Alemanno a luglio 2012 “regala” 12 milioni a CasaPound a ottobre prende le distanze dagli squadristi che fanno irruzione al liceo Giulio Cesare di Roma. I volantini ed i fumogeni non li ho pagati io.


Alemanno, 12 milioni in “regalo” a CasaPound

Fumogeni e volantini, blitz dei giovani di CasaPound in due licei romani

Dalla Stampa: Di «gesti idioti» e di «violenza stupida» ha parlato il sindaco Gianni Alemanno, che ha condannato quanto accaduto.
Le informazioni per esprimere un giudizio simile deve averle avute dal figlio, nipote di Rauti, fondatore di Blocco studentesco, il movimento degli studenti fascisti.
Da dove venisse Alemanno lo sapevano anche a Milano, la Milano distratta dei nipotini della Milano da bere.
Eppure a Roma hanno voluto il sindaco fascista e nessun errore che possa avere compiuto la giunta precedente può giustificare una scelta del genere.
Roma sembra la Cremona di Farinacci, gli squadristi del manganello ed olio di ricino, che i giovani di CasaPound hanno sostituito con  fumogeni e  volantini almeno all’interno delle scuole temendo le telecamere, anche se non disdegnano l’uso del  manganello se si tratta di omosessuali o immigrati.
Ed Alemanno si conferma per quello che era e che è rimasto, un fascista, anche se è sempre stato assolto e ci sarebbe da chiederci come mai.

Durante gli anni ottanta, sul finire dei turbolenti anni di piombo, Alemanno fu arrestato per tre volte, ma poi sempre assolto da tutte le accuse.[3] Il primo arresto lo subisce a Roma il 20 novembre del 1981, con l’accusa di aver partecipato, assieme ad altri quattro, all’aggressione ad uno studente di 23 anni.[3] Il secondo arresto risale al 1982, con l’accusa di aver lanciato una molotov contro l’ambasciata dell’Unione Sovietica[3]; sconterà 8 mesi presso il carcere di Rebibbia[3] ma verrà prosciolto per non aver commesso il fatto.[40] Il terzo arresto avviene il 29 maggio del 1989, a Nettuno quando, assieme ad altre dodici persone, fu arrestato con l’accusa di resistenza aggravata a pubblico ufficiale, manifestazione non autorizzata, lesioni nei confronti di due poliziotti e tentato blocco di corteo ufficiale. Fu prosciolto da tutte le accuse.[3][41] Alemanno, assieme alle altre persone arrestate, era sceso in piazza nel tentativo di contestare l’allora presidente degli Stati Uniti d’America, Bush, in visita presso il cimitero di guerra americano.[3]

Essendo stato sempre assolto in tutte le vicende, Alemanno non ha mai riportato alcuna conseguenza giudiziaria.[3]

Il figliolo del sindaco di Roma è già sulla buona strada e non è dato di sapere se tra i giovani idoti dediti alla violenza stupida ci sia anche Manfredi oppure ha provato a darsi una ripulita anche lui, come il padre.
Rigurgiti di fascismo ce ne sono ovunque, non solo a Roma, basti pensare ai tifosi del Verona calcio ed agli insediamenti di CasaPound in Lombardia ed ovunque regni l’ignoranza storica del nostro passato.
Ringraziamo Berlusconi che ha fatto uscire dalle fogne i fascisti e ringraziamo il populismo di moda dell’antipolitica attuale che considera destra e sinistra dei concetti superati, obsoleti.
Infatti rinasce il fascismo.
Un popolo senza memoria non avrà storia, affidiamoci all’Anpi ed a tutti i sinceri democratici tenedo presente che, pur con una scolarizzazione maggiore, l’ignoranza regna sovrana e viene affascinata da questi buzzurri.
Farinacci affascinava i giovani, i grezzi, gli umili, per le sue umili origini, il suo cipiglio aggressivo, la sua baldanza moschettiera, la sua eloquenza imperfetta (i fogli satirici lo chiamavano l’antigrammatico). Si affermò nelle elezioni del maggio 1921, avendo la maggioranza in 16 comuni. Furono mesi di scontri continui (2 morti, 20 feriti, 181 arresti), che proseguirono sino alla tregua agraria dell’estate.[5]

Anche Alemanno e la Polverini hanno affascinato i grezzi e gli umili delle borgate ed i risultati sono evidenti anche se  prevedibili.
Non sottovalutiamo che nel Lazio due istituzioni su tre, Regione e comune di Roma capitale, sono governate da nostalgici del saluto fascista Alemanno e Polverini, spero che l’anomalia della Provincia di Roma si estenda a macchia d’olio.
Ovviamente non di ricino.
Quando la Magistratura, le Prefetture, Polizia e carabinieri si ricorderanno che l’apologia del fascismo è un reato e come tale va punito?
Mi sembra che tutta la questione venga sottovalutata, ci sia una certa complicità da parte delle istituzioni, chiudono un occhio e spesso anche due.
Tutto viene ridimensionato a gesti isolati, giovani idioti, violenza stupida, forse se gli squadristi odierni facessero irruzione al comune di Roma e facessero bere l’olio di ricino al sindaco la copertura istituzionale potrebbe sfaldarsi.
Sono idioti ma non sino al punto di giocarsi la copertura. Meglio scatenarsi contro immigrati ed omosessuali, non ci saranno conseguenze.

Cene, dibattiti, commemorazioni
I nostalgici celebrano Mussolini


Non ho problemi a dire che quello che ha detto la maestrina in merito ai giovani l’ho pensato spesso anch’io. Non c’è lavoro, ma a lavare le macchine ci sono solo stranieri.


Se prendiamo una famiglia operaia degli anni 70 che è riuscita a far studiare un figlio, a mandarlo all’università, la prima frase che ti dice è: non deve fare i sacrifici che ho fatto io.
Non viene detta in senso ideologico e cioè diritti e garanzie per tutti, ma riferito al primo che nella famiglia ha studiato e quindi deve partire dall’alto a prescindere.
Ricordo che anni fa, parlando del lavoro che scarseggia, ho osservato che a lavare le macchine, fare i camerireri ed i lavapiatti nei ristoranti e così via erano solo gli immigrati e qualcuno di loro parlava pure tre lingue.
Ai tempi del muro di Berlino i miei amici che andavano all’est, Praga, Budapest ecc.ecc. mi hanno raccontato di spazzini, ora operatori ecologici, che parlavano tre lingue, diploma o laurea in tasca ma intanto si adattavano a fare quello che trovavano.
Ho pure aggiunto che se il giovane laureato ha dei nonni, o genitori, che lo mantengono e gli comprano la Golf non vedo perchè dovrebbe adattarsi a fare il fattorino, l’autista, gli conviene dormire e farsi l’aperitivo alla sera in attesa del lavoro che meriterebbe.
Altra cosa è chi ha delle capacità, conclamate, ma con uno stipendio da fame in una università. Penso ad un ricercatore, una ricercatrice, che è costretta ad emigrare perchè in Italia non le viene concesso spazio e merito.
Di casi ce ne sono parecchi.
Conosco personalmente un carissimo amico di mio figlio, laureato alla Bocconi, che appena avuta la laurea è andato a Londra a cercarsi un lavoro: 15/16 ore al giorno in un  ristorante.
Di famiglia benestante avrebbe potuto sedersi sul divano a guardarsi la Juve invitando pure gli amici ma ha preferito mettersi in gioco, spedire curricula intanto che puliva la cucina del ristorante sino a quando non ha trovato quello che cercava.
Oggi viaggia in businnes class, ha casa a Londra e mi fermo qui per rispetto alla sua privacy.
Non vorrei esssere frainteso, anche a me danno fastidio i figli di, magari incapaci, che entrano dal poltrone principale del palazzo del lavoro, basti vedere come sono ridotte le aziende di famiglia italiane che passano a figli o nipoti dei fondatori senza avere le capacità dei loro nonni.
Ne cito uno per tutti il presidente dell’Inter. E’ stato confinato all’Inter anche se spende milioni, per non fargli fare danni nell’azienda di famiglia.
Trovo che non sia giusto, intelligente, che la famiglia proletaria si sacrifichi ad oltranza in attesa che l’unico che ha studiato trovi l’occupazione che gli compete perchè non deve fare la vita che ho fatto io. E’ un disonore? Io dico che è un merito.
Molti giovani ci arrivano da soli e si danno da fare per non pesare sulla famiglia, altri addirittura si sono laureati lavorando, facendo piccolo lavoretti per tirare su le spese vive, che sono tante.
Se mio figlio fosse un laureato che mi bighellona in casa, perchè non trova un posto da architetto, lo inviterei a trovarsi un qualsiasi tipo di lavoro in attesa che il vento cambi.
Penso che la maestrina abbia inteso dare questo messaggio. Ovvio che il messaggio in questione non tocca la sua figliola che ha trovato subito l’impiego non perchè è figlia di ma perchè è un fenomeno.
Anche il Trota è laureato, in Albania, ma non trovando lavoro si è adattato a fare il dirigente della lega, il presidente della nazionale di calcio padana ed il consigliere regionale in Lombardia.
Ecco, i giovani dovrebbero seguire gli esempi migliori, la figlia della Fornero ed il Trota.
Detto questo ed a parte gli scherzi trovo giusto che un giovane che cerca lavoro si adatti a quello che trova  senza ovviamente fermarsi ma che sia un punto di partenza per arrivare alle sue aspirazioni.
Potrebbe entrare come fattorino in una industria e poi lanciarsi con le sue capacità e con il suo titolo di studio.
Quando eravamo ragazzi noi il lavoro si trovava. La famiglia non ti chiedeva che tipo di lavoro avevi trovato ma se avevi trovato “un” lavoro.
Più tardi sono diventato un quadro e gestivo un reparto, vi racconto cosa mi è successo.
Mi si presenta una bella signora accompagnata da un ragazzotto tipico dei tempi dicendomi che cerca lavoro per il figliolo.
Le dico che avrei bisogno come magazziniere, lei mi risponde che il ragazzo ha un diploma. Intanto impari a fare il magazziniere, se è bravo potrà passare al banco con il computer.
La signora mi chiede gli orari di lavoro, sa non ha la patente e noi veniamo da Melzo, mi pare, devo capire a che ora si deve alzare, prendere il pulman per arrivare qui alle 8,30.
L’orario non si può cambiare vero?
No, signora, non si può. Lei ha la patente? Si, risponde, l’ho portato io qui.
Allora potrei assumere lei, risolveremmo il problema del ragazzo che non dovrebbe  alzarsi presto.
Se è per questo mi è pure capitato uno con diploma che cercava un lavoro da stare seduto, ammiccando alla scrivania di fianco alla mia.
Qui abbiamo solo due sedie, ho risposto, e sono già occupate.
Credo che la maestrina alludesse a situazioni di questo tipo, che non capiteranno mai alla sua famiglia, ma penso si debba essere disponibili ad un certo sacrificio in attesa di tempi migliori o come opportunità per mettere in campo le proprie capacità.
Si porta a casa qualcosa ed intanto ci si guarda intorno.
Conosco uno che era un programmatore con la passione della cucina, adesso fa il cuoco a Londra. Ci sono passato sulla mia pelle.
Ce ne sono tantissimi di giovani che si sono inventati pizzaioli o altro, che sono emigrati in cerca di opportunità che qui non si possono cogliere.
Lungi da me considerare questa situazione come giusta, è il capitalismo sfrenato e parassita che determina queste condizioni ma, se la famiglia non ce la fa, bisognerà pur darsi una mossa.

Chiara Colosimo è giovane ed i giovani amano stare in gruppo. Lei spazia da Zelea ad Auschwitz tanto le ideologie non esistono più, sono superate.


Sono cose del secolo scorso, è la prima cosa che i giovani grillini ti dicono quando non sei d’accordo sei uno del secolo scorso, vecchio comunista superato. le ideologie non esistono più. Loro sono oltre, infatti sono democratici ma gestiscono il movimento come un regime, sono contro il capitale ma comprano le azioni delle multinazionali e vogliono la class action. Sia chiaro che la class action è uno strumento capitalista per difendere i piccoli capitalisti dagli squali della grande finanza, i grandi capitalisti.
Non risulta che ci siano sue fotografie, della Chiara, mentre fa il saluto romano quindi potrebbe essere credibile quando condanna il fascismo ed il nazismo. Certo non dimostra una grande intelligenza ma se non altro non è una Meloni e men che meno una Polverini che il saluto fascista non lo disdegna per niente.
Ci sono milioni di giovani che indossano la maglietta del Che e non ne conoscono nemmeno la storia, le vendono anche nei quartieri della moda ed il volto del Che è bellissimo sta bene sia ai maschi  che alle femmine, mette in risalto le tette.
Quando manca l’ideologia un simbolo vale l’altro e subentra la moda, la maglietta del Che è la più venduta al mondo sotto tutte le latitudini.
Lei si è fatta fotografare in una storica sezione dell’MSI della Garbatella sotto la fotografia di un nazista moderno Corneliu Zelea Codreanu, sconosciuo ai più, noto sostenitore del nazifascismo.
La Meloni o la Polverini preferiscono farsi fotografare sotto il ritratto del duce, diciamo che sono più consapevoli di lei della loro scelta. La Renata poi, appena è circondata da una decina di camerati, ha forti problemi a trattenere il braccio, ma quando saluta perde il controllo, finto istituzionale, e saluta a braccio teso.
Non credo che una presidente di regione non conosca la Costituzione.
Alle volte si entra in certi giri per comodità simpatia, magari ti piace un ragazzo o una ragazza che già frequenta il Circolo e ti trovi fascista o comunista inconsapevolmente.
Certo che se oltre a ballare sul cubo, o giù dal cubo, ti guardi un po’ intorno, ascolti qualche anziano, vieni a sapere qualcosa sulle Fosse Ardeatine ed allora qualche domanda te la poni. Se vedi che chi ha sbagliato un manifesto fa le flessioni invece di andare in estasi rifletti, ma non è da tutti ed è per questo che la considero poco intelligente. Fosse apertamente schierata, rivendicasse di essere fascista, la rispetterei pur senza condividerla, la riterrei consapevole di una scelta che, io, ritengo sbagliata.
Però è andata ad Auschwitz perchè il suo tema sulla Shoah è stato premiato tra i migliori. Ecco il punto, per fare un buon tema ci vuole freddezza ed attinenza al tema, uno studente scaltro conoscitore della grammatica e della sintassi ci sguazza benissimo anche se non ci mette l’anima, la testa ed bel voto od il premio è assicurato.
E’ l’opportunismo tipico degli studenti che non rischiano un brutto voto per difendere le loro idee ma che puntano direttamente al risultato scolastico.
A questo punto potrei anche pensare che il viaggio ad Auschwitz lo abbia vissuto come qualsiasi altra gita della scuola, dove si va per divertirsi con i compagni, una occasione per fare baldoria.
Mi ricordo le mie gite scolastiche, a Trieste, a Firenze  puntualmente al ritorno il professore ci dava il tema: racconta con parole tue la gita a Firenze, i monumenti ecc.ecc.
Qualcuno riempiva a malapena una pagina, ad altri non ne bastavano tre o quattro ed è lì che mi sono reso conto che ci sono quelli che vivono, partecipano, senza guardarsi intorno. Ci sono quelli che notano il particolare, le sfumature, ed altri ai quali tutto scivola senza che niente li tocchi, ci sono le spugne e gli stracci che assorbono poco.
Chiara si difende così: «Mi state facendo le pulci, eh? Ma io non ho alcuna difficoltà a condannare, ‘senza se e senza ma’ il nazismo e il fascismo. E Codreanu so che in quel disegno veniva esaltato per un suo libro che parlava della sua visione del Cristianesimo».
Troppo poco per una che è nata e vive a pochi chilometri dalle Fosse Ardeatine. Il Cristianesimo non è tutto, c’è bel altro nel mondo e nella storia.
Io avevo un padre fascista e nonostante ciò mi sono iscritto al Pci. Evidentemente qualche domanda me la sono posta, qualcosa mi sono fatto raccontare da chi era stato partigiano e lo sono diventato anch’io, sono di parte.


 Chiara Colosimo e quella foto imbarazzante

La neocapogruppo del Pdl alla Regione Lazio: io ingenua, ma condanno nazismo e fascismo

Beata ingenuità, potrai fare la capogruppo in Regione ma le feste a Palazzo Grazioli o a Villa Certosa te le scordi, figliola.

Tempo 24 ore e le panchine, riparate e riverniciate, sono luride come prima. Gioventù bruciata? No, gioventù demente con tanto di iphone ultimo tipo.


10 anni fa, anno più anno meno, c’era la compagnia dei motorini. Entravano nei giardini in mezzo agli anziani ed ai bambini con i motorini, sgommavano e lasciavano i segni delle gomme. Solo maschi, mai visti con una ragazzina.
Sono giovani, si faranno. Infatti hanno preso la patende ma sono rimasti imbecilli come prima. Se il tempo era bello si limitavano a sradicare i cestini dei rifiuti, a gridare a tutte le ore, se pioveva si riparavano sotto ai portici e per passare il tempo prendevano a calci le cassette della posta. Vinceva chi riusciva per primo a far aprire lo sportello di scarico e non contenti prendevano a calci pure le lettere.
Non so cosa fosse il premio per il vincitore, so che ho chiamato la polizia ed, allora, è arrivata quasi al volo.
Un poliziotto, appena sceso dalla volante, salutò uno dei ragazzi con questa frase: Eh, cosa fai qui? Come stanno i tuoi? La risposta non l’ho sentita perchè facevano casino, hanno preso i dati, hanno fatto chiudere lo sportello e rimettere a posto le lettere. Si sono salutati e poi sono venuti al mio campanello a suonare. Erano le due o tre di notte. Scesi dalla scale incazzato e praticamente gli aggredii: ma che cazzo state facendo, io vi telefono per denunciare un vandalismo e voi mi suonate al campanello? Ho una moglie, un cane, se questi stronzi la prendono di mira e le fanno dei dispetti?
Risposta: ma no, che ne sanno loro che ci avete chiamato voi, abbiamo suonato un campanello a caso.
Infatti, risposi, con 50 campanelli e più che ci sono nella via avete suonato proprio al mio, che vi ho dato il nome.
Adesso ci sono le nuove leve. Vestiti bene, iphone ultimo tipo, capelli con la cresta e pennarelli, pennelli per scrivere sui muri, sulle vetrine e sulle panchine. Le ragazze hanno il tacco di ordinanza, la pancia fuori e sono vestite come veline, tra l’altro sono pure carine, capelli curati.
Le ragazze parlano un italiano corretto, si capisce subito che vanno a scuola, i ragazzi si esprimono come Lorenzo, la caricatura del burino interpretato da Corrado Guzzanti.
Io sono vechio ma mio figlio mi ha detto che il tamarro piace alle ragazze, tira molto ed io mi adeguo. Contente loro contenti tutti.
Devono essere della tribù delle scimmie urlatrici, passano la giornata ed anche la notte ad urlarsi frasi senza senso a 10 centimetri di distanza uno dall’altro.  D’estate tengono banco sino ed oltre le tre della notte, schiamazzi, urla, bevono e giocano tra di loro. Ogni tanto nasce qualche discussione per via che le ragazze passano dalle ginocchia di uno all’altro con la velocità della luce.
Qualcuno non gradisce.
In contemporanea c’è pure una compagnia maschile e femminile di sud americani, anche questi sono lì dal pomeriggio e qualche volta alla sera. Suonano, ballano e cantano.
Qualche giorno fa è arrivata la polizia e gli italiani sono spariti, i sud americani sono rimasti lì ed hanno mostrato i documenti, evidentemente non avevano nulla da temere nonostante il popolino tenda a dare la responsabilità dello schifo dei giardini agli immigrati. Mai visti con un pennarello in mano, solo birre ma in questo sono simili ai nostri baldi giovanotti vestiti bene.
Alle volte al mattino incontro quelli dell’Amnsa che puliscono con i rastrelli, raccolgono le bottiglie, i pennarelli vuoti e svuotano i cestini, tutti dipinti dagli artisti del posto.
Un giorno ho detto ad uno di loro: dev’essere frustrante pulire sapendo che due ore dopo sarà sporco come prima. Risposta: sono sud americani, sono tutti così. Saranno anche sud americani, non lo nego, ma ti garantisco che questi sono dei nostri e fanno girare le palle. Il tipo dell’Amsa mi risponde: dovrebbero prenderli ed infilargli un cestino dell’immondizia nel culo, così imparano.
Adesso, se chiami la volante, arriva un’ora o due dopo il casino e diventa tutto inutile. Siamo in pochi, facciamo quello che possiamo.
Questa non è delinquenza, gioventù bruciata, è degrado sociale ed educativo e si allarga  a macchia d’olio. Non hanno interessi, non hanno ideali, solo far casino e lasciare le loro impronte sulle panchine o sui muri, non disdegnando neppure le vetrine della zona. Sono di un’arroganza e di una maleducazione che si taglia con il coltello, da macellaio.
Qualche giorno fa ho detto ad uno di loro, mentre osservavo un suo amico che pasticciava la panchina, una di quelle appena riparate e riverniciate, guarda che sono venuti qui ed hanno fotografato le scritte , ci sono delle multe salate per chi imbratta la cosa pubblica, nostra che paghiamo noi.
E sono venute bene? Risponde lo spiritoso. Di rimando gli dico: benissimo, perfettamente a fuoco. Vedi quelle scritte lì sono come la carta d’identità, le impronte, anzi meglio ancora il Dna.
Vedrai che il furbo lo troveranno, le lettere si somigliano tutte, ha lasciato l’impronta.
Non mi ha risposto ed io sono andato via.
Torno dopo qualche ora e la scritta che il suo amico stava facendo aveva i segni evidenti di un tentativo di cancellazione, dopo che ha scritto su 4 panchine è da imbecilli tentare di cancellare le prove.

La polizia ha consigliato di far firmare una petizione agli abitanti della zona come se l’educazione, il rispetto della cosa pubblica si possa insegnare con le petizioni.
Comunque è già pronta la nuova ondata, c’è un ragazzino di 8/10 anni che insieme ad altri più piccoli passa ore ed ore a far scoppiare petardi in mezzo agli altri bambini e le loro mamme.
Gli animali si spaventano, c’è pure il giardino cintato per i cani e qualcuno ha cominciato a lamentarsi.
Il ragazzino in questione, in modo particolare al sabato, inizia alle 13 del pomeriggio ed è capace di tirare le 20 della sera. Sembra una sparatoria continua. Sabato scorso gli sono passato di fianco con il cane e lui: aspetta, aspetta, verso il suo amichetto, c’è il cane che si spaventa.
Non fare il paraculo gli ho detto, è dalla una che rompi i coglioni con questi petardi.
Domanda: dove cazzo sono i suoi genitori? E quanto costano questi cazzi di petardi?
Ne fa scoppiare a centinaia.
Drogatevi che è meglio, almeno avete qualcosa che vi impegna, un obiettivo da raggiungere. (satira estrema)

Renzi ha già pronto lo slogan: Adesso. Sono ottimista ed auspico che se ne vada adesso, al centro.


Non che il futuro del Pd sia in cima ai miei pensieri ma, credendo ancora che esista una politica di destra ed una di sinistra, mi auguro per il Pd che Renzi se ne vada con la Binetti, Rutelli e compagnia.
Anche se mi giungono notizie di un ritorno di Rutelli, evidentemente sono votati all’autolesionismo:

E così il Pd si ripiglia anche Rutelli

Dopo che è stato sindaco di Roma non ha più vinto niente, nemmeno una partita a briscola ed il Pd se lo riprende?
Renzi è troppo innovatore, per me. Per lui destra e sinistra sono superate il capitalismo invece no, quello è attuale, c’è il rischio che tra poco siano superati anche i lavoratori ed i proletari.
C’è di buono che lui non è pronto a tutto pur di andare ad occupare una seggiola, parole sue, infatti se perde è pronto a tornare a fare il sindaco. In poltrona.
Comunque Renzi ha garantito che se perde non si porta via il pallone, non fonderà un nuovo partito.
Non so se Renzi, politicamente, è un grande centravanti ma lo spero per lui.
L’unica cosa che mi sento di dirgli, essenso io uno da rottamare politicamente, è che un conto è fare il centravanti in promozione ed un altro in serie A.
Vedano loro. Ho già partecipato alle primarie per Prodi vorrà dire che andrò anche questa volta per votare contro Renzi. Il saputello appogiato dalle parrochhie di Firenze.

Giovani, rincitrulliti dalla propaganda di regime, non ditemi più che la vostra rovina è dovuta ai privilegi delle generazioni precedenti. Informatevi e smettetela di dire fesserie.


Qui vi metto un esempio del modo di ragionare dei giovani di oggi, non tutti per fortuna.
Dialogo in un sito, sotto la risposta scelta da chi ha fatto la domanda.

Secondo voi le generazioni nate negli anni 60/70 hanno rubato il futuro a noi giovani ?

Per me SI, hanno vissuto per decenni sopra le loro possibilità, la colpa io l’attribuisco alla società in generale, che ha continuato a spendere e pretendere più di quello che poteva permettersi e oggi noi giovani siamo senza speranze, senza futuro, i sacrifici oggi li dovrebbero far loro per permettere a noi giovani di vivere almeno una vita che si avvicini a quella vissuta da loro.

Miglior risposta – Scelta dal Richiedente

Perfettamente d’accordo con te, ma sbagli di qualche decennio: le generazioni che realmente hanno vissuto in maniera sconsideratamente consumistica ed abusando di tutto ciò che gli veniva dato sono quelle precedenti: quelle che hanno prolificato durante il boom economico, ovvero quelle nate tra gli anni 40 alla fine dei 50.
Quelli che citi tu sono le persone che adesso hanno dai 30 ai 45 anni circa, e ti garantisco che nella media sono quasi tutti messi male come le ultime generazioni.
Lo spreco, lo scempio è stato fatto dagli attuali 60/70enni!

Ora, è notorio che la mamma degli stupidi è sempre incinta ma qui, nonostante la pillola, i preservativi, le conquiste delle femministe sulla maternità consapevole c’è una epidemia di cretini da fare spavento.
Premetto che la colpa non è loro, è nostra, come genitori o nonni non abbiamo saputo trasmettere l’informazione e la storia dei fatti. Delle nostre conquiste.
Insomma gli imbecilli li abbiamo allevati noi, alcuni si fanno mantenere dai nonni o dai genitori sputandogli pure addosso.
Intanto il 90% dei giovani non sa nemmeno di che anno è lo Statuto dei Lavoratori, l’Art. 18 e non sanno nemmeno quanto sono costate ai loro genitori ed ai loro nonni le conquiste degli anni 60/70 che loro, oggi, si fanno scippare dal sistema.
Possono cercare nel web, invece di scrivere cazzate come quelle che ho pubblicato sopra, ci sono ampi documenti storici e fotografici che documentano il periodo delle lotte, delle conquiste.
Alle giovanette di oggi, la maggioranza perchè c’è anche una minoranza consapevole e documentata, fortunatamente.
Dicevo alle giovanette di oggi sempre pronte ad avanzare i loro diritti di libertà ed emancipazione, ovviamente sul piano sessuale e non sul diritto al lavoro, voglio raccontare loro quello che le loro nonne e le loro mamme non hanno raccontato per non rovinargli la vita con la cruda realtà dei fatti  e lasciarle eternamente nel mondo delle favole, del virtuale con tanto di cellulare collegato con internet per mandare sms e scrivere stronzate 24 ore su 24.
Le loro mamme, le loro nonne, le loro bisnonne, quando avevano la fortuna di avere un lavoro e rimanevano incinta per non perdere il posto si fasciavano la pancia per non essere licenziate immediatamente.
Così facendo rimandavano, tra una vomitata ed una nausea, di qualche mese il licenziamento e lo posso dire perchè c’è passata, insieme ad altre milioni di donne, pure mia moglie.
Ai giovanotti da aperitivo, da discoteca, che un giorno si e l’altro anche scoprono l’ambiente e l’ecologia dico solo che negli anni 50 il problema principale non erano i fumi degli altiforni, che respiravano, ma avere almeno un paio di scarpe anti infortunistica con la punta di ferro per non bruciarsi le dita con gli schizzi di acciaio rovente.
Il resto andatevelo a cercare nel web, chiedeto alle Camere del Lavoro che hanno archivi documetati sulle lotte operaie, il diritto alla sanità ed alla maternità.
Quindi, non rompete più i coglioni con sparate alla cazzo sui privilegi di chi con sudore, lacrime, sangue, lotte e scioperi che sono costati sacrifici anche alle famiglie si è conquistato una pensione, dei diritti, che adesso voi vi fate scippare.
Questo sarebbe il meno, se non si è forti e compatti si viene sconfitti dal capitalismo e dal regime economico e noi lo sappiamo bene perchè abbiamo lottato per anni riempiendo tutte le piazze, quello che è peggio è che vi siete fatti lavare il cervello. Soltanto un poveretto, un idiota, può scrivere una cosa del genere:
i sacrifici oggi li dovrebbero fare loro (riferito alle generazioni precedenti) per permettere a noi giovani di vivere almeno una vita che si avvicini a quella vissuta da loro.
Dimostra di avere una ignoranza abissale, non solo del passato ma anche del presente.
Come ho già detto le nostre conquiste hanno avuto un prezzo salatissimo, l’ho scritto sopra , e come se non bastasse oggi ci troviamo a fare welfare famigliare a figli e nipoti vittime della crisi, quando sarebbe il momento di goderci la vecchiaia ed i frutti dei nostri sacrifici.
Fortunatamente non siamo, noi anziani, non sono, i giovani, tutti così. Ma per la maggioranza gli anziani sono senza memoria e quindi non possono trasmettere niente. I giovani non hanno conoscenza, non sanno, il pc ed internet lo usano per chattare e per vedere i filmini porno, giustamente in un certo senso ma, se volessero, prima di scrivere cazzate sui privilegi delle generazioni precedenti dovrebbero documetarsi su come li hanno conquistati, ammesso che siano privilegi, e quanto sono costati.
A me sembrano polli d’allevamento alimentati con il mangime dell’ignoranza, allevati ed annebbiati dal sistema sino al punto che gli danno pure ragione.
Con questo ho detto quello che avevo da dire, se volete rimanere nell’ignoranza fate voi, aggiungo solo una cosa che ho letto, tanti anni fa, nella prefazione del Capitale di Carlo Marx:
Il sapere, anche senza speranza, è da anteporre all’ignoranza che si nutre di illusioni e falsità.
Io ho scelto il sapere, voi la seconda. Il sapere è conoscere le cose, i fatti, la storia. Anche se non si parla o si scrive in italiano perfetto. Conoscere la sostanza della vita.
Buona giornata, auguri per il vostro futuro.
Qui non stamo parlando di pensionati baby, alimentati dal regime clientelare e capitalista per conquistarsi voti e governare per 50 anni. Stiamo parlando di persone che si sono fatte 43 anni di lavoro, molti di fabbrica o in edilizia e sono arrivati alla pensione meritatamente e non per donazioni di qualche ente di carità.
Chiaro?

Disoccupazione giovanile al 35%, ma chi se ne frega. Non facciamo sciopero, sarebbe un fallimento, facciamo festa con la notte dello shopping. Oh yea.


“Vogue Fashion’s Night Out”
La notte in cui lo shopping fa festa.
Questa è la Stampa.
Questo, invece, è il servizio del Giorno:

Idealmente aperta dalla stessa direttrice di Vogue Italia Franca Sozzani presso “il Camparino” nella Galleria Vittorio Emanuele, dove il regista italo-turco Ferzan Ozpetek è stato premiato con il Campari Red Passion Prizedalla stessa Sozzani, la serata ha coinvolto 40 vie e piazze milanesi, illuminate a giorno e animate da decine di eventi speciali ospitati dagli storici negozi di moda e design del capoluogo lombardo.

Particolarmente affollate erano proprio le vie del Quadrilatero, dove passanti, turisti, curiosi e addetti ai lavori fluivano senza sosta da una boutique all’altra. Molto frequentata anche l’elegante via Manzoni, mentre piazza Duomo brulicava di persone come nelle grandi occasioni di ritrovo.

Più lontano dal centro della moda i negozi e gli showroom hanno osato con particolari dj set pensati per creare una colonna sonora della serata: da segnalare l’ex-veejay Federico Russo che presso Pinko (Corso Venezia) ha suonato dischi funky con l’accompagnamento eccezionale di Saturnino, storico musicista di Jovanotti, al basso elettrico.

Avvistati Morgan ai piatti da dj, Massimiliano Rosolino e Tania Cagnotto, Marco Tronchetti Provera e Afef, Barbara D’Urso e Giorgio Armani che si è prestato ad alcune foto con i suoi fan. Prossime tappe della Vogue Fashion Night Out saranno Roma, il 13 settembre, e a seguire Firenze, il 18.

LA PROTESTA DELLA FNAC – «Il lavoro per noi è un lusso»: questo lo slogan del sit-in dei dipendenti della Fnac, questa sera in piazzetta San Carlo a Milano, in occasione della Vogue Fashion Night. Circa un centinaio di persone, provenienti dagli 8 megastore di libri, musica e dvd presenti in Italia, hanno protestato e distribuito volantini per difendere il posto di lavoro: nel gennaio scorso è stata infatti annunciata una ristrutturazione entro fine anno, ma i circa 600 dipendenti italiani, a distanza di otto mesi, ancora non sanno quale sarà il proprio destino.

«Fnac – si legge nel comunicato dei lavoratori – è una società del Gruppo Ppr, che detiene tra gli altri i marchi Gucci e Bottega Veneta. Il Gruppo Ppr è presieduto da Franois-Henri Pinault, che negli ultimi anni ha sempre più decisamente manifestato l’intenzione di spostare gli interessi del gruppo sui marchi del lusso». Non a caso i manifestanti stasera hanno fatto un paio di irruzioni all’interno del negozio Gucci di Milano.

Solidarietà è stata espressa ai dipendenti Fnac da diversi esponenti del mondo politico milanese e dall’assessorato al Lavoro del Comune di Milano. «Enormemente preoccupati per la situazione e stupiti dall’intollerabile silenzio dei vertici di Fnac e del Gruppo Ppr – conclude il comunicato – i dipendenti di Fnac Italia chiedono risposte chiare, esaustive e credibili sul loro futuro».
Se venisse proclamato uno sciopero generale in favore dell’occupazione giovanile sarebbe un fallimento, scenderebbero in piazza solo i pensionati della Cgil ed i fissati della protesta, meglio allora ogranizzare la notte dello shopping e fare il pieno di partecipazione.
40, tra vie e piazze, coinvolte dall’iniziativa ed illuminate a giorno. Il tg3 ha proposto un servizio e ci ha mostrato le strade invase da giovani, e non, impegnati nel curiosare ma, soprattutto, a fare shopping.
Si sa che il cure dei ricchi sanguina sempre per chi sta male, infatti hanno fatto pure la beneficenza realizzando capi unici da vendere per devolvere l’incasso ai terremotati dell’Emilia.
Roba da commuoversi, specialmente dopo aver bevuto un po’.
Naturalmente il Tg3 regionale ha dimenticato di dare notizia della manifestazione indetta dai lavoratori della Fnac, per non rovinare la festa.
La manifestazione notte dello shopping è importantissima lo si evince dall’altissima qualità dei personaggi partecipanti, basti pensare che c’erano Barbara D’Urso, Tronchetti Provera ed Afef, che si sono prestati a farsi fotografare con i loro fans.
Il resto d’Italia non deve sentirsi escluso, la notte dello shopping avrà delle repliche in varie città italiane e nessuno si sentirà emarginato.
Ovviamente c’è stato spazio anche per la cultura, solidarietà e cultura non possono mai mancare quando c’è di mezzo l’alta moda e lo shopping nel quadrilatero, la direttrice di Vogue ha premiato personalmente il regista Ferzan Ozpetec con il Campari Red Passion Prize, una specie di premio Nobel del settore.
Folla, code e strade piene, un successone. Unici assenti i disoccupati, gli esodati, pensionati e cassaintegrati.
Mi confermano che il resto dei giovani rivoluzionari disoccupati, non impegnati nella notte dello shopping, hanno manifestato nella zona di Corso Como nelle disocteche alla moda ma senza innalzare cartelli di protesta contro la politica o il governo, avevano le mani impegnate nel tirare coca o nel farsi le canne.
Sarà per la prossima edizione.
Una macchia, nella riuscitissima festa, la protesta dei 600 lavoratori della Fnac ai quali è stato comunicato nel gennaio scorso che entro fine anno ci sarà una ristrutturazione.
Da allora non hanno saputo più niente. Non sono riuscito a sapere se hanno goduto di sconti particolari per lo shopping, ma credo di no.

 

Non si può aprire un dibattito politico economico partendo da un post, commentandolo. Il post è un punto di vista sul quale riflettere anche senza condividerlo. Un botta e risposta nei commenti non cambia nulla del problema di fondo, il capitalismo.


Dicono che destra e sinistra non esistono più, ma rimangono quelli che si riconoscono nella destra e quelli che rivendicano il loro sentirsi di sinistra ed allora come la mettiamo?
Facciamo come Gaber, chiediamoci cos’è la destra, cos’è la sinistra, ma soprattutto chiediamoci cos’è il capitalismo perchè il punto, vero, di una società migliore, di una vita migliore per tutti è proprio questo.
Il capitalismo imprenditoriale produttivo e sfruttatore ci ha dato un mondo migliore? Il capitalsimo finanziario parassita e speculatore ha distribuito ricchezza?
Queste sono le risposte che dobbiamo darci, le domande alle quali destra e sinistra devono rispondere e dirci come vogliono uscire da questo mondo governato dai banditi dell’alta finanza, dalle banche.
Qualcuno nel mondo ha già scelto la sua strada, il Venezuela ad esempio ha nazionalizzato, pagandola, la più grande banca nazionale ed ha imposto delle regole al capitalismo dopo essersi liberato dalle multinazionali americane.
Marx diceva che il valore aggiunto di una merce stava nella sua utilità e nel lavoro che era servito per renderla fruibile alla massa.

“Credo di aver dimostrato che le lotte della classe operaia per il livello dei salari sono fenomeni inseparabili da tutto il sistema del salario, che in 99 casi su 100 i suoi sforzi per l’aumento dei salari non sono che tentativi per mantenere integro il valore dato del lavoro, e che la necessità di contrattare con il capitalista per il prezzo del lavoro dipende dalla sua condizione, dal fatto che essa è costretta a difendersi come merce. Se la classe operaia cedesse per viltà nel suo conflitto quotidiano con il capitale, si priverebbe essa stessa della capacità di intraprendere un qualsiasi movimento più grande.

“Nello stesso tempo la classe operaia, indipendentemente dalla servitù generale che è legata al sistema del lavoro salariato, non deve esagerare a se stessa il risultato finale di questa lotta quotidiana. Non deve dimenticare che essa lotta contro gli effetti, ma non contro le cause di questi effetti; che essa può soltanto frenare il movimento discendente, ma non mutarne la direzione: che essa applica soltanto dei palliativi, ma non cura la malattia. Perciò essa non deve lasciarsi assorbire esclusivamente da questa inevitabile guerriglia, che scaturisce incessantemente dagli attacchi continui del capitale dai mutamenti del mercato. Essa deve comprendere che il sistema attuale, con tutte le miserie che accumula sulla classe operaia, genera nello stesso tempo le condizioni materiali e le forme sociali necessarie per una costruzione economica della società. Invece della parola d’ordine conservatrice: “Un equo salario per un’equa giornata di lavoro“, gli operai devono scrivere sulla loro bandiera il motto rivoluzionario: “Soppressione del sistema del lavoro salariato”.

(K. Marx, “Salario, prezzo e profitto”, Ed. Riuniti, pp. 112-113).


Questo è il punto, non la destra o la sinistra, lo spread e cosa ci racconta Monti e non dimentichiamo che l’alta borghesia parassita, gli speculatori, le banche sono molto più forti di noi anche se chi domina il mondo è l’1% e noi siamo il 99%, disperso e diviso.
Caduto il muro di Berlino e scoperti gli orrori e le storture del comunismo “reale”, tutto il mondo si è messo in mano al capitalismo, si è riconosciuto nel capitalismo come se non ci fosse altra forma economico/politica sociale per vivere in un mondo diverso e meno disuguale, che riconosca i diritti dell’uomo.
Molti degli ex comunisti si sono defilati, altri hanno chiesto perdono per i loro peccati, ideologici, altri ancora hanno ripudiato del tutto gli ideali per i quali hanno combattuto per anni.
Io non ho nessuna vergogna nel ritenermi comunista, ne sono orgoglioso.
Il problema di fondo che Marx ed i maestri del socialismo e del comunismo hanno criticato e combattuto è il capitalismo al quale la caduta del muro di Berlino non ha intaccato, minimamente, i suoi interessi. E’ ancora qui in tutto il suo miserabile splendore, anzi è peggiorato perchè da un capitalismo produttivo di sfruttamento di massa siamo passati ad un capitalismo finanziario e parassita che uccide più delle bombe o della catena di montaggio.
Non me ne frega niente di quello che dice Renzi, Bersani, Casini, Di Pietro, Grillo e tutta la banda che partecipa alla festa, con la pancia piena. Voglio che qualche leader politico mi dica cosa intende fare con le banche, i parassiti, la finanza, gli evasori, le multinazionali e così via.
A me non interessano le class action contro le multinazionali, gli avvocati che tutelano i consumatori, nel frattempo morti di fame e le loro vicende giudiziarie spacciate per vittorie del popolo o della democrazia.
La vittoria delle regole, della giustizia, dell’etica, i rimborsi agli azionisti della Parmalat o della Telecom
perchè, accettando tutto questo, stiamo sempre giocando la loro partita, nel loro campo, nel loro cortile e quanto farci giocare o smettere lo decideranno sempre loro, i capitalisti. I parassiti. Disoccupati, esodati, sono già esclusi dal gioco della sopravvivenza. Per adesso sono spettatori, speranzosi di rientrare in campo.
Lo diceva Marx più di cento anni fa, noi lottiamo contro gli effetti mai contro le cause. Prendiamo l’aspirina quando ci vorrebbe il bisturi, usiamo il coltellino quando ci vorrebbe il bazoka.
Ci agitiamo intorno ai mulini a vento che il sistema ci propone, Berlusconi, Bersani, Monti, Casini, Di Pietro, Grillo e tutti gli altri senza colpirne alcuno, stiamo qui a litigare sulla legge elettorale, sul numero dei parlamentari e tutte le stronzate che sono marginali perchè il vero problema è uno solo:
Che vogliamo fare con il mondo finanziario parassita e speculatore del capitalismo moderno?
Questi una volta si affidavano alle guerre, per sterminare milioni di uomini e ripartire con le loro speculazioni. Creavano i boom economici grondanti sangue di milioni di morti per difendere i loro averi, le loro proprietà, adesso non hanno nemmeno bisogno di fare la guerra per sterminare interi Paesi come la Grecia, l’Irlanda, il Portogallo o l’Italia mettendo il popolo alla fame, adesso basta che diano ordine ad un ragazzino di Wall Street di dare l’invio e la Grecia fallisce, l’Italia la segue, il Portogallo pure.
Risparmiano pure sulle bombe e prosperano sul debito pubblico che essi stessi hanno generato per fare profitti.
Orsù, destra, sinistra, che intendete fare per mettere fine a questo scempio?
Affidarci alle preghiere?
Certo che sinchè staremo qui a scannarci tra di noi avrete vita facile, finchè ci affideremo ai capipopolo milionari o ai santoni la vostra festa non avrà mai fine.
Forse, un giorno il Popolo si unirà, si rivolterà e voi non avrete scampo, come non ha vuto scampo la nobiltà parassita francese ed allora sarà rivoluzione.
Su questa strada si sta infilando il capitalismo, ci vorrà tempo ma arriverà al capolinea, io non lo vedrò ma più la gente conosce, si informa e più si renderà conto chi è la vera causa della malattia del mondo, qualcuno l’ha capito 100 anni fa.

Pensatela come volete ma, questa volta, D’Alema ha ragione in pieno. Il suo concetto, con parole mie, lo vado esprimendo da almeno due decenni.


D’Alema alla festa democratica di Reggio Emilia: «Non vengano a lamentarsi. L’altro giorno una signora mi ha detto ‘ci avete rovinato’, io ho detto ‘siete voi che ci avete rovinato’. Il Paese scelga, noi siamo una proposta di governo per il Paese: ce n’è un’altra? Parlo di una proposta di governo, non uno che chiede i voti perché bisogna punire ‘la casta’… Se gli italiani non daranno forza a un governo finiremo come la Grecia».
Ora: la casta, il porcellum, vent’anni di berlusconismo e prima ancora i democristiani ed i socialisti, le clientele, le ruberie, metteteci tutto quello che volete ma, per me, la colpa è sempre del popolo, della maggioranza degli italiani che hanno sempre votato per un sistema che faceva comodo anche a loro per evadere e per far trionfare l’arte di arrangiarsi e di fare i furbi.
Agli italiani imponete tutte le tasse che volete ma non imponete regole da rispettare, strade maestre sulle quali muoversi anche a costo di sacrifici, cercheranno sempre e comunque scorciatoie, furbate, deviazioni che permettano loro, in qualche modo, di evitare l’etica, la dirittura morale, tanto ci sarà sempre modo di prendersela con il potere, la politica, dimenticando che sono loro ad averla votata e scelta.
Aveva ragione colui che ha detto: governare gli italiani non è impossibile, è inutile. Non è un elogio al duce è un elogio a Giolitti, perchè la frase l’ha detta Giolitti.
Il popolo che si lamenta della politica, che aspira ad affidarsi ad un santone, Grillo, per salvare l’Italia, è formato per larga parte dagli stessi che hanno votato democristiano e socialista prima e Berlusconi dopo.
L’altra parte è formata da giovani che hanno si degli ideali ma che hanno perso la bussola dell’ideologia ed il valore, immenso, della politica, del progetto e dell’obiettivo vero da combattere, il capitalismo parassita e sfruttatore.
Inoltre  non tengono presente che comunque l’uomo ha i suoi limiti e le sue debolezze, commette degli errori ed è facilmente corruttibile e se lo è la massa lo è per forza di cose anche la politica, i rappresentanti eletti dal popolo sono come il popolo, degni rappresentanti della massa.
La responsabilità della deriva democratica del nostro Paese è nostra, di chi ha votato sbagliato per decenni, di chi non ha votato lasciando spazio ai banditi di ogni colore, agli opportunisti, agli approffittatori di ogni risma.
Un popolo, mi riferisco alla maggioranza ovviamente, al quale non sono bastati 50 anni di Democrazia Cristiana, 2000 anni di ingerenza cattolica vaticana e di dominio intellettuale basato sull’ignoranza del popolino, ha voluto andare oltre, con Craxi.
Ma non ne ha avuto abbastanza ed ha voluto superarsi votando per quasi un ventennio un piduista corrotto e corruttore che grazie al suo strapotere mediatico ha allevato le nuove generazioni con la strategia della P2, farli sembrare tutti uguali per non distinguerli più uno dall’altro, il ladro dalla guardia, far sembrare la Politica una cosa schifosa e di conseguenza schifoso chiunque la pratichi.
Berlusconi non ci è stato imposto, nemmeno Buttiglione e Casini, nemmeno Bossi, La Russa, Gasparri, Gelmini, Brunetta e così via li avete votati voi. Ce li avete imposti.
E’ inutile adesso dare la colpa alla casta dopo che la casta l’avete votata e sostenuta con la benedizione vaticana, nemmeno le contraddizioni più evidenti, come il Family Day cattolico affidato a divorziati e puttanieri vi ha aperto gli occhi. Figuriamoci la mente, annebbiata da decenni di propaganda piduista ed autolesionista per il popolo.
La crisi? Sotto ad un certo aspetto anche la crisi è colpa nostra, abbiamo sposato in pieno la causa del capitalismo sfruttatore e parassita dedito solo al profitto e non alla ridistribuzione della ricchezza tra chi la produce con il proprio lavoro.
Adesso ne paghiamo tutti, anche chi si è sempre opposto, le conseguenze. Ma ancora una volta la nostra ignoranza, decenni di cultura dello scarica barile, fanno si che ogni volta come sempre, la colpa è degli altri, della casta che noi stessi abbiamo eletto.
Da qui nasce la necessità di affidarsi all’uomo forte, giusto, che abbia più potere possibile per toglierci dalle nostre responsabilità che la democrazia ci impone: partecipazione e scelta in prima persona e ci siamo affidati una volta al duce, un’altra alle direttive vaticane, un’altra ancora a Craxi, Berlusconi e adesso ai santoni.
Siamo in pieno medio evo.
Siamo il Paese della mafia, della camorra, dell’evasione fiscale, dei privilegi e per decenni la maggioranza degli italiani ha votato i politici che hanno affiancato, rotetto, chi ci ha portato alla rovina.
Onestamente dobbiamo ammettere che dal 25 aprile del 1945 in poi non c’è stata nessuna marcia su Roma, eravamo liberi ma la libertà non l’abbiamo saputa utilizzare, attraverso il voto ci siamo ricostruiti intorno la gabbia, protettiva per alcuni e repressiva per la maggioranza, ci siamo risostruito il regime.
Questa volta senza camicie nere per riconoscerci, tanto non servono, al regime mediatico basta ed avanza occupare i nostri cervelli bacati dalla propaganda.
Un sano di mente non avrebbe mai votato Berlusconi e Bossi, rimesso in pista i fascisti come La Russa e Gasparri, eletto al parlamento le concubine del capo e le puttane, ma noi non siamo sani di mente.
I partiti non sono perfetti, come non lo sono i cittadini che scelgono un partito o l’altro, ma questo non ci deve ridurre alla tentazione del santone, dell’uomo della provvidenza, del metro svizzero dell’onestà e dell’etica, specialmente se la sua politica è disfattista, dittatoriale ed offende chiunque non la pensi come lui.
Tutto può essere ma non democrazia, al massimo demagogia. Non ho paura di niente, per uno che è scampato solo al fascismo, per ragioni anagrafiche, ma si è sorbito tutto il resto del peggio che il mondo economico e politico possa offrire niente può fare paura, nemmeno il nuovo salvatore della Patria.
Le mie paure sono altre, la malattia e l’ignoranza della massa autolesionista che poi va da D’Alema a dire: ci avete rovinato.
Ognuno si prenda le proprie responsabilità, D’Alema si prende le sue e noi prendiamoci le nostre.
E’ la maggioranza degli italiani che ha voluto tutto questo per decenni e decenni.  Adesso sparano nel mucchio senza nessuna distinzione solo ed esclusivamente per autoassolversi, cercare l’innocenza che non c’è annebbiati a tal punto dalla propaganda disfattista da non riuscire nemmeno a fare autocritica.
Siete voi che ci avete rovinato!
Dimenticando la cosa essenziale, fondamentale, siete voi che li avete eletti. Molto prima delle liste blindate.
Penso che la perfezione non esista e quindi non pendo che il Pd, Sel, Idv o quant’altro siano la panacea di tutti i mali, penso che sia il caso di votare il meno peggio o fare la rivoluzione tenedo presente che, dopo, tutto riprenderà come prima.
Ma non affidiamoci ai profeti, ai santoni. Non sempre chi grida di più o chi offende in modo più feroce ha ragione, al massimo è un delirio da onnipotenza che voi gli alimentate con tutta questa attenzione.
E’ solo il mio punto di vista, tanto farete come sempre quello che vorrete.
Ma non lamentatevi dopo che gli associati  ci avranno fatto conoscere la loro politica.
Non bisogna blandire l’elettore o fargli promesse, va responsabilizzato. E’ sua la responsabilità.

Alcoa, Sulcis, Pomigliano e tutti gli altri che lottano insieme. Le P.I. individuali non hanno nemmeno questa possibilità, nemmeno la solidarietà di categoria. Persino i calciatori hanno l’associazione di categoria.


Lo sterminio di massa messo in atto dal capitalismo sfruttatore e dalla finanza parassita delle banche contro i lavoratori è in atto già da tempo. Tra poco scadranno anche le forme di tutela tipo la cassa integrazione, per alcuni sono già scadute ed all’orizzonte non si vede nulla di nuovo se non i, soliti, sgravi alle imprese.
I lavoratori dipendenti possono socializzare e solidarizzzare nella lotta, manifestare insieme, anche se non cambia nulla sul piano economico e di prospettiva per il futuro.
Diciamo che esaurimento e depressione si condividono con chi ha lo stesso problema, è già qualcosa.
C’è una categoria senza nessuna protezione che è colpita, selezionata, dai cecchini del capitalismo che fa meno notizia perchè se buttano in mezzo alla strada 100, 1000, lavoratori la faccenda finisce per qualche tempo sui giornali, ne parlano persino alla televisione. Si occupano gli stabilimenti sperando che l’unione faccia la forza, spesso inutilmente.
Non sempre la vicenda finisce, bene, come nel caso della Innse di Via Rubattino a Milano, quando il padrone voleva smantellare la fabbrica, operativa ed in attivo, per dare spazio alla speculazione edilizia.
Sul piano del lavoro fu una lotta epica che portò alla vittoria, sul piano giudiziario ci sono ancora processi in atto per chi impedì il bliz della Polizia ed occupò la Tangenziale di Milano.

La lotta della Innse non è finita…

Se non altro rimane la dimostrazione che se la lotta è dura e senza tentennamenti qualcosa si ottiene.
A quei tempi presi l’auto ed andai in Via Rubattino per portare la mia solidarietà ai lavoratori, la fabbrica era occupata e fuori c’era un presidio permanente dei lavoratori presidiato dalla Polizia.
Discutevano, mangiavano lì, si davano i cambi ed informavano l’opinione pubblica.
Unità di intenti, condivisione e solidarietà si toccavano con mano, quello che non può fare chi è stato costretto ad aprirsi una P.I. individuale per trovare un lavoro.
Tradotto in italiano: un dipendente, vessato e sfruttato, senza nessun diritto, nessun paracadute sociale ma esposto unicamente ai ricatti del datore di lavoro.
Conosco P.I. individuali che dal mattino alle 6 sino alle 20,30, quando andava bene,  erano impeganti per una azienda sola, dovevano dare disponibilità al sabato e percorrevano più di 100 km al giorno per andare al lavoro, pagandosi la benzina.
Domanda: come può un consulente esterno di una azienda, assunto a contratto ed impegnato dalle 6 del mattino sino alle 20,30 della sera per una sola azienda cercarsi eventualmente altri clienti per crearsi un piccolo zoccolo di sopravvivenza?
Ve lo dico io, non è possibile. Non sono piccole imprese individuali come ci hanno raccontato i vari governi berlusconiani o quello di Monti, sono i nuovi proletari spremuti come limoni e senza nessuna copertura dallo Statuto dei Lavoratori o art.18 che si voglia chiamare.
Da decenni è in atto lo smantellamento sistematico dello Statuto dei Lavoratori, dell’art. 18 ma, per questi lavoratori lo Statuto dei Lavoratori non è mai stato preso in considerazione, è stato ammazzato nella culla.
O prendi o lasci, vale per i grandi professionisti che si possono permettere di non avere tutele perchè si tutelano da soli con le tariffe e con l’aiuto delle leggi che sanno manovrare molto bene avendo disponibilità economiche in grado di sostenerli. Basta vedere le liquidazioni che riescono a portare a casa dallo Stato o dai privati.
Non alludo a questi, alludo a chi è stato costretto ad aprirsi una P. I. perchè, come dipendente, non l’avrebbero mai assunto.
Questi vengono eliminati sistematicamente dai cecchini del capitalismo, prime vittime della crisi colpite in modo individuale e, quindi, senza fare notizia.
Eppure anche loro hanno famiglia, una casa, devono vivere.
Persino i calciatori hanno una associazione di categoria che li tutela, riescono ad avere delle liquidazioni in caso di rottura dei contratti, le P.I. individuali forzate no. Non hanno nemmeno questo e non possono manifestare in massa, occupare aziende, salire sui tetti e fare notizia.
Se una P.I. individuale sale sul tetto per attirare l’attenzione chiamano l’ambulanza e lo fanno portare via con la camicia dei matti.
I giovani che, istigati dai vari Grillo e dal sistema capitalistico, ritengono che la colpa della loro mancanza di futuro sia a causa della pensione dei loro padri o nonni, i diritti che si sono conquistati in piazza con sudore, lacrime e sangue non hanno capito niente e si stanno facendo scippare ogni diritto e la stessa Democrazia.
Lo scrivo e lo ripeto da anni invitandoli a scendere in piazza, occupare le fabbriche, gli uffici, lottare duramente insieme per i loro diritti ma non ho ottenuto niente, si limitano ad accettare i conti che il capitalismo ed i vari stregoni del web mettono a loro disposizione. Un autentico lavaggio del cervello che spinge una generazione contro l’altra dimenticando una cosa fondamentale: noi pensionati siamo l’welfare che il sitema, i governi, il capitalismo parassita ha tolto a loro, arrivando addirittura a tagliare le nostre pensioni direttamente ed indirettamente.
A questo ci hanno portato oltre trent’anni di oblio di classe. Di proletariato assente ideologicamente e fisicamente dalla lotta di classe, hanno accettato supinamente l’individualizzazione della società, del lavoro, convinti di fare parte degli emergenti.
Uno su mille ce la fa, cantava Morandi anni fa, oggi siamo ad uno su 10.000.
E’ questo che offre il capitalismo? Questo è sterminio di massa, come si faceva una volta con le guerre. Adesso ti fanno morire di fame o emigrare, come sono costretti a fare i nostri giovani.
Io sognavo un mondo diverso e per averlo ho fatto fare sacrifici alla mia famiglia, le ore di sciopero riducevano lo stipendio, ma lo Statuto dei Lavoratori l’abbiamo portato a casa, una pensione decente pure.
Per anni vi ho preso in giro, alludo alle nuove generazioni, perchè eravate assenti alle lotte ma presenti in discoteca o allo stadio, al pub, all’aperitivo.
Incitavo alla lotta, alla rivoluzione e facevo dell’ironia sul fatto che non c’era mai un giorno libero per la rivolta.
Sabato e domenica non se ne parla, siamo al mare o in gita. Lunedì è impossibile, siamo stanchi dei due giorni precedenti. Il  martedì serve per prendere atto della situazione, al mercoledì cerco compagni con i quali organizzare la lotta. Il giovedì c’è già chi lancia un’idea per il fine settimana, al venerdì si organizza.
E la rivoluzione? La lotta per i diritti e la Democrazia?
Non serve a nulla, noi non avremo futuro perchè i nostri padri ed i nostri nonni se lo sono mangiato, questa è la filosofia che il capitalismo ed il sistema vi hanno messo in testa.
Tanto vale andare al mare, magari con l’auto comprata con la pensione del nonno. Così quel parassita impara a rubarmi il futuro. Speriamo che campi, ad ogni modo, altrimenti mi sequestrano la macchina.
Buona giornata, oggi mi girano le palle, come da 63 anni a questa parte.
Questo sistema non mi piace, troppi parassiti, troppi politici, troppo ladri, troppi furbi e pochi, direi nessun rivoluzionario.
Io la penso così.
Questo è il vero deserto del vostro futuro, sare tutti delle P.I. individuali senza diritti, servi della gleba a termine.