“Mi dica, in coscienza, lei può considerare veramente libero un uomo che ha fame, che è nella miseria, che non ha lavoro, che è umiliato perché non sa come mantenere i suoi figli ed educarli? Questo non è un uomo libero. Sarà libero di bestemmiare, di imprecare, ma questa non è libertà. La libertà senza giustizia sociale è una conquista vana.”
La lista dei destinatari di questa domanda è infinita, meglio non farla nemmeno perchè non la meritano tanta attenzione, ne guadagnerebbero solo in visibilità, la lor è già orrenda per se stessa.
Ognuno di noi può scegliere il suo destinatario ed io scelgo di regalarla ai giovani, a chi pensa che la politica sia una cosa inutile o sporca, a chi ha perso ogni speranza nella coscienza civile e della solidarietà.
Purtroppo, nonostante la resistenza e la liberazione dal fascismo, ci troviamo a combattere con il nemico di sempre i privilegiati.
Una volta era la nobiltà, poi la borghesia parassita ed ora la finanza occulta e maramaldeggiante che specula sullo sfruttamento degli altri.
Pertini era un socialista non aveva niente a che vedere o da spartire con i Craxi, i Sacconi, i Brunetta e tutti gli altri che hanno infangato, ed infangano, il socialismo, i socialisti.
Il tema è più attuale che mai senza una giustizia sociale, equa, come tra l’altro vorrebbe la Costituzione non esiste libertà, non esiste democrazia.
La libertà non è star sopra un albero, diceva Giorgio Gaber, intendendo nel chiamarsi fuori dai problemi, dalla realtà, mettersi in alto ad osservare, passivamente, le ingiustizie e lo sfascio socio politico economico.
Non è neanche avere un’ opinione, continuava Gaber, avere una diversa opinione fine a sè stessa non è libertà di espressione è un ramo secco che non da foglie.
La libertà non è uno spazio libero, continuava Giorgio, perchè lo spazio libero è circoscritto dai confini che il sistema impone con le sue regole, il suo sfruttamento e per quanto ti muovi o ti sbatti sei sempre nel cortile del sistema, del regime economico globale e parassita.
Liberà è partecipazione e questa la frase più bella, splendida che tutti dovremmo scolpirci nella testa e nel cuore e si sposa perfettamente con il concetto espresso dal Partigiano Sandro Pertini:
“Mi dica, in coscienza, lei può considerare veramente libero un uomo che ha fame, che è nella miseria, che non ha lavoro, che è umiliato perché non sa come mantenere i suoi figli ed educarli? Questo non è un uomo libero. Sarà libero di bestemmiare, di imprecare, ma questa non è libertà. La libertà senza giustizia sociale è una conquista vana.”
E’ per questo che tutti dovremmo sentirci in dovere di rispondere alla chiamata della partecipazione, a questa nuova Resistenza globale che abbatta le ingiustizie del mondo e le storture di un capitalismo che fa l’interesse dei pochi sulle miserie dei tanti, troppi, sfruttati ed emarginati.
Questa è democrazia, questa è libertà, questa è la partecipazione alla quale sono chiamati tutti i sinceri democratici di ogni colore politico perchè la libertà non ha razza, non ha cittadinanza se non comprende tutti i colori dell’arcobaleno.
La “canzone” di Giorgio Gaber è tratta da:
Da “Dialogo tra un impegnato e un non so”
Ecco, è il non so il nemico, più ancora di Berlusconi e del capitalismo.
Filed under: 25 aprile sempre, antifascismo, attualità, banche, capitalismo, censura capitalistica, come eravamo, comunanza, comunisti, costituzione, crisi economica, cultura, democrazia e costituzione, economia, etica, famiglia, indignati, informazione, italiano cittadino del mondo e per fortuna lo sono, leghisti nazisti razzisti, liberismo, libertà, parassiti, passioni, Politica, proletari, propaganda e regime, qualcuno era comunista, riflessioni, sinistra, socialisti, speculatori, valori etici |
Ho amato ed amo il partigiano, l’inflessibile, il galantuomo Sandro Pertini quanto mio padre e ritengo che quella sua domanda riassuma degnamente il suo concetto di libertà vera.
E’ altrettanto vero che, con Gaber, chi è persona responsabile sa e teorizza che libertà è partecipazone. Ma la partecipazione prima che alla ricostruzione materiale e morale di un popolo e di uno Stato deve essere lotta senza quartiere (per Sandro Pertini lo fu!) nei confronti di chi ha depauperato il Paese portandolo sull’orlo del baratro, della rovina e persiste ancora, insieme ai suoi sodali, nella sua sfida alla ragione con atteggiamento da “muoia Sansone con tutti i Filistei”. E’ ora di una nuova Resistenza senza perdono per nessuno. Bisogna fare tabula rasa, annientare il “caiNano” e la sua pazzie arrogante e delinquenziale.
Perfettamente d’accordo, questa volta senza perdonare nessuno.
[…] https://slasch16.wordpress.com/2011/11/04/ieri-mio-figlio-mi-ha-fatto-rileggere-una-domanda-riflessio… […]