti i modi con la sua propaganda di convincere i giovani che gli ideali sono morti. Fraternità, uguaglianza e legalità sono morte , il sol dell’avvenire pure, la democrazia ed i diritti non ne parliamo, ma se  questi ideali li sostituisci con quelli del capitale: profitto, flessibilità, precariato, turni massacranti e perdita dei diritti. Tagli alla sanità ed alla scuola pubblica, che tagliano fuori milioni di persone da diritti fondamentali sanciti dalla costituzione, è solo questione di tempo, anche chi è nato e cresciuto nel e con il mito del capitalismo se ne renderà conto che non sarà la pensione  o la sanità  privata a migliorare la qualità della vita della massa popolare.
Non hanno ancora inventato, potrei dire che il capitalismo nella sua infinita bontà, non ci ha ancora regalato una class action che consenta alla massa proletaria di veder garantiti i diritti dei lavoratori, delle persone.  Alludo a diritti che sono a 360° che vanno dal lavoro alla salute, dalla casa al diritto di farsi una famiglia come gli pare, che toccano l’intima libertà individuale che una democrazia dovrebbe garantire.
Occhio però che nei momenti di grande cambiamento il pericolo è sempre il populismo, fare di tutta l’erba un fascio, perdere di vista il vero obiettivo che deve rimanere la liberazione degli oppressi di qualsiasi tipo, qualunquismo e populismo portano sempre all’uomo forte, ad un uomo solo al comando e nessuno come noi italiani ne conosce le conseguenze, anche se la maggioranza è stata così stupida da non accontentarsi del duce, ha voluto provare anche Berlusconi. La P2.
E’ vero che le piccole cose sono importanti ma non dobbiamo puntare i nostri sforzi e lo sguardo solo su queste, scorporare il problema Fiat da quello del Sulcis e di tutte le altre situazioni di crisi serve solo ad indebolire il movimento e la democrazia, alla fine ci sarà solo un si salvi chi può. Se non saremo uniti non arriveremo a niente, il problema del capitalismo è globale, la Cina insegna.
Sembra assurdo quello che scriverò adesso ma devo. La grandezza di Che Guevara non è stata nel rivoluzionario in se ma nei motivi che l’hanno reso rivoluzionario, attuali oggi più che mai, e sono descritti con poche parole nella lettera che ha scritto alle sue figlie.

Cari Hildita, Aleidita, Camilo, Celia ed Ernesto: Se un giorno doveste leggere questa lettera, sarà perché non sarò più fra di voi.
Non vi ricorderete quasi più di me e i più piccoli mi avranno dimenticato.
Vostro padre è stato un uomo che ha agito secondo il suo pensiero, e che è stato sicuramente fedele alle sue convinzioni.
Crescete come bravi rivoluzionari.
Studiate molto per poter padroneggiare la tecnica, che permette di dominare la natura. Ricordatevi che è la Rivoluzione a essere importante e che ciascuno di noi, preso isolatamente, non valle nulla.
Soprattutto, nel più profondo di voi stessi, siate capaci di sentire ogni ingiustizia commessa contro chiunque in qualunque parte del mondo. È la più bella qualità di un rivoluzionario.
Bambini miei, spero di vedervi ancora. Un grande e forte bacio da
Papà

Soprattutto, nel più profondo di voi stessi, siate capaci di sentire ogni ingiustizia commessa contro chiunque in qualunque parte del mondo. E’ la più bella qualità di un rivoluzionario.

Per inciso le ingiustizie con la globalizzazione del capitalismo sono aumentate, i ricchi sono sempre più ricchi e liberi ed i poveri sono sempre più poveri e oppressi. Tanto più che oggi abbiamo pure il capitalismo comunista, uno solo non ne bastava.
Ci si indigna di più per un cinese che prende pochi dollari al giorno che per i nostri precari o disoccupati, solo che il cinese riesce a vivere i nostri no. Leggere la cronaca per capire cosa intendo dire.
E’ inutile indignarsi per l’ennesimo femminicidio, per l’ennesimo stupro in India, stupirsi per l’infibulazione e poi tornare a casa e picchiare la moglie, la compagna, la fidanzata, la sorella perchè noi abbiamo deciso che ha sbagliato o che non può decidere da sola con chi stare e come starci.
In tutto questo proliferare di liste, ognuna con le sue ragioni, vedo solo un gran polverone che il sistema di potere genera automaticamente affinchè non cambi niente. Proviamo a prendere in considerazione due cose fondamentali, lavoro ed equità, e votiamo per queste. Poi, potremmo fare le pulizie di fino.
Ognuno di noi provi a chiedersi come si sente, al di là delle frasi di Monti o Grillo, io mi sento di destra o mi sento di sinistra?
Oppure sono il figlio unico del capitalismo, senza sorelle, fratelli. Cresciuto nello strangolamento finanziario e quindi incapace di ragionare perchè manca l’ossigeno.

Una novità, positiva, per il 2013. Le primarie del Pd l’hanno spostato a sinistra i teodem se ne devono fare una ragione, meglio ancora se cambiano partito. Un grazie particolare a Renzi.


giudittapini_ok_erSe i giovani che hanno scalzato i dinosauri del Pci e della Dc confluiti nel Pd, hanno come riferimento Nilde Iotti e Berlinguer significa che i valori ci sono e le idee pure. Certamente è un rinnovamento che sia Bersani che Renzi hanno voluto, uno ricercando i valori della sinistra e l’altro ammiccando ai valori di Arcore e Marchionne, fortunatamente hanno vinto i primi e la dirigenza dovrà tenerne conto.
Personalmente mi auguro che questi giovani che hanno nel cuore i valori della sinistra storica, riveduta ed adeguata ai tempi perchè sia chiaro che il Pci non ci sarà più, conquistino sempre più spazio nelle istituzioni e nel partito.
Sono giovani istruiti che conoscono e convivono con il precariato, immersi nelle storture del capitalismo parassita e sfruttatore che hanno idee chiare e sentimenti nobili.
In Emilia Giuditta ha sbaragliato gli avversari alle primarie e chi l’ha votata ha avuto le sue ragioni, ha visto bene.
Viene dal precariato ed ha fatto pure la cameriera.
Non la conoscevo ma c’è una sua frase che per me dice tutto ed è questa: “Abbiamo deciso di correre alle primarie proprio per questo. C’è bisogno di persone preparate e di persone che invece hanno un nuovo sguardo. Dentro un partito si hanno entrambe le cose. Nel Pd ci sono persone di altissimo livello in tutti gli ambiti che ti possono dare una mano e, d’altro canto, io posso portare una visione che loro non hanno. L’esperienza da sola non basta, proprio come la freschezza”.
Ero e rimango contrario alla rottamazione, alla fissa del modernismo politico delle due legislature che avrebbero impedito a Persone come Pajetta, Berlinguer, Longo, La Torre e tanti altri di fare politica sana per lasciare spazio a giovani magari senza, o poco valore.
Se poi il nuovo che avanza è Renzi allora tanto vale chiudere il partito, le sezioni.
Sono contrario a chi dice che destra e sinistra sono superate, il qualunquismo populista di queste affermazioni fa rinascere il fascismo e la destra estrema nella peggiore delle ipotesi, ed i segnali ci sono. Nella migliore delle ipotesi c’è un atteggiamento di accettazione del capitalismo e delle sue regole che è preoccupante, massacrare i diritti delle persone in nome del profitto e della produzione non ha nulla di sinistra e nemmeno di democratico. Il capitalismo è un regime, la democrazia del più forte.
Dice Giuditta: l’esperienza da sola non basta, proprio come la freschezza. Sono due elementi che da soli non hanno tenuta ma se li metti insieme diventano un collante fortissimo.
Ci sono tantissimi giovani che hanno per riferimento, il Fatto usa la parola idolo, Berlinguer e sono certo che non hanno nessun bisogno di andare ad Arcore per sentirsi democratici, come sono certo che non scambieranno mai per manager Marchionne.
Sono orgogliosi delle loro idee di sinistra, dei valori, della nostra storia, della solidarietà e del rinnovamento che potrà avvenire solo con una scelta di campo, decidendo da che parte stare.
Affermare di essere  oltre la politica, considerare destra e sinistra superati, obsoleti, è solo demagogia populista che vede il particolare, l’errore e lo esalta preparando lo spazio per un populismo che porta solo ad un regime, perdendo di vista la nostra storia e le conquiste che la sinistra e la democrazia ci hanno portato con la Resistenza.
Se non volete chiamarlo fascista chiamatelo pure come volete. C’è stato il peronismo, il gollismo ed anche Pinochet ed il gioco allo sfascio che la propaganda capitalista sta facendo sulla politica nostrana è preparazione del terreno per un regime del genere, non c’è bisogno di correre questo pericolo per rendersi conto che destra e sinistra esistono eccome ed hanno valori ed obiettivi diversi. Agli antipodi.
Qualcuno ha valutato la sconfitta di Renzi come un ritorno al passato ed invece è un ritorno al futuro solo che la maggioranza degli elettori del Pd vogliono un partito di sinistra e prima fanno chiarezza al loro interno e meglio è.

 

Giuditta, la futura deputata ragazzina del Pd: “A Roma sarà il mio primo lavoro”

 Monti come Grillo: Destra e sinistra, distinzione superata”

Il personaggio dell’anno, per me, è la Signora di Lerici che ha commentato il delirio del parroco. Con poche parole ha seppellito lui e l’oscurantismo della chiesa cattolica.


imagesLa Signora avrà la mia età e quindi non è una fanciulla che circola seminuda a provocare i maschi ed a istigare allo stupro, anzi.
Direi che è l’unica che l’ha preso sul serio e fa un proposito che è una autocritica, ovviamente con ironia, sarcasmo.
Al giornalista che le chiede cosa ne pensa della sparata del parroco risponde testuale: ci mettiamo il burka questa estate, così son contenti.
Non ho altro da dire siamo al medioevo.
Tutt’altro spessore rispetto alla commerciante che non si esprime in quanto commerciante, forse potrebbe risentirne il fatturato.
Con nove parole ha messo a posto il parroco, i vescovi, cardinali e pure il Papa, una sintesi che dovrebbe essere di lezione per tutti i giornalisti che si occupano del caso, allungando il brodo.
Premetto che io vado matto per la battuta sintetica che ti stronca, ti lascia incapace di reagire perchè colpisce direttamente al cuore del problema e non lascia spazio a giustificazioni. La sostanza è tutta nelle parole della Signora e va ben oltre il delirio individuale di un parroco con dei, seri, problemi anche di natura sessuale. Non escludo che di notte viaggi sulle provinciali a caccia di donne seminude con le quali sfogarsi, dietro modico compenso per via del calo delle elemosine, perchè tutto si potrà dire di lui, ma non che è frocio come il giornalista della Rai.
La prima parte: ci mettiamo il burka questa estate, è già un capolavoro in se. Da una idea di quanta repressione ed oscurantismo siano pervase le religioni anche quelle che fingono di voler liberare la donna costretta al burka o a portare il velo.
Non c’è molta differenza tra il velo di una mussulmana e quello che portava mia nonna negli anni 50, per non parlare della lunghezza delle gonne. Se vogliamo dirla tutta nel meridione il look in questione è andato avanti per altri decenni.
Ma sono le altre tre parole che colpiscono come il veleno del Taipan dell’interno, ritenuto il serpente più velenoso e letale al mondo, tutta la struttura mentale sulla quase si basa la religione cattolica e tutti i moralisti, integralisti che la seguono.
Così son contenti. Va ben oltre il delirio di un parroco, si rivolge a tutte le religioni che considerano la donna un essere inferiore, immondo, indegna persino a servire la messa.
Diciamo che con tre parole, la Signora in questione, ha fatto l’istantanea di quello che è il pensiero dominante del clero cattolico e non solo, rispetto alla donna.
L’impressione mia è che la Signora, citando il burka, non abbia fatto riferimento esclusivo ad una questione estetica, velo o non velo, ma abbia inteso un ipotetico burka al cervello, ai diritti, alla parità dei sessi, al rispetto della donna.
Temi sui quali anche noi maschi, che non siamo parroci invasati, abbiamo le nostre colpe. C’è chi il  velo lo impone sulla testa e c’è chi vorrebbe imporlo dentro la testa delle donne.
Il video è qui.

E’ del 10 ottobre 2007, sono cambiati i governi ma la mia domanda è rimasta senza risposta: La recessione è una montagna che dobbiamo scalare tutti, chi più chi meno, perchè dobbiamo portarci lo zaino del vaticano?


reuters60616620804111506_bigLa recessione la dobbiamo affrontare tutti, forse, privilegiati o non, ma perche’ ci dobbiamo portare sul groppone il Vaticano?
Perche’ dobbiamo pagare i maestri di religione, i preti, lasciare che non paghino l’ici, e la truffa dell’ 8 x 1000?
Lasciamo perdere il sottoscritto che e’ ateo e che non puo’ vedere le chiese, pur avendo studiato dai preti o proprio per questo, ma anche per un cattolico non vengono prima i suoi figli? La sua famiglia, i suoi vecchi?
Perche’ dobbiamo portarci sulla schiena questo fardello insopportabile mentre la banca vaticana cambia 19 milioni di euro in oro sonante?

Se gli basta la parola di Dio, che non svaluta mai, perche’ non se la tiene e paga regolarmente le tasse allo Stato italiano?
Carissimo Santo Padre, gia’ mi sono rotto i maroni, per essere gentile, anni fa della parola di Dio ma ho portato rispetto all’uomo prete, come Don Milani che voi avete massacrato. Come Don Vittorino, prete del mio paese, che per aver parlato in favore di un uomo abbandonato dalla moglie con un figlio di due mesi chiedeva il diritto di rifarsi una vita, l’ avete isolato in un paese di montagna come avesse la peste?
Erano gli inizi degli anni 60 ma non e’ cambiato niente, siete ancora piu’ feudali e retrogradi.
Mi sta’ bene ma fatelo a spese vostre dei vostri fedeli e di chi crede alla vostra dottrina.
Dobbiamo fare un movimento nel paese che ripristini la legalita’, l’uguaglianza, la libertà, quindi aboliamo i privilegi sull’ici, gli stipendi dello stato ai preti, gli insegnanti di religione pagati dalla collettivita’ ed il versamento dell’5 x mille, andate a lavorare e date il buon esempio.
Se Dio c’è lo verificherò dopo che me ne sarò andato nel frattempo, se c’è, mi auguro che mi ascolti e vi maledica, sono oltre ogni limite di sopportazione. Con voi, gia’ che c’è, deve maledire chi difende la famiglia, in maniera bigotta, e ne ha due o tre.Chi fa il funerale in chiesa a chi ammazza cittadini innocenti , come i mafiosi ed i camorristi, chi fa la predica in mondovisione dicendo che la parola di Dio e’ l’unica cosa che conta, piu’ del denaro e del potere mentre utilizza il potere, spirituale e materiale, per fare affari con la droga e la banda della Magliana e quanti prima e dopo di loro hanno inquinato questo paese.
Non passate piu’ con il cestino, nelle chiese, adesso volete la carta di credito, vergognatevi.
Facciamo un movimento di liberazione dal Vaticano, almeno per salvare la nostra vita e le nostre famiglie, se a qualcuno avanzano dei soldi e vuole donarli alla chiesa faccia pure, ma non rompa i coglioni a me.
Quando ci vuole ci vuole.
In una famiglia, quando gira male, si eliminano le spese superflue. Cominciamo ad eliminare questa spesa inutile e carissima, che ci e’ imposta, una gabella infinita che dura da migliaia di anni.
Salviamo la barca, buttiamo giu’ la zavorra!
Queste ultime righe sono un aggiornamento, la prova che non abbiamo capito niente ancora.
Prodi, Berlusconi, e non una montagna ma addirittura i Monti dobbiamo scalare e lo zaino è sempre più pesante, contiene cose che non sono nostre ma che interessano solo al vaticano.
L’Imu, i privilegi, i finanziamenti alle scuole cattoliche ed in più ci sono degli esaltati che accusano le donne di provocare e quindi provocare lo stupro, la violenza, il femminicidio.
Le continue ingerenze nell’etica e nella medicina , nei fatti privati e nei diritti delle persone e delle coppie, tutti i tipi di coppie.
Un peso insopportabile sia economicamente che moralmente, un peso che ci sta portando a fondo.
Una volta c’era una medaglia dell’amore con una scritta: ti amo, oggi più di ieri e meno di domani.
Sulla mia medaglia c’è scritto: mi pesi, oggi più di ieri e meno di domani.
E’ un post senza tempo che viaggia verso il terzo millennio, la misura della nostra stupidità.
Che io mi sacrifichi per la mia famiglia è normale, che paghi tasse e contributi per il mio Paese e la mia pensione è normale, ma che io consegni il mio stipendio ad un’altra famiglia, paghi le tasse per un altro stato non è per niente normale.
E’ da imbecilli.

Vi sembrerà strano ma io credo alla Francesca innamorata e per due ragioni. La prima è che credo nell’amore e la seconda perchè io ho conosciuto Italo, che non è il treno di Montezemolo e Della Valle.


indexNon so come partire con questo post ma deve essere subito chiaro che da che mondo è mondo un vecchio che si accompagna con una che potrebbe essere sua nipote è una consuetudine alla quale abbiamo fatto l’abitudine, non scandalizza, mentre fa ancora impressione una anziana che si accompagna ad un giovanotto, diciamo che è un fatto più raro tantè che io ricordo solo la Borboni.
Detto questo la storia è piena di storie di giovani fanciulle che hanno perso la testa, in senso buono, per anziani dalla  personalità travolgente che le fa perdere letteralmente la testa.
Lasciando perdere i personaggi famosi come Chaplin, Ponti, Douglas, Picasso, Goethe, Pertini  e mi fermo qui perchè non basterebbe la guida del telefono.
Sono tutte storie di personaggi famosi che all’inizio lasciano qualche dubbio ma che il tempo ha confermato come storie vere ed ammirabili perchè si può dire tutto delle donne ma, quando amano, amano oltre ogni immaginazione o invidia popolare ed alcune sono arrivate al martirio per amore. Quindi massimo rispetto  e sulla fiducia io credo alla Francesca innamorata è una dei tanti casi di giovani che perdono la testa per il mito e quindi accettano anche l’uomo che lo rappresenta con tutte le sue debolezze.
Gli anziani che si accompagnano con le giovani sono di due categorie, quelli che perdono la testa perchè hanno avuto una giovinezza troppo seria, controllata e quindi fanno da vecchi le “fesserie” che avrebbero dovuto fare da giovani.
Si atteggiano a giovanotti e diventano patetici.
L’altra categoria è quella del maschio opportunista che ha usato, frequentato, le donne a freddo, tenendo sempre presente la gestione del rapporto e senza mai abbandonarsi del tutto ad esso. Quelli che hanno avuto tante donne e ne conoscono le qualità ma, soprattutto, le debolezze.
Insomma quelli che in qualsiasi situazione hanno in mano il volante.
L’unico dubbio che ho su Silvio è questo, uno che si è fatto l’esperienza sulle donne con le puttane difficilmente è in grado di apprezzare i valori, le sfumature, lo spessore delle donne innamorate.
Italo, invece, era un uomo di fascino anche se non era famoso. Era un uomo che stava bene aveva terreni, case, faceva il mediatore di un po’ di tutto, credo, bestiame, terreni, case ecc.ecc.
A giudicare dalla sua rastrelliera di fucili da caccia e dalla sua casa era certamente uno che stava bene, non era un attore o un personaggio famoso ma come tombeur de femmes era nei tre finalisti per il pallone d’oro.
Italo aveva sei figli, 4 maschi e due femmine, tutti avuti dalla stessa donna, Adele, che morì durante la guerra mi pare per menigite.
Rimasto solo a meno di 50 anni si prese in casa una giovinetta di Modena, nemmeno vent’enne, inizialmente credo per gestire i figli e la casa poi credo che la giovinetta in questione prese una tranvata e gli restò fedele per il resto della sua vita.
Subito dopo la guerra i figli di Italo si sposarono e nella grande casa rimasero solo Italo e la modenese, forse galeotta fu la solitudine resta il fatto che la ragazza, oltre che accudire la casa, accudì a tute le necessità di Italo e dei suoi ormoni.
Mi spiace, ma nonostante tutti gli sforzi non riesco a ricordare il nome della giovane modenese, mi scuso con lei ma la chiamerò modenese con il massimo rispetto.
Mentre la modenese accudiva l’orto, gli animali da cortile, una decina di cani e la casa abbastanza impegnativa Italo si fece una fidanzata a Lendinara, una morettona con i capelli lunghi che le arrivavano al sedere.
La trattava bene, arrivava con la sua 850 e suonava il claxon lei accorreva felice.
Le sue storie erano di una leggerezza e di una frequenza tale da non avere, quasi, un nome. Erano la mora, la bionda, e diverse tettone, aveva un debole per le tette e per il sedere che lo mandava fuori di testa.
Era anche un uomo spiritoso, esagerato delle volte, ricordo ancora quando fu ospite dei miei al lago, sul ramo di Lecco, ed appena sceso dall’auto di mio padre si trovò davanti a due seni di una signora, che dire prosperosi è poco, e lui non si trattenne dal dire che mai accoglienza gli parve più bella. Volle toccare, non credendo ai suoi occhi. Era la prima volta che la vedeva.
Devo dire che anche le mogli dei suoi nipoti valutò con quel metro e qualcuna ne uscì con un 30 e lode.
Era più spudorato di un givanotto arrapato. Una volta ammirò il sedere di una giovane donna e le disse: che bel mandolino! Lei con fare spiritoso, forse vedere quel vecchio arrapato la intenerì, rispose: purtroppo per lei non suona, presumo che intendesse dire che era fuori quota, troppo vecchio. Lui non si perse d’animo e di rimando, mi spiace, non avrei mai pensato che fosse già rotto.
Non ricordo la reazione della fanciulla.
Tornando alla vecchia, grande,  casa di Italo. La giovinetta di Modena nel frattempo si era fatta adulta mentre sembrava che per Italo il tempo non passasse, come le sue fregole, quindi oltre alle varie fidanzate sparse tra la bassa veronese ed il rodigino pensò bene di portarsene a casa un’altra che aiutassse nelle faccende di casa la modenese e per avere carne più fresca nel suo letto.
Sia chiaro che il  bastone del comando, per anni, rimase in mano alla modenese la quale però perse il posto a letto accanto a Italo.
Tutto procedeva con la massima serenità, tutto normale. Tutte lo accompagnarono sino all’ultimo giorno della sua vita.
Italo era un tipo un po’ particolare, nella sua cittadina c’è un viale molto largo ma corto dove c’è il bar centrale del paese, le banche ecc.ecc.
E’ viale a due corsie molto larghe centrali e due controviali ai lati, uno in un senso ed uno nell’altro. Italo percorse il viale contromano per decenni per andare al caffè e nessun vigile riuscì a convincerlo che avrebeb dovuto percorrere l’altra corsia.
Era ormai anziano e conosciuto da tutti, abituato da 50 anni a percorrere quella strada non ci fu verso di fargli capire che era un senso unico e lui lo prendeva dal lato sbagliato.
Alla bella età di 86 anni non si fermò ad uno stop ed un autocarro investì la sua 850. Fu ricoverato all’ospedale della cittadina e lì iniziò il calvario di tutte le suore, giovani, che assistevano i malati nel reparto ortopedia.
Per darvi una idea del personaggio basti dire che le suore dissero a mia madre: suo suocero ci da più problemi dei giovanotti con una gamba od un braccio ingessati.
Era in trazione con i pesi, credo per via del bacino, aveva una gamba ingessata ma le mani libere ed è con queste che toccava ogni suora che gli arrivava a tiro. Quando gli cambiavano il pappagallo dava letteralmente i numeri. Signora, le suore le chiamava così, con quelle manine chissà quante cose potrebbe fare… Ad alcune di loro fece pure proposte dirette: signora se viene ad abitare con me la faccio servire e riverire per bene. Abbiamo tutto, il bagno, la doccia, la lavatrice e due donne che fanno i mestieri. Venga a vivere con me.
Qualcuna gli rispose, scherzando, io sono già sposata con il Signore e lui rispose: le ho chiesto di venire a vivere con me non di sposarmi.
Insomma quando fu dimesso fu una liberazione per tutte le suore del reparto, tra l’altro quando era in via di guarigione e si poteva muovere non lo trovavano mai nel suo letto, era sempre nel reparto femminile a confortare le giovani ricoverate in ortopedia.
Qualcuna prendeva la faccenda con spirito, qualche altra si risentiva ed i parenti non è che apprezzassero molto l’invadenza del vecchietto arrapato.
Nonostante una vita così impegnativa trovò pure il modo ed il tempo per imbastire una storia con una americana conosciuta alle terme che perse letteralmente la testa. Gli regalò un orologio da tasca d’oro e di marca famosissima, un capitale, e per decenni gli scrisse lettere appassionate che lui mi fece leggere un giorno che gli feci compagnia.
Insomma, come potrei non credere all’amore sincero di una giovane donna affascinata dall’esperienza dell’uomo vissuto è ovvio che ci credo, l’ho vissuto da vicino, quasi in prima persona e quindi credo nella buona fede di Francesca, anche se mi fa tenerezza, mentre non mi convince per niente il edofilo, libidinoso rinsavito ed innamorato.
Italo Argisto, questo è il nome completo, era mio nonno. Anno di nascita 1891, ho il suo congedo originale del 30 dicembre 1918.
E’ fantastico che un anno orrendo, sotto tutti gli aspetti, come il 2012 termini, se ne vada, con una bellissima storia d’amore che oscura persino quella tra il principe William e Kate ma, quello che mi emoziona di più, è il fatto che Francesca piace molto a Marina.
E’ entusiasta della fidanzata di papà confermando quello che vado dicendo da tempo, Marina è peggio di suo padre.

Intendiamoci il centrodestra può fare quello che ritiene opportuno ma, candidare la Gelmini alla presidenza della Regione Lombardia è da mentecatti. Facciano almeno una telefonata a Desenzano o una ricerca nel web, non è un mistero, lo sanno tutti, o quasi.


imagesLa Gelmini Tagliata: Nel mese di marzo dell’anno 2000 una signora, presidente del consiglio comunale del Comune di Desenzano sul Garda per Forza Italia, fu espulsa dal consiglio, su mozione del suo partito, con la seguente motivazione

[Delibera del consiglio comunale n. 33 del 31/03/2000]:

*”manifesta incapacità ed improduttività politica ed organizzativa“. * Questo consigliere comunale si chiamava

Maria Stella Gelmini
Nel consiglio comunale di Desenzano la conoscevano bene poi l’abbiamo scoperta anche noi come Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca scientifica.
Per chi non la ricordasse è quella che ha detto in merito ai tagli alla scuola: nessuna dietromarcia.
Ora ognuno è libero di suicidarsi come vuole, disattendendo gli imput del vaticano o dei teodem del Pd, ma qualsiasi tipo di suicidio è una cosa seria in se, una tragedia che merita rispetto qualunque sia la ragione che spinga a farlo.
In questo caso sarebbe la prima volta al mondo che un suicidio perde del tutto la tragedia che c’è dentro e dietro una scelta drammatica e diventa una farsa, una comica che farebbe ridere tutta la Lombardia, temo che nascerebbe un sito di fans, dai Maria Stella facci ridere. Totò le avrebbe detto: lei è una cretina, s’informi.
E’ tutto uno scherzo, il Pdl nel tentativo di recuperare l’alleanza con la lega per arrivare almeno al 15%, le affianca come candidata alle primarie l’unica che può rendere certezza la vittoria di Maroni.
L’unica cosa che ha imparato in qualche anno di governo come ministro è di tirarsela quando cammina verso la Camera e viene ripresa dalle telecamere prendendo sempre atteggiamenti impostati, artificiali, per sembrare un essere pensante.
Quando parla è l’unica che si prende sul serio anche se non sa cosa stia dicendo.
Il vuoto assoluto al femminile, c’è pure quello al maschile che fa meno impressione in quanto ci siamo abituati da millenni.
E’ sempre impostata mai naturale perchè il vuoto è innaturale, la foto ne è un esempio, niente di naturale, devono averci messo dei mesi ad insegnarle qualche atteggiamento che la spacci per una mente pensante.
La Carfagna o la Meloni, rispetto a lei, sono come Einstein rispetto a Scilipoti.
Secondo me, anche se mi auguro che il Pdl vada sino in fondo per farsi del male da solo, una con manifesta incapacità ed improduttività politica ed organizzativa più che essere candidata alla presidenza della regione Lombardia dovrebbe essere mandata alla Asl, ci sono buone probabilità che le venga dato l’affido.
Un badante, una badante, che le impedisca almeno di dire: nessuna dietromarcia.
Per un po’ sia lei che i suoi elettori divertono dopo diventa preoccupante, troppe scatole craniche vuote intorno a noi, unica funzione il sostegno dei capelli che lei si tocca con grazia sopraffina per darsi un tono.
Quando non si ha volume, inteso come spessore culturale e personale, si cerca di darsi un tono.
Sia chiaro che dal 2000 ad oggi è solo peggiorata, per i cretini l’esperienza non è un valore aggiunto ed ogni errore è imputato alla sfiga.

Non è per essere maschilista, è nei fatti. Anche la più sana delle compagnie quando le donne sclerano saltano per aria. Succede nella vita e succede nel web.


Le compagnie che durano di più, anche tra le litigate, sono quelle dei maschi. Ci si può picchiare come fabbri durante una partita di pallone ma una volta finita è tutto come prima, amici più di prima.
Se non ci si mettono in mezzo le donne.
Quando fanno discussione le donne fanno saltare il banco, sempre se gli altri lasciano fare se i maschi soccombono alle isterie femminili.
Ci sono amicizie maschili che durano una vita pur dicendosi tutto in faccia, quasi in maniera crudele, ed è proprio per questo che durano nel tempo e si rafforzano.
Se la compagnia più affiatata lascia spazio agli screzi femminili si sfascia tutto, nella vita come nel web.
Non so se è un problema di competizione o no, non mi interessa nemmeno, so solo che noi maschi, almeno quelli che conosco io, non hanno mai lasciato che le diabrite femminili interferissero nei nostri rapporti personali sfasciando amicizie decennali per una questione di principio, di orgoglio o di puntiglio.
Insomma quando le galline fanno casino ne va di mezzo tutto il pollaio.
Se i galli ne sono succubi.
Per me la compagnia, il gruppo, è sacro,e viene prima dei problemi personali o personalizzati.

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