Umberto Bossi ha fatto dell’ignoranza la sua bandiera come collante di una base che si identifica al meglio senza nemmeno parlare l’italiano. Ed allora perchè spendere tanto per comprarsi una laurea?


L’ignoranza come vessillo da rivendicare, il dialetto non come cultura popolare ma come simbolo di unità tra poveri di intelletto, chi parla il dialetto e lo considera cultura da conservare quando parla con uno di un’altra regione, per rispetto, parla l’italiano.
Umberto no, il leghista no, si esprime solo con i suoi cinquanta vocaboli per i tre concetti che gli hanno inculcato, secessiun, Roma ladrona, basta tasse a Roma.
Semianalfabeta ma ladro come il suo capo, basti pensare agli allevatori padani che per firmare il contratto del nuovo trattore, comprato rubando sulle quote latte, con una croce.
Per la ristrutturazione delle stalle non hanno nemmeno dovuto firmare, si sono affidati al nero per risparmiare l’Iva.
L’ignoranza esibita come la maleducazione o il cappio in Parlamento per Roma ladrona, l’invito alla Signora di Venezia a pulirsi il culo con il tricolore mandava in visibilio i trogloditi in camicia verde fieri della loro ignoranza primitiva.
Anche la canottiera esibita nella villa del piduista, quella passeggiata nel parco con il cavaliere, ladro pure lui ma  raffinato dai vizi, a marcare la differenza tra il figlio del popolo ed il borghese arricchito.
Ho parlato, qualche volta, con i leghisti del mio quartiere ed è una esperienza frustrante, le solite frasi fatte che già impararle a memoria deve essere stato uno sforzo titanico ed un unico mito, obiettivo, tenersi i danè, schei, soldi.
Incapaci di un pensiero compiuto, un ragionamento sarebbe troppo, ma forti in matematica e con un braccio da tennista, quello che apre e chiude il cassetto del negozio, dell’officina, insomma dove mettono l’incasso della giornata.
Allergici alla lettura di un giornale, un libro,  per non essere inquinati dalla cultura al punto che non emettono uno scontrino che, come tutti sappiamo, contiene l’intestazione scritta del negoziante. Per loro leggere uno scontrino è come leggere I Miserabili, missione impossibile.
Mi stupisce che, dopo qualche lustro di mangiatoie a Roma ladrona, come gli sia venuta ai dirigenti leghisti la mania della cultura e quindi della laurea, l’ossessione di essere tutti laureati.
Forti del principio base della corruzione che tutto ha un prezzo hanno speso 130.000 euro per comprare  la laurea ed il diploma della Rosy Mauro e del suo compagno. Probabilmente prima hanno comprato la laurea e dopo la maturità, tanto non sanno nemmeno in che ordine vengono acquisite.
130.000 euro sono stati spesi per il Trota, dal 2010 sta “prendendo” la laurea in una università privata di Londra, uno che non sa nemmeno l’italiano e si esprime peggio di suo padre ma senza malattia.
Sappiamo tutti che la cultura evolve le persone, preparate, evidentemente la cultura comprata ad un tanto al pezzo ha dato alla testa della famiglia Bossi ed ai componenti del cerchio magico di Gemonio che sono diventati tutti ladri, a loro insaputa.
Quanto fosse ignorante, rasoterra, la Rosy Mauro ce ne siamo accorti un giorno al senato dove ha fatto una figuraccia che è passata alla storia.
Ai leghisti la cultura fa male, la verità pure e l’evidenza non sanno nemmeno cosa sia. La loro vita è tutta un inganno, un’opinione, ed ogni fatto reale è calcolato come le quote latte, in base a quanto riescono a truffare allo Stato o all’Unione Europea.
Lì, sono i campioni del mondo.
Il trota ha detto, mai preso un euro, si limitava a presentare il conto, i conti che il partito pagava.
La macchietta del Consiglio Regionale Lombardo mi da l’impressione che non riesce nemmeno vestirsi alla mattina, si ferma alla canottiera, ci sarà qualcuno che provvede per lui. E pensare che ha una mamma maestra.
Mio padre commerciava in auto usate ed un giorno mi lasciò allibito con una frase:  qualcuno più stupido di te, al quale vendere un’auto usata, lo trovi sempre.
Me lo disse in dialetto veneto, mi sa che l’ha sentito anche l’Umberto a mia insaputa, perchè su questo principio ha fondato la lega.
Qualcuno, molti, più stupidi di lui li ha cercati e trovati l’Umberto, sono quelli che lo difendono ancora e lo venerano come la statuetta della Madonna o il cassetto dove mettono l’incasso. Se avessi la certezza che ha rubato l’idea di mio padre gli chiederei i diritti d’autore.
Comunque una cosa è certa che di trote, nella lega, ce ne sono più di una.
Direi che sono parecchi allevamenti, intensivi.
E’ pur vero che l’abito non fa il monaco, ma guardate bene in faccia i leghisti e ditemi se vi trovate una traccia, un barlume, una luce negli occhi che indichi un minimo di intelligenza.
Che non è razzismo o xenofobia la cultura del sindaco si Adro. 

5 Risposte

  1. Sei semplicemente mitico

  2. […] solo con i suoi cinquanta vocaboli per i tre concetti che gli… Continua a leggere la notizia: Umberto Bossi ha fatto dell’ignoranza la sua bandiera come collante di una base che si identif… Fonte: […]

  3. Reblogged this on i cittadini prima di tutto.

  4. Se ci pensate bene, uno dei mali peggiori che minano le fondamenta della vita socio-politica in Italia, è il dilagante disinteresse per la politica da parte della gente comune. Una grossa fetta di aventi diritto al voto, non ha la benché minima idea di chi votare. Generalmente segue ideologie alla moda, il pensiero di un amico, di un parente o quant’altro. Molte persone, non sanno neanche chi sia il Presidente della Repubblica o Il Presidente del Senato ecc.. Per rendervi bene conto di cosa voglio dire, date un occhiata a quei video che girano su youtube che riprendono alcuni giovani alle prese con i “provini per il Grande Fratello”. Sono scene che oserei dire “imbarazzanti” !
    Eppure, tutta quella folla di “ignoranti” con il loro voto,condiziona anche la tua vita e la vita di tutti. Sia ben chiaro, io non sto parlando di ignoranza intesa come “non-cultura” o analfabetismo, tipico della società rurale, sto parlando di pigrizia, di disinteresse alla vita pubblica, peculiarità degli italiani, che troppo spesso preferiscono fregarsene, incaricare qualcuno che gestisca la loro vita pubblica e se le cose si mettono male, lo si appende a testa in giù…magari in P.le Loreto a Milano.
    Naturalmente queste persone, sono facili prede del potere mass-mediatico. Le associazioni criminali ,che hanno interesse ad entrare nelle amministrazioni pubbliche o anche in Parlamento, è proprio in questi bacini elettorali che vanno a pescare.
    Chi controlla l’informazione in Italia, soprattutto quella televisiva (che è quella assorbita più passivamente), controlla le elezioni politiche. C’è poco da fare, i sondaggi parlano chiaro ed i sondaggi non sbagliano mai molto.
    La stragrande maggioranza della popolazione si informa con i Tg nazionali (Tg1 Tg5 Tg La7….) che sono a loro volta gestiti da chi non è propriamente detto “libero pensatore”. Il conflitto di interessi è evidente !
    I quotidiani, in Italia, vengono letti da circa il 13% della popolazione (in Germania il 35% ) e di questi, quasi il 65 % legge un quotidiano locale. Ne rimane un 35% di cui una buona percentuale di esso riesce ad informarsi su testate….non esageratamente libere! L’informazione in rete purtroppo è ancora poco seguita.
    Io avrei una semplice ricetta, quella di istituire una sorta di test per avere diritto alla Tessera elettorale.
    Potrà sembrare poco democratica come proposta, ma è tutto l’opposto. Non si vuole produrre dei “non-votanti” bensì dei “votanti consapevoli”. L’Art. 48 della Costituzione recita: <>. Il disinteresse totale dalla vita pubblica non è da interpretarsi come incapacità civile? Chi altri è più incapace di chi non se ne occupa affatto ?
    Con una semplice metafora si potrebbe dire : se vuoi avere il diritto di guidare un auto devi prendere la patente!
    Penso ad un questionario con semplici domande di educazione civica, niente di difficoltoso. Lo scopo di questa proposta, non sta nel fatto di voler creare esperti in educazione civica e che magari ignorano tutto il resto, ma nel cercare di far avvicinare più gente possibile alla politica, la quale dopotutto si occupa di loro.
    Quando arrivai alla fatidica età di 18 anni,vedevo il diritto al voto come un traguardo, potevo finalmente essere partecipe alla vita politica della nazione. Se avessi dovuto superare un test per ottenerlo ne sarei stato felice e mi sarei impegnato molto per esserne all’altezza.
    Di questo sto parlando, riuscire a riportare la gente alla politica perché non sia più una esclusiva di palazzo ma ritorni ad essere fatta dal basso, dalla gente.

    • Condivido anche l’esame finestra per chi deve votare, come si fa per la patente.
      Mi prenderò anche del fascista ma l’idea che il mio voto venga vanificato dall’ignoranza mi rode.
      Per vincere le elezioni bastano 2 milioni di voti di differenza e la televisione ne rincoglionisce molti di più. Non è un problema di destra o di sinistra, quella è democrazia, è che in troppi non sanno quello che stanno facendo, seguono l’onda del momento.
      Grazie del commento.

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