Floris in tv: “Ballarò rischia lo stop” Fortunatamente ha fatto in tempo ad invitare la Lorenzin. Dopo aver creato il mostro Polverini ci riprova con la Beatrice.


3418_10200299994812222_1816917205_nIeri ho fatto un salto in montagna e quindi niente web e niente post, appena sono tornato ho dato una occhiata ai giornali on line ed ho letto che il Pdl nel Lazio candida la Lorenzin.
Sono andato su Facebook ho ripreso la notizia con un cappello, un mio commento:
Regione Lazio, Lorenzin candidata Pdl.
Floris la inviterà tutte le settimane e la farà diventare un fenomeno come la Polverini.
In serata, smanettando da un canale all’altro, ho visto un pezzetto di Ballarò e chi c’era tra gli ospiti? Beatrice Lorenzin che come suo solito si è distinta nel parlare sopra gli altri alzando il volume quando non toccava a lei.
In sintesi abbiamo saputo quello che ripete sempre, nessuno governa come il Pdl e quando qualcosa va male la colpa è dei comunisti che vogliono conservare i privilegi degli operai, dei proletari e dei disoccupati.
Sono quasi felice, pur essendo per la libertà di stampa, di parola, che Ballarò rischi lo stop almeno ci risparmiano di vedere la Lorenzin tutte le settimane.
Floris ha la tendenza di creare mostri, probabilmente a sua insaputa, lo ha fatto invitando la sconosciuta segretaria dell’Ugl, il sindacato fascista, quasi come ospite fissa e l’ha fatta diventare un fenomeno mediatico, le ha dato fama, immeritata, sino al punto di diventare governatrice del Lazio.
Non voglio qui ripercorrere le sue gesta, basta la cronaca, è una delle poche donne che è riuscita a raggiungere la parità con gli uomini in politica purtroppo come esempio per la sua scalata ai diritti ha scelto i peggiori.
La sua arroganza, la sua antipatia, il suo clientelismo l’ha resa talmente antipatica al popolo ed a quelli che l’hanno votata che non può nemmeno andare a comprarsi un paio di scarpe in una boutique del centro, in contromano e con la scorta al seguito, senza attirarsi una marea di critiche. Poverina.
Mentre mi facevo scorrere addosso i cartelli di Floris che per la milionesima volta ci raccontano quello che ormai tutti sappiamo, salvo piccole variazioni, ho visto in collegamento l’editorialista Marcello Sorgi, già direttore del Tg1, del quotidiano La  Stampa del quale oggi è editorialista. Come me nel mio blog, ma più in grande.
Egli, in merito alla sanità italiana, ha detto che l’errore è stato fatto trent’anni fa quando si è voluto introdurre la sanità garantita per tutti e l’unico che si è accorto dell’errore è lui, oltre che a qualche stato europeo dove la sanità che piace è quella all’americana.
Ognuno si arrangi e se non può pagarsi le cure tiri le cuoia liberando spazio.
Nessuno dei presenti ha messo in risalto che la sanità italiana è ottima, alludo ai medici, infermieri, personale vario e che il problema vero è la gestione economica della sanità che è in mano a banditi che pagano tre euro una siringa quando costa 30 centesimi.
La cifra non credo sia esatta ma è solo un esempio di come viene gestita la sanità da quasi tutte le regioni italiane, ruberie e clientelismo.
Il fatto poi di averne affidato la gestione alle regioni non ha fatto altro che moltiplicare le ruberie, le clientele per 20 o poco meno, perchè qualcuna non ruba. Se prima il centro di clientela e di spesa era uno solo affidando la gestione alle regioni li hanno moltiplicati.
La cronaca e la magistratura ce lo dicono quasi tutti i giorni. Formigoni nega, la Lombardia è eccellenza. In tutti i sensi se gli altri rubano 5 la Lombardia che è ricca ed eccellente ruba 50.
Marcello Sorgi, non so se la sua soluzione proposta per il problema sanità è stata colta da tutti perchè l’hanno sfumato mentre la diceva, ha dato la soluzione del problema in poche parole: per risolvere il problema sanità la si deve privatizzare e mettere in concorrenza una Asl con l’altra, un’ospedale con l’altro, come fanno le assicurazioni delle automobili, le multinazionali della benzina, le aziende che gestiscono l’acqua potabile e così via.
Fanno dei cartelli e la concorrenza invece di abbassare i costi o migliorare la qualità dei servizi aumenta i profitti peggiorando i servizi ed aumentando le tariffe. Tanto da lì devi passare, sono come le gabelle dei nobili che a lungo andare hanno dato vita alla rivoluzione francese.
Voi siete giovani ma io ho fatto in tempo a vivere il periodo nel quale l’assicurazione per le auto non era obbligatoria, ognuno rischiava del suo, anche se per le vittime degli incidenti non era una gran cosa.
Ad un certo punto l’assicurazione divenne obbligatoria, una scelta di grande civiltà, e divenne obbligatoria con una premessa o promessa, non ricordo bene, se tutti avremmo pagato l’assicurazione avremmo pagato poco e tutti saremmo stati più sicuri, protetti, garantiti.
Il risultato è che da allora ad oggi sarà aumentata almeno di 500 volte ed anche quest’anno avrà il suo solito aumento, per essere rimborsati dai danni ci vogliono mesi ma per aumentare i profitti delle socità di assicurazione bastano pochi giorni.
Nella sanità garantita per tutti Marcello Sorgi non vede un segno di progresso e di civiltà etica, morale di solidarietà, l’idea che un bambino povero possa essere curato come il figlio di un ministro o di un manager non lo vede come un alto segno di democrazia e di giustizia ma come un impedimento alla libera concorrenza privata che ci farebbe risparmiare un sacco di soldi, facendo finta di essere sani non potendo pagarci la cura della salute.
Ve la immaginate voi la concorrenza tra il S. Raffaele e la S. Rita?
Un Don Verzè che con i soldi pubblici e le regalie di stato si è comprato le ville, il jet personale, le scarpe di Prada lasciando un miliardo di euro di debito e centinaia di dipendenti in mezzo alla strada dopo aver assunto qualche fanciulla del piduista a 6000 euro al mese con delle mansioni delle quali non conosceva nemmeno l’esistenza.
Oppure i bravi dottori della S. Rita che ti operavano il tumore che non c’è facendosi rimborsare dalla stato migliaia e migliaia di euro a spese nostre inventandosi interventi non necessari esclusivamente per fare il fatturato.
Oltre al danno al paziente, al quale toglievano metà stomaco anche se sano, c’era pure la beffa perchè il paziente ed i suoi parenti erano veramente convinti che ci fosse un tumore e davanti ad una tragedia del genere accettavano qualsiasi proposta facessero i medici pur di salvarsi la vita.
I sopravvissuti, non avendo ovviamente nessuna malattia terminale, dopo l’operazione subita erano convinti di essere stati salvati da una equipe medica eccellente, magari raccontavano agli amici ed ai parenti avevo un tumore ed i medici del S. Rita mi hanno salvato la vita.
Non ho più niente, sto benissimo, solo dopo hanno capito che non avevano niente anche prima e che l’eccellente equipe del S. Rita, come direbbe Formigoni, altro non erano che dei banditi, una banda.
E’ questa la sanità privata che Marcello Sorgi vuole mettere in competizione per risparmiare e per avere l’eccellenza?
L’unico modo per salvare l’Italia, il nostro paese, da questa classe dirigente di banditi e di delinquenti è svuotare le carceri dai piccoli spacciatori o consumatori di canne per fare spazio a tutti quei manager pubblici o privati che da anni rubano, fanno clientele, prendono mazzette ai quali vanno sequestrati tutti i loro beni, i conti correnti in Italia ed all’estero e lasciarli in mutande. Loro e le loro famiglie.
E’ l’unico modo che abbiamo per costringerli a non rubare, garantirgli che se vengono scoperti li portiamo via anche la bicicletta.
Il resto è tutta una presa per il culo. Di Floris, dei politici, degli esperti, degli economisti, dei giornalisti. Ho cambiato canale, per non sentire sempre le solite cose, solo se me le dimenticassi potrebbero sembrare novità.
Se a chi ruba non portiamo via anche la camicia non risolveremo niente. In Inghilterra sono costretti a dimettersi per 2000 sterline spese male, con quel metro noi dovremmo sequestrare miliardi ai ladri e dare migliaia di ergastoli di condanna.
Non ho voglia di incazzarmi per la milionesima volta perciò pubblico una foto della montagna che mi ha reso felice per qualche ora, le meraviglie della natura. Che vada affanculo Floris ed i suoi ospiti.

Non è un problema di sanità pubblica, il problema è che qualche pirla studia da dottore e lo assumono nella sanità pubblica. Uno ogni dieci, credo.


Tutto ok, esami, preparazione ed intervento alla grande. Professionalità, educazione, cortesia. In modo particolare con gli agitati come me, quelli che si irrigidiscono alla vista di un ago.
Tutti i maschi, prettamente quelli della mia generazione, erano con famiglia al seguito. Moglie, compagna, figlia o badante nerssuno che fosse da solo in attesa dell’intervento. Problemi anche a spogliarsi, dove metto i sestiti, come faccio a chiudere. A tutto hanno pensato le donne al seguito.
Chi c’erano tranquille da sole in attesa dell’intervento?
ma le donne, specialmente quelle oltre i 70 anni, roba da farmi vergognare.
Ad essere sinceri mi sono spacciato per autonomo, quando l’infermiere mi ha detto il suo letto è il 12 ho messo i miei indumenti arrotolati nell’armadietto N° 11.
Fortunatamente non si chiudeva e quindi ho realizzato che avevo sbagliato armadietto, la chiave del 12 funzionava ed ho potuto chiuderlo.
Mi hanno caricato su di un lettino, con il camicione di rito, e mi hanno portato in sala operatoria, flebo, pressione ed i contatti sulla pelle per i battiti. Tutto a posto, sono entrato in sala operatoria per primo.
Sentivo tutti i loro discorsi, dei turni massacranti ai quali sono sottoposti e del taglio degli straordinari per via della produzione che deve aumentare  stringendo  i tempi e contenere i costi.
Ora, una cataratta si può fare anche in 15 minuti ma se ti capita uno come me con occhi problematici capita che ci devi mettere 25 minuti e mentre intervanivano ho commentato: la sanità non si può paragonare ad una fabbrica di scarpe, con tempi ferrei e precisi, perchè le scarpe sono tutte uguali in catena ma i pazienti no, ognuno ha le sue caratteristiche individuali.
Mi hanno risposto che sono uno che capisce e mi hanno fatto i complimenti per come mi stavo comportando. Dottoressa, ho risposto, adesso che mi ha infilato la flebo glielo dico: ho il terrore degli aghi, ero rigido come un gatto di marmo. Mi sentivo protetto, bene, sono riuscito persino a rilassarmi.
Questa mattina ho dovuto tornare per il controllo e se fino a quel momento all’ospedale Niguarda avrei dato 10 e lode, questa mattina ho avuto a che fare con un medico maschio. Ancora complimenti a tutto lo staff. Da chi mi ha fatto il prelievo, l’elettrocardiogramma in poi tutte brave, tutte donne, tutte professionali.
Mentre mi riportavano al letto N° 12 ho chiesto all’infermiere: mi scusi, se ho giù fatto tutto perchè dovrei stare qui sino alle 15?
Se lei sta bene può andare a casa anche subito, mi ha risposto.
Qualche spiritoso, vedendo che mi spacciavo per freddo mentre ero agitato, alla mia domanda su quanto sarebbe durata la faccenda ha detto che ci avrebbero trattenuti sino al pomeriggio. Ha inteso prendermi in giro infatti ci siamo fatti delle belle risate. Loro per lo scherzo che mi hanno fatto, io per via che sarei uscito immediatamente.
Questa mattina visita di controllo, il tipo mi mette davanti allo strumento osserva i miei occhi e mi dice: dell’occhio destro cosa mo dice?
E’ un occhio pigro, rispondo, che oltre 50 anni fa non è stato diagnosticato ed è rimasto com’era.
Ah, si. Punto.
Mi aspettavo mi dicesse, sente male, tutto a posto, niente a posto, insomma una parola su come ha trovato il mio occhio. Niente di niente.
Si alza scrive qualcosa su un foglietto e me lo mette in mano senza nemmeno voltarsi.
Io resto lì come un pirla, mi scusi, posso andare via?
Si, si, risponde senza nemmeno voltarsi. Posso farle una domanda? Mi dica. E’ il caso che faccia degli occhiali provvisori?
No, aspetti, forse non ne avrà nemmeno bisogno per lontano, magari per leggere.
E che cazzo te lo devo chiedere io?
Non dico che avrei preteso un trattamento da si accomodi, come si sente, ha dei disturbi, ma almeno dirmi come mi aveva trovato, un consiglio su come mi dovrò comportare nei prossimi 15 giorni.
Metta le gocce, come lo ho scritto.
Buongiorno e vaffanculo. Ieri mi hanno trattato da re, una cortesia imbarazzante, questo stride, stona. Non gli piace il suo mestiere. Vada a lavorare in un ospedale privato dove la cortesia è direttamete proporzionale alla fattura. La professionalità no, quella è insita nella persona.
Comunque per quanto mi riguarda all’ospedale  Niguarda Cà Granda un bel 10+. Sia per la parte nuova, che per quella vecchia.
Forse è solo un tipo riservato, freddo, glaciale. Nel posto sbagliato.

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