Vi sembrerà strano ma io credo alla Francesca innamorata e per due ragioni. La prima è che credo nell’amore e la seconda perchè io ho conosciuto Italo, che non è il treno di Montezemolo e Della Valle.


indexNon so come partire con questo post ma deve essere subito chiaro che da che mondo è mondo un vecchio che si accompagna con una che potrebbe essere sua nipote è una consuetudine alla quale abbiamo fatto l’abitudine, non scandalizza, mentre fa ancora impressione una anziana che si accompagna ad un giovanotto, diciamo che è un fatto più raro tantè che io ricordo solo la Borboni.
Detto questo la storia è piena di storie di giovani fanciulle che hanno perso la testa, in senso buono, per anziani dalla  personalità travolgente che le fa perdere letteralmente la testa.
Lasciando perdere i personaggi famosi come Chaplin, Ponti, Douglas, Picasso, Goethe, Pertini  e mi fermo qui perchè non basterebbe la guida del telefono.
Sono tutte storie di personaggi famosi che all’inizio lasciano qualche dubbio ma che il tempo ha confermato come storie vere ed ammirabili perchè si può dire tutto delle donne ma, quando amano, amano oltre ogni immaginazione o invidia popolare ed alcune sono arrivate al martirio per amore. Quindi massimo rispetto  e sulla fiducia io credo alla Francesca innamorata è una dei tanti casi di giovani che perdono la testa per il mito e quindi accettano anche l’uomo che lo rappresenta con tutte le sue debolezze.
Gli anziani che si accompagnano con le giovani sono di due categorie, quelli che perdono la testa perchè hanno avuto una giovinezza troppo seria, controllata e quindi fanno da vecchi le “fesserie” che avrebbero dovuto fare da giovani.
Si atteggiano a giovanotti e diventano patetici.
L’altra categoria è quella del maschio opportunista che ha usato, frequentato, le donne a freddo, tenendo sempre presente la gestione del rapporto e senza mai abbandonarsi del tutto ad esso. Quelli che hanno avuto tante donne e ne conoscono le qualità ma, soprattutto, le debolezze.
Insomma quelli che in qualsiasi situazione hanno in mano il volante.
L’unico dubbio che ho su Silvio è questo, uno che si è fatto l’esperienza sulle donne con le puttane difficilmente è in grado di apprezzare i valori, le sfumature, lo spessore delle donne innamorate.
Italo, invece, era un uomo di fascino anche se non era famoso. Era un uomo che stava bene aveva terreni, case, faceva il mediatore di un po’ di tutto, credo, bestiame, terreni, case ecc.ecc.
A giudicare dalla sua rastrelliera di fucili da caccia e dalla sua casa era certamente uno che stava bene, non era un attore o un personaggio famoso ma come tombeur de femmes era nei tre finalisti per il pallone d’oro.
Italo aveva sei figli, 4 maschi e due femmine, tutti avuti dalla stessa donna, Adele, che morì durante la guerra mi pare per menigite.
Rimasto solo a meno di 50 anni si prese in casa una giovinetta di Modena, nemmeno vent’enne, inizialmente credo per gestire i figli e la casa poi credo che la giovinetta in questione prese una tranvata e gli restò fedele per il resto della sua vita.
Subito dopo la guerra i figli di Italo si sposarono e nella grande casa rimasero solo Italo e la modenese, forse galeotta fu la solitudine resta il fatto che la ragazza, oltre che accudire la casa, accudì a tute le necessità di Italo e dei suoi ormoni.
Mi spiace, ma nonostante tutti gli sforzi non riesco a ricordare il nome della giovane modenese, mi scuso con lei ma la chiamerò modenese con il massimo rispetto.
Mentre la modenese accudiva l’orto, gli animali da cortile, una decina di cani e la casa abbastanza impegnativa Italo si fece una fidanzata a Lendinara, una morettona con i capelli lunghi che le arrivavano al sedere.
La trattava bene, arrivava con la sua 850 e suonava il claxon lei accorreva felice.
Le sue storie erano di una leggerezza e di una frequenza tale da non avere, quasi, un nome. Erano la mora, la bionda, e diverse tettone, aveva un debole per le tette e per il sedere che lo mandava fuori di testa.
Era anche un uomo spiritoso, esagerato delle volte, ricordo ancora quando fu ospite dei miei al lago, sul ramo di Lecco, ed appena sceso dall’auto di mio padre si trovò davanti a due seni di una signora, che dire prosperosi è poco, e lui non si trattenne dal dire che mai accoglienza gli parve più bella. Volle toccare, non credendo ai suoi occhi. Era la prima volta che la vedeva.
Devo dire che anche le mogli dei suoi nipoti valutò con quel metro e qualcuna ne uscì con un 30 e lode.
Era più spudorato di un givanotto arrapato. Una volta ammirò il sedere di una giovane donna e le disse: che bel mandolino! Lei con fare spiritoso, forse vedere quel vecchio arrapato la intenerì, rispose: purtroppo per lei non suona, presumo che intendesse dire che era fuori quota, troppo vecchio. Lui non si perse d’animo e di rimando, mi spiace, non avrei mai pensato che fosse già rotto.
Non ricordo la reazione della fanciulla.
Tornando alla vecchia, grande,  casa di Italo. La giovinetta di Modena nel frattempo si era fatta adulta mentre sembrava che per Italo il tempo non passasse, come le sue fregole, quindi oltre alle varie fidanzate sparse tra la bassa veronese ed il rodigino pensò bene di portarsene a casa un’altra che aiutassse nelle faccende di casa la modenese e per avere carne più fresca nel suo letto.
Sia chiaro che il  bastone del comando, per anni, rimase in mano alla modenese la quale però perse il posto a letto accanto a Italo.
Tutto procedeva con la massima serenità, tutto normale. Tutte lo accompagnarono sino all’ultimo giorno della sua vita.
Italo era un tipo un po’ particolare, nella sua cittadina c’è un viale molto largo ma corto dove c’è il bar centrale del paese, le banche ecc.ecc.
E’ viale a due corsie molto larghe centrali e due controviali ai lati, uno in un senso ed uno nell’altro. Italo percorse il viale contromano per decenni per andare al caffè e nessun vigile riuscì a convincerlo che avrebeb dovuto percorrere l’altra corsia.
Era ormai anziano e conosciuto da tutti, abituato da 50 anni a percorrere quella strada non ci fu verso di fargli capire che era un senso unico e lui lo prendeva dal lato sbagliato.
Alla bella età di 86 anni non si fermò ad uno stop ed un autocarro investì la sua 850. Fu ricoverato all’ospedale della cittadina e lì iniziò il calvario di tutte le suore, giovani, che assistevano i malati nel reparto ortopedia.
Per darvi una idea del personaggio basti dire che le suore dissero a mia madre: suo suocero ci da più problemi dei giovanotti con una gamba od un braccio ingessati.
Era in trazione con i pesi, credo per via del bacino, aveva una gamba ingessata ma le mani libere ed è con queste che toccava ogni suora che gli arrivava a tiro. Quando gli cambiavano il pappagallo dava letteralmente i numeri. Signora, le suore le chiamava così, con quelle manine chissà quante cose potrebbe fare… Ad alcune di loro fece pure proposte dirette: signora se viene ad abitare con me la faccio servire e riverire per bene. Abbiamo tutto, il bagno, la doccia, la lavatrice e due donne che fanno i mestieri. Venga a vivere con me.
Qualcuna gli rispose, scherzando, io sono già sposata con il Signore e lui rispose: le ho chiesto di venire a vivere con me non di sposarmi.
Insomma quando fu dimesso fu una liberazione per tutte le suore del reparto, tra l’altro quando era in via di guarigione e si poteva muovere non lo trovavano mai nel suo letto, era sempre nel reparto femminile a confortare le giovani ricoverate in ortopedia.
Qualcuna prendeva la faccenda con spirito, qualche altra si risentiva ed i parenti non è che apprezzassero molto l’invadenza del vecchietto arrapato.
Nonostante una vita così impegnativa trovò pure il modo ed il tempo per imbastire una storia con una americana conosciuta alle terme che perse letteralmente la testa. Gli regalò un orologio da tasca d’oro e di marca famosissima, un capitale, e per decenni gli scrisse lettere appassionate che lui mi fece leggere un giorno che gli feci compagnia.
Insomma, come potrei non credere all’amore sincero di una giovane donna affascinata dall’esperienza dell’uomo vissuto è ovvio che ci credo, l’ho vissuto da vicino, quasi in prima persona e quindi credo nella buona fede di Francesca, anche se mi fa tenerezza, mentre non mi convince per niente il edofilo, libidinoso rinsavito ed innamorato.
Italo Argisto, questo è il nome completo, era mio nonno. Anno di nascita 1891, ho il suo congedo originale del 30 dicembre 1918.
E’ fantastico che un anno orrendo, sotto tutti gli aspetti, come il 2012 termini, se ne vada, con una bellissima storia d’amore che oscura persino quella tra il principe William e Kate ma, quello che mi emoziona di più, è il fatto che Francesca piace molto a Marina.
E’ entusiasta della fidanzata di papà confermando quello che vado dicendo da tempo, Marina è peggio di suo padre.

Da vicino non l’ho mai vista ed a vederla sui giornali sembra una normale. E’ quando apre la bocca che ti rendi conto, una gallina rispetto a lei è da Nobel, meriterebbe il Nobel. Se non altro perchè fa le uova.


Non so se quelli de La zanzara di Radio 24 l’hanno invitata per farsi due risate è talmente stordita che ti spiazza, ti rendi conto che ogni parola è inutile davanti a tanta povertà mentale.
Appena ho letto il delirio delle dichiarazioni della Michaela mi è venuto in mente Il Miglio Verde, il capolavoro  cinematografico del 1999 che vedeva tra i protagonisti Michael Clarke Duncan nel ruolo del gigante nero, con poteri paranormali, ingiustamente  condannato a morte.  John Coffey.
Non mi è venuto in mente per il nome comune dei protagonisti ma per i poteri paranormali che accomunano John Coffey e la Michaela in questione.
John assorbiva le malattie di chi veniva in contatto con lui e li guariva. “Succhiava” la malattia, alle volte espellendola altre no.
Penso che Michaela abbia queste facoltà , naturalmente inconsapevoli, e che abbia assorbito il colpo ricevuto da Berlusconi con la statuetta del Duomo assorbendone i danni senza espellerli come atto di eterno amore verso verso il suo Taicon.
Silvio non ha nessuna traccia apparente a lei si è spappolato il cervello, solo una senza cervello può dichiarare quanto segue:

«Berlusconi in treno? E’ stata una cosa assolutamente grandiosa, assolutamente. Lui da grande imprenditore ha sempre viaggiato con gli aerei personali, e ora ha avuto il coraggio di salire s’un treno in mezzo alla gente, una mossa assolutamente popolare. La gente è rimasta sorpresa, è un mezzo che unisce il Paese. Mannò, non è la prima volta che sale s’un treno, da giovane ha preso il tram. E poi il Frecciarossa l’ha creato lui, l’alta velocità l’ha fatta insieme a Necci. Chiamate la figlia di Necci se non ci credete. Non tutti avrebbero fatto quello che ha fatto Berlusconi, non tutti avrebbero preso quel treno, è una cosa eccezionale, sia alla stazione di Roma che in quella di Milano ha ricevuto applausi, strette di mano.

E’ straordinariamente in forma, ha pure buttato giù la pancia. Io sogno di rivederlo a Palazzo Chigi. Non tanto per lui, ma per il Paese … Magari avessi io il suo cervello. Le analisi economiche del mondo che fa lui sono vere e proprie lezioni di economia. Poi arriveranno tutti dietro e capiranno che lui aveva ragione, come poi è sempre stato dimostrato. Sarebbe bello restare ad ascoltarlo per ore. Raramente ci si imbatte in una visione così limpida di come va l’economia mondiale, come va l’economia di mercato, di cosa dovrebbe fare l’Europa, di quali dovrebbero essere le soluzioni per la crisi. Magari lo ascoltassero sempre! E’ di un’intelligenza … e poi è di un giovanilismo unico, è un esempio anche per i bambini, per i figli, per ciascuno di noi.

(“In Argentina hanno intitolato un bordello con il nome del Cavaliere, non credo si possa parlare di prestigio internazionale”, fa notare il conduttore) E vabbé, ha il difetto che gli piacciono le donne, e allora? Almeno è normale, mica come Marrazzo che andava a trans. Ma poi voi avete le prove che lui andava con tutte ‘ste donne … per me erano dicerie. Lewinsky elette nel Pdl? Non ne conosco una di poco seria, e guardi che io e le mie colleghe ci costituiamo parte civile se continuate con questa storia eh! Io l’altro giorno ho trovato una signora di 80 anni, e sa cosa mi ha detto? “Faccia una carezza a quel fiol, a quel figliolo di Berlusconi“. Se una signora di 80 anni parla così, significa che Silvio è ancora nel cuore di tante nonne, tante mamme.

Oggi Draghi e Monti seguono l’agenda Berlusconi, dicono che le sue sono sacrosante verità , e lo stimano apertamente.Quando il Cavaliere andava ai vertici di Stato e di Governo era l’unico che aveva lavorato realmente in vita sua, l’unico che aveva fatto impresa, l’unico che conosceva il mercato mondiale. Gli altri erano professorini, avvocatuccoli. Diciamocela tutta. Sarkozy era un avvocatuccolo di provincia. La Merkel era una funzionaria della Germania dell’Est. Obama era un modesto avvocato che è stato montato tantissimo dal sistema mediatico. E Berlusconi era l’unico che ha creato un impero con le proprie mani e dava lezioni a tutti. Diciamolo, nessuno era un TAICON come lui, giganteggiava rispetto agli altri, perché aveva una Visione. Ditemi, quanti Berlusconi ci sono nel mondo?».

Il Miglio Verde è un romanzo, ma nessun romanzo riesce a superare la realtà. Si può immaginare che esistano persone dotate di poteri paranormali ma nessun romanziere può immaginare che esista un cervello, una persona, come Michaela Biancofiore. Se le facessero un esame neurologico, alla Michaela, con i computer della Nasa li farebbe andare in corto circuito.
Non so se fu la torta, o furono i cerotti. O forse fu ancora prima quando Silvio espose  il dito medio sul palco, probabilmente poi lo infilò nel culo della Michaela spappolandole il cervello.  Da quella sera non fu più la stessa.
Se passa dalla Asl le danno un affido, oppure la interdiscono per incapacità di intendere e di volere.
Pensate, questo soggetto è una parlamentare italiana, qualcuno di voi l’ha eletta.

 

Come è bella la città. Dopo oltre due mesi me ne ero dimenticato, ma ad accogliermi ci sono tutti e mi è subito tornato alla mente.


Fortunatamente ha piovuto e si è rinfrescato. Ho potuto chiudere qualche finestra lasciandone aperta una ed un’altra socchiusa per far girare l’aria frizzante.
Sono quasi le tre del mattino, o della notte a secondo dei punti di vista. Dai giardini arrivano gli schiamazzi della solita compagnia di giovani, rigorosamente italiani, che passano tutti i fine settimana nei giardini vicino a casa mia.
Saranno 10 anni che vanno avanti in questo modo, hanno fatto la patente nel frattempo ed almeno non scorrazzano più all’interno dei giardini con il motorino, adesso sgommano in macchina.
All’inizio pensavo, sono ragazzini. Crescendo si faranno la ragazza e la smetteranno di far casino tutte le settimane ai giardini parlando di calcio e ridendo sguaiatamente, gli anni sono passati, il calcio è rimasto ma di ragazze non se ne sentono. Sono certo che non ce ne sono, altrimenti avrebbero cambiato i loro fine settimana.
Non so in base a che cosa, quale rito, renda obbligatorio urlare tutte le loro cazzate anche se sono a pochi centimetri uno dall’altro. A turno fanno delle battute ed allora gli altri si sentono in dovere
di ridere in modo forzato per dimostrare il loro apprezzamento facendosi  sentire ben oltre Via Padova o Via Palmanova, tutti devono sapere quanto sono divertenti i loro amici, anche a S. Siro.
Io spero che si facciano la morosa, che vengano colpiti dal dardo dell’amore, così i loro fine settimana potranno avere altre prospettive, spero.
Fa abbastanza fresco fortunatamente,  mi alzo per chiudere la finestra e mettere fine a questa rottura di palle che avevo dimenticato mentre ero  in montagna, perchè alle buone abitudini ci si abitua subito. Silenzio, pace, aria pulita.
Mi accingo a chiudere la finestra proprio nel momento in cui una coppia esce dalla sala giochi, lei è incazzatissima.
Lui deve avere troppe pretese, va bene farsi vedere mentre si fa sesso,  lo scambio o l’ammucchiata pur di farlo contento, ma questa sera deve avere esagerato con le richieste da deviazione mentale, perchè lei gli sta dando dello stronzo, vai affanculo gli grida.
Sei uno stronzo! Tu volevi mettermi incinta per condizionarmi, poi mi porti qui per fare la troia ma con me non attacca! Stronzo, stronzo, stronzo. Vado a casa da sola, non ho bisogno di uno stronzo come te che mi porti .
Lo trovo quando voglio un passaggio! Dentro di me le faccio gli auguri, che non abbia bisogno di fare denunce dopo l’autostop.
A volte sembra di essere ad Arcore, anche se là è tutto più ovattato girano molti più soldi e tutto è concordato.
Con qualche eccezione come alla sala giochi stasera.
Anche questo è amore, travestiti, scambi, guardoni, puttane,giochi di coppia ed una certezza, l’amore è interclassista.
C’è per tutti i prezzi, per tutte le tasche. Escluse per quelle dei ragazzi ai giardini.
Milano mi da il suo bentornato ed io ne faccio un post. So che c’è di peggio nella vita, ma sono anche certo che c’è di meglio. Si sa che non si può avere tutto, c’è anche chi ha paura del troppo silenzio e non riesce a dormire.
L’ho sentito dire da un prete in tv che ha la parrocchia isolata in montagna. Raccontava di gente che va a trovarlo per isolarsi nella quiete e poi scappa perchè non sopporta il silenzio, i rumori della propria testa.

Non sono razzista, diciamo che condivido con gli interessi il loro disprezzo. 11 piccoli italiani hanno festeggiato con la pizza ma loro sono andati a casa.


L’atteggiamento della stampa tedesca verso noi italiani, nonostante i precedenti, e la monotona serie di battute sulla pizza, spaghetti e mandolino mi hanno annoiato. Tra l’altro dimostrano poca memoria ed ancor meno intelligenza  e giustificano il fatto che noi li chiamiamo crucchi, a Milano c’è un detto: l’è pusè facil meteghel in tel cul che nel cu.
( il cu è la testa).
Quando i giornalisti tedeschi fanno ironia sui camerieri italiani sulla pizza e gli spaghetti, il mandolino lo lascio perdere perchè non so suonare, dimenticano sempre di ricordare le loro ragazze che scendono a Rimini. Dimenticano pure i loro maschietti che riempiono i tavolini dei bar di vuoti, in vetro e lattine, di birra per non parlare delle fiaschette di vino da 5 litri che si bevevano, ogni sera, nel campeggio a Castiglione della Pescaia.
Hanno definito, con disprezzo, Cassano e Balotelli cani sciolti ma i cani sciolti li hanno rispediti a cuccia mentre loro scorrazzano ancora in Polonia ed Ucraina.
Balotelli è il Jesse Owens del 2012 ha umiliato i tedeschi come fece il mitico Jesse e non con i due splendidi gol, da enciclopedia del calcio, per quanto mi riguarda il gol più bello Mario l’ha fatto quando è andato ad abbracciare la mamma adottiva e bianca.
Questa Signora aveva già tre figli e si è presa in carico di un bambino piccolissimo e con problemi di salute, un esempio per tutti noi.
Se semini tanto amore non puoi che raccoglierne altrettanto e l’abbraccio che Mario ha riservato a mamma Silvia mi ha emozionato, merita tutto l’amore possibile e Mario sarà pure un fenomeno come calciatore, un cavallo pazzo come ragazzo, ma ha un cuore, un rispetto, ed una riconoscenza impagabile che molti di noi figli legittimi non abbiamo verso i nostri genitori.
Con quel gesto Mario ha dato una lezione a tutti noi, una lezione che possiamo imparare mentre non impareremo mai a lanciare un siluro dentro la porta come ha fatto lui con il secondo gol.
Oggi, come ammiratore, gli perdono un po’ di più tutte le mattane che combina con la sua esuberanza e riesco a comprendere meglio, non a giustificarle perchè è quasi un uomo, le sue intemperanze.
Come tutti i cavalli di Razza Mario lo devi conquistare, deve avere fiducia in te per rispettarti ed ascoltarti.
Detto questo la cosa più divertente che mi regala la persona Mario Balotelli è il suo essere profondamente bresciano e quando lo sento parlare in bresciano, lui così nero di pelle, mi diverte un mondo perchè penso immediatamente ai leghisti, peccato non abiti ad Adro con un sindaco idiota come Lancini Mario mi divertirebbe ancora di più.
Intendiamoci non è il solo, fortunatamente sono a migliaia i giovani di colore che parlano romano, veneto, milanese, genovese, pugliese e calabrese e questo mi riempie di gioia perchè li sento veramente fratelli.
Tutti insieme sotto al tricolore con buona pace di Maroni, Salvini, Borgezio e tutta la combriccola di pirla che si ritrova a Pontida in nome della padania.
Noi, figli legittimi o illegittimi, comunque nati e cresciuti in famiglie che ci hanno dato nome e cognome spesso non abbiamo lo stesso rispetto e lo stesso amore che Mario ha, concretamente, per mamma Silvia.
Lo ringrazio per i due gol, anche se ne voglio ancora, e per la lezione di vita e di educazione che ci ha dato abbracciando la mamma.
Bravo Mario, per sentito dire so che sei bravo anche in un altro campo molto caro a noi italiani, vedrai che dopo avere fatto piangere le ragazze tedesche molte di loro verranno a trovarti sperando che tu le faccia ridere, gioire.
Ma non esagerare, almeno sino a domenica chè dobbiamo giocare con la Spagna.
Aspetta lunedì e poi via cunt el martell ca oca.
Da ragazzi, per definire chi era bravo nelle prestazioni con le ragazze, usavamo questa frase: l’è un martell ca oca.
Forse non l’ho scritto correttamente ma il martell ca oca in bergamasco significa martello pneumatico.
Sono certo che le tedesche apprezzano.
Un abbraccio particolare a tutti i nostri immigrati in Germania che, ancora una volta, hanno goduto molto, ma molto, più di noi-

Quei due gol per mamma Silvia
La vera donna della vita di SuperMario

 

Gli emiliani romagnoli sono famosi anche per i nomi che davano ai figli, indimenticabili i Rivo, Luzio, Nario. Non hanno perso lo spirito e nemmeno il vizio.


Da quelle parti ci sono da sempre nomi particolari, c’è pure la Signora Idea Socialista, che si fa chiamare Ida.
Se volete divertivi un po’, per superare il momento difficile con un minimo di sorriso, potere leggere qui:

Quando li chiamavano Rivo, Luzio, Nario

Questa mattina ho letto sul giornale, l’Unità, alcune notiziole che danno l’idea della forza e dello spirito di questa gente, invidiabile.
Non c’è soltanto morte e distruzione tra le macerie, racconta il trafiletto, ma anche nuova vita. Una signora di origine cinese ha dato messo al mondo una bambina, mamma e figlia stanno bene e dopo i primi controlli sono state trasferite al Policlinico di Modena.
Nelle tendopoli la vita va avanti tra mille difficoltà ma succedono anche cose che, per un momento, fanno dimenticare la tragedia.
A Mirandola, nella tendopoli, c’è una famiglia con 4 bambini, tenda N° 63, e da ieri ci si è messa pure Maya, una meticcia di piccolo calibro, che ha messo al mondo 6 cuccioli.
Si chiamano: Terre, Moto, Venti, Maggio, Sisma e Scossa, sono le mascotte della tendopoli.
Il padrone, messi al sicuro moglie e figli, è rientrato nella sua casa traballante per recuperare Maya, rimasta bloccata, poche ore dopo il parto.
Intanto faccio i complimenti a questa famiglia, anche a nome della mia Lulù, con tanti idioti che abbandonano gli animali queste persone ci fanno bene al cuore e ci sono di esempio.
Detto questo resta una considerazione, fondamentale, sulla forza di questa gente emiliano-romagnola che non si perde d’animo davanti a niente, o quasi. Esorcizza le difficoltà con uno sberleffo al destino, sentire queste notizie è come prendere una pillola contro la depressione.
Grazie di cuore di esistere, grazie a nome di tutti gli animali del mondo e per l’esempio che ci date nell’affrontare le difficoltà che la vita ci propone.
Il sottotitolo del mio blog è: satira da salvataggio, si cerca di ridere per superare la malinconia, la rabbia, lo scoramento.
Questa famiglia ne ha fornito un esempio.
P.S. Nella foto che ho trovato ce ne sono solo 5, si vede che il sesto, più vispo, è già in giro a scroccare qualche biscotto.


E’ la prima volta che invecchio, non ho nessuna esperienza, ma come fa a restare per ore in piedi, in poltrona, in un palco senza che gli scappi?


Ho sempre bevuto tantissima acqua, anche al mattino appena sveglio bevo l’acqua. Una volta la bevevo frizzante con l’arrivo della pancia sono passato a quella naturale, ma la pancia è rimasta.
Se sono in giro dal mattino presto e magari sino a mezzogiorno devo fare una sosta entro in un bar bevo qualcosa ma è tutta una scusa per  usare il bagno. Hanno tolto tutti i vespasiani ed i più dispiaciuti sono i gay ed il sottoscritto, ma per ragioni diverse.
Pare che con l’avanzare dell’età questa esigenza sia un fatto comune, più di uno della mia età, oppure oltre, mi ha confessato che si alza di notte per fare la pipì.
L’argomento può infastidire ma è una esperienza alla quale vanno tutti incontro con l’avanzare dell’età. Il caso più eclatante, per me, è la Mirè capace di stare un intero giorno senza liberarsi da giovane ma adesso sente questa esigenza anche lei, non come me ma anche lei deve fare la sua pausa.
Mi domando come faccia uno di 85 anni a stare per ore sulla ribalta tra prediche, messa, omaggi dei fedeli, balli e canti dei giovani dell’Azione Cattolica e di Comunione e Liberazione senza mai fare una pausa.
Ha un wc chimico dietro al tendone? O magari ha un pannolone ad hoc?
Intendiamoci non è solo lui, basti pensare a Napolitano, li trovano tutti con una vescica d’acciaio o estensibile, in ogni caso hanno una salute d’acciaio anche se, spero, non siano tutti come Andreotti, indistruttibile.
Persino i ragazzotti che gli fanno festa intorno, tra una birra e l’altra, devono liberarsi e mi chiedo come faccia il Santo Padre ad avere tanta resistenza.
Ieri ho fatto due o tre lavori in casa, modifiche di impianti elettrici, manutenzione rubinetti con pulizia o sostituzione dei filtri, passato il folletto, cose così ma ad un certo punto ho dovuto fare la pausa sigaretta.
Persino Silvio, che punta ai 120 anni di bunga- bunga, una volta ha avuto un mancamento in diretta, possibile che Benedetto XVI non dica mai nel bel mezzo di una predica, magari quando dice che lo Stato italiano deve essere laico ma come vuole lui. E cioè vieti l’aborto, l’eutanasia e riconosca solo il matrimonio uomo-donna che produca i ragazzini e le ragazzine da mandare all’oratorio tra le amorevoli braccia del prete di turno, non si interrompa almeno una volta e dica: scusate il Papa deve andare in bagno, seguito dal suo maggiordomo che gli alzi la gonna, gli sposti un po’ di magliette per evitare che schizzi la tonaca bianca ed intonsa?
Cos’ha il serbatoio delle acque nere incorporato come i camper?
E’ solo una  mia curiosità, ma è permesso lasciarmi anche senza risposta, me ne farò una ragione.
Radio Popolare nell’edizione delle 7,00 ha trasmesso un servizio in cui si diceva che Viale Zara è percorso da centinaia di persone provenienti da tutto il mondo, anche dal Venezuela di Chavez, dirette al Parco Nord, dove già da due giorni o tre non si può più andare a correre o portarci i bambini, per andare all’incontro con il Papa.
Ci mancherebbe altro, siamo un paese laico ma libero, escluso l’aborto, l’eutanasia ed il matrimonio omosessuale la procreazione assistita o come cavolo si chiama la storia degli embrioni, è tutto permesso, anche le adunate cattoliche e la pedofilia clericale e non quindi hanno tutto il diritto di godersi la festa.
Ho studiato un anno dalle suore, qualche mese dai gesuiti e due anni dai salesiani, mi viene da pensare che se fossi rimasto con la fede di quei tempi, tra l’altro più subita che voluta, anch’io sarei corso al Parco Nord per trovarmi il posto migliore con provviste d’acqua, sigarette, e certamente vicino ad un wc chimico pronto alla bisogna. Ho sempre avuto una produzione di liquidi abbondante, non credo che l’entusiasmo provocato dalla vista del Santo Padre mi avrebbe bloccato la produzione.
Nonostante il mio distacco dalla fede, intorno ai 14 anni, non ho mai abbandonato l’abitudine di girare intorno agli oratori ed avevo le mie buone ragioni confermate pure da quello che mi è successo ieri.
Mentre ero fermo ad un semaforo rosso ha attraversato l’incrocio un folto gruppo di giovani provvisti di badge della manifestazione mondiale per la famiglia cattolica in mezzo al quale c’erano 4 o 5 ragazze veramente notevoli ed in modo particolare una ricciolina niente male con la quale mi sono lucidato gli occhi, nonostante la cataratta.
Sono sempre stato appassionato delle figlie di Maria ma solo se coetanee, a 18 anni ho smesso di girare intorno agli oratori. Sono tutta una contraddizione, a 10 anni volevo farmi prete, a 13 ho smesso di frequentare e di credere, ma devo avere sbagliato qualcosa, il proibito rende i vizi più piacevoli ed all’oratorio c’è sempre carne fresca in arrivo, avrei potuto essere un bravo parroco. Ho un ricordo veramente piacevole del buio delle sale cinematografiche degli oratori, esistono ancora?
Che bei tempi, per andare in bagno si aspettava la fine del primo tempo, poi ci si rituffava nel buio e si stava attenti a non essere scoperti perchè, a noi, era vietato.
Poi mi sono evoluto, al pomeriggio andavamo al cinema Loreto, il nostro Cinema Paradiso, la platea era leggermente in pendenza e per girare da una fila all’altra di poltrone erano consigliabili le catene, ci si divertiva un mondo senza nessun pretino che controllasse dove avessimo le mani e le mamme si preoccupavano perchè alle loro figliole veniva il braccio del tennista, inspiegabilmente. Avevano poca memoria, se si fossero ricordate cosa facevano da ragazzine avrebbero capito. Ci siamo passati tutti, quasi tutti.
Poca memoria l’ho anch’io, non ricordo uno dei film che ho visto al cinema Loreto, non guardavo nemmeno il manifesto che pubblicizzava il film in programmazione, per me era solo un problema logistico non avendo la patente e non sapendo dove andare per godere un po’ di intimità e scaricare gli ormoni della giovinezza.
Se qualcuno andrà al campo Volo di Bresso e vorrà togliermi questa curiosità gliene sarò grato, fatemi sapere se nel palco, dietro l’altare c’è un wc chimico altrimenti penserò che il Santo padre è un superman in tutti i sensi.
Buona giornata, spero che il tempo regga al meglio.

Tutti sanno chi è Don Gallo, un mito, Chi era Don Milani e la scuola di Barbiana , ma io vi racconto di Don Vittorino.


Ero ancora un bambino, abitavo in un paese della bassa veronese, ma ricordo tutto perfettamente.
Don Vittorino era un classico prete di campagna ma con un cuore ed un cervello in competizione tra loro e nessuno è mai riuscito a stabilire se era più grande il cuore o il cervello.
Era riuscito in una impresa inimmaginabile, girando di casa in casa, di fattoria in fattoria era riuscito a racimolare i soldi per costruire una colonia a Treschè Conca sull’altipiano di Asiago in modo che anche noi bambini di campagna, in prima fila i più poveri, potessero andare in montagna.
Ovviamente nel gestire al colonia gli davano una mano le suore e tutte le famiglie facoltose del paese partecipavano alle spese.
Noi, durante l’estate, potevano andare in colonia in montagna e per noi era veramente una festa, aggiungo che Don Vittorino non era asfissiante con le preghiere, le messe, ci faceva veramente passare vacanze indimenticabili, non per niente le ricordo ancora.
Improvvisamente la curia il vescovo, non so chi, fece sparire Don Vittorino dal paese non lo vedemmo più.
Rubando qualche parola da i discorsi dei grandi, dei nostri genitori, venimmo a sapere una cosa gravissima che Don Vittorino aveva combinato ed il motivo per il quale fu mandato via dal paese e gli fu tolta la colonia.
Dico subito che per noi le vacanze a Treschè Conca non furono più le stesse, ma questo  lo racconto dopo.
Il motivo per cui fu bandito dal paese,  non so se dalla chiesa, se fu spretato come si sul dire non lo so, l’ho saputo sentendo i discorsi dei grandi.
In paese c’era un uomo che era stato abbandonato dalla moglie con un figlio piccolo di due mesi, questo povero uomo, un contadino, voleva rifarsi una vita, trovare una donna che lo aiutasse ad allevare questo bambino ma era sposato, avrebbe dato scandalo, era inimmaginabile negli anni 50 un discorso del genere.
Uso, ovviamente le parole da adulto per raccontare la storia, ma la sostanza non cambia.
Una domenica, durante la predica della messa grande, Don Vittorino ebbe parole di conforto per questo povero uomo e arrivò a dire che la sua sfortuna nella vita non doveva diventare una punizione infinita, insomma secondo lui la chiesa avrebbe dovuto dargli il permesso di rifarsi una famiglia.
Nel giro di un giorno Don Vittorino scomparve dal paese, pochissimi erano al corrente di dove fosse ed in ogni caso non se ne poteva parlare se non sottovoce.
Persino le vecchiette degli anni 50 gli diedero ragione, anche se timorate di Dio.
Arrivò l’estate e noi bambini andammo i colonia senza Don Vittorino, ricordo che non si poteva fare domande, non se ne poteva parlare.
Poco più in alto della colonia c’era una casa di montagna ed un giorno uno dei più grandicelli tornando da una passeggiata correva come un assatanato gridando: ho visto Don Vittorino! Ho visto Don Vittorino! E’ in quella casa là, indicando con il dito.
Nessuna suora riuscì a fermare i bambini che con una sola voce dissero: andiamo a trovare Don Vittorino. Le suore non poterono fare altro che accompagnarci.
Don Vittorino si commosse, noi pure, ci abbracciò uno ad uno e ci disse di fare i bravi.
Noi eravamo felici, Don Vittorino c’era ancora.
L’inverno successivo la neve fece crollare il tetto della colonia e le donne del paese dicevano che era il castigo di Dio per avere mandato via Don Vittorino, la mano del Signore.
Ero già in crisi mistica, dubitante, mi limitai a considerare che alle volte le combinazioni del destino si sposano e quello fu un buon matrimonio,neve-tetto.
Chi l’aveva mandato via fece fatica a trovare i soldi per la riparazione, chi diceva si a Don Vittorino prima ancora che parlasse si inventò di tutto per non scucire una lira.
Nel tempo sono diventato laico, agnostico, ho smesso subito di frequentare chiese ed oratori, diciamo che a 13 anni il mio discorso con la fede era già chiuso.
Ma, Don Vittorino, me lo porto ancora nel cuore.
Ovviamente quello che io ho nel cuore non ha nessun valore, Don Vittorino dovrebbero averlo nel cuore il vaticano, i cardinali, i vescovi, i devoti, le pecorelle.
Insomma tutto il clero ed invece nel cuore hanno don Baget Bozzo, don Giussani, don Luigi Maria Verzè, la feccia insomma, alla quale si è aggiunto don Piero Corsi con il suo delirante discorso di Natale sulle donne.
I suoi concittadini e fedeli si sono ribellati, io lo ringrazio, altri dieci preti come lui e la chiesa farà la fine di Berlusconi.
Riveduto e corretto con l’attualità, don Piero Corsi meritava una citazione: Femminicidio? Colpa delle donne.

 

E poi dicono che i giovani non hanno più valori, ma non è vero. I giornali pescano solo nel torbido ma ci sono giovani che fanno volontariato, come Pier Moscagiuro.


I giornali si alimentano con il percolato morale della società italiana, studiano solo i letamai e ci sguazzano come maiali, prendete il caso dello scandalo della famiglia Bossi e di Rosy Mauro che non è l’utilizzo in proprio dei fondi della lega o il fatto che ci siano fondi in nero, questo succede in tutti i partiti, chi più chi meno.
Se vogliamo fare i pignoli il vero scandalo consiste nel fatto che il Trota, la Rosy ed il suo compagno abbiano trovato qualche istituto universitario privato disposto a vendergli una laurea, questa è la vera indecenza in tutta la vicenda.
Io vorrei vedere in faccia la commissione  che ha il coraggio di laureare il Trota ed inviterei i loro familiari, della commissione, a farli visitare al più presto possibile.
Come dice una canzone del mitico Fabrizio De Andrè dai diamanti non nasce niente dal letame nascono i fior.
Ed i giornali che sguazzano nel letame, per vendere più copie, non hanno la sensibilità del grande cantautore, poeta oserei dire e se non fosse per me che ho scopiazzato al sua sensibilità nessuno si sarebbe accorto dello splendido fiore che è nato dal letame della lega e che nessuno ha messo in risalto.
Solo io l’ho notato questo splendido fiore, che mi ha fatto emozionare e che rivaluta del tutto la gioventù debosciata ed apolitica che la stampa di regime ci propina tutti i giorni per screditare una gioventù senza valori dedita solo alla coca ed al telefonino.
Ma si sa che le buone notizie non fanno notizia e, se non fosse per me, per la mia sensibilità, passerebbero inosservate.
Si sa che con l’avanzamento dell’età si diventa più sensibili, attenti ai particolari, una carezza acquista il suo, immenso, valore che nessun i-pad al mondo potrà mai eguagliare.
Ed è questo contrasto tra il virtuale dell’informazione, di regime, e la realtà della strada, intesa come vita reale, che ho notato l’animo splendido di questo giovanotto irriso e sbeffeggiato persino da un imbecille come Maroni, senza cuore, che dopo essersi reso colpevole di centinaia di morti immigrati e clandestini facendoli affogare in  mare si permette di sbeffeggiare un’anima candida come questo giovanotto che andrebbe citato ad esempio ai nostri giovani.
Dicono, ci fanno intendere, che il cinismo dei giovani impera, che l’odio verso la politica delle nuove generazioni è inarrestabile, ci parlano solo di indignati o del movimento di Grillo che demolisce la politica buona e cattiva, di Travaglio che si occupa solo dei bubboni e della cancrena politica e mai delle cose belle che la casta ci offre.
Ma esistono ancora giovani sani, con valori, con un diploma o una laurea ed il fatto che sia stata acquistata non toglie niente allo sforzo che questi giovani fanno per sentirsi accettati da questa società crudele che se non sono laureati entro i 28 anni sono considerati sfigati. Per forza si fanno comprare una laurea, io lo so cosa significa avere solo la terza media ed i sacrifici che ho fatto per diventare un Quadro, ma erano altri tempi.
Pier Moscargiuro, che per modestia si è dato un nome d’arte dimostrando una fantasia fuori del comune, infatti il nome d’arte è Per Mosca, tutto un programma se analizziamo il tutto in una maniera non superficiale.
So che non siete sensibili come me, non avete, poveri voi, la mia tenerezza ed il mio acume ed allora vi aiuto, dove volano le mosche? Sulla merda ed è qui che il giovanotto ci ha dato una lezione di solidarietà e di volontariato.
Che dire di un giovanotto di 36 anni che si dedica anima e corpo ad una signora sulla cinquantina per renderle felice la vita?
Che va solo ammirato, un esempio di volontariato  che io per primo dovrei imparare se solo avessi la metà delle capacità di questo figliolo. Tutti noi ci fermiamo al lato estetico, guardiamo la farfallina di Belen, il culo della modella, ignoriamo che la bellezza della persona è una cosa interiore che va ben oltre l’estetica, l’immagine, il trucco o photoschop che fa sparire la cellulite e snellire la figura.
Per Mosca ha fatto molto di più, è andato oltre l’orrido della natura, la cinquantenne decadente non baciata dalla fortuna della bellezza, una immagine che se la vedi tra il chiaro e lo scuro ti fa prendere un colpo, insomma diciamola tutta e senza che nessuno si offenda,  c’è chi nasce bello o bella e c’è chi nasce scarafone e lei lo nacque, come disse Totò.
Ve lo dico senza ironia per il semplice fatto che faccio parte degli scarafoni, anche se non so bene a quale livello, quindi in me non c’è nessuna invidia, solo un leggero ribrezzo per la signora Rosy Mauro, ribrezzo che al quale il bravo giovanotto è andato oltre dandosi al volontariato per scoprirne la bellezza interiore, culturale, dell’anima, della Rosy mauro dando una lezione a tutti noi ed a me per primo di una sensibilità superiore che non si ferma in superficie ma scruta il profondo dell’animo umano.
Ed è lì che ha dimostrato la sua grandezza, scavando nel fondo della bellezza interiore, culturale, dell’animo di Rosy Mauro.
E si è perso nel vuoto dell’assoluto.
P. S. Se qualche leghista non capisce, non ha capito il senso del post se lo faccia spiegare dai famigliari o dall’oggetto che attira, irresistibilmente, le mosche.
La Rosy Mauro è come la Corazzata Potemkim, la definizione migliore l’ha data il mitico Fantozzi: una cagata pazzesca!
Ed è questo che ha attirato Pier Mosca, meriterebbe la stima di tutti noi. 

4 marzo 1943. Ho voluto mettere questa live perchè quella di Sanremo fu censurata nelle parole per i ladri e le puttane ed ancora adesso che bestemmio e bevo vino.


Il conflitto di interessi delle ragazze di Silvio, il pagamento delle prestazioni avveniva anche con visite mediche.


Dice un investigatore che testimonia al processo dove l’utilizzatore finale è imputato per prostituzione minorile.
Alcune sono prostitute che offrono prestazioni sessuali dietro remunerazione, soldi o altre utilità: case, posti di lavoro, macchine, vacanze, carriere politiche e, l’ho tenuta per ultima: visite mediche.
Ora se una delle fanciulle addette alla soddisfazione dell’utilizzatore finale  avesse preso qualche malattia sessuale da un altro cliente, dato che erano di bocca buona in tutti i sensi bastava far vedere il cammello e loro si mettevano al lavoro, ed avesse avuto bisogno di una visita ginecologica entrava in conflitto di interessi con il proprio lavoro. Pagavano prima o dopo la visita in natura, se il ginecologo era infoiato come l’utilizzatore finale o qualche suo amico di festini, oppure aspettava l’esito degli esami e faceva la visita a credito?
Le ragazze in questione non sono troppo affidabili come si sa prima vogliono vedere il cammello ma, il ginecologo era l’unico che doveva dare  il cammello a credito, senza nemmeno avere una ricevuta perchè, come tutti sappiamo, le orgettine in questione non rilasciano ricevuta.
Chissà se qualche ginecologo amico dell’utilizzatore finale avanza ancora qualche prestazione o se la magnanimità del benefattore di prostitute ha provveduto, oltre a pagare l’affitto, le bollette, il bollo della macchina, la benzina ecc.ecc. Ha provveduto a pagare anche il cammello che il ginecologo, per forza maggiore, ha dovuto dare a credito.
L’unico caso in cui si sono rovesciate le parti, invece di essere le ragazze a vedere il cammello prima della prestazione si possono aver portato via il cammello con tutte le gobbe senza prestazione, in attesa degli esami di idoneità sanitaria.
Ma guarda la vita come è strana alle volte, anche se non mi meraviglio più di niente da quando ho visto una maggioranza fasciopiduista e nazileghista votare compatta sul fatto di essere convinti che Ruby Rubacuori fosse la nipote di Mubarak e non una prostituta, minorenne, che ha già ricevuto dei riconoscimenti che se non sono il Nobel della prostituzione valgono almeno l’Oscar, non per niente a Messina la chiamavano: la bocca del deserto. Il Rommel del servizio, orale, al battacchio.